Un horror austriaco. E' questo che mi chiedeva di vedere la HorrorX52 challenge di Letterboxd. La scelta è così finita su Hagazussa - La strega (Hagazussa), diretto e sceneggiato nel 2017 dal regista Lukas Feigelfeld.
Trama: dopo la morte della madre, Albrun cresce in solitudine tra le montagne, con una figlia a carico e tacciata di essere una strega, per questo isolata dall'intera comunità...
Avevo letto delle belle cose su Hagazussa, scritte da amici con i quali condivido gusti assai simili in fatto di opere cinematografiche. Mi ero quindi accinta alla visione animata dalle migliori intenzioni e le più rosee aspettative, salvo poi cadere vittima di un sonno profondo durato 10 minuti. I colpi di sonno, con conseguente, disperato tentativo di riparare "riavvolgendo" il film fino a ricominciare là dove Morfeo mi aveva inopportunamente interrotta, si sono ripetuti un'altra mezza dozzina di volte (per non parlare di quando mi sono addormentata col dito sul tasto rew e ho dovuto poi rimandare avanti tutto, in lacrime), ma giuro che alla fine non mi sono persa nemmeno un fotogramma di Hagazussa. Da una parte, meglio così. Il film di Lukas Feigelfeld, visivamente, è bellissimo, per merito di un'ottima fotografia diurna (quella notturna un po' meno, diciamo...) che restituisce tutto il fascino solenne e selvaggio delle montagne e dei boschi dove si ambienta, e una regia attenta a dettagli perturbanti, con continui richiami al folklore e al paganesimo, raffinata ed elegante anche quando si tratta di mettere su pellicola le immagini più atroci e raccapriccianti. Purtroppo, qui finiscono anche, per me, i pregi del film, che trascina queste immagini bellissime e reiterate con ritmo monotono, di rara lentezza, cercando di far sì che lo spettatore si interessi alle vicende di Albrun, povera ragazza madre isolata dalla gente del paese in quanto "strega". Tanto quanto, la prima parte del film (diviso in quattro capitoli, Ombre, Corno, Sangue e Fuoco), con Albrun bambina che si ritrova ad avere a che fare con una madre malata e dai comportamenti inquietanti, è l'esempio perfetto di come si potrebbe realizzare un ottimo corto horror fatto di suggestioni ed atmosfere nefaste, senza dare troppe spiegazioni, anzi, sfruttando proprio la percezione distorta di chi non riconosce più sua madre e non capisce cosa stia accadendo, il resto invece ha messo a durissima prova la mia pazienza.
Tra un pisolo e un recupero "forzato", le vicende della Albrun adulta mi sono infatti scivolate addosso come acqua. La sceneggiatura di Hagazussa mira a rappresentare la fragile psiche di una donna isolata a causa di cieca superstizione e sottoposta a vessazioni sempre più terribili per lo stesso motivo, giocando sull'incertezza rispetto alla sua più o meno reale natura di strega, ma purtroppo lo fa indulgendo sul silenzio tormentato tipico degli "horror artistici". Albrun non spiccica quasi parola, le sequenze che la vedono protagonista hanno spesso per soggetto lunghi squarci di solitaria quotidianità con qualche espressione di disagio mentale (ma povere capre, che vi hanno fatto di male?), e giuro che sono arrivata a quel paio di momenti disgustosi che testimoniano il definitivo tracollo della protagonista dicendo tra me e me "Ah, vabbé" o, al massimo, "eewschifo". Questo per dire quanto poco Hagazussa mi abbia coinvolta emotivamente, quanto mi abbia perplessa la scelta della protagonista di inghiottire funghi ricoperti di vermi per festeggiare il possibile possesso di poteri malvagi (ma L'orso di Annaud non vi ha insegnato nulla in tal senso, di grazia?), e quanto abbia trovato gratuito tutto quel che di allucinato (e allucinante) succede nei capitoli "Sangue" e "Fuoco" dopo minuti interi di nulla cosmico. A me Hagazussa ha dato l'impressione di un film assai poco equilibrato, realizzato da una persona con tantissima passione e capacità, interessata però solo a scrivere una fredda tesi sulla malattia mentale femminile e su come veniva vissuta nelle comunità montane del quindicesimo secolo. L'incantesimo della strega, su di me, non ha funzionato ma, se non altro, ricorderò questo film come uno dei più tediosi e presuntuosi visti negli ultimi tempi.
Insomma, non è brutto, ma il sonno viene spesso..
RispondiEliminaGrazie per il conforto, pensavo di essere l'unica ad averlo patito!
Elimina