martedì 9 aprile 2024

Omen - Il presagio (2006)

Potevo non concludere il recupero dedicato alla saga di Damien Thorn con Omen - Il presagio (The Omen), diretto nel 2006 dal regista John Moore?


Trama: poiché suo figlio è nato morto, l'ambasciatore Robert Thorn si fa convincere a sostituirlo, all'insaputa della moglie, con un altro bimbo nato lo stesso giorno. Il piccolo Damien cresce finché, a cinque anni, comincia a risultare evidente che è legato a qualcosa di oscuro... 


Che dire di questo Omen - Il presagio, se avete già visto e conoscete Il presagio del 1976? Nulla, in effetti, perché il film di Richard Donner non è una di quelle opere invecchiate male, che avrebbero bisogno di una rinfrescata. Non a caso, il film di John Moore non riaggiorna proprio nulla, a partire dalla storia. La vicenda di Robert Thorn e delle conseguenze della sua sventurata scelta dettata da amore paterno, proseguono identiche a quelle dell'originale, salvo per un'introduzione che riprende una delle idee di Conflitto finale (ci sono scienziati e preti spaventati davanti all'avvento di una cometa anormale e, sul finale, il Papa non reagisce benissimo al fato di Damien) e qualche piccolissimo aggiustamento a livello di morti, grazie anche ai mezzi sicuramente diversi da quelli del 1976. Per parlare al meglio di Omen - Il presagio dovrei dunque mettermi nei panni di chi non ha mai visto Il presagio, e in quel caso direi che le atmosfere angoscianti dell'originale vengono mantenute, in particolare l'equilibrato senso di ineluttabilità che condanna i protagonisti fin dalla prima inquadratura; dico "equilibrato" perché, nei seguiti, si è optato per il ricorso ad un aiuto demoniaco troppo pesante e sfacciato, mentre la sceneggiatura di Omen - Il presagio e del suo capostipite stanno ancora bene attente a veicolare un minimo di incertezza relativamente alla natura sovrannaturale delle varie morti e a quella demoniaca del bambino. Giusto per venire incontro a un gusto più moderno, nel remake sono stati introdotti incubi e visioni che mancavano nel capostipite, per il resto è davvero difficile trovare le differenze tra i due.


A livello di messinscena, John Moore ha cercato una propria cifra stilistica, pur contraendo un enorme debito con Il sesto senso di Shyamalan, uscito quasi dieci anni prima. Il colore di Damien, infatti, è il rosso, una tinta che si manifesta prepotente con abiti, oggetti o dettagli, nel momento in cui qualcosa di sovrannaturale oppure orribile sta per accadere. L'utilizzo del rosso è l'unica particolarità di un film elegante e pulito, dove l'ingerenza della CGI si fa sentire solo nelle sequenze ambientate a Subiaco, abbastanza farlocche non solo per la scelta di scurire tantissimo la fotografia ma anche per quella terrificante ed inutile nevicata davanti all'improbabile chioschetto con sopra scritto "Rinfresco" (tolto questo dettaglio, si vede già dalle campagne che lì i protagonisti non sono in Italia, bensì in Croazia). Quanto agli attori, bisogna riconoscere che i protagonisti del 1976 avevano una raffinatezza e un'eleganza congenita che quelli moderni si sognano, e che Harvey Stephens era un pargolo ben più cattivo e terrificante di questo moccioso mogio. A parte questo (forse perché lo ritengo un uomo bellissimo), Liev Schreiber è un protagonista valido che riesce a trasmettere tutto l'amore provato dal personaggio verso la moglie e il dolore incredulo di chi si ritrova tra le mani il figlio del demonio, e Mia Farrow nei panni di Mrs. Baylock fa molta più paura dell'originale, anche quando si presenta per la prima volta ai Thorn, e non credo fosse perché conoscevo già la natura folle della sua bambinaia. Agli amanti di Harry Potter, inoltre, farà piacere sapere che il professor Lupin e il secondo Silente sono della partita, il primo con una presenza consistente e attiva, il secondo con una comparsata di pochi minuti, che forse avrebbero potuto aumentare con un sequel che non è mai stato girato. Nel complesso, rispetto alla caduta libera dei seguiti, Omen - Il presagio è stato una visione gradevole, ma non comprendo granché l'utilità di una copia carbone di un film che ha fatto la storia del genere.


Di Liev Schreiber (Robert Thorn), Giovanni Lombardo Radice (Padre Spiletto), Julia Stiles (Katherine Thorn), David Thewlis (Keith Jennings), Pete Postlethwaite (Padre Brennan) e Michael Gambon (Bugenhagen) ho parlato ai rispettivi link.

John Moore è il regista della pellicola. Irlandese, ha diretto film come Die Hard - Un buon giorno per morire. Anche produttore, sceneggiatore e attore, ha 54 anni. 


Mia Farrow
interpreta Mrs. Baylock. Americana, ex compagna di Woody Allen (ma è stata sposata anche con Frank Sinatra), la ricordo per film come Rosemary's Baby, Il grande Gatsby, Assassinio sul Nilo, Zelig, Supergirl - La ragazza d'acciaio, La rosa purpurea del Cairo, Hannah e le sue sorelle, Radio Days, Crimini e misfatti, Ombre e nebbia e Be Kind Rewind. Ha 79 anni. 


Harvey Stephens
, il Damien de Il presagio, compare nei panni di un giornalista. Il ruolo di Katherine Thorn era stato inizialmente offerto a Rachel Weisz, che ha rinunciato perché in stato di gravidanza, mentre altre attrici in lizza erano Laura Linney, Hope Davis ed Alicia Witt; per il ruolo di Robert Thorn, invece, erano stati fatti i nomi di Pierce Brosnan e Jim Carrey. Se il film vi fosse piaciuto recuperate almeno Il presagio, di cui è il remake. ENJOY!

2 commenti:

  1. Si il remake non è malaccio, ma gli ho sempre preferito l'originale del 1976

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