venerdì 11 gennaio 2019

Suspiria (2018)

Nonostante il boicottaggio del multisala savonese, finalmente sono riuscita a vedere anche Suspiria, uno degli horror che più aspettavo quest'anno, diretto nel 2018 dal regista Luca Guadagnino.


Trama: la giovane Susie si reca a Berlino per frequentare la rinomata accademia di danza di Madame Blanc. Lì, tra misteriose sparizioni e inquietanti incubi, la ragazza si ritroverà invischiata in qualcosa di sovrannaturale...



In mezzo a remake stantii, omaggi terrificanti, rovinatori d'infanzie assortite, ecco spuntare, come la Venere dalle acque, il buon Luca Guadagnino. Il quale, messe da parte le atmosfere bucoliche e delicate di Chiamami col tuo nome, decide di abbracciare quelle fredde e deprimenti di una Berlino Est anni '70, dove il punk va a braccetto con le bombe, non smette di piovere o nevicare nemmeno per sbaglio e la gente muore o sparisce senza un perché, lo spettro della seconda guerra mondiale ancora troppo vicino agli abitanti sconfitti. Nel giro di sei capitoli e un epilogo, Guadagnino si appropria dell'ispirazione Argentiana, partendo dalle suggestioni di quello che per me è il film più bello del vecchio Darione, e va in tutt'altra direzione, scegliendo di raccontare una storia di donne che lottano con le unghie e con i denti per affermarsi in una società che ancora le vuole come sesso debole, schiacciate dalle scelte degli uomini e dalle convenzioni sociali e religiose; nel mondo chiuso dell'accademia di Madame Blanc, dove il maschio viene ridotto ad inutile oggetto da irridere, riti inquietanti mirano a far tornare in forze la "Madre", entità apparentemente primordiale, sicuramente malvagia ma forse, solo forse, anche fautrice di un positivo rinnovamento se "usata" per il bene comune. La congrega capitanata da Madame Blanc è popolata da donne inquietanti, vere e proprie streghe dall'animo insondabile, che allevano giovani fanciulle non solo per amor dell'arte ma anche e soprattutto per i propri scopi. A queste ultime, poverelle, non resta altro da fare che danzare in lieta ignoranza abbracciando i quotidiani incubi notturni senza porsi troppe domande, oppure ribellarsi ad un destino che nessuno riesce bene a comprendere, staccandosi da un luogo che offre sicurezze ma richiede troppo in cambio, andando incontro a conseguenze nefaste; Patricia, Olga, chissà quante altre ragazze "interrotte" sono scomparse nelle tumultuose strade di Berlino, trascinate da fantomatiche brutte compagnie o distratte dai mali terreni del mondo ma Susie no. Susie, lei, è nata per danzare, per sfruttare le sue incredibili capacità onde fuggire dal giogo della famiglia hamish e della madre morente, per essere la donna migliore possibile, non importa a quale prezzo. Non è la Susy di Dario Argento, quella ragazzetta che si limitava a svenire e che giusto per botta di fortuna, sul finale, riusciva ad uccidere la Madre: ben lontana dall'essere agnellino sacrificale, la Susie di Guadagnino è forte e determinata, probabilmente già a metà film intuisce cosa si nasconde dietro il fuoco sacro dell'arte che la muove ma non gliene frega assolutamente nulla.


Il Suspiria di Guadagnino non è dunque un film da vedere senza collegare il cervello e sicuramente necessita almeno di una seconda o terza visione per essere compreso al meglio, senza venire distratti dalla trama principale e dal fascino dell'horror, ché le sottotrame dell'attentato terroristico, reiterata in ogni modo per tutto il film, e del Dr. Klemperer sono ugualmente importanti e fondamentali al fine di capire appieno ciò che scorre sullo schermo. E siccome è già un miracolo che io sia riuscita a vederlo solo una volta, sarà meglio che mi concentri su quello che colpisce di più di Suspiria, anche ad una prima visione superficiale, ovvero la bellezza della messa in scena e delle musiche, la cupa e deprimente fotografia, la versatilità degli attori. La prima morte che avviene sullo schermo è un capolavoro di regia e montaggio, una danza crudele dalle conseguenze impensabili e terribili; personalmente, sono un'ENORME detrattrice di Dakota Johnson ma è chiaro che qui la ragazza si è fatta il mazzo e i suoi movimenti, i suoi respiri, la determinazione che muove il suo personaggio entrano nella pelle dello spettatore che non può che rimanere ammutolito, affascinato davanti alle prove prima e all'esecuzione poi dell'inquietante spettacolo denominato Volk. Ogni numero di danza, a dire il vero, supera di parecchio il barocchissimo finale (al limite del trash, soprattutto per il trucco della Markos, che pare quello di un suppliziante) che ha spinto molti a paragonare Suspiria a Le streghe di Salem. Ora, per quanto sia una delle poche a cui è piaciuto il film di Rob Zombie, capisco persino io che le due pellicole giocano due campionati diversi e che l'opera di Guadagnino è intrisa di una raffinatezza e di una grazia impensabili per Zombie, caratteristiche che si palesano anche davanti alle peggiori macellate e ad uno schermo interamente ricoperto di rosso, l'unico colore "saturo" dell'intero film, capelli della Johnson compresi. Al limite, se vogliamo fare paragoni, possiamo scomodare The Neon Demon, al quale ho pensato durante i deliranti incubi di Susie, ma anche qui parliamo di due cose completamente diverse, ché Guadagnino non perde mai il filo del discorso, non indulge nei colori sgargianti dell'originale argentiano e non offre il fianco alla voglia di privilegiare una regia visionaria a scapito della linearità della trama. E poi, nessuno dei due film aveva la meravigliosa Tilda Swinton a riempire quasi ogni scena, in tre diverse incarnazioni: donna, uomo, mostro. Ecco, questa moltiplicazione di ruoli è qualcosa su cui vorrei riflettere quando avrò modo di riguardare Suspiria senza essere catturata dalle splendide melodie di Thom Yorke e dall'ansia di quei sospiri concitati. Se qualcuno ha qualche bella interpretazione da offrire, ci sono sempre i commenti, nel frattempo consiglio a tutti di non perdere questo purtroppo mal distribuito Suspiria perché è davvero uno spettacolo!


Del regista Luca Guadagnino ho già parlato QUI. Dakota Johnson (Susie Bannon), Tilda Swinton (Madame Blanc/Dr. Joseph Klemperer/Helena Markos), Chloë Grace Moretz (Patricia), Mia Goth (Sara) e Jessica Harper (Anke) le trovate invece ai rispettivi link.


Se Suspiria vi fosse piaciuto recuperare l'originale di Dario Argento e aggiungete Inferno e La terza madre per avere un quadro più completo. ENJOY!


22 commenti:

  1. Che invida, che invidia. Questa tua rece e le foto, mi fanno aumentare l'ancia. Spero di riuscire a vederlo presto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Un po' mi invidio anche io. Spero tu possa vederlo il prima possibile!! ^^

      Elimina
  2. Un film splendido, qualche difetto ci sta ma rimane uno spettacolo da vedere al cinema. Il paragone con l'originale ci azzecca poco, alla fine condividono molto poco. La Swinton splendida, la Dakota nazionale recita per la prima volta, Guadagnino forse eccede in lunghezza e in un finale un po' tirato, ma quando lo vidi a Venezia rimasi folgorato dal film.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Con l'originale condividono giusto l'ambientazione e qualche sequenza (quella in cui Sara conta i passi), per il resto Argento avrebbe potuto anche ambientarlo in un convento, perlomeno Guadagnino sfrutta appieno la presenza di una scuola di danza :)

      Elimina
  3. Dici bene. La danza è finalmente centrale, la Johnson è finalmente in parte (oltre che particolarmente sensuale, qui, con tutti i vestiti addosso) e Guadagnino, al solito, ha una mano riconoscibilissima. Va necessariamente rivisto, ma ho pensato un po' a Refn anch'io, nonostante qui ci siano molte più riflessioni in ballo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il film di Refn riflessioni ne portava ben poche oltre ad un affascinante "checcazzohovisto?".
      Qui, per lo meno, ci si può chiedere "Cos'ha voluto raccontare Guadagnino?"
      Viste tutte le varie interpretazioni che stanno fioccando, direi che almeno un altro paio di visioni serviranno :)

      Elimina
  4. ce l'ho fatta anche io...film formalmente meraviglioso (e perlamordiddio non me lo paragonate con quella enorme minchiata de "Le streghe di Salem), stratificatissimo (ci ho messo un giorno a metabolizzarlo), coraggioso e oltraggioso (Guadagnino fa quello che vuole, benissimo, fregandosene di tutto e di tutti).La Johnson vera sorpresa , ho adorato la colonna sonora York.
    P.s.: mio figlio grande ha giurato che con me al cinema non ci verrà mai più

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ahahaha ma no, povero figlio, perché mai?

      Per il resto, concordo interamente col commento salvo che a me le Streghe di Salem è piaciuto e anche tanto ma effettivamente con Suspiria non c'entra nulla!

      Elimina
  5. Anche la Moretz (per il sottoscritto, icona di Kick Ass) se l'è cavata bene. Bellissimo Suspiria. Aspetto il Blue ray per fonderlo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La Moretz per me è calata moltissimo come recitazione ç_ç

      Elimina
  6. Anche per me Suspiria è il film più bello di Dario Argento (per me Profondo Rosso è al terzo, il secondo non lo dico :D).
    Guadagnino quindi è riuscito non solo a non infangare l'opera originale, ma quasi a fare meglio.
    Mi fa piacere per la Johnson che si è riscattata dopo le mille mila sfumature...

    Ma la Terza Madre no, non recuperiamola a meno che si voglia fare due risate con un po' di gore...(un po' tanto).

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma no, dimmelo il secondo!!

      Beh, La terza madre si recupera per completezza :P

      Elimina
  7. Interpretazioni ovviamente non ne ho, me lo sono goduto come un'esperienza, lasciando fuori ogni cosa e immergendomi in quello strano mondo che è la Berlino di Guadagnino. Una seconda visione me la voglio e me la devo concedere, peccato che non ce ne sia traccia nei cinema in zona. Che distribuzione limitata per un film tanto atteso!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La distribuzione è stata davvero ingrata e giuro che non me ne capacito :(

      Elimina
  8. Non mi è piaciuto, ma forse non l'ho capito. Vedo che tutti mettete l'accento (giustissimamente) sull'eleganza della confezione, ed è innegabile la proverbiale accuratezza che Guadagnino mette in tutti i suoi film. Però ci sono anche 152 minuti dove trame, tracce e sottotracce (troppe) vengono buttate nel calderone senza che nessuna vada a buon fine, non legandosi quasi mai tra loro e appesantendo a dismisura un horror assolutamente non spaventoso (ma allora che horror è?) e diluendo in un noioso mare magnum le pochissime scene davvero cariche di tensione. Non lo rivedrei, pur apprezzandone le qualità tecniche.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pensa che a me invece è piaciuto proprio per tutto quell'intrico di sottotrame, ognuna interessante a modo suo, ognuna capace di arricchire il film. E poi, secondo me un horror non deve necessariamente fare paura ma inquietare, suggestionare e fare riflettere :)

      Elimina
  9. Più che un film è un'esperienza che ti prende le viscere, te le strapazza e poi te le rimette dentro. E' un 'gemello diverso' del film di Argento, nato dallo stesso parto, ma con due ben distinte personalità e percorsi differenti. Bello bello!

    RispondiElimina
  10. Sono molto curioso: anche se indietro come nella seconda parte del duemiladiciotto, spero di recuperarlo presto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A fine mese dovrebbe uscire in DVD negli USA, quindi con un po' di pazienza... XD

      Elimina
  11. Dico solo che io e Guadagnino in un'altra vita dobbiamo aver litigato… ^^'

    RispondiElimina

Se vuoi condividere l'articolo

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...