domenica 17 settembre 2017

La fratellanza (2017)

Avrei tanto voluto parlarvi di Leatherface ma tant'è, qui non è uscito e in quanto anteprima italiana sarà difficile reperirlo ancora per un po'. Ho così ripiegato su un film arrivato in sala la settimana scorsa, ovvero La fratellanza (Shot Caller), diretto e sceneggiato dal regista Ric Roman Waugh.


Trama: un broker padre di famiglia viene condannato per omicidio stradale dopo aver fatto un incidente da ubriaco. L'uomo finisce in un carcere dove non c'è distinzione tra assassini recidivi e semplici vittime della sfortuna e, per sopravvivere, è costretto ad unirsi a una delle gang che lo popolano...


Immaginate di essere un riccastro dalla bella vita, con una moglie stupenda e un figlio piccolo e carino a rallegrarvi le giornate. Immaginate di uscire una sera con gli amichetti altrettanto abbienti, bere un bicchiere di troppo e fare un incidente d'auto mentre, invece di tenere gli occhi sulla strada e le mani al volante, vi distraete per dare il cinque al collega d'ufficio, causandone la morte. In America non vanno tanto per il sottile: che abbiate impugnato una pistola e compiuto una strage oppure abbiate commesso il peggiore errore della vostra vita il risultato è lo stesso, vi tocca il carcere duro assieme alla peggiore feccia della società. Ah, ma che gentili. Oh, magari poi succede così anche in Italia ma io del sistema carcerario nostrano conosco solo la realtà della sit-com Belli dentro (che vergogna...) quindi mi sono stupita del fatto che, già la prima sera di carcere, lo sfigatissimo Jacob, futuro Money, fosse costretto a condividere un enorme stanzone con novellini incaprettati da omaccioni villosi. Insomma, non dico di metterlo in una cella privata con la TV ma almeno fare distinzione tra i vari convitti ed impedire che persone innocenti fino al giorno prima si ritrovino chiuse assieme a dei mostri potrebbe essere una buona idea. Anche perché potrebbe succedere come ne La fratellanza, ovvero che il broker impegnato nell'unico esercizio fisico settimanale di una partita di basket tra colleghi si trasformi, onde sopravvivere, in una macchina da guerra capace di arrivare, nel giro di pochi anni, ai vertici della malavita carceraria. E senza nemmeno diventare il fidanzatino di qualcuno, guarda a volte la fortuna! La fratellanza parte quindi da questo assunto abbastanza sconvolgente per rappresentare il dramma umano di un uomo costretto a farsi mostro per non soccombere alle dure regole del carcere e anche per proteggere la famiglia che lo aspetta fuori, sacrificando ogni cosa per un bene superiore pur rimanendo fondamentalmente una brava persona, ancora in grado di distinguere i "buoni" dai "cattivi", per quanto possa essere assurda una simile distinzione nel mondo della malavita. Per fortuna, l'aspetto valido de La fratellanza è proprio il rifiuto di dividere i personaggi in categorie nette (per quanto alcuni stereotipi del genere vengano utilizzati, si veda lo sbirro corrotto) e di lasciarli invece gravitare all'interno di aree grigie più o meno cupe, moglie del protagonista compresa, senza concedere loro happy ending o redenzione. Il tutto mentre, sullo sfondo, assistiamo alla più classica trama da gangsta movie, tra scambi di armi, scontri tra gang, informatori, poliziotti duri e puri e boss della mala che muovono le loro pedine anche da dietro le sbarre.


A Ric Roman Waugh (già regista di un film a tema come Felon - Il colpevole) evidentemente l'ambientazione carceraria e il mondo di questi criminali incalliti devono piacere molto perché è palese il gusto con cui indugia su corpi quasi interamente tatuati, sudore, sporcizia e tanto, tanto sangue, spillato nel modo più brutale ed efficace possibile, mentre la cinepresa coglie ogni dettaglio del volto tormentato del protagonista, tra sguardi fuggenti, espressioni dove la disperazione fatica a rimanere nascosta e movimenti nervosi, come quelli di una tigre in gabbia. Lentamente ma inesorabilmente si arrivano così a provare pietà e anche una sorta di rispetto per il "Money" di Nikolaj Coster-Waldau, costretto da impietose esigenze di scena ad esibire sì un fisico della madonna e un disagio interiore che il buon vecchio Jamie Lannister si sognerebbe, ma anche un paio di baffi da Village People che fanno decisamente a pugni con l'ambiente "virile" dipinto nel film, zeppo di cosiddetti fratelli (da qui il titolo italiano) che in teoria dovrebbero dare la vita l'uno per l'altro. Nonostante quest'ultimo, inquietante dettaglio, c'è da dire che l'attore fa un lavoro ottimo e assieme ad un Jon Bernthal sempre più bravo e perfetto per i ruoli da carogna (aspettiamo The Punisher su Netflix, ovviamente!!) spicca su un cast composto da facce da galera terrificanti, gente che a vederla in giro comincerei a scappare a velocità WARP! per evitare di venire violentata o peggio. Diciamo che Waugh non indora affatto la pillola e non cerca neppure per un secondo di rendere affascinante il mondo in cui viene a trovarsi Money, sottolineandone la pericolosità in tutti i modi possibili, sia per quel che riguarda i malviventi che per quel che concerne i poliziotti, in primis quelli costretti a fare da "controllori" per i detenuti in libertà vigilata. Anche per questo motivo La fratellanza è un film magari non innovativo ma comunque assai apprezzabile, soprattutto se vi piace questo genere di pellicole. E anche se siete fan di Game of Thrones, perché no? Baffoni a parte, Coster-Waldau è sempre un bell'omino, lo dico dai tempi de La madre!


Di Jon Bernthal, che interpreta Frank, ho già parlato QUI mentre Holt McCallany, ovvero The Beast, lo trovate QUA.

Ric Roman Waugh è il regista e sceneggiatore della pellicola. Americano, ha diretto film come Snitch - L'infiltrato. Anche stuntman, attore e produttore, ha 49 anni e un film in uscita.


Nikolaj Coster-Waldau interpreta Jacob. Danese, conosciuto per il ruolo di Jamie Lannister nella serie Game of Thrones, ha partecipato anche a film come Il guardiano di notte, La madre e ha doppiato un episodio de I Simpson. Anche produttore e sceneggiatore, ha 47 anni e un film in uscita.


Jeffrey Donovan interpreta Bottles. Americano, ha partecipato a film come Sleepers, Il libro segreto delle streghe: Blair Witch 2,  J. Edgar e a serie quali Millenium, Jarod il camaleonte, CSI: Miami, Monk e Fargo. Anche produttore e regista, ha 49 anni e un film in uscita.


Emory Cohen interpreta Howie. Americano, ha partecipato a film come Come un tuono, Brooklyn e War Machine. Ha 27 anni e due film in uscita.


Se La fratellanza vi fosse piaciuto recuperate Le ali della libertà e Animal Factory. ENJOY!


14 commenti:

  1. Bellissima rece Erica

    e concordo in pieno

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  2. In un'ondata di nostalgia per Orange is the new black mi hai fatto venire voglia di vederlo! Ho troppi, troppissimi arretrati!

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  3. Devo rimediarlo.
    Lui lo avevo trovato bravissimo, bravissimo in un film molto tosto della Bier, Second Chance.

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    1. Quello mi manca. Ne La fratellanza l'ho trovato proprio convincente :)

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  4. ne parlano tutti discretamente, metto subito in lista dato che il genere mi aggrada ...

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    1. Se ti piace il genere questo è davvero ben fatto :)

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  5. è la prima recensione che leggo, ma ancora non mi ha convinta...
    forse il genere non fa esattamente per me...

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    1. Se non ami il genere eviterei. D'altronde qui ci sono parecchi cliché riscontrabili in altri film ma è anche vero che come storia "umana" ha un qualcosa in più...

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  6. Apparte lui che lo amo...ma questo film appena ho visto il trailer mi ha conquistato.
    Settimana prossima devo andarlo a vedere assolutamente <3

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  7. Bella recensione, scrivi molto bene, complimenti.
    Il film I’ho visto mesi fa, e devo dire che mi è piaciuto, si faceva seguire. Era forse un po’ esagerato e surreale, in quanto il protagonista era tutt’altro che un criminale all inizio della storia, e non era proprio un giovanotto.
    Infatti, nella realtà è difficile che un uomo diventi un criminale a quell’età e si affili a una gang, seppur per bisogno e nessun altra scelta possibile.
    Probabilmente nella realtà quell uomo sarebbe stato ucciso in carcere, ma sempre di film di parla :)

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    1. Grazie mille :)
      Sì, diciamo che pensandoci non sarebbe proprio una storia "realistica" ma ai fini della fiction era comunque ben scritta e molto "cinematografica".

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