La Nuovi Incubi Horror Challenge di oggi è dedicata Roger Corman e, per l'occasione, ho scelto I vivi e i morti (House of Usher), diretto dal regista nel 1960.
Trama: Philip Winthrop si reca a casa della ragazza di cui è innamorato, Madeline Usher, per chiederle di sposarlo. Lì conosce il fratello di Madeline, Roderick, uomo nevrotico e convinto che la famiglia sia vittima di una terribile maledizione...
Erano tantissimi anni, almeno 20, che non guardavo un gotico diretto da Corman. All'epoca ricordavo per filo e per segno l'origine delle numerose incursioni cormaniane nella letteratura di Edgar Allan Poe, e ne avevo viste anche parecchie, ma ora sono vittima di una spaventosa ignoranza di ritorno causata dall'impossibilità di leggere e documentarmi, quindi per un approfondimento più ampio vi rimando QUI. I vivi e i morti, titolo italiano che poco c'entra con l'originale House of Usher è, appunto, molto liberamente tratto dal racconto di Poe, La caduta della casa degli Usher, adattato per lo schermo da Richard Matheson. Il film conferisce un background al protagonista senza nome del racconto, e quest'ultimo viene asciugato da orpelli, libri "triggeranti" e suggestioni misteriose, insomma va all'osso della vicenda e ci mette anche parecchio del suo. In primis, Matheson introduce un conflitto tra Winthrop e Roderick, imperniato sulla sorella di quest'ultimo, Madeline. Winthrop si è invaghito di lei a Boston e si reca alla casa degli Usher per chiederla in sposa. Arrivato lì, trova una donna ben diversa da quella allegra e solare che ricordava; cupa e terrorizzata dalla certezza di una morte imminente, l'animo di Madeline echeggia le paturnie del fratello Roderick, il quale vuole impedire in tutti i modi a Winthrop di farsi una famiglia con la sorella, convinto che gli Usher siano portatori di una maledizione destinata a concludersi proprio con loro due. Questa evoluzione della trama cambia anche le carte in tavola per quanto riguarda la sepoltura di Madeline, pronta per diventare l'anticamera della scena più scioccante del film, e la natura di Roderick, più affine a quella di un mostro, nonostante i modi eleganti e malinconici che lo caratterizzano. Non più osservatore esterno, Winthrop diventa invece l'eroe che dovrebbe salvare l'amata, il che accresce il pathos, il coinvolgimento dello spettatore ed estremizza quegli elementi melodrammatici che vengono richiamati anche dalla recitazione degli attori, in particolare di Vincent Price.
Senza baffo e coi capelli ossigenati, Sir Vincent, già all'epoca molto famoso, si adopera per accrescere ulteriormente la sua nomea di icona dell'horror, e dà vita a un personaggio più ambiguo del solito. Roderick, infatti, è di sicuro ben poco gradevole, soprattutto verso il finale, ma Vincent Price lo interpreta con la nota dolente e malinconica di chi non agisce per cattiveria o follia (almeno, non consapevolmente), quanto piuttosto per una triste, calma rassegnazione, ed è quindi difficile odiare il protagonista, anche di fronte ai suoi gesti inqualificabili. Certo, quel guizzo beffardo e ironico nello sguardo che si coglie talvolta potrebbe anche sbugiardarmi, ma anche questo rende Price semplicemente irresistibile. Con tutto il rispetto per i tre attori che dividono la scena con lui, davanti a Vincent Price ogni altra cosa scompare, salvo ovviamente l'altro aspetto del film che, nel tempo, si è codificato fino a diventare uno stile ben riconoscibile, ovvero la regia di Corman e la sua ferma decisione di andare oltre il budget ridicolo del cinema di consumo dell'epoca e girare l'equivalente horror di un colossal. Spinto dall'ambizione di realizzare qualcosa di paragonabile ai contemporanei gotici della Hammer, Corman presta particolare attenzione alle scenografie sontuose, alla desolazione dei set esterni, all'ampia gamma di colori vividi (soprattutto i rossi) concessi da un glorioso technicolor. Conseguenza di ciò è che I vivi e i morti, ancora oggi, risulta incredibilmente ricco ed elegante, ma non solo. Il contrasto tra gli arredi opulenti e i cupi sotterranei pieni di tombe e ragnatele, che diventano ancora più spaventosi quando deformati dal filtro onirico dell'incubo di Winthrop, rispecchiano la decadenza di una famiglia ricca ma afflitta da un misterioso morbo che, lentamente, la sta portando alla rovina; il tutto, inoltre, viene reso ancora più weird dai favolosi quadri di Burt Shonberg, che catturano l'occhio coi loro colori malati e lo sguardo demoniaco dei membri degli Usher ritratti. Se non vi è mai capitato di vedere il film, dovreste poterlo trovare ancora su Prime Video, sia in inglese che in italiano. E' un ottimo modo per introdursi alle opere più famose di un regista che ha dato moltissimo all'horror!
Di Vincent Price, che interpreta Roderick Usher, ho già parlato QUI.
Roger Corman è il regista della pellicola. Americano, ha diretto film come La piccola bottega degli orrori, Il pozzo e il pendolo, Sepolto vivo, I racconti del terrore, I maghi del terrore, La vergine di cera, L'uomo dagli occhi a raggi X, La maschera della morte rossa, La tomba di Ligeia e Frankenstein oltre le frontiere del tempo. Anche produttore, attore e sceneggiatore, è morto l'anno scorso, a 98 anni.
Se I vivi e i morti vi fosse piaciuto, recuperate i titolo seguenti realizzati da Corman e tratti dalle opere di Poe: Il pozzo e il pendolo, Sepolto vivo, I racconti del terrore, I maghi del terrore, La città dei mostri, La maschera della morte rossa e La tomba di Ligeia. ENJOY!
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