venerdì 24 novembre 2023

Cimitero Vivente: Le Origini (2023)

Nei due giorni di malanno sono riuscita anche a recuperare Cimitero Vivente: Le Origini (Pet Sematary - Bloodlines), diretto e co-sceneggiato dalla regista Lindsey Anderson Beer.


Trama: proprio mentre Judd Crandall e la futura moglie Norma sono in procinto di partire per raggiungere i Peace Corps, Bill Baterman seppellisce nel terreno Mic Mac il figlio Timmy, morto in guerra. Il ritorno di Timmy dà inizio a un'ondata di orrore inarrestabile...


Cimitero Vivente: Le Origini
può tranquillamente essere definito un'inutile zozzeria. E non lo dico perché sono una "bimba di King" (nonostante sia cosa verissima) o perché Cimitero vivente è una delle mie opere preferite, sia libro che film del 1989, ma perché ha sicuramente meno dignità del gradevole remake recente e, cosa ancor più grave, è ben più brutto e noioso di Cimitero Vivente 2, che almeno qualche risata la strappava. Cimitero Vivente: Le Origini è il nulla fatto a film, l'ennesima opera a base di morti viventi priva di cuore o cervello, e poteva avere qualsiasi altro protagonista, oltre ad essere ambientato in un'altra città che non fosse Ludlow. In realtà, l'unico aspetto positivo di Cimitero Vivente: Le Origini è che prova, almeno all'inizio, a creare una "mitologia" legata al terreno Mic Mac col potere di resuscitare i corpi e maledice un'intera città grazie alle linee di sangue del titolo originale, all'ereditarietà di uno scomodo ruolo di guardiani per espiare le colpe di coloni irrispettosi. Purtroppo, questa idea originale si traduce nella presenza di personaggi che stanno a Ludlow perché devono vigilare su un luogo conosciuto da tutti, e che quindi non avrebbero motivo alcuno di seppellire lì i morti, visto che già sanno come torneranno; inoltre, si perde il cuore dell'opera originale, quel dolore inenarrabile che spinge a sperare che non ci sia niente di peggio della morte e che i nostri cari possano tornare a tenerci compagnia anche solo per qualche ora, perché non c'è un singolo personaggio del film che non sia un cartonato privo di spessore emotivo oppure un cretino. Non sono una di quelle che amano sottolineare i presunti vilipendi all'opera originale, ma qui Judd ci fa la figura del minchione, perché rinuncia a fuggire da Ludlow solo per poi battersene le balle, da vecchio, e liberare il male attraverso Louis Creed (nel libro ci sta, quella di Timmy era una sorta di leggenda oscura, l'unica vittima era stato suo padre, Judd poteva anche pensare che morti più "freschi" avessero la possibilità di tornare sani, ma qui viene sterminato mezzo consiglio comunale e lo stesso Judd perde il padre, che senso ha???).


Voi direte, almeno c'è qualche momento interessante o particolarmente succoso a livello di gore? Oddio. Timmy non fa paura neppure per un istante e lo stesso vale per gli altri, sparuti "ritornanti", nonostante a un certo punto ci sia un bel profluvio di sangue versato. Il problema è che, salvo per qualche jump scare ampiamente prevedibile, il film si priva dell'atmosfera malata e a volte un po' visionaria dei film precedenti, dove i personaggi sembravano davvero persi nel dormiveglia, intontiti dal dolore o mossi da una mano malvagia e ineluttabile, quindi la noia di una storia prevedibile dall'inizio alla fine regna sovrana. Lindsey Anderson Beer ci mette del suo, in quanto ogni scena che preveda un minimo di "tafferuglio" coi morti è al limite dell'incomprensibile (sul finale, poi, ci si mette una fotografia scurissima che fa ancora più venir voglia di dormire), mentre quelle che dovrebbero trasmettere un po' di pathos o partecipazione verso il destino dei protagonisti sono piatte e fredde, e non serve far passare un camion della Orinco ogni tanto per ricordarmi che, in futuro, un* bimbett* ci rimetterà la ghirba e spingermi così a piangere. Stendo un velo pietoso anche sugli attori. Henry Thomas, poverello, ci prova, ma tutto gioca contro di lui e il vero, imperdonabile difetto del film è lo spreco di un David Duchovny che a momenti non sa neppure perché si trova lì. Ovviamente, 'sta schifezza è arrivata in Italia in un lampo grazie a Paramount +, con tutta la bella roba che rimane al palo, inedita per anni, quindi mi viene ancor più da piangere. 


Di Henry Thomas (Dan Crandall), David Duchovny (Bill Baterman), Samantha Mathis (Kathy Crandall) e Pam Grier (Marjorie Washburn) ho già parlato ai rispettivi link 

Lindsey Anderson Beer è la regista e co-sceneggiatrice del film, al suo primo lavoro dietro la macchina da presa. Americana, è anche produttrice. 


Natalie Alyn Lind
, che interpreta Norma, era la Lauren Strucker della serie The Gifted. Se Cimitero Vivente: Le Origini vi fosse piaciuto recuperate Cimitero vivente, Cimitero vivente 2 e Pet Sematary, di cui questo film è il prequel. Soprattutto, magari, leggete il romanzo di Stephen King, che è sempre cosa buona e giusta. ENJOY!

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