Trama: dopo un lavoro finito male, un killer solitario comincia una lunga e metodica caccia all'uomo...
The Killer è la risposta elegante e riflessiva, nonché tremendamente ironica (un'ironia amarissima, ma pur sempre ironia), alla marea di film à la John Wick che hanno invaso il mercato cinematografico da una decina d'anni. Al ritmo forsennato e cartoonesco di questo genere di pellicole, Fincher contrappone un'opera che inizia con un'attesa e le riflessioni del killer del titolo, un professionista taciturno che affronta ogni ingaggio col piglio pragmatico di un contabile, accompagnato da un codice inflessibile da cui dipende la sua stessa sopravvivenza. Nonostante il giro di soldi, mezzi, accessori, location e appartamenti di lusso, la professione di assassino prezzolato viene completamente privata di fascino nel momento in cui il protagonista sottolinea la noia (e i pericoli) derivanti dalle lunghe attese, il totale distacco emotivo che si traduce in una vita solitaria, nell'estremizzazione dell'alienazione moderna, in uno spleen accompagnato dalle musiche degli Smiths; questi elementi non cambiano neppure quando un ingaggio andato male dà il via a tutta la trama, costringendo il protagonista a lottare per la propria sopravvivenza e cercare allo stesso tempo vendetta. Anche in questa situazione, però, non c'è alcuna spettacolarizzazione, solo il pragmatismo spersonalizzato di chi fa il proprio lavoro con attenzione e cura ma senza alcun coinvolgimento emotivo, ed è paradossale che lo spettatore si ritrovi, per questo, ancora più coinvolto. The Killer, infatti, è un filo di due ore che si tende fino al parossismo, nell'attesa che qualcosa (ancora) vada storto al protagonista o che ciò che si nasconde appena oltre la sua attenta anticipazione possa franargli addosso senza controllo; si può accusare il film di avere una certa lentezza, eppure io (che ormai dormo della grossa anche davanti agli horror) sono rimasta ipnotizzata dal racconto in prima persona del personaggio principale, dalla sua filosofia di vita e lavoro, da tutti i freddi e razionali ragionamenti che accompagnano ogni sua mossa, un aspetto narrativo che arricchisce una storia di una semplicità tale che ci vorrebbero due minuti a raccontarla.
Fincher apre il film con una sequenza tesissima e dal sapore quasi hitchcockiano, interamente filtrata dall'occhio analitico (e un po' guardone) di un protagonista che costruisce la tensione finché non si affloscia come un Homer a cui manca solo di pronunciare un "d'oh!", e continua a farci indossare i panni di questo assassino senza nome non solo sfruttandone lo sguardo e la parola, ma anche l'udito, poiché ogni cosa che sentiamo (suoni, parole, melodie) è quel poco che il protagonista lascia filtrare nei suoi pensieri. Questi sono due elementi della pellicola che ho apprezzato tantissimo, il terzo è lo showdown col "bruto", totalmente avulso da ogni regola moderna del genere, privo di quelle coreografie di menare che vanno così di moda, eppure talmente ben diretto che mi sembrava di sentire ogni dolorosissimo colpo preso ed inferto dai due contendenti. Il quarto, neanche a dirlo, è Fassbender, la cui teutonica bellezza viene volontariamente "ammorbidita" da abiti un po' anonimi e sfigati, perfetti per farlo passare inosservato. L'espressione glaciale e le mosse controllate dell'attore si animano di guizzi improvvisi, quando crepe di dolorosa consapevolezza (quella di essere, fondamentalmente, una povera minchia di mare in balìa degli eventi) si aprono all'interno di abitudini consolidate ma non infallibili e, forse, neppure utili. Non a caso una delle mie sequenze preferite è quella del confronto con l'"esperta"; il mezzo sorriso che Fassbender tenta di trattenere di fronte a una donna/cotton-fioc che si crede Tarantino in Desperado (o Ceccon/Balbontin nel Gialappa's Show) è delizioso, e la meravigliosa Swinton ci mette del suo, con la solita eleganza che la contraddistingue. Come nel caso di Scorsese e di Killers of the Flower Moon, anche The Killer non rientrerà nella mia top 5 di film di Fincher, ma per quanto mi riguarda sono molto soddisfatta della sua ultima opera e adesso non mi resta altro da fare che leggere il fumetto, giusto per completezza!
Del regista David Fincher ho già parlato QUI. Michael Fassbender (il Killer), Tilda Swinton (l'Esperta) e Arliss Howard (Il cliente - Claybourne) li trovate invece ai rispettivi link.
Se The Killer vi fosse piaciuto recuperate Leon e In Bruges - La coscienza dell'assassino. ENJOY!
Il film non è esente da strafalcioni o cose poco spiegabili. L'assassinio "fallito" all'inizio sembra un po' troppo... fallito male.
RispondiElimina[spoiler] Non poteva aspettare un secondo che la "domina" del bersaglio si mettesse abbastanza lontana dalla linea di tiro? E quando quelli che cercano di eliminarlo (Tilda e il bestione) vanno a massacrare la sua donna, ci devono andare in taxi? Lasciando una traccia che l'assassino seguirà immancabilmente per localizzarli?
Però non capisco chi giudica noioso un film così teso, un viaggio tutto sommato plausibile, possibile, nella mente di uno che fa quel mestiere. Bella la scena del combattimento con il bestione, scena che sembra fatta così per prendere per i fondelli i combattimenti coreografati come un balletto nei tanti film d'azione. Un riempirsi di botte, uno scambio di colpi selvaggio e implacabile finché ne resta in piedi solo uno. Bel film.
Ma comunque Fincher dovrebbe finire la serie Mindhunter, ricordiamocelo...
La cosa del taxi è un po' buffa, sì. Alla fine, che anche loro fossero fallibili come il protagonista?
EliminaDome dice Bruno molte le cose irrisolte.. certo se vieni da John Wick puoi serenamente gridare al capolavoro.. carino l'appello finale.. come dire: se vi fosse piaciuta questa tellina, recuperate anche le ostriche e il caviale ;)
RispondiEliminaNo beh, non è il caso di gridare al capolavoro, ma a parer mio è un film che rifugge la visione disattenta e cerca di uscire un po' dagli schemi. Quanto ai miei consigli finali, la speranza è sempre quella di invitare i pochi che leggono a recuperare cose che a me sono piaciute!
EliminaCon Fassbender ti consiglio sempre di recuperare Hunger, se non lo hai visto, perché a quei livelli di bravura non c'è più tornato
RispondiEliminaHunger, colpevolmente, mi manca, ma è sempre nell'elenco dei film da vedere!
EliminaC'è anche gratis su Youtube in lingua italiana
EliminaGrazie mille della segnalazione!
EliminaLa prima parte, diciamo fino all'obiettivo fallito, l'ho trovata ottima tecnicamente ed emotivamente, capace di mettere bene in evidenza la solitudine di un killer. Poi dopo tutto diventa più convenzionale, in puro stile Netflix, ma comunque godibilissimo
RispondiEliminaSì, l'inizio è una bombetta, poi si siede un po', ma ad avercene!
EliminaPotrei dire basta film alla John Wick, ma se c'è chi li eleva così, ben vengano altri killer spietati.
RispondiEliminaFassbender torna in splendida forma, ed è un piacere vederlo sbagliare e vendicarsi.
Io non dirò mai basta ai film alla John Wick, ma questo a mio parere ne era proprio l'antitesi!
EliminaUn buon film. Forse non il miglior Fincher ma godibile. Fassbender al top. Tilda scelta benissimo per il capitolo più intrigante. Ci sono stupidaggini, ne convengo....i sicari in taxi? Ma quando mai..... L'errore del killer è sembrato a prima visione anche a me un pò criticabile. Aveva avuto almeno 3 possibilità di campo libero prima di sbagliare. Ma ,rivedendo la scena , in realtà il "perfettino" attende il battito cardiaco a 65 spaccato . Troppa precisione gli dice male.
RispondiEliminaGustosi anche i dettagli che ci infila ironico Fincher: Airbnb mai più, frequentati ultimamente da troppa gente pericolosa (il nostro invece è un rassicurante turista tedesco)...... attrezzatura varia acquistata qui e là, Amazon locker compreso (decisamente anonimo, con videocamere a 360°). Anche questo è Fincher.
Cit: " adesso dove é finito non me ne frega un c***?".
Togli pure il forse, Fincher ha fatto film molto migliori, però questo risulta molto godibile, soprattutto per l'ironia che hai giustamente sottolineato.
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