Qualche sera fa hanno dato in TV il film Piove, diretto e co-sceneggiato dal regista Paolo Strippoli, e ho deciso di guardarlo.
Trama: gli abitanti di Roma si ritrovano in balia dei loro istinti più violenti a causa di misteriosi vapori sprigionati dalle fogne. Anche Thomas e la sua famiglia, già vittime di una terribile tragedia, vengono toccati da questo fenomeno...
Piove è uno dei mille film mai arrivati nei cinema di Savona, nonostante avessi molte speranze per l'opera seconda del co-regista di A Classic Horror Story. Questo è il motivo per cui, appena saputo che lo avrebbero trasmesso in TV, non me lo sono fatto scappare. Purtroppo, tanta aspettativa ha raddoppiato la mia delusione davanti a un film che, per quanto mi riguarda, non rende giustizia a uno spunto interessante. Piove racconta una Roma vittima di una "maledizione", di una melma sotterranea che, a un certo punto, si mette a rilasciare vapori in grado di far piombare le persone in un vortice allucinato di violenza. La trama non specifica chiaramente l'origine di questa melma (Vigo il Carpatico, è lei?), non è importante. Interessa, però, sapere che i miasmi da essa derivati scavano nella psiche delle persone tirando fuori tutto il marcio in suppurazione a causa di traumi, disagio, antipatie, rabbia, tristezza, qualsiasi emozione negativa vi venga in mente. In particolare, Piove si concentra sulla disagiata famiglia di Thomas, padre single con a carico un figlio merda e una figlia in sedia a rotelle, e sulla tragedia che ha reso i membri incapaci di comunicare tra loro; la piccola Barbara, in particolare, funge da "cuscinetto" tra un padre che già era un belino mollo prima che la sua vita cambiasse in peggio, e un figlio che lo accusa di aver causato la tragedia di cui sopra, il quale passa il tempo a riprendersi mentre danneggia la proprietà pubblica, paga anziane prostitute per ritrovare la figura materna e si rende angoscioso come una cacca nel letto. Qui sono cominciati i miei problemi con Piove, dall'incapacità di provare qualsivoglia empatia per personaggi detestabili (tanto che la speranza era che si uccidessero tra loro lasciando in vita giusto la sfortunata bambinella) e dalla noia derivante da un'introduzione infinita, che si concentra proprio sul disagio esistenziale di questi esseri odiosi mentre, sullo sfondo, accadono cose inquietanti e violente. Se Piove fosse stato meno dramma "mucciniano" e più horror tout court, sviluppando le ottime suggestioni di genere che Strippoli dimostra di saper padroneggiare, lo avrei preferito, purtroppo la "ciccia" la si gusta solo da metà in poi, e personalmente mi sono sentita ben poco ripagata dell'ordalia che la precede.
Anche perché, parliamoci chiaro, Piove soffre dello stesso, fatale difetto di A Classic Horror Story, ovvero un sonoro a dir poco pessimo, che rende ancor più arduo capire i dialoghi pronunciati da attori biascicanti. A differenza di A Classic Horror Story, purtroppo, gli attori non si limitano a biascicare ma, forse a causa dei personaggi che devono interpretare o di una scelta stilistica che vuole tutto triste, plumbeo e squallido, risultano inespressivi e legnosi (Thomas) oppure un mix fastidioso tra un emo e un guappo con una palla da tennis in bocca (il figlio Enrico), e i comprimari non sono migliori. Salvo solamente Orso Maria Guerrini, poveraccio, costretto a interpretare il vecchio infermo, quando probabilmente era meglio dargli il ruolo del vecchio che si mette a bastonare i giovinastri irrispettosi sfogando frustrazioni sopite da anni. Ahimè, così non è, e uno si deve accontentare di quelle gustose sequenze horror che, chissà perché, sono valse al film il divieto ai minori di 18 anni, probabilmente imposto da chi non ha mai visto in vita sua qualcosa di più violento di un film di Bud Spencer e Terence Hill. E' un peccato, come ho scritto più sopra, che Piove si appoggi più alla sua natura drammatica, perché gli effetti speciali sono ben fatti (quelli artigianali, ché il mostrillo fangoso sul finale ha fatto piovere gli occhi persino a me), Strippoli è bravo a confezionare scene inquietanti e non si tira indietro davanti a dettagli un po' più disgustosetti, e anche l'idea di dotare gli "infetti" di distintive lacrime nere, per quanto derivativa, ha il suo fascino. Però, lasciatemi dire, è un po' poco per incensare Piove, che ritengo un grosso passo indietro rispetto a un'opera interessante e ironica come il precedente A Classic Horror Story. Leggo ora che Strippoli si sta dedicando a un altro horror, La valle dei sorrisi, e già tremo per la descrizione riportata da Ciak: "Un film dove gli abbracci sono molto più pericolosi delle motoseghe, un film di genere, che gioca con i codici dell’horror, con un cuore caldo, un film che credo possa parlare a un pubblico più vasto dei soli amante del genere". Mi toccherà mica maledire la A24 e il proliferare dell'elevated horror?
Del regista e co-sceneggiatore Paolo Strippoli ho già parlato QUI mentre Fabrizio Rongione, che interpreta Thomas, lo trovate QUA.
A interpretare il signor Ferrini c'è Orso Maria Guerrini, che, oltre ad essere blasonato attore teatrale e cinematografico, ha avuto per qualche anno il ruolo di "Baffo Moretti" titolare. ENJOY!
Ammetto colpevolmente di essermi appisolato al cinema, ma ho sempre voluto dargli una seconda possibilità.
RispondiEliminaE dire che la prima parte non mi è dispiaciuta, e il film per me regge fino al mostro un CG - mamma mia, inguardabile.
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