Con la mia solita, bradipesca lentezza ho recuperato il film che a Natale era sulla bocca di tutti, ovvero Saltburn, diretto e sceneggiato nel 2023 dalla regista Emerald Fennell.
Trama: Oliver è una matricola che fatica ad integrarsi ad Oxford in virtù del suo aspetto dimesso e delle sue origini umili. Nonostante ciò, riesce comunque a fare amicizia con Felix, ricco ragazzo da cui è affascinato, e a passare l'estate nell'enorme tenuta della sua famiglia. Ma non è tutto oro quello che luccica...
Saltburn è uno di quei film che, grazie al passaparola, è diventato conosciuto (almeno di fama) persino tra chi non bazzica il cinema, anche perché le iperboli si sono sprecate: chi ha parlato di capolavoro assoluto, chi di assoluta porcata, con entrambe le fazioni impegnate a darsi addosso nei vari gruppi Facebook. Pomo della discordia, in particolare, sono state le scene "disturbanti" che hanno scioccato più di uno spettatore, col risultato di bollare Saltburn come un abominio perverso o, viceversa, come un'opera geniale che sbatte in faccia ai benpensanti/puritani/beghini un po' di sano disgusto. Come spesso accade, io mi pongo nel mezzo. Ridurre Saltburn a quelle quattro scene "scandalose" (le ho contate, sono proprio 4: il sogno erotico di ogni vampiro, la vasca, la tomba e il balletto finale) significa fare un torto al film della Fennell, i cui pregi sono la totale mancanza di simpatia sia verso l'alta borghesia inglese di cui la stessa regista fa parte, che genera sequenze di esilarante, britannico nonsense, sia verso il protagonista, un working class hero più interessato all'egoistico benessere che a segnare un punto per i disagiati meno abbienti. Seguire l'evoluzione del rapporto tra Oliver e i Catton e il ribaltamento della prospettiva sui rispettivi giochi di forza è l'aspetto più interessante del film, questo nonostante alla Fennell manchi un po' di quella sottigliezza che avrebbe conferito più equilibrio alla vicenda. Il cambiamento di personalità di Oliver è, infatti, talmente repentino che ci si chiede quanto debbano essere imbecilli i personaggi secondari per non calcioruotarlo fuori dalla tenuta dopo mezza giornata, soprattutto quando, nell'ombra, si aggira un maggiordomo dalle potenzialità inutilizzate, che avrebbe potuto dare delle gioie come nemesi dell'ambiguo protagonista. La scrittura di Promising Young Woman era molto più centrata e tesa verso un obiettivo, mentre qui sembra che la Fennell si perda un po' nell'edonismo che critica, confezionando una storia "banale" (passatemi il termine) anche nei suoi twist, ermetica per quanto riguarda le motivazioni del protagonista e quasi troppo prolissa per tutto ciò che riguarda il castello di carte montato da quest'ultimo, cosa che mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca.
La cosa brucia anche di più (non come il sale, per carità!) perché Barry Keoghan è favoloso. Il suo Oliver, narratore inaffidabile se mai ce n'è stato uno, respinge ed affascina contemporaneamente, come se fosse una versione più posh del Martin de Il sacrificio del cervo sacro, ma la sua natura machiavellica sembra quasi troppo per un film che fa del vuoto pneumatico la sua ragion d'essere. Attorno a lui gravitano fior di attori che riescono, non si sa come, a tenergli testa quanto basta per non venire inghiottiti dall'assoluto carisma dell'irlandesotto e, soprattutto, a smuovere qualche sentimento nonostante la natura caricaturale dei personaggi che interpretano. A Jacob Elordi basta essere figo, non gli si chiede nient'altro, ma è comunque una bella sorpresa, al pari di Alison Oliver, mentre Rosamund Pike e Richard E. Grant sono incredibili come al solito; la prima, in particolare, paga un ottimo contrappasso per il ruolo giocato sia in Gone Girl che in I Care a Lot, due film che consiglio (soprattutto il primo) se le atmosfere di Saltburn vi fossero congeniali. Da rivedere la regia, nel senso che, come sempre, ogni dettaglio inserito dalla Fennel nelle sequenze è funzionale al racconto in maniera non solo ironica, ma anche rivelatoria, di conseguenza vorrei riguardare presto Saltburn col senno di poi, senza farmi soverchiare dall'accuratezza e dall'eleganza di abiti, ambienti, pettinature, costumi e musiche, tutti ovviamente scelti con palese puntiglio certosino. Nell'attesa di riuscire nel mio intento, quel che è certo è che l'occhio della Fennell riesce a confezionare un film splendido a livello visivo, zeppo di artifici e citazioni, riconfermando la bravura di una regista di cui aspetterò il prossimo film con trepidazione, anche se questo non mi ha folgorata quanto avrei voluto.
Della regista e sceneggiatrice Emerald Fennell ho già parlato QUI. Barry Keoghan (Oliver Quick), Richard E. Grant (Sir James Catton), Rosamund Pike (Elspeth Catton) e Carey Mulligan (Povera, cara Pamela) li trovate invece ai rispettivi link.
Jacob Elordi interpreta Felix. Australiano, ha partecipato a film come The Mortuary Collection e a serie quali Euphoria. Anche sceneggiatore e produttore, ha 26 anni e due film in uscita.
Se Saltburn vi fosse piaciuto, recuperate Una donna promettente, Il sacrificio del cervo sacro, Il talento di Mr. Ripley e Un piccolo favore. ENJOY!
Hai centrato il film della Fennell perfettamente, pregi (la confezione e le interpretazioni), difetti (la troppa superficialità, tra il faceto paternalismo e una divertita indulgenza con cui viene raccontata l'upper class inglese), le potenzialità inespresse (il maggiordomo, l'avevo scordato!), i difetti dell'intreccio (che incede con qualche tentennamento e un po' troppo fine a se stesso). Delle quattro scene, pietra dello scandalo, due le ricordavo ancora (quella finale, più che altro per la durata e poi quella della vasca perché mi aveva un po' schifato - anche perché a fare il bagno non era stata Venetia) ma delle restanti due il vuoto, sebbene la scena della tomba poi è riaffiorata alla memoria. Resta un gradino, se non due, sotto Promising Young Woman dove, lì, la scelta di una ricerca estetica fatta di pennellate pop era una vernice che non nascondeva ma anzi rimarcava - per contrasto - la sottostante dimensione dolorosa della vicenda qui un bell'esercizio di stile e poco più (come la pochezza dei Catton) che forse è proprio il limite del film. Rosamund Pike regale anche nella stupidità la Mulligan da applausi anche quando fastidiosa.
RispondiEliminaIl maggiordomo non posso scordarlo, è stato il mio maggior rimpianto. Decisamente più riuscito Promising Young Woman, ma comunque un bello spettacolo!
EliminaMi trovi completamente d'accordo: il personaggio di Keoghan è così scafato che tutto funziona perché ha trovato una famiglia di inetti. Credo sia un film pensato giusto per le nuove generazioni che appunto possono trovare scabrose/pruriginose quelle quattro scene che hai riportato
RispondiEliminaMa inetti veri, santo cielo. E le nuove generazioni secondo me applaudono, altro che trovarle scabrose! A scandalizzarci siamo solo noi "vecchi" XD
EliminaA distanza di mesi, oltre le polemiche, oltre quelle 4 scene, ricordo bene l'occhio di Fennell sempre attentissimo e la bravura di Barry.
RispondiEliminaPurtroppo dopo Promising Young Woman mi aspettavo un altro asso e la delusione c'è stata, mi devo accontentare di un buon film non troppo originale nella storia, ma curatissimo.
Barry Keoghan è davvero favoloso. Ogni film riconferma la sua bravura e anche il suo essere inquietantissimo.
EliminaSono più lento di te, questo non l'Ho ancora visto purtroppo...
RispondiEliminaBasta vederli prima o poi! :)
EliminaPensavo meglio e mi aspettavo di più, alla fine passabile ma non indimenticabile.
RispondiEliminaSecondo me si è creato troppo hype attorno a questo film, e chi lo ha visto dopo ha rischiato di rimanere deluso.
EliminaSe non altro, ha riportato in auge una hit come Murder on the dancefloor... 😅
RispondiEliminaNon so se era un commento ironico ma a me piaceva!
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