Siccome all'epoca mi era piaciuto parecchio Véronica, ho deciso di recuperarne il prequel uscito da poco su Netflix, Sorella morte (Hermana Muerte), diretto e co-sceneggiato dal regista Paco Plaza.
Trama: Nella Spagna post-seconda guerra mondiale, la novizia Narcisa va in un convento che funge anche da collegio femminile. Lì cominceranno ad accadere fatti inspiegabili e terribili...
Sorella morte era la suora cieca che, nel film Véronica, cercava in qualche modo di aprire gli occhi alla protagonista su ciò che la perseguitava. Onestamente, mai mi sarei aspettata che Paco Plaza ne avrebbe fatto la protagonista di un prequel, peraltro così diverso da Véronica, ma tant'è. Sorella morte è uno slow burn sovrannaturale che getta giustamente ombra sull'intera istituzione della Chiesa, che già si era dimostrata inutile nel film precedente e, in questo, risulta addirittura dannosa. La protagonista, la novizia Narcisa, da bambina era assurta agli onori della cronaca perché "miracolata" da visioni religiose e ciò l'ha ovviamente privata dell'infanzia, oltre a indirizzarla su un cammino già tracciato. Una volta cresciuta, tuttavia, Narcisa non riesce più a comunicare con la Madonna e Dio, e ciò le causa dubbi e timori che nessuno può aiutarla a superare, presa tra chi vorrebbe strumentalizzarne la fama (come la madre superiora) e chi, invece, non le ha mai creduto oppure la invidia (come sorella Julia). Nel periodo più confuso della sua vita, Narcisa si ritrova in un convento segnato dall'orrore della guerra e, come ben sappiamo noi amanti dell'horror, certi eventi violenti lasciano tracce anche dopo tanto tempo; poco dopo il suo arrivo, la novizia comincia infatti a venire perseguitata da incubi terribili e misteriosi eventi che si susseguono non solo all'interno della sua cella, ma anche in giro per il convento, coinvolgendo le piccole studentesse ospiti, le quali cominciano a parlare di una fantomatica "bambina" in grado di maledire chiunque profani i suoi inquietanti disegni. Sorella morte è un nome quantomai calzante, perché sono i dubbi e la convinzione di essere stata abbandonata da Dio che portano Narcisa a stuzzicare le possibili presenze, a mettere alla prova se stessa e la sua capacità di vedere oltre il velo della realtà, con conseguenze ovviamente tragiche che non risparmiano né gli innocenti né chi professa una fede solo di facciata, da preservare ad ogni costo.
Dire altro sulla trama significherebbe scivolare in spiacevoli spoiler, ma a me Sorella morte è sembrato più interessato a scavare nel rapporto ambiguo che gli spagnoli hanno da sempre con una Chiesa ben poco trasparente, che a terrorizzare lo spettatore; inoltre, Aria Bedmar è un'attrice ottima e lo spettatore rischia quasi di essere più coinvolto dal suo doloroso tormento interiore che da ciò che potrebbe mettere in pericolo le piccole studentesse del convento. Non che manchino i momenti spaventosi, ovviamente. Paco Plaza rifugge il jump scare a effetto e preferisce giocare di atmosfera, sfruttando inquadrature insistite dei corridoi, sale e ombre che sembrano essere la cifra stilistica del vecchio convento e che concorrono a rendere l'ambiente in cui viene a trovarsi la protagonista ancora più soffocante ed inquietante. Se, come ho detto all'inizio, Sorella morte è uno slow burn che si affida prevalentemente alle atmosfere, quando si tratta di fare sul serio con l'horror Plaza non si tira però indietro, e il prefinale è zeppo di momenti brutali (uno in particolare, anche se non sanguinoso) e decisamente spaventosi, che potrebbero compensare chi preferisce un tipo di pellicola più "diretto". Io stessa devo ammettere di avere più apprezzato Véronica, dove Plaza ha mescolato i cliché del genere "possessioni demoniache" in modo a me più congeniale, ma il regista dimostra, come sempre, di essere un finissimo conoscitore dei meccanismi che governano l'horror e di essere in grado di rivisitarli in maniera originale e coinvolgente, diversamente da pellicole come The Nun (sempre per rimanere in tema) che, in confronto, risultano stantie e banali. Considerato che il finale, direttamente legato a Véronica, è un tocco di classe che mi ha fatto venire voglia di vederlo per la terza volta, vi consiglio di non sottovalutare Sorella morte e di dargli una chance se avete Netflix. Nel caso vi mancasse il primo film, non preoccupatevi perché è comprensibilissimo anche visto da solo!
Del regista e co-sceneggiatore Paco Plaza ho già parlato QUI.
Maru Valdivielso, che interpreta Sorella Julia, era la terribile Josefa di Véronica e ha partecipato anche a La abuela; la protagonista di quest'ultimo film, Almudena Amor, interpreta invece Sorella Socorro. Tornano ovviamente Sandra Escacena nei panni di Véronica e Consuelo Trujillo in quelli di Sorella Morte. Se non l'aveste ancora capito, se Sorella morte vi fosse piaciuto consiglio di recuperare Véronica. ENJOY!
Il paragone con The Nun II (che a me non era piacito per niente) è inevitabile: non c'è match. Poi a me è piacito proprio questo rigore, questa austerità formale (a partire dal formato e poi le scelte cromatiche) e l'interpretazione di Aria Bedmar. Sono cresciuto con le vaie Belen Rueda, Penelope Cruz, Marta Etura ma anche questa nuova nidiata di giovani attrici spagnole bravissime (e bellissime), Sandra Escacena, Carla Campra, Almudena Amor... wow!
RispondiEliminaSì, sono tutte davvero bravissime e Plaza riesce ad utilizzarle al meglio!
Elimina