martedì 22 gennaio 2019

Glass (2019)

Ammetto che, nonostante l'ormai radicato disprezzo per M. Night Shyamalan, qui in veste di regista e sceneggiatore, quella di Glass era una delle uscite che aspettavo di più.


Trama: mentre l'Orda e la Bestia continuano a mietere vittime, David Dunn decide di sfruttare propri poteri per fermarli. I due non ci metteranno molto a incrociare il cammino con Elijah Price, l'"uomo di vetro"...



Diamo subito un contentino a tutti coloro che hanno sputato veleno e non solo sull'ultima fatica Shyamalana. E' vero, sì, Glass non è degno di allacciare le scarpe né ad Unbreakable né a Split. Unbreakable era innanzitutto la storia dolente di un uomo incapace di accettare la propria natura e lo Shyamalan Twist finale era la ciliegina sulla torta di una storia già bella di suo, uno strano ibrido tra dramma e stilemi tipici dei fumetti; Split, per contro, partiva come un horror e rimaneva tale fino alla fine, con un racconto neppure troppo banale imperniato su dolore, abusi ed infanzie negate. Insomma, due film che non avevano nulla da spartire, se non per la scena appena prima dei credits del secondo, eppure da lì è nata una delle trilogie più attese degli ultimi tempi e Glass riesce ad essere contemporaneamente sia un ribaltamento delle concezioni dei primi due capitoli sia una naturale prosecuzione degli eventi. E, per questo, un film inferiore, vuoi perché pretende di raccontare troppo tutto assieme, vuoi perché sia Unbreakable che Split erano in grado di fare storia "a sé", senza bisogno di aggiungere altro e, guardando Glass, sembra quasi che il concept di "fumetto inserito nella realtà e viceversa" venga stiracchiato in maniera inverosimile. Eppure, proprio per questo ho trovato Glass la degna conclusione della trilogia, un divertissement simpatico nonché il ribaltamento di Unbreakable, poiché qui si parte dalla convinzione dell'esistenza dei supereroi per cercare di ridimensionarli e portarli coi piedi per terra. Alla Dottoressa Staple viene infatti accollato l'ingrato compito di smontare pezzo per pezzo sia le convinzioni di Elijah Price che le manie di grandezza dell'Orda, l'allegro trio composto da Dennis, Patricia ed Hedwig convinti dell'esistenza della Bestia; ovviamente, la mente più permeabile, quella che già diciannove anni fa metteva in discussione la propria natura di supereroe, è quella di David Dunn, ormai rimasto vedovo ma con accanto il figlio Jacob, che come sempre lo adora. Altro non dirò sulla trama, ché sarebbe una bestemmia, tuttavia vorrei spendere due parole su quello che ho più apprezzato di Glass e cioé il palese desiderio Shyamalano di inserire in un contesto reale tutti i cliché dei fumetti supereroistici, anche i più inverosimili. Se in Unbreakable questi stilemi erano inseriti ma solo lo spettatore attento poteva coglierli, qui vengono sbattuti in faccia al pubblico e alla Dottoressa Staple, tanto che è impossibile infilare la testa sotto la sabbia e fingere di non vederli: c'è la prosecuzione di una origin story, con tutti gli improbabili collegamenti del caso, ci sono un sidekick, un'eminenza grigia, una bella che riesce a placare la bestia, l'idea di una love story tormentata, gli spiegoni interminabili dei villain, scontri finali (i cosiddetti showdown, che noi forse chiameremmo "resa dei conti" e che qui, per colpa di un adattamento scellerato che ha tradotto persino "comic books" con libri DI fumetti - albi a fumetti pareva brutto?- acquisisce un'accezione tortuosissima), momenti in cui si mescolano le alleanze, mentori e persino personaggi secondari talmente stupidi da fare il giro, imbarazzanti quanto la cosiddetta "sicurezza" di un centro di igiene mentale espugnabile persino da un bimbo di 5 anni.


Tutto questo può apparire ridicolo, fuorviante, sicuramente da l'impressione di appesantire il racconto, eppure la spiegazione ad ogni cosa, anche quelle apparentemente fuori posto, viene fornita in un dialogo rivelatore, che conferma M. Night Shyamalan come uno dei migliori illusionisti cinematografici (o, se siete detrattori fino in fondo, ancora peggio di me, uno dei peggiori "venditori di fumo e merda" dell'industria - cit.-) e, per quanto continui a volergli male per roba come Lady in the Water, E venga il giorno e The Last Airbender, uno degli autori più coerenti in circolazione. Quando Shyamalan ha un'idea, state pur certi che la porterà fino in fondo e Glass, con tutti i suoi difetti, è il frutto di questa determinazione testarda, il che mi porta a stimarlo a prescindere. Poi, ovviamente, ci sono tutti i rimandi ai film precedenti, a partire da quei colori che diventano sempre più pallidi, mescolati al grigiore della realtà, a mano a mano che i protagonisti perdono di fiducia in se stessi... e poi c'è James McAvoy, che giustamente si becca il primo posto nei credits. Ora, dopo aver guardato Split in originale non c'è doppiatore che tenga, quindi mi riservo di riguardare anche Glass in lingua, appena sarà disponibile, tuttavia adoro il modo in cui l'attore cambia nel giro di un secondo il linguaggio del corpo, la postura, lo sguardo, adattandosi ad abiti e situazioni differenti senza mai cadere nel ridicolo e trasformandosi letteralmente nelle 24 diverse personalità che abitano il corpo di Kevin. Samuel L. Jackson, muto per buona parte del film, non si lascia mettere i piedi in testa dall'inglesotto, ci mancherebbe, e basta con la sua sola carismatica presenza a ridurre al silenzio o all'incredulità persino la Bestia, mentre il povero Bruce Willis è penalizzato sia dal ruolo ai margini riservato a Dennis Dunn (quello di silente e poco convinta nemesi) sia da un paio di riprese ravvicinate nei momenti più concitati, che spezzano la tensione e la gloria dei corpo a corpo presenti nel film. Sarà che Bruccino ormai non è più Unbreakable come un tempo? A prescindere dalla vecchiaia di colui che comunque è e sarà sempre un grandissimo figone, sta di fatto che durante la visione di Glass mi sono divertita, entusiasmata e parecchio commossa quindi direi che, pur non potendo ancora testimoniare il ritorno di Shyamalan, se non altro posso affermare che Shyabadà, anche stavolta, è rimasto a casa. Al prossimo showdown, caro il mio indianino megalomane!


Del regista e sceneggiatore M.Night Shyamalan, che interpreta anche Jai, ho già parlato QUI. James McAvoy (Patricia / Dennis / Hedwig / La Bestia / Barry / Heinrich / Jade / Ian / Mary Reynolds / Norma / Jalin / Kat / B.T. / Kevin Wendell Crumb / Mr. Pritchard / Felida / Luke / Goddard / Samuel / Polly), Bruce Willis (David Dunn), Samuel L. Jackson (Elijah Price), Anya Taylor-Joy (Casey Cooke), Sarah Paulson (Dr. Ellie Staple) e Spencer Treat Clark (Joseph Dunn) li trovate invece ai rispettivi link.

Charlayne Woodard interpreta Mrs. Price. Americana, ha partecipato a film come La seduzione del male, The Million Dollar Hotel, Unbreakable - Il predestinato e a serie quali Pappa e ciccia, Willy il principe di Bel Air, Frasier, E.R. Medici in prima linea e Medium. Ha 65 anni.


Neanche da dire, non andate a vedere Glass senza prima aver recuperato Unbreakable - Il predestinato e Split. sono due film molto belli, soprattutto il primo, quindi non ve ne pentirete a prescindere. ENJOY!


7 commenti:

  1. Vedrò sicuramente, magari dopo un re-watch del primo!

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  2. Uhm, a me non è piaciuto per niente...
    Ho trovato una sceneggiatura colabrodo e personaggi costruiti male, come quello della psichiatra... poi il doppio colpo di scena finale...Siamo passati allo shyamalan-double-twist, non gliene basta più uno...
    Vabbè, contento che almeno a te non ti abbia deluso... a me sì, parecchio...

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    1. Ma quello non è il doppio colpo di scena, anche perché il primo è ampiamente prevedibile.
      Così concentrato su quello, non arriveresti mai al secondo :)

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    2. diciamo non totalmente imprevedibile secondo i canoni shyamalani ;-)

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  3. Visto di recente, al cinema lo avevo cassato, come tutti i film dell'indiano da "E Venne il giorno" in poi. Devo dire che io non sono mai stato un grande appassionato di "Split", ma ammetto anche che questo "Glass" me lo sono comunque goduto perchè in molti punti sovverte alcune regole del genere, discostandosi dal mainstream per creare una propria dimensione.

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    1. Gli ho preferito Split ed Unbreakable, e anche io ho un rapporto non bellissimo con Shyamalan, ma comunque mi ha lasciata soddisfatta. Speriamo che così il cerchio si sia chiuso :)

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