mercoledì 2 agosto 2023

La maledizione della Queen Mary (2023)

Neanche stessimo parlando dell'ultimo film di Tarantino, mi sono incistata su La maledizione della Queen Mary (Haunting of the Queen Mary), horror diretto e co-sceneggiato dal regista Gary Shore e uscito prima in Italia che all'estero!


Trama: una scrittrice e il figlio rimangono coinvolti nelle vicende della Queen Mary, nave considerata inaffondabile che nasconde un passato di sangue e orrore...


Prima di parlare del film, vi spiego perché ho utilizzato la parola "incistata". Dovete sapere che avevo in programma di andare a vedere La maledizione della Queen Mary venerdì 21, giorno in cui, dove vivo, si è scatenata non solo una pioggia torrenziale ma anche una coda di tre/quattro ore sull'Aurelia causata dall'ennesimo incidente in autostrada, il che mi ha impedito di raggiungere il multisala in tempo per lo spettacolo. Rassegnata, avevo messo in programma di recuperare col Bolluomo in settimana, peccato che il multisala avesse nel frattempo deciso di mettere un solo spettacolo alle 18 (orario ottimo per chi fa un lavoro d'ufficio come la sottoscritta); conoscendo i miei polli, avrei detto che La maledizione della Queen Mary non sarebbe durato più di cinque giorni, ed ero già pronta a rinunciare, ma, per fortuna, lo hanno tenuto anche venerdì 28 e ho approfittato dell'uscita alle 17 per correre a vederlo, ritrovandomi sola come un gambo di sedano in una sala di sei persone, me compresa. Ne è valsa la pena, vi chiederete? Nì. Di sicuro, La maledizione della Queen Mary è l'horror più "schizzato" che vi capiterà di vedere in sala quest'anno, perché sembra uscito da una di quelle storie Disney di Fanton, che non si capiva se fossero frutto di genialità folle o di fiaschi di vino. In pratica, la trama non è altro che uno Shining meets Love Boat dove gli incauti visitatori della Queen Mary (nave inaffondabile dalla tragica storia, peraltro realmente esistente) rischiano, ad ogni tour guidato, di incontrare i fantasmi di coloro che hanno avuto la sventura di solcare il mare con la famigerata nave e di lasciarci le penne. La trama si concentra in particolare su Anne, scrittrice con figlioletto affetto da nanismo, la quale perde detto figlio all'interno della Queen Mary e decide di indagare per riportarlo a casa. Ora, voi direte, "horror schizzato dove, che è di una banalità sconcertante??". Il punto è che le vicende di Anne vengono intervallate, senza apparente soluzione di continuità, a quelle accorse in passato ai Ratch, una famiglia di artisti di strada decisi a fare della figlia Jackie una star del cinema e finiti, ahiloro, prima a farsi cacciare a calci dalla prima classe, poi a farsi smembrare ad accettate dal capofamiglia impazzito. La spiegazione di tale follia, unita alla presenza di un "capitano" mentalmente instabile, ai balletti di Fred Astaire, alle vittime più dabbene di sempre e a mille altri dettagli presentati come fondamentali che si perdono nei meandri della sceneggiatura, fa di La maledizione della Queen Mary un casino che mette a dura prova la pazienza dello spettatore.


Il casino aumenta ancora più dal momento che il montaggio si fa isterico per stare dietro ai continui salti temporali di una sceneggiatura che non si limita ad alternare presente e passato, ma scombina quest'ultimo presentando i fatti in maniera non sequenziale e tornando sovente sui suoi passi, spesso con sequenze brevissime, dei veri e propri "flash senza back". Il risultato è che, finito il primo tempo, non avevo ancora capito dove volesse andare a parare La maledizione della Queen Mary, e l'impressione che avevo era quella di un frullato di spunti e idee non originali, presentati a cazzo de cane per dare allo spettatore l'impressione di un horror dalle ambizioni altissime. Considerato lo sforzo di grandeur a livello di regia e, soprattutto, scenografia, unito a un godibilissimo gusto per i momenti splatter e, soprattutto, per le atmosfere weird (quest'ultimo aspetto, non ho capito se volontario o meno: il figlio nano è un colpo alla botte dell'inclusività ma fa dannatamente Twin Peaks e nasconde tanta di quella crudeltà che non voglio nemmeno cominciare a pensarci, Ratch ha la mascella di Groucho Marx che nasconde una menomazione degna di Aterrados, il capitano Bittner è talmente caricaturale, con le sue telefonate a misteriosi acquirenti - credo - messicani, che faticavo a non ridere), sul finale mi sono resa conto di avere anche apprezzato e di essere uscita dalla sala con un incredulo sorrisetto sulle labbra. Non fraintendetemi, per carità. La maledizione della Queen Mary è un pasticciaccio brutto privo di idee originali e con una sceneggiatura che ha più buchi del groviera, con l'aggravante di una durata elefantiaca per un horror come questo, ma ha tutte le potenzialità per diventare uno di quei guilty pleasure da Notte Horror da guardare di nascosto, all'insaputa dei veri appassionati, e custodire gelosamente nella videoteca per infliggerlo ad amici, parenti e amanti. Anzi, mi spingo a dire che preferisco una roba come questa, roboante e barocchissima, alle dozzine di horror tutti uguali che ci propinano gli algoritmi di Netflix e Prime; se lo trovate ancora, per 3 euro e 50, potete anche dargli una chance (ma non prendetevela con me se vi ha fatto schifo, sono stata abbastanza chiara in merito!).


Di Alice Eve (Anne Caulder) e Joel Fry (il compagno di Anne) ho già parlato ai rispettivi link. 

Gary Shore è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Irlandese, ha diretto film come Dracula Untold e l'episodio St. Patrick's Day di Holidays. Anche produttore, ha 42 anni.


Nell Hudson, che interpreta Gwen Ratch, era nel cast dell'ultimo Non aprite quella porta. Se il film vi fosse piaciuto recuperate Shining e Ghost Ship. ENJOY!

6 commenti:

  1. Non condivido l'analisi critica, o almeno non del tutto. Parto dal presupposto che il film mi è piaciuto proprio perche', a differenza degli horror con l'acca minuscola propinatici dai vari Prime e Netflix, in questo caso non è facile capire dove il regista voglia andare a parare ed è proprio questa imprevedibilità l'elemento in più, quello che ti fa stare attaccato allo schermo fino all'ultimo e ti lascia qualcosa in mente su cui riflettere immediatamente dopo l'uscita dal cinema.

    Nell'olimpo dei film horror da buttare, che nel mio caso è pieno come la tangenziale il giorno di Ferragosto, questo non ce lo metto di certo. L' intreccio della trama è sì incasinato, ma funzionale ad alimentare quel senso di spaesamento e suspance che è alla base delle intenzioni del regista e di chi ha steso la sinossi. Ottima interpretazione anche degli attori.

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    1. Avendolo visto doppiato, temo che la recitazione sia stata penalizzata da un doppiaggio scarso. Comunque è uno di quei film che conto di rivedere con calma, perché ad oggi continua a rimanermi impresso, a differenza di altre opere usa e getta.

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  2. Mi spiegate cortesemente il finale? La coppia protagonista esce e viene arrestata perché lei è accusata di aver ucciso il figlio mentre ricordava fosse ancora vivo a casa con sua nonna. Ma non ho capito la visione della famiglia del passato e lei che inizia a ridere nell auto della polizia. A parte questo comunque posso dire che il film l'ho apprezzato nonostante la durata e la confusione derivata dal montaggio. Di certo superiore alla media del genere horror commerciale contemporaneo. Visivamente ha degli ottimi momenti, grande atmosfera e citazioni a go go.

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    1. SPOILER



      Lo spirito del bimbo, Lukas, è rimasto all'interno della nave. Col suo corpo è uscito lo spirito della ragazzina, Jackie, per questo la protagonista butta il bambino dalla finestra e poi, col marito/fidanzato/ex torna sulla nave. Non riuscendo a trovare lo spirito di Lukas, i due decidono di rimanere, sempre in spirito, sulla nave, mentre gli spiriti dei genitori di Jackie escono con i corpi dei due protagonisti. Per questo lei ride, è una risata di disperazione: una volta liberi dalla nave, i genitori di Jackie vengono arrestati per un crimine che non hanno commesso. Io, almeno, l'ho capito così!

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  3. Qualcuno mi spiega chi sia bitner ?

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    1. Da come l'avevo capita io, Bittner è la "reincarnazione" del capitano della Queen Mary, ovvero lo spirito del vecchio capitano, rimasto bloccato nella nave, che nel corso del tempo ha posseduto il custode. Ecco perché, pur non essendo capitano, si definisce tale.

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