martedì 21 dicembre 2021

Diabolik (2021)

Domenica abbiamo saltato a pié pari Spider-Covid e ci siamo infilati in una sala più sicura per vedere un altro dei film che aspettavo da mesi, ovvero Diabolik, diretto e co-sceneggiato dai registi Antonio e Marco Manetti.


Trama: dopo aver tentato di rubarle un diamante, Diabolik si innamora dell'ereditiera Eva Kant, che diventa così complice del re del terrore, aiutandolo a fuggire dall'ispettore Ginko...


Disclaimer: non ho MAI letto un Diabolik in vita mia. So che il criminale creato dalle sorelle Giussani è un esponente di quegli "eroi" neri, cupissimi, tutti con nomi dalle connotazioni negative contenenti almeno una K che andavano di moda negli anni '60 in Italia, conoscevo ovviamente Eva Kant e Ginko, sapevo che Diabolik è un maestro di veleni, armi bianche e travestimenti e che non esita a uccidere i nemici ma anche semplici "vittime collaterali" innocenti, a differenza di Lupin III. Nonostante questo, pensare di vederlo portato su grande schermo (cosa che aveva già fatto Bava) dai Manetti Bros, col volto di Marinelli, mi aveva caricata di aspettative e sono entrata nel cinema col cuore colmo di grandi speranze, ahimé in buona parte deluse. In questo periodo ho guardato tre film che mi hanno lasciata perplessa, tutti tra l'altro diretti e recitati non certo da scemi, quindi non vorrei che con l'operazione mi abbiano tolto anche il giusto senso critico, ma sia Diabolik che Il potere del cane che E' stata la mano di Dio, di cui scriverò nei prossimi giorni, mi hanno lasciata tra il freddo e l'indifferente, di conseguenza vi chiederei di prendere i miei post con le pinze, che vi devo dire. Nel caso di Diabolik, non è che non abbia apprezzato buona parte di ciò che si vede su schermo: lo stile di regia, scenografia e montaggio scelto dai Manetti Bros, "finto", naif e molto anni '60, mi è parso perfetto per la storia narrata, e anche la prima parte del film, almeno fino al punto in cui Diabolik evade, per inteso, è intrigante e a modo suo piena di suspance. La colonna sonora poi l'ho trovata strana, sì, (soprattutto i due brani cantati da Manuel Agnelli) ma comunque affascinante e adatta alle atmosfere vintagge dell'intera operazione, e anche il Ginko di Mastandrea l'ho trovato valido, tutto d'un pezzo e costretto ad ingoiare moltissimi rospi ma in qualche modo degno di stima. Poi, ovviamente, l'incensatissima Miriam Leone è un'Eva Kant bellissima, elegantissima, sexyssima e... no, ok, qui cominciano le note dolenti, mi dispiace.


Miriam Leone
è gnocca. Incredibilmente. Tuttapatata al confronto non era nulla. Però non è un motivo valido per farle ruotare attorno tutta la trama, suvvia, anche perché, diciamolo, la Leone ha preso lezioni da Corinna Negri e questo l'avevo capito fin dal trailer. Il problema è che se la Leone ha preso lezioni da Corinna, il mio povero Marinelli stavolta ha avuto come musO il vecchio Stannis La Rochelle: un blocco di tufo con l'occhio (ceruleo, bellissimo) spento, il viso di cemento e la parrucchetta di Bela Lugosi in Dracula. Hai voglia a parteggiare per Diabolik, quando ha la gamma emozionale di un tavolino da the e l'unico momento in cui sembra provare qualcosa è quando la Kant biascica le banalità tipiche della scrittrice di fanfiction che vorrebbe farsi Voldemort perché è oscuro ma "chissà cosa nasconde dietro quella oscurità". E cosa vuoi che nasconda, probabilmente l'animo di Furio e Raniero, visto il modo in cui tratta tutte le donne che gli passano per le mani (un applauso per lo spreco di Serena Rossi. Ho capito, è una storia tratta da un fumetto anni '60 e sì, alla fine la Kant si "emancipa", ma miseria, Elisabeth Gay ridefinisce il significato stesso di zerbino!)! Inoltre, se posso permettermi, più di due ore sono troppe per un film simile. Il colpo finale ha una scenografia splendida ed è molto ben realizzato a livello di regia e montaggio ma è noioso da morire e rispetto al confronto tra Diabolik e Ginko quelli tra Lupin e Zenigata sono dei capolavori di approfondimento dei personaggi, senza contare che ci sono almeno un paio di momenti di involontario umorismo in cui ho dovuto guardare altrove imbarazzata (l'armadio, Gesù. La ghigliottina!). Ribadisco che questo è il punto di vista di una ormai brutta persona, che comunque non ha mai letto un numero di Diabolik, quindi non so se le mie impressioni facciano ridere i fan del fumetto e se effettivamente il personaggio ritratto nella pellicola sia identico a quello storico delle Giussani, ma personalmente non sono rimasta granché soddisfatta. Ciò detto, il film ha comunque molti pregi ed è una produzione coraggiosamente italiana, quindi sarebbe ingiusto non consigliarvi una visione disimpegnata. Magari potreste innamorarvene, chissà.


Dei registi e co-sceneggiatori Antonio e Marco Manetti ho già parlato QUI. Luca Marinelli (Diabolik), Miriam Leone (Eva Kant), Valerio Mastandrea (Ginko), Claudia Gerini (Signora Morel) e Serena Rossi (Elisabeth Gay) li trovate invece ai rispettivi link.


Il film è tratto dal terzo albo della serie a fumetti, L'arresto di Diabolik; probabilmente lo avrete già letto, nel caso abbiate visto Diabolik, ma se siete come me e avete la curiosità di cercare differenze e somiglianze recuperatelo, magari assieme al Diabolik di Mario Bava. ENJOY!

12 commenti:

  1. Il film degli anni '60 non l'ho visto e se l'ho visto non me lo ricordo... i fumetti li ho comprati molto raramente ma alcuni ne ho letti (a casa di cugini, o in quei torbidi covi che erano i barbieri per uomini di una volta, dove nell'attesa trovavi da leggere da topolino ai giornalini porno da caserma). Diabolik non è proprio una bella persona, nel senso che di solito trova qualcuno da ammazzare che veramente se lo merita, ed evita se può vittime collaterali... ma senza farsi venire un mal di testa. In caso di conflitti a fuoco o situazioni di rischio fa quel che deve fare per uscirne vincitore.
    Detto questo, non sono un grande appassionato del cinema italiano anni '60... è vero che c'erano a volta ottime idee e in qualche caso (Tarantino) questo cinema è stato riscoperto. Ma Tarantino fa film MODERNI con le necessarie citazioni. Se questo Diabolik va più in là di così nell'operazione nostalgia, non so se sarà un film adatto a me. Tanto più che dalla tua recensione sembra un film lungo e pallosissimo, e questi sono fattori che per me pesano parecchio...

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    1. Allora, ti dico subito che non è né lungo né pallosissimo, mi dispiace traspaia questo dal post: è sicuramente un po' lento nella seconda parte, che a mio avviso andava "asciugata", però i polpettoni lenti e lunghi non sono nelle corde dei Manetti Bros.
      Per il resto, il Diabolik 2021 è la riproposizione fedele delle atmosfere del fumetto dell'epoca, con tutto quello che ne consegue a livello di luci, scenografie, regia, dialoghi ed effetti speciali.

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  2. Interessante recensione da una non-lettrice.
    Se può essere simpatico, come aneddoto, posso dirti che due miei amici non-lettori ora lo sono diventati, e proprio dopo la visione del film.
    Posso capire che sembra strano, un'opera molto particolare (e secondo me sarà ricordata davvero, vedrai); ma per chi frequenta il fumetto -giuro- questo è Diabolik per come Diabolik deve essere.
    Non parlo certo della somiglianza attori-personaggi (non sempre c'è) ma proprio nell'atmosfera, nella formula, nel brand.
    Diabolik è un marchio italiano, una cosa di design, ha elementi precisi che il film ha inserito e persino amplificato (omaggiandone ancora più l'italianità).
    Però comprendo il tuo punto di vista: anche io avevo detto che alcune scene, per chi non mastica l'argomento, potrebbero risultare cringe. Però fidati, non lo sono :)

    Moz-

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    1. Più che altro ho trovato Marinelli, che di solito adoro, sacrificato in questo personaggio che, davvero, richiede la gamma emotiva di un comodino; io capisco che il personaggio anni '60 fosse tagliato con l'accetta, criminale, misogino, tutto quel che vuoi, ma così ho trovato Marinelli proprio sprecato, poverello.
      Ed Eva Kant... forse doveva solo essere bella. Anche qui, si avverte un tentativo di "emanciparla" un po' (dubito che nel fumetto anni '60 abbia mai pronunciato un "mogliettina un cavolo") ma mi è risultata una mossa quantomeno cerchibottista.
      Poi, ribadisco, sono contenta che ai fan sia piaciuto molto e aggiungo che anche a me è venuta molta voglia di leggere qualche numero, giusto per maggiore comprensione del film, quindi capisco i tuoi amici non-lettori!

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  3. Oggi tutti su "Diabolik" (mi sono permesso di linkare la tua recensione). Io l'ho apprezzato, certo non è privo di difetti, ma mi ha divertito, soprattutto la parte finale.

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    1. Io invece ho preferito l'inizio, verso la fine il "gioco" aveva cominciato un po' a stancarmi.

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  4. Io Diabolik lo leggevo, anzi da giovane lo amavo. Per questo insisto nel dire che questo è un film che, coraggiosamente, i Manetti hanno dedicato ai fan e che risulterà comprensibile più che altro a chi comincia ad avere i capelli grigi. E' vero: il film è lento, statico, rigido (così come gli attori). Ma Diabolik è questo: non è James Bond, non è un film d'azione, non è un film di supereroi. E' stato girato con questa tecnica affinchè lo spettatore potesse "sfogliare" e non "scorrere" il film, come le pagine di un albo. Capisco che questa scelta - legittimamente - possa non piacere, ma è al 100% voluta. E secondo me accresce enormemente il fascino di un film accuratissimo, elegantissimo, filologicamente rispettoso dell'originale.
    Due parole sugli attori: sono d'accordo che Marinelli - ahimè - sia un po' spaesato, ma non era facile impersonare Diabolik... e comunque un Diabolik con accento romanesco proprio non si può sentire! Però la Leone (splendida) e Mastandrea (un perfetto Ginko, impacciato e integerrimo) si difendono bene. A me è piaciuto parecchio.

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    1. Il film in realtà non l'ho trovato così statico, né lento, ma "lungo", nella misura in cui secondo me qualcosa andava tolto per non appesantirlo. Purtroppo, però, la staticità degli attori è uno scoglio che ho trovato assai difficile da superare.
      Quanto all'accuratezza e all'eleganza, tutto è stato creato a regola d'arte, sono d'accordo con te.

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  5. Diabolik come Furio & Raniero?! In effetti può essere eccome! XD
    Io il fumetto lo conosco sommariamente avendolo letto poco, ho visto il film degli anni '60 ma lo ricordo pochissimo. Questo film lo vedrò stasera, non ho particolari apsettative ma solo curiosità.

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    1. Ahaha forse ho un pochino esagerato, ma giuro che guardando il film mi sono venuti un po' in mente entrambi.
      Spero comunque che il film ti sia piaciuto!

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  6. Il film non l'ho ancora visto, ma posso già concordare su un paio di cose: nemmeno io ho mai letto un Diabolik in vita mia e "Miriam Leone è gnocca" ahahah

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    1. Beh, chi dice il contrario sulla Leone mente sapendo di mentire (male, aggiungo!) XD

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