martedì 7 novembre 2023

Once Upon a Crime (2023)

L'incontro settimanale cinematografico con Toto era diventato troppo serio, così ho rimediato proponendogli la visione su Netflix di Once Upon a Crime (赤ずきん、旅の途中で死体と出会う- Akazukin, tabi no tochu de shitai to deau), diretto e co-sceneggiato dal regista Yūichi Fukuda e tratto dalla raccolta di racconti omonima scritta da Aito Aoyagi.


Trama: poco dopo aver intrapreso un viaggio in solitaria, Cappuccetto Rosso si imbatte in Cenerentola e, assieme a due streghe buone, l'aiuta ad andare al ballo del principe. Purtroppo, l'esperienza è funestata dal misterioso omicidio di Hans, il parrucchiere reale...


Non conosco a menadito il catalogo Netflix, ma dubito che riuscirete a trovare un film più scemo di Once Upon a Crime. Attenzione, però: scemo non vuol dire anche divertente, perché il più grande difetto di Once Upon a Crime (anche se Toto potrà dissentire trovandone mille altri) è un ritmo altalenante che si assesta troppo spesso in un mood letargico che farebbe invidia ai peggiori episodi di Detective Conan. La citazione all'opera di Gosho Aoyama non è campata in aria, perché la protagonista del film è un'inedita Cappuccetto Rosso (in originale Akazukin) in versione detective, la quale, come da meraviglioso titolo originale della pellicola, "durante il suo viaggio si imbatte in un cadavere". La Cappuccetto Rosso interpretata da Kanna Hashimoto è infatti la versione in gonnella dello Sherlock Holmes di Robert Downey Jr e, come tale, è vittima di flash zeppi di indizi da ricollegare con la sua mente acutissima, che a un certo punto le vale persino l'appellativo di "sensei" da parte di un ammiratissimo Gran Ciambellano; i flash cominciano durante l'incontro con Cenerentola, la cui triste storia viene subito intuita da Cappuccetto Rosso, e diventano parte fondamentale della trama nel momento in cui, andando al ballo, le due si ritrovano sotto le ruote della carrozza/zucca un parrucchiere reale già cadavere. La trama verte quindi sulla ricerca dell'assassino del parrucchiere in un regno dove la bellezza è l'unica virtù riconosciuta, e si intreccia con un mistero legato al passato del principe amato da Cenerentola, con rivelazioni e twist che vanno dal vagamente interessante all'idiota totale. Purtroppo, come ho scritto sopra, la capacità di sopportazione e la voglia di stupidità dello spettatore non vengono granché ricompensate, perché buona parte del film è dedicata ai ragionamenti della protagonista, che si traducono in inquadrature statiche dove i personaggi parlano e spiegano, accompagnate talvolta da flashback esplicativi.


In soccorso del nipponofilo amante del trash arriva la natura parecchio sopra le righe di detti personaggi, accentuata da costumi/parrucche che si abbandonano al kitsch più sfacciato. E' già strano, per un occidentale abituato all'iconografia Disney/occidentale, vedere volti dai tratti orientali su personaggi di fiabe famosissime, ma ovviamente la sensazione viene estremizzata dall'utilizzo di colori sgargianti sia nelle parrucche che negli abiti, che trasformano ogni attore del film in un cosplayer improbabile. A dire la verità, protagonisti come Cappuccetto Rosso (che si profonde tuttavia in una faccia malvagia da "delitto perfetto" che mi ha fatta ridere fino alle lacrime), Cenerentola e il principe vengono stravolti nei limiti, e la palma d'oro del trash va invece ai personaggi minori o quelli inventati per l'occasione: il topo/cocchiere Paul, assurdo e tenerissimo nel suo squittire utilizzato come intercalare o risposta ad ogni domanda, la sorellastra Margot coi macaron in testa e l'abito decorato da fette di mela è un altro genio del male, il re con la faccia da rospo in un mondo di belli tocca l'apice dell'ipocrisia, ma i vincitori sono la volgarissima ed incapace strega Barbara (anche se non capite una mazza di giapponese, per favore, non perdetevi il suo intercalare da vajassa perché merita tantissimo) e, ovviamente, quel laido maniaco del parrucchiere Hans, sul quale non ricamo oltre perché le parole non renderebbero. Aggiungete setting e oggetti di scena poco meno scadenti di quelli utilizzati nel vergognoso Descendants e colori vividi sparati negli occhi che nemmeno nei peggiori fondi di magazzino di H&M, e avrete un'idea del risultato. Ovviamente, non starò a consigliarvi Once Upon a Crime a meno che non siate incredibilmente indulgenti verso ogni castroneria che viene dal Paese del Sol Levante, ma mentirei se non dicessi di attendere eventuali seguiti interpretati sempre dalla valida Kanna Hashimoto... d'altronde, dovrebbero esserci altri otto racconti da cui attingere, tratti da Hansel e Gretel, Pinocchio, La piccola fiammiferaia, Il pifferaio di Hamelin, Biancaneve e altri ancora! Machikirenai!! 

Yûichi Fukuda è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Giapponese, ha diretto film come HK: Hentai Kamen e Wotakoi - L'amore è difficile per gli otaku. Anche attore, ha 55 anni.


Kanna Hashimoto aveva interpretato Ritsu nei due live action dedicati ad Assassination Classroom. ENJOY!

2 commenti:

  1. Merita anche solo per il tizio col parrucchino... xD
    Peccato che non ho più Netflix; se riesco in altro modo o se riattivo l'abbonamento lo vedrò di certo! xD

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    Risposte
    1. Mannaggia, peccato perché avrei tanto voluto sapere la tua opinione!!

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