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domenica 30 dicembre 2018

Bolla's Top 5: Best of 2018

E benvenuti alla classifica di quelli che sono, per me, i migliori film del 2018, horror e non. Ho avuto qualche difficoltà anche in questo caso, non perché siano mancati film belli  o interessanti soprattutto, stranamente, durante il periodo degli Oscar: Tre manifesti a Ebbing, Missouri, The Breadwinner, Tonya , Un sogno chiamato Florida  e Il filo nascosto sono pellicole da vedere assolutamente e lo stesso vale per I segreti di Wind River, Sulla mia pelle, La ballata di Buster Scruggs e Morto Stalin se ne fa un altro ma ammetto che nessuna di loro mi ha colpita così tanto da meritare il posto in classifica. Magari sbaglio, ovviamente, ma ecco i dieci film non horror e horror che mi hanno conquistata quest'anno! ENJOY!

5. Ready Player One
La bomba nerd di Spielberg. Due ore di puro godimento citazionista e di tecnica registica sopraffina che ha migliorato un romanzo già di per sé gradevole. Alcune sequenze valgono da sole il prezzo del biglietto e si fanno perdonare alcune ingenuità a livello di sceneg… ma chissenefrega della sceneggiatura!!! Robottoni, mostri, Chucky, inseguimenti mozzafiato, macchine nerdissime, I want more!


4. The Killing of a Sacred Deer
Non me la sono sentita di inserirlo nell'horror perché ancora oggi devo capire cosa diamine ho visto (e perché volevo mettere altri film lì. Oh, il blog è mio e lo gestisco io!) ma so per certo che di questo film non dimenticherò nulla: la recitazione monocorde, le immagini crudeli, la malvagità del ragazzetto protagonista, la colonna sonora perturbante. Alla faccia del pugno nello stomaco.



3. Dogman
Primo dei due film in elenco che hanno per tema il cane (ah, a tal proposito consiglierei anche il recupero di Chien), l’inquietante e poetica rilettura Garroniana di un fatto di cronaca orribile, concentrata più sull’aspetto tristemente psicologico della vicenda e sull’umanità di un triste carnefice piuttosto che sugli elementi truci, colpisce lo spettatore nel profondo. E poi, Marcello Fonte continua giustamente a mietere consensi ovunque, come potevo non celebrarlo?  



La follia Andersoniana non poteva mancare in classifica, anche se io amo i gatti che qui ci fanno una magra figura. Tra giapponese, melodie bellissime e stop motion, il film di Wes Anderson è una gioia per gli occhi… e sì, anche per il cuore, ché qui ci si commuove.


Il film più bello dell’anno, senza se e senza ma, tanto che non l’ho nemmeno relegato in campo horror. Sì perché la fiaba acquatica di Del Toro è innanzitutto un enorme esempio di Cinema, capace di regalare bellezza ed emozioni che perdurano nel tempo, commovente sia a guardarlo che a ripensarci.


E ora passiamo all'horror. Menzione speciale la meritano film bellissimi e a tratti genuinamente spaventosi come TerrifiedRevengeVeronica Marrowbonerimasti fuori per un soffio ma inseriti in un'ideale top 10!
Esilarante e inaspettato, non è proprio horror ma sicuramente ci sono gli zombi e mi si è conficcato nel cuore come un’ascia per la natura dissacrante e perfetta del suo meccanismo circolare. E aggiungo solo: POM!!


Un horror che è l’equivalente di una corsa sulle montagne russe. Si arriva alla fine svuotati, in lacrime e desiderosi solo di ritornare alla propria vita normale. E pensare che le violenze più pesanti avvengono fuori campo…


Semplice e geniale, gioca sulla mancanza di suoni per terrorizzare lo spettatore, alla faccia di quegli horror dove lo jump scare viene accompagnato da una strombazzata sonora. Splendido, davvero.


2. Hereditary: le radici del male
Non è l’horror migliore dell’anno e nemmeno l’erede de L’esorcista. E’ però un’opera strana, perturbante, che colpisce di più nel suo aspetto di slice of life familiare con contaminazioni sovrannaturali piuttosto che nella sua parte horror, che sul finale diventa ridondante e quasi barocca. Perfetta Toni Collette, spaventosa più della bimba protagonista e del suo terrificante “clop!”


Lo so, non è un film. E’ una miniserie Netflix ma è anche il capolavoro dell’adorato Mike Flanagan, nonché un’opera capace di coinvolgere, terrorizzare e commuovere come solo La forma dell’acqua ha saputo fare in campo cinematografico. Adorabile, da vedere e rivedere.







lunedì 5 marzo 2018

Oscar 2018

Buon lunedì a tutti! Oggi è un giorno gioiosissimo, in Italia non è successo NIENTE mentre in America hanno finalmente consacrato il tessitore di sogni (e incubi) Guillermo del Toro come meritava da tempo. Bando agli indugi e parliamo un po' di questa novantesima notte degli Oscar, che sono riuscita stavolta a guardare in diretta perché con tutta la bellezza premiata non potevo davvero perderla! ENJOY!


Cominciamo con i premi, dovuti e meritati, a La forma dell'acqua. La favola di Del Toro ha portato a casa gli Oscar più ambiti, Miglior Film e Miglior Regia, assieme a quello per la Miglior Scenografia e Miglior Colonna Sonora. Vedere ciccio Del Toro salire sul palco due volte e tributare omaggio a Spielberg, con tutta l'umiltà di un ragazzo messicano che MAI avrebbe pensato di trovarsi un giorno nel firmamento delle grandi stelle, mi ha sciolto il cuore di commozione. Uno sprone a inseguire i propri sogni fino a raggiungerli e una gioia per tutti noi che a Guillermo abbiamo sempre creduto!! (e grazie a Faye Dunaway e Warren Beatty per non avere fatto casini stavolta!)


Altro motivo di gioia, almeno per me, è la grandemente prevista vittoria di Gary Oldman come Miglior Attore Protagonista dopo la mostruosa interpretazione di Churchill. Lui era sicuramente contentissimo e ha dedicato l'Oscar a Churchill e a mammà, invitandola e mettere su il kettle per il the, da perfetto inglese, probabilmente erano invece meno contenti tutti gli altri coinvolti nella realizzazione de L'ora più buia, che ha vinto solo un altro premio, quello per il Miglior Make-Up.


Altro Oscar prevedibile ma molto gradito, quello a Frances McDormand come Migliore Attrice Protagonista per Tre manifesti a Ebbing, Missouri. L'attrice si è profusa in un discorso strepitoso, dove ha invitato Hollywood a parlare con le donne nei giorni seguenti ai bagordi, per ascoltarle e finanziarne i progetti. Speriamo in bene, via! Tre manifesti ha portato fortuna anche a Sam Rockwell, che ha giustamente vinto l'Oscar come Miglior Attore Non Protagonista, finalmente (anche se un po' mi spiace per il collega Woody Harrelson, piccolino), per il resto il film di McDonagh partiva strafavorito in ogni categoria e invece è rimasto con un palmo di naso.


Uno dei motivi del "ridimensionamento" di Tre manifesti a Ebbing, Missouri è da ricercarsi nel premio più inaspettato della serata, quello a Scappa - Get Out per la Miglior Sceneggiatura Originale. Ora, dite quello che volete ma, sorpresa a parte (non avrei scommesso un euro su questo risultato), io sono contentissima per Jordan Peele. Che un comico di colore sia riuscito ad imbastire una sceneggiatura in perfetto equilibrio tra horror, thriller e commedia e sia arrivato a conquistare l'Academy e il pubblico tutto (basta sentire le ovazioni che gli hanno tributato ad ogni nomination) mi riempie di speranze per il futuro del cinema in generale e dell'horror in particolare. Come ho scritto su Facebook, l'horror sta bene, vi saluta e Jason Blum mostra allegramente a tutti il dito medio. La Miglior Sceneggiatura Non Originale è finita tra le manine anziane del venerando e tenerissimo James Ivory per Chiamami col tuo nome, unica statuetta conferita al film di Guadagnino (Su TV8 hanno brindato. Dai, siete stati un po' ridicoli, ché di orgoglio italiano in quel film ce n'era davvero poco).


Torniamo di nuovo su sentieri più sicuri con l'Oscar per la Miglior Attrice Non Protagonista, finito come da programma alla meravigliosa Allison Janney di I, Tonia, motivo in più per vedere uno dei migliori film dell'anno quando uscirà tra qualche settimana.


Quest'anno ero abbastanza preparata anche sugli altri premi (salvo corti, documentari e film stranieri, ma prometto che recupererò Una donna fantastica, ennesima riprova dello strapotere sudamericano che ha governato questa notte degli Oscar) quindi mi sento di poterne parlare senza vergogna. La statuetta per Miglior Film d'Animazione è andata a Coco (ne sono felicissima, anche perché rumenta come Baby Boss non andava nemmeno presa in considerazione, eppure avrei visto benissimo tra i vincitori lo splendido The Breadwinner, di cui parlerò domani), che ha vinto anche quella per la Miglior Canzone, premio un po' meno valido, ché tra tutte le canzoni in gara Remember Me era davvero quella meno bella e toccante. Vabbé. A Blade Runner 2049 sono andati invece i premi per la Miglior Fotografia, davvero meritatissimo, e quello per i Migliori Effetti Speciali, altrettanto meritato, mentre a Dunkirk è stata riconosciuta la perizia nel campo del Montaggio e del Sonoro, per un totale di tre premi molto importanti ad un film che obiettivamente non meritava di più, mi spiace cari Nolaniani. Le briciole, piuttosto, sono andate al povero Il filo nascosto, premiato solo per i Costumi, davvero meravigliosi, però forse il film meritava davvero di più. Ma tanto Del Toro ha stravinto, checcefrega? E per quest'anno è tutto! ENJOY!

martedì 20 febbraio 2018

La forma dell'acqua - The Shape of Water (2017)

Dopo tanto penare, venerdì anche io sono riuscita a vedere lo splendido La forma dell'acqua (The Shape of Water), diretto e co-sceneggiato nel 2017 dal regista Guillermo Del Toro e pronto a portare a casa ben 13 Oscar (Miglior Regia, Miglior Film, Sally Hawkins Miglior Attrice Protagonista, Richard Jenkins Miglior Attore Non Protagonista, Octavia Spencer Miglior Attrice Non Protagonista, Miglior Colonna Sonora Originale, Miglior Sceneggiatura Originale, Miglior Fotografia, Migliori Costumi, Miglior Montaggio Sonoro, Miglior Missaggio Sonoro, Miglior Montaggio e Miglior Scenografia). Vi avviso, sarà un post strano ma anche privo di spoiler!


Trama: Elisa Esposito, donna delle pulizie muta, lavora in un complesso governativo e lì si imbatte in una misteriosa creatura anfibia con la quale sviluppa un rapporto d'amicizia che a poco a poco diventa affetto...



Per la prima volta quest'anno mi trovo in difficoltà a parlare di un film. La forma dell'acqua è così bello e poetico che mettere in parole le sensazioni suscitate durante la visione sarebbe non solo triviale, ma addirittura offensivo. Se fossi brava a disegnare come le migliaia di artisti che hanno tributato omaggio all'ultimo lavoro di Del Toro avrei già affidato alla matita i miei pensieri ma, anche lì, verrebbe fuori qualcosa di indecente. Mi vien da ridere, perché la scena più bella de La forma dell'acqua, quella che mi ha commossa a tradimento, è proprio quella in cui la muta Elisa si ritrova a traboccare di così tanto amore che solo il canto potrebbe esprimerlo adeguatamente, e la donna è costretta a rifugiarsi in un sogno splendido dove ogni impedimento viene cancellato e l'amore prende la forma del desiderio e della speranza. Potessi anche io manifestare un sogno su questo blog, sarebbe quello di creare qualcosa di altrettanto bello, per ringraziare Del Toro di aver riportato al Cinema la Bellezza e la semplicità di una storia d'amore vecchia come il mondo. Invece, posso solo scrivere due robe raffazzonate.


Grazie a Guillermo per avermi incantata, lasciata lì davanti allo schermo col sorriso ebete di chi assiste a uno spettacolo meraviglioso per la prima volta. La sala, le poltrone e gli altri spettatori non esistevano più, c'erano solo la mano di Mirco a stringere la mia, i colori vintage di un appartamento al tempo stesso "povero" ma caldo, il fascino di un cinema quasi abbandonato, l'aspetto umidiccio e dimesso di una struttura governativa che tanto moderna non è, la bellezza senza tempo di vecchi film passati in televisione, gli stessi capaci di far sognare spettatori ben più innocenti e smaliziati di noi. L'elemento dell'acqua, per me affascinante ma anche fonte di terrore, da che ero bambina, reso con un'amore senza forma, mi ha fatto venire voglia di seguire col dito le gocce di pioggia sui vetri, di addormentarmi in una stanza sommersa, mi ha fatta sentire avvolta di dolcezza per la prima volta da che vado al cinema. L'idea folle che una creatura mezza uomo e mezza pesce potesse risultare forte, fiera e addirittura bella ai miei occhi, proprio io che se qualcosa è privo di pelliccia provo istantaneo ribrezzo, solo Del Toro poteva renderla realtà. Quindi, ancora una volta, grazie. 


Grazie a Guillermo per aver creato una Bella che bella non è. Sally Hawkins ha, e lo scrivo senza paura di essere banale o retorica, quel fascino e quella bellezza che le vengono da dentro. Io mi sono innamorata di Elisa Esposito, del suo sguardo franco e privo di limiti, dell'apparente fragilità che nasconde una forza immensa, del suo modo di mostrarsi naturalmente schiva e dei suoi atteggiamenti da bambina ma anche di donna, una donna che è anche e soprattutto desiderio e carne, porca miseria, altro che amori platonici! La speranza è sempre quella che a vincere l'Oscar sia Frances McDormand ma la statuetta del mio cuore l'ha già vinta la Hawkins, commuovendomi fino alle lacrime durante il suo accorato "discorso", per la testardaggine disperata con la quale cerca di aprire gli occhi all'amico Giles, provando ad essere "vista" da lui per la prima volta, nonostante l'amicizia che li lega da tempo. La sofferenza vomitata da Elisa mi ha colpita al cuore ancora più della storia d'amore tra lei e il Gill-Man, perché è una sensazione più profonda, che ho provato spesso nella vita, un senso di incompletezza avvalorato dall'idea di essere imperfetti e per questo invisibili, nonostante la presenza di amici comprensivi.


Ah, a tal proposito, grazie Guillermo per il grandioso cast di comprimari. Richard Jenkins avrei voluto abbracciarlo di continuo, magari dopo essermi fatta due risate con Octavia Spencer. Ti hanno accusato di essere "buonista", forse perché gli amici di Elisa sono un gay e una nera, entrambi reietti ed entrambi fulcro di un paio di scene in cui la loro condizione di esseri umani viene messa in discussione?  Mah, visti i tempi, ti direi che sequenze simili sono necessarie per ricordare alle persone queste "banalità buoniste". Sarà proprio lo stesso buonismo che ti ha permesso di realizzare un personaggio di merda ma sfaccettato come quello di Michael Shannon? Il gigante dai piedi di argilla, talmente sicuro delle sue posizioni razziste, misogine e maschiliste da dover consultare un manuale di autoaffermazione per andare avanti, così marcio dentro da non accorgersi di stare perdendo addirittura dei pezzi del suo stesso corpo? O forse sarà colpa di una spia russa con un cuore, l'unico personaggio, per inciso, per il quale finalmente ricorderò il trasformista Michael Stuhlbarg finché avrò vita? Sarà colpa di Doug Jones, che mastica gatteenee e uccide esseri umani ma ha anche un cuore, un'anima e forse anche uno Schwanzstuck di tutto rispetto nonostante sia "solo" un'attore infilato in una tuta di gomma? Ma posso dire chissenefrega della cVitica? Per una volta che un film mi fa uscire dal cinema felice, con gli occhi lacrimanti e il cuore zeppo di immagini bellissime, canticchiando le splendide melodie che le rendono ancora più indimenticabili, pervasa dal fuoco sacro dell'arte che ancora non mi fa smettere di disegnare Elisa e il suo amore anfibio su ogni superficie scrivibile... beh, c'è una sola cosa che resta da dire. Grazie, Guillermo, ancora, ancora e ancora. E in bocca al Gill-Man per il 4 marzo!


Del regista e co-sceneggiatore Guillermo Del Toro ho già parlato QUI. Michael Shannon (Richard Strickland), Richard Jenkins (Giles), Octavia Spencer (Zelda Fuller), Michael Stuhlbarg (Dr. Robert Hoffstetler) e Doug Jones (Uomo Anfibio) li trovate invece ai rispettivi link.

Sally Hawkins interpreta Elisa Esposito. Inglese, ha partecipato a film come Non lasciarmi, Jane Eyre, Grandi speranze, Blue Jasmine, Godzilla, Paddington e Paddington 2. Anche sceneggiatrice, ha 42 anni e un film in uscita, Godzilla - King of the Monsters.


Se La forma dell'acqua vi fosse piaciuto recuperate Il mostro della laguna nera, Il labirinto del fauno, Edward mani di forbice, La bella e la bestia e Scarpette rosse. ENJOY!

Alla fine ci ho provato, Guillermo. E ancora grazie!!



giovedì 15 febbraio 2018

(Gio)WE, Bolla! del 15/2/2018

Buon giovedì a tutti! Oggi (o meglio, ieri) è il gran giorno in cui anche noi italiani avremo modo di godere dell'ultima fatica di Guillermo del Toro, il film che personalmente spero faccia sfracelli all'Oscar. Ma ciancio alle bande, andiamo a cominciare! ENJOY!

La forma dell'acqua - The Shape of Water
Reazione a caldo: YAYYY!!!
Bolla, rifletti!: In verità temevo che l'ultimo film di Del Toro sarebbe rimasto al palo causa la mortale combo Marvel + Muccino invece fortunatamente così non è stato e posso solo ringraziare tutte le divinità. Spero di andarlo a vedere stasera o piangerò lacrime amare!

Black Panther
Reazione a caldo: Mmmeh.
Bolla, rifletti!: Primo dei cinque (cristo, non uno, CINQUE) film basati sull'universo Marvel in uscita quest'anno, probabilmente è pure quello che mi intriga di meno, anche perché Pantera nera non mi è mai piaciuto come personaggio. Come sia finito Ryan Coogler nella solitamente impersonale scuderia dei registi Marvel è un mistero ma stranamente di questo film si parla bene un po' ovunque quindi domenica gli darò una chance.

A casa tutti bene
Reazione a caldo: Me ne compiaccio.
Bolla, rifletti!: Se a casa stanno tutti bene allora lasciali dove sono e non spaccare i marroni, Muccino. Piantala di girare film, grazie, e lascia in pace quel gran figo di Pierfrancesco, così che anche io possa andare al cinema e goderne sul grande schermo.

Al cinema d'élite tornano a farsi perdonare...

The Party
Reazione a caldo: Bellissimo!! 
Bolla, rifletti!: Ne ho parlato QUI. Se siete così fortunati da avere un cinema che lo proietta, benché con ritardo di una settimana, guardatelo (anche se sarebbe meglio vederlo in lingua originale...).

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