domenica 20 maggio 2018

Revenge (2017)

Quando Lucia consiglia un film è mooolto difficile che non incontri i miei gusti. Infatti Revenge, scritto e sceneggiato nel 2017 dalla regista Coralie Fargeat, è una bella bombetta.


Trama: Jen, amante di un uomo d'affari, viene violentata da uno dei compari di caccia di lui e, a seguito di un'escalation di violenza, viene lasciata in mezzo al deserto, presumibilmente morta. Ma Jen è viva e cercherà vendetta...


Il film della Fargeat, come da titolo, è un esempio del cosiddetto filone rape and revenge, genere di base piuttosto semplice: c'è una donna che viene violentata, spesso data per morta, e c'è la vendetta di lei contro i suoi aguzzini. Mi piacerebbe vederne un giorno una versione maschile (magari esiste già e non lo so! Help, anyone?), credo sarebbe un esperimento interessante, ma per ora l'unica variazione sul tema è l'approccio delle poche registe donne che si sono avvicinate all'argomento. Di fatto, solitamente il rape & revenge è pura exploitation, una scusa per mostrare femmine toste seminude che ricevono e danno violenza, ma se il punto di vista diventa quello femminile la cosa non è così semplice. Revenge non veicola chissà quali riflessioni né contribuirà mai alla presa di coscienza tanto cara a movimenti come il #meetoo: schiaffo alla suspension of disbelief e assolutamente 100% medically inaccurate, Revenge è pura goduria splatter dall'inizio alla fine (d'altronde la regista è francese e di gore i nostri cuginetti d'oltralpe ne sanno a pacchi!) però l'occhio dell'Autrice c'è e si palesa chiaramente fin dall'inizio grazie ad alcune scelte registiche particolarmente azzeccate che sottolineano ancor più l'inevitabile ribaltamento dei ruoli preda/predatore. E' interessante, infatti, vedere come all'inizio la protagonista sia l'incarnazione stessa dei sogni proibiti di un uomo e come la cinepresa indugi su ogni particolare in grado di renderla tale: i capelli biondi, le forme perfette, gli abitini striminziti, il chupachups in bocca, i colori sgargianti rendono Jen una tentazione ambulante, il perfetto trofeo di un uomo sicuro di sé e abituato a non chiedere mai. In sottofondo, gli amici leppegosi di lui inghiottono bava e rosicano d'invidia, soprattutto quando lei, dopo una serata alcoolica, si mette "un po' troppo in mostra" lanciando "chiari segnali" di voler venire scopata (d'altronde è bionda, quindi scema, quindi zoccola, quindi insomma se l'è andata a cercare) e quando al mattino la poveraccia OSA rifiutare le avances di uno dei due, quest'ultimo la violenta senza tanti problemi perché mica una può lanciare il sasso e poi ritirare la mano? Eh no, signora mia, non si fa. E così, messo alle strette, anche il bel principe azzurro teneramente diviso tra la moglie impegnata ad organizzare comunioni e la giovane amante diventa un mostro d'inaudita spietatezza, che prima cerca di comprare il silenzio di Jen (invece di cambiare i connotati ai due amichetti del cuore) poi decide di ucciderla senza pensarci tanto su.


Dal momento in cui Jen "muore", il registro del film cambia. Via i colori fluo, le musiche accattivanti, il richiamo costante al sesso e alla vita agiata: il sembiante di Jen si trasforma, letteralmente, e l'attrice Matilda Lutz, tra l'altro perfetta per il ruolo, passa da bambolotta sexy a guerriera inzaccherata di sangue e fango, tanto che persino i capelli diventano scuri, mentre intorno a lei ci sono solo deserto e polvere. La cinepresa della Fargeat, quasi pornografica nel suo costante indugiare sulle chiappe tornite della Lutz, comincia a spiare con più insistenza i tre baldi "cacciatori" smascherando la loro vera natura di uomini piccoli, disgustosi, tutti parole e niente sostanza: ogni ferita che rimedieranno i tre stronzi (per la gioia dello spettatore, ve lo garantisco) sarà un pezzo della loro maschera che cade, spogliandoli di soldi e sicurezza per mostrare la carne e il sangue di creature mortali e squallide (pure un po' cretine, talvolta), spinte solo dagli istinti più bassi. Sul finale, non è più la bionda Jen ad essere "oggettificata" come se non avesse un anima, bensì l'amante, esposto all'occhio dello spettatore nudo come un verme e incredibilmente vulnerabile; è vero, il buon Roland di Gilead diceva che un guerriero nudo merita rispetto ma, anche lì, gli uomini impietosamente ritratti dalla Fargeat dimostrano di essere solo dei fanfaroni tutti chiacchiere, scioccamente convinti di poter uccidere l'avversario a parole e strilli prima di mettere mano al fucile. E mentre sullo schermo della sala passano pubblicità fuffa americane atte a magnificare quei prodotti che consentono di avere un corpo perfetto, nell'elegante casa in affitto di Revenge si consuma la distruzione di quella stessa perfezione, con i personaggi che si rendono dolorosamente conto di come conti più tenersi a posto le viscere e il sangue rispetto all'avere muscoli torniti e addome piatto. Insomma, se piace il genere Revenge è davvero un gioiellino e io alla Fargeat auguro tutta la fortuna necessaria a imporsi sulla scena horror in particolare e cinematografica in generale, perché lo merita davvero.

Coralie Fargeat è la regista e sceneggiatrice della pellicola. Francese, è al suo primo lungometraggio. Anche attrice, ha 42 anni.


Matilda Anna Ingrid Lutz interpreta Jen. Nata a Milano, ha partecipato a film come L'estate addosso e The Ring 3. Ha 26 anni.


Se Revenge vi fosse piaciuto recuperate M.F.A. ENJOY!

10 commenti:

  1. Adorato al Festival di Torino, lo scorso novembre.
    Bagno di sangue super chic, con una Lutz splendida.

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    1. Sì, lei è veramente bellissima. Visto su schermo grande dev'essere stato un gran trionfo, speriamo possa venire distribuito presto!

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  2. Venduto! Amo il genere, amo il gore francese.
    Una cosa: versione al contrario? Non sai cosa potrebbe succedere con le femministe...

    Moz-

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    1. No, è che effettivamente è un po' improbabile che tre/quattro donne violentino un uomo e poi lo lascino per morto. Però, ribadisco, magari una robetta demenziale in stile Troma/Asylum potrebbe uscirci o forse l'hanno già fatta!

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  3. Allo splatter americano rinuncio senza fatica, ma a quello d'oltralpe proprio no. Grazie per la segnalazione e... aggiudicato!

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  4. Urka lo voglio vedere! Badass woman seeking for revenge!

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    1. Se dalle tue parti è uscito CORI a vederlo immantinente! :)

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