mercoledì 15 ottobre 2025

Nuovi Incubi Halloween Challenge Day 15: Slay (2024)

La Nuovi Incubi Halloween Challenge oggi chiedeva la visione di un Queer Horror, quindi ho scelto Slay, diretto e sceneggiato nel 2024 da Jem Garrard e disponibile su Tubi.


Trama: quattro drag queen sbagliano, apparentemente, locale e sono costrette ad esibirsi in una bettola popolata da bifolchi omofobi. La situazione peggiora ulteriormente quando il locale viene attaccato da un branco di vampiri...


Slay
è una horror comedy caciarona perfetta per una serata in allegria. Probabilmente, mi sarei divertita anche di più se fossi stata fan di RuPaul's Drag Race, visto che le quattro protagoniste sono tutte ex concorrenti del programma, ma ammetto di non averne mai guardata neppure una puntata (non tanto per mancanza di voglia, ma di tempo, come al solito) e, comunque, Slay è fruibile anche da un pubblico "vergine". Questo perché è un film innocuo e prevedibile a livello di intreccio, "colpi di scena" compresi, e i personaggi sono quelli tipici di un horror di serie B, con le personalità di ognuno scritte su un tovagliolino. Ciò importa poco, perché quello che conta, in Slay, è innanzitutto lo shock cultural-sociale dello scontro tra quattro drag queen e il pubblico del locale in cui si ritrovano ad esibirsi per sbaglio. Immaginate il Titty Twister di Dal tramonto all'alba ma con dentro gente ancora meno raffinata, persone che si trovano al pari dei redneck o forse ancora un gradino più sotto all'interno della scala evolutiva, e avrete il quadro completo della triste situazione in cui vengono a trovarsi Mama Sue Flay e socie. Ma, come si dice, the show must go on, anche perché all'interno del bar ci sono due sparuti fan da non deludere e, per fortuna, le "queen" sono talmente badass che riescono senza problemi a tenere a bada gli insulti del pubblico bue ricambiando l'ignoranza con frecciate da primato. Le ragazze non hanno però fatto i conti con l'inatteso arrivo di un bifolco trasformato in vampiro, che in breve tempo passerà la maledizione a buona parte dei suoi compaesani. La serata, già difficile di per sé, si trasforma in un vero e proprio assedio, complicato dalle personalità di ognuna delle quattro drag queen e da problemi interni al gruppo, come le velleità da prima donna dell'ultima arrivata, Olive. Tra un morso e un paletto nel cuore, Slay riesce persino a trasmettere un positivo messaggio di tolleranza ed incoraggiamento, che riprende quel "don't dream it, be it" di Frankenfurteriana memoria e aggiunge un invito a guardare oltre le etichette di genere e razza, perché se è vero che gli stronzi rimangono sempre tali, sia in versione umana che vampira, lo stesso vale anche per le brave persone.


Jem Garrard
, che ha diretto e sceneggiato il film, riesce nell'impresa di veicolare questi messaggi importanti in maniera leggera, senza che il ritmo di Slay ne risenta, complice anche la breve durata. Consapevole di avere per le mani un budget abbastanza risibile, Garrard trasforma il limite in una gag ricorrente e si affida quasi completamente allo scoppiettante connubio vampiri/drag queen, soprattutto all'innato carisma delle quattro protagoniste. Le quali, devo ammetterlo, per i primi dieci minuti mi hanno dato ben poca fiducia. In abiti borghesi, Trinity the Tuck e compagne mi sono sembrate legnose, costrette a una "recita nella recita" e a pronunciare battute poco naturali. Una volta indossati gli abiti di scena, però, è scoccata la magia e sono stata travolta dalla sboccata vitalità delle quattro regine, dai loro battibecchi e persino dal loro uso degli oggetti di scena (tacchi vertiginosi in primis) come armi improprie per trasformare i succhiasangue in polvere glitterata. Le drag queen fanno passare in secondo piano effetti speciali non proprio all'altezza, una generale "timidezza" nei confronti del gore (c'è solo una simpatica testa mozzata che fluttua al ralenti o poco più) e un paio di attori loffi. A tal proposito, probabilmente sono l'unica a non aver sopportato il personaggio interpretato da Donia Kash, che peraltro ho scoperto essere "agenere". Prima o poi farò un corso dedicato all'argomento, perché per me è faticosissimo scrivere questo tipo di post, nel terrore di sbagliare pronomi, aggettivi, ecc., visto che anche Jem Garrard è non binari*. Tornando a Slay e ai suoi piccoli difetti, il trucco dei vampiri, che peraltro ricorda tantissimo quello utilizzato nella serie Buffy the Vampire Slayer, non è sgradevole, mi hanno perplessa di più un paio di effetti digitali posticci utilizzati per gli occhi dei non-morti e per le rare spruzzate di sangue. D'altronde, come ho scritto, il budget è quello che era, lo si dice chiaro e tondo anche nel film, quindi non starei a spaccare il capello, ho visto opere ben più pretenziose fatte peggio. Vi consiglio dunque di recuperare Slay; anche questo film è una produzione originale Tubi, perciò lo potete trovare gratuitamente su questo sito legale di streaming americano che, nel corso della Nuovi Incubi Halloween Challenge, mi sta dando moltissime soddisfazioni e anche un bell'aiuto. 

Jem Garrard ha diretto e sceneggiato il film. Di origine canadese, ha diretto film come Invasive, Invasive 2: Getaway e serie quali Streghe. Ha un film in uscita e ha lavorato anche nel campo della produzione, della fotografia e del montaggio.


Trinity the Tuck, Heidi N Closet
e Crystal Methyd hanno tutte partecipato a RuPaul's Drag Race, mentre Cara Melle ha partecipato alla versione inglese del reality. Se Slay vi fosse piaciuto recuperate Dal tramonto all'alba, Boys from County Hell e magari anche Priscilla, la regina del deserto e A Wong Foo, grazie di tutto! Julie Newmar. ENJOY!

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