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martedì 4 luglio 2023

Notte Horror 2023: Nightmare 6 - La fine (1991)

Si comincia!! Quest'anno cade il decimo anniversario della Notte Horror Blogger Edition, l'evento estivo nato per commemorare quei begli horror un po' camp ma tanto affascinanti che ci facevano compagnia nelle notti televisive dello scorso millennio, e l'onore di aprire le danze è toccato a Cassidy de la Bara Volante e me. Quello di oggi sarà un inedito #teamTalalay, in quanto Cassidy ha già parlato, alle 21, del film Killer Machine, mentre io affronterò Nightmare 6 - La fine (Freddy's Dead: The Final Nightmare), entrambi diretti dalla regista Rachel Talalay. A fine post troverete il ghiotto programma estivo che vi aspetta nelle prossime settimane ma intanto... ENJOY!


Trama: l'ultimo superstite della mattanza di Freddy Krueger cerca aiuto per sconfiggere definitivamente il temibile assassino, sempre cercando di non addormentarsi...


Probabilmente l'ho già scritto in qualche altro post ma sono passati anni prima che mi venisse il coraggio di guardare un film della serie Nightmare. Questo perché "Naitmer" (mai chiamato Freddy Krueger in vita mia, se non per darmi un tono coi cinèfili) era l'equivalente del babau, evocato dai ragazzi più grandi che, dopo avere visto i film, pensavano bene di raccontarli a noi bambini enfatizzando i dettagli più raccapriccianti ed aggiornandoli agli spauracchi dell'epoca. Quindi "Naitmer" era quello che andava in giro con le siringhe al posto delle dita ad attaccarti l'AIDS, che ti faceva mangiare fino a scoppiare, che usciva dalla pancia delle donne incarnato in un bambino mostruoso ma, soprattutto, era quello con la faccia sfigurata che ti avrebbe aspettato nel buio come un novello Manacerace e, nel caso fortuito non fosse riuscito ad acchiapparti nelle ombre del parco dopo una corsa forsennata per tornare a casa, poteva sempre comparirti in sogno e ucciderti lì. Terrorizzata com'ero, ho aspettato di affrontare "Naitmer" finché non è approdato in prima TV, durante una delle tante puntate di Notte Horror, proprio questo Nightmare 6 - La fine. Facendo due calcoli, il mio primo incontro con Freddy risale dunque a quando avevo 13 anni o giù di lì, quindi vi prego di non stupirvi se parlerò di Nightmare 6 - La fine con tutto l'affetto del caso; all'epoca la visione mi aveva spaventata parecchio e non ci avevo dormito per notti intere, soprattutto a colpirmi fu l'infausto destino del povero Carlos, costretto a vagare, sordo, nell'oscurità dell'iconica zona caldaie tipica della serie, prima che Freddy gli facesse esplodere la testa per mezzo di un supplizio ironicamente crudele. 


A tal proposito, anche a 13 anni qualcosa non mi tornava, e avevo già capito che Nightmare 6 - La fine, per quanto spaventevole, era molto ironico... anche troppo! L'ho riguardato parecchie volte da allora e, nel tempo, sono arrivata a considerare il film della Talalay come una commedia horror zeppa di tocchi weird e allegramente a braccetto col camp ma, a differenza dei puristi, per uno strano cortocircuito mentale ritengo quello del sesto episodio "il mio" Freddy: un Freddy cazzone, loquace, spesso mostrato in forma umana (sì, ho sempre avuto un debole per Robert Englund, che considero un uomo molto affascinante) e, soprattutto, preso fisicamente a botte da due donne con le palle che fanno fare agli uomini una ben magra figura. Che poi Nightmare 6 - La fine sia anche un pasticciaccio brutto zeppo di problemi logici e di continuity è purtroppo vero, ma capita quando vengono scartate un paio di sceneggiature e si chiama Michael De Luca ad aggiustare in corsa l'ultima ritenuta più o meno valida. I problemi cominciano già dai titoli di testa, che collocano gli eventi del film "dieci anni nel futuro", qualunque cosa voglia dire, ed introducono il misterioso John Doe, un ragazzo che rimarrà senza nome fino alla fine del film e che dovrebbe essere l'unico sopravvissuto degli omicidi di Krueger. Il fanciullo, oltre ad avere grossi problemi di amnesia dovuti alla mancanza di sonno, non c'è molto con la testa visto che, per nessun motivo valido, si convince di essere nientemeno che il figlio di Freddy Krueger, e 'sta somma vaccata è l'elemento portante della trama per almeno metà film: John avrà al massimo 20 anni, siamo nel 1991, Freddy è morto nel 1968, anche dando per buono che si parli di Jacob (come doveva accadere in una delle sceneggiature scartate che avevano per protagonista il figlio di Alice) il bambino dovrebbe avere 10 anni, quindi "el calculo non torna". Oltre a questo, sembra che la Talalay e compagnia avessero un'idea assai fantasiosa dei poteri di Freddy e del destino delle sue vittime, tanto che a un certo punto Krueger ha addirittura la facoltà di cancellare il loro ricordo dalla mente delle persone e, per quanto venga detto più volte che fuori dal mondo dei sogni Freddy è solo un essere umano, ad oggi non mi è mai successo di riuscire a cambiare aspetto o arrampicarmi sui muri. My bad.


Certo, queste imperfezioni fanno parte del fascino perverso di Nightmare 6 - La fine. Se pensate che la cosa più trash che si potesse fare fosse introdurre gli occhialini 3D come mezzo per sconfiggere Krueger (al cinema, quando Maggie li indossava, dava una sorta di "segnale" agli spettatori che dovevano fare la stessa cosa e gli ultimi 10 minuti di film sono zeppi di effetti visivi realizzati apposta per enfatizzare l'effetto 3D che, ahimé, rendono ben poco nelle versioni televisive e home video) non avete idea di quanta roba tipicamente anni '90, e conseguentemente invecchiata abbastanza male, sia stata inserita: la passione per il kung fu, il solito ragazzino sballone interpretato dal sempre adorabile Breckin Meyer, gli spezzoni animati come un videogame, i riferimenti alla Nintendo, sono tutti elementi che fanno il paio col terrificante cameo di Johnny Depp, protagonista di uno spot contro la droga e, di conseguenza, una roba talmente ipocrita (non ironica) da fare il giro. Per contro, invece, le sequenze debitrici della follia grottesca di Twin Peaks sono ancora le migliori e dipingono Springwood come una città fantasma popolata da inquietantissimi vecchi ormai rincoglioniti dal dolore (per quanto mi riguarda la fiera semi-deserta è l'apice del film), oppure raccontano un passato oscuro fatto di violenze immotivate e bambini nati folli e crudeli, con un tasso di disagio talmente alto che, probabilmente, all'epoca è stato superato giusto da I gusti del terrore. E poi c'è questa scelta, geniale nella sua follia sconsiderata, di rendere Krueger il personaggio di un cartoon horror. In Nightmare 6 - La fine, Freddy esordisce come la strega cattiva de Il mago di Oz, percula le sue vittime saltellando e facendo le faccette, prepara trappole sfondando la quarta parete nemmeno fosse Wile E. Coyote, si mette in poltrona con joystick e videogame, diventa protagonista di un videoclip allucinogeno accompagnato da In-a-gadda-da-vida e, in due parole, si fa volere bene al punto che verrebbe quasi voglia di vedere soccombere tutte le sue vittime, interpretate da attori mai così poco carismatici (si salvano giusto Breckin Meyer per questioni di aMMore e Yaphet Kotto per rispetto, mentre persino la protagonista Lisa Zane, sorella dell'adorato Billy, è una cagna maledetta). Mi rendo conto di essere in minoranza e di passare anche per folle ma le Notti Horror hanno creato spesso mostri come me, innamorati senza vergogna alcuna delle trashate, quindi non posso fare altro che concludere il post invitandovi a dare una chance a tutti i film di cui parleremo. Probabilmente ci prenderete per matti ma non si sa mai... d'altronde giuravano che Nightmare 6 - La fine sarebbe stato l'ultimo film della saga, e sappiamo tutti com'è andata a finire!!


Di Robert Englund (Freddy Krueger), Breckin Meyer (Spencer), Yaphet Kotto (Doc), Tom Arnold (uomo senza figli), Johnny Depp (presentatore) e Alice Cooper (padre di Freddy) ho già parlato ai rispettivi link.

Rachel Talalay è la regista e co-sceneggiatrice del film. Americana, ha diretto film come Killer Machine, Tank Girl ed episodi di serie quali Ally McBeal, Senza traccia, Cold Case, Supernatural, La zona morta, Sherlock Iron Fist, Le terrificanti avventure di Sabrina, American Gods e Doctor Who. Anche produttrice e attrice, ha 65 anni.


Tra le mille guest star, nel ruolo di donna senza figli e segnata nei credits come Mrs. Tom Arnold, compare Roseanne Barr, mentre Robert Shaye, fratello di Lin Shaye e produttore del film, è l'inquietante bigliettaio delle sequenze iniziali (per la cronaca, compare in piccoli ruoli in tutti i film della saga tranne il terzo e il quinto). Come ho scritto nel post, la sceneggiatura è stata rimaneggiata e riscritta più volte e la prima bozza, scritta nientemeno che da Peter Jackson, prevedeva un Freddy costretto ad invecchiare e a diventare il debole punchball di ragazzini che si sballavano apposta per addormentarsi e andarlo a picchiare; un'altra versione, invece, si basava sul ritorno di Alice e del figlio sedicenne Jacob (con quest'ultimo destinato a diventare protagonista dopo la sorprendente dipartita della madre a metà film), oltre che dei Taryn, Joey e Kincaid di Nightmare 3 - I guerrieri del sogno, insigniti del ruolo di "Polizia dei sogni" e del compito di inseguire un Freddy fuggito da Springwood dopo avere trascinato l'intera città e i suoi abitanti all'interno della dimensione onirica. A me un po' dispiace che queste idee siano state scartate ma, se di Freddy non ne avete abbastanza, recuperate Nightmare - Dal profondo della notte, Nightmare 2 - La rivincita, Nightmare 3 - I guerrieri del sogno, Nightmare 4 - Il non risveglio, Nightmare 5 - Il mito, Nightmare - Nuovo incubo e Freddy vs Jason.

Se volete continuare la Notte Horror nelle prossime settimane, di seguito trovate i link ai post di chi ha partecipato prima di me e il Bannerone col resto degli appuntamenti!

La Bara Volante - Killer Machine



lunedì 16 maggio 2016

Giovani streghe (1996)

Per il potere di tre volte tre, mostrami che c'è, mostrami che c'è... C'è che quest'anno Giovani Streghe (The Craft), film cult diretto e co-sceneggiato dal regista Andrew Fleming, compie 20 e con le mie due consorelle Lucia e Silvia abbiamo deciso di festeggiare l'evento, fregandocene della vecchiaia incombente.


Trama: Sarah, orfana di madre e con un padre ormai ri-fidanzato, si trasferisce in una nuova città e ovviamente ha difficoltà ad ambientarsi e farsi degli amici. Le sue abilità magiche, ereditate dalla madre strega, attirano tuttavia l'attenzione di Nancy, Bonnie e Rochelle, tre adepte del dio Manon, ancora in cerca del quarto membro del loro gruppo...


Questo sarà il primo post che scrivo senza necessità di riguardare un film prima di parlarne. Ricordo ancora il giorno in cui, ormai 20 anni fa, ho stretto tra le mani la videocassetta noleggiata di Giovani streghe e l'ho guardato una sera assieme alle due mie migliori amiche del liceo, dopo una lauta cena a base di pizza approfittando dell'assenza dei genitori. Quella stessa videocassetta l'ho riguardata, da sola, almeno tre volte prima di riportarla al videonoleggio e il perché è presto detto: la giovane Bolla si era letteralmente innamorata del film di Andrew Fleming, causa scatenante di un insano interesse verso la wicca, la stregoneria, i tarocchi e compagnia cantante. Nonostante fossi già alle superiori credo di non avere mai provato una delusione così cocente ed infantile come il rendermi conto che mai io e le mie amiche avremmo potuto padroneggiare gli stessi poteri di Sarah e le altre, ritrovandoci ad invocare Manon durante una scampagnata o a sperimentare levitazioni e trasfigurazioni, senza contare incantesimi atti a spingere la gente a fare quello che volevamo noi e nemmeno oggi saprei spiegare il perché di tanta illusoria fascinazione. Forse perché la prima parte di Giovani Streghe potrebbe rappresentare tutto ciò che esiste di "buono" per un'adolescente (riuscire a trovare la forza della sorellanza e dell'amicizia fino a sublimare il proprio status di reietti, consapevoli di essere comunque superiori agli altri, avere uno stile particolare ed affascinante, vivere esperienze indimenticabili e fuori dal comune) mentre la seconda, sconfinante senza pudore nei territori dell'horror, incarna il fascino del misterioso e del proibito o forse perché, al netto di tutti i suoi difetti, la sceneggiatura di Giovani Streghe è stata scritta da persone miracolosamente consapevoli di ciò che può piacere alle ragazze di quell'età, al punto da riuscire a creare qualcosa che ha di fatto travalicato i limiti generazionali, diventando universale e cult.


Sicuramente, buona parte della "colpa" di questo amore, almeno per quanto mi riguarda, è da attribuire a Fairuza Balk, la quale peraltro nella vita reale è una wiccan ed ha aiutato gli sceneggiatori a scrivere una storia il più possibile realistica; è impossibile non venire conquistati da quella sua bocca gigantesca e i folli occhi da pazza, che la rendevano allo stesso tempo bellissima ed orribile, sicuramente inadatta a frequentare la scuola cattolica che funge da teatro della vicenda e da ironico ricettacolo del "maligno". Credo che ben pochi personaggi femminili "negativi" possano vantare lo stesso carisma della sua Nancy che, neanche a dirlo, eclissa la fragile protagonista dalle gambe storte e dal passo elegante come quello di un portuale (occazzo, erano ANNI che volevo dirlo!!!) perché non si fa scrupolo a soccombere al lato oscuro di Manon e diventare la dea dei darkettoni, con quelle mise meravigliosamente nere e decadenti. E vogliamo darle torto? La vita di Nancy è una schifezza, gli sceneggiatori non smettono di ricordarcelo; sì, Bonnie ha il corpo rovinato dalle ustioni, Sarah è orfana di una madre che ha amato tantissimo ed è vittima di un trasferimento non voluto, Rochelle è l'unica nera in un universo composto interamente da stronzissime WASP ma bene o male tutte e tre possono contare sul sostegno di una famiglia o buona parte di essa e hanno il denaro per poter sognare una vita migliore mentre Nancy ha una madre ubriacona, un patrigno maniaco ed è povera in canna. Ce n'è abbastanza, effettivamente, da spazientire un santo ed è normale in circostanze simili lasciarsi sedurre dal potere e usarlo per prendere a schiaffoni forti una vita e delle persone che ci hanno sempre trattati come una pezza da piedi. Che poi Nancy esageri è vero ma alla fine ho sempre sentito di volere più "male" a Bonnie e Rochelle, inutilmente crudeli e sciocche nonostante avessero ottenuto tutto ciò che desideravano (il finale è indicativo della pochezza del loro animo), piuttosto che alla povera, sfortunata Fairuza.


Ovviamente questo post non può diventare un inno a Nancy, anche se lo meriterebbe, perché riguardare Giovani Streghe è come addentare quella madeleine proustiana che è il cinema di genere anni '90, quello che inevitabilmente, tolte le pellicole anni '80 passate a Notte Horror, sento più legato alla mia generazione. Un cinema di genere che andava a braccetto con la supercazzola, non a caso qui ritroviamo quell'adorata faccia da caSSo di Breckin Meyer (che chissà che fine ha fatto, Seth Green lo ritrovo sempre con piacere ma il biondino scemo no...), con la moda un po' cialtrona ma tanto caruccia dei licei "bene" americani, con i volti di attori che abbiamo imparato ad amare perché hanno segnato un'epoca con film seminali quali Scream, uscito nello stesso anno e forte della fondamentale partecipazione dell'indispensabile Neve Campbell e dell'indimenticabile Skeet Ulrich, gente ahimé finita un po' nel dimenticatoio. A proposito di Scream e horror, è bene ricordare che Giovani streghe, benché manchi ovviamente della componente splatter, è un dramma adolescenziale a tinte sovrannaturali quindi non c'è solo abbondanza di effetti speciali (leggermente datati, soprattutto quando Sarah sfoggia quell'improbabile zazzera gialla ma del resto per tutto il film la Tunney indossava una parrucca) ma anche di immagini disturbanti che riempiono lo schermo di serpenti, insetti disgustosi, terrificanti effetti della regola "tutto ciò che farai agli altri tornerà indietro triplicato" e inquietanti giochi di specchi capaci ancora oggi di mettere i brividi. Insomma, niente a che vedere con la serie Streghe, che pure ho guardato fino all'ultima puntata, la quale con il film di Andrew Fleming condivideva giusto il concetto di "potere nell'unione" e l'indimenticabile canzone portante della colonna sonora, quella How Soon Is Now? originariamente cantata dai The Smiths e rifatta dai Love Spit Love che, nel film, accompagna le musiche originali e vagamente misticheggianti di Grahame Revell. Credete che non abbia comprato anche la soundtrack originale durante il mio primo viaggio in America? Stolti!! Ah, i bei tempi in cui non era ancora possibile avere tutto con un click e trovare i memorabilia dei film amati provocava un tuffo al cuore, nemmeno avessi avuto tra le mani il potere di Manon! Ciò mi fa sentire vecchia ma anche incredibilmente felice di poter parlare di Giovani streghe con sì tanto amore... e vedrete quanto ne parleranno ancora meglio Silvia e Lucia sui loro blog!!!


Di Fairuza Balk (Nancy Downs), Neve Campbell (Bonnie), Skeet Ulrich (Chris Hooker), Christine Taylor (Laura Lizzie) e Breckin Meyer (Mitt) ho già parlato ai rispettivi link.

Andrew Fleming è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Americano, ha diretto film come Le ragazze della Casa Bianca ed episodi di serie come The Michael J. Fox Show. Anche produttore, sceneggiatore e attore, ha 51 anni e un film in uscita.


Robin Tunney interpreta Sarah Bailey. Americana, la ricordo per film come Il mio amico scongelato e Giorni contati, inoltre ha partecipato a serie come Dr. House, Prison Break, The Mentalist e doppiato episodi di Robot Chicken. Ha 44 anni.


A differenza di quella delle sue colleghe, la carriera di Rachel True, che nel film interpreta Rochelle, non è decollata neppure per pochi anni e l'unica sua apparizione che possa ricordare è quella in Sharknado 2 mentre, a proposito della serie Streghe, pare che Holly Marie Combs, alias la sorella strega Piper Halliwell, abbia rifiutato un ruolo all'interno della pellicola. Da qualche anno si vocifera riguardo alla realizzazione di un remake di Giovani streghe; in verità in questi ultimi giorni ha cominciato a circolare la voce che il progetto sarebbe un sequel zeppo di rimandi alla pellicola originale, con un nuovo cast di giovani attrici (non ancora assemblato, ovviamente) e personaggi in qualche modo legati agli eventi del primo film oppure direttamente influenzati dagli stessi. Staremo a vedere... ma anche no! Nel frattempo, se Giovani streghe vi fosse piaciuto, recuperate Le streghe di Eastwick e dei "pezzacci da '90" come Amiche cattive, Cruel Intentions, Urban Legend, Sex Crimes - Giochi pericolosi, Schegge di follia, The Faculty, Scream e ovviamente Ragazze a Beverly Hills! ENJOY!






mercoledì 30 giugno 2010

Ragazze a Beverly Hills (1995)

Con questa recensione mi gioco ogni briciola di credibilità come cinefila, lo so e non mi importa. Perché esistono pochi film che, pur non essendo dei capolavori, mi richiamano piacevolmente un determinato periodo della mia vita, e uno di questi è la commedia Ragazze a Beverly Hills (Clueless), diretta nel 1995 dalla regista Amy Heckerling.

clueless_movie_posterLa trama: Cher è la reginetta “buona” del liceo, un’adolescente modaiola e dalla testa completamente vuota, eppure sempre pronta ad aiutare le amiche, se può trarne vantaggio. La sua vita scolastica trascorre tra feste, ricerche di ragazzi, escamotage per prendere voti migliori e shopping, almeno finché non si innamora davvero..


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Ragazze a Beverly Hills è un film che all’apparenza può risultare molto stupido, ma non è stato creato per un pubblico stupido, anzi. Si può definire una celebrazione dell’età adolescenziale, con tutti i suoi pregi e i suoi innumerevoli difetti; una celebrazione ingenua, perché priva di qualsiasi pessimismo o approfondimento di problemi “reali”, ma ogni tanto ci vogliono anche film piacevoli e divertenti come questo, visto che pellicole che trattano l’argomento in maniera assolutamente demenziale o assolutamente maledetta ne sono state fatte a bizzeffe. Il film della Heckerling ci mostra lo stesso mondo che all’epoca ci era stato fatto conoscere da telefilm come Beverly Hills 90210 e Melrose Place, però non si concentra tanto sui drammoni tipici di quelle serie, quanto sui piccoli grandi problemi di un’adolescente che dovrebbe esserne virtualmente priva. Il punto di vista soggettivo di Cher, voce narrante dell’intera vicenda, ci introduce al mondo che la ragazza conosce, con tutte le imprecisioni, le esagerazioni e le assurdità del caso; è un punto di vista vivace, senza pensieri, spesso deliziosamente ignorante, che matura però con il proseguire della storia. All’inizio i personaggi sono molto caricaturali e stereotipati, poi a poco a poco cominciamo a capire che la maggior parte di loro ha anche una personalità e anche una sorta di profondità, con insospettabili qualità positive che scopriamo assieme ad una stupita Cher. Alla fine il messaggio del film è molto positivo, ma non melenso (sebbene il finale con matrimonio – non vi dico di chi – stoni un po’ con il resto della pellicola..), un invito a divertirsi il più possibile e a godersi la vita in modo anche un po’ stupido senza perdere però di vista quelli che sono i veri valori come amicizia e amore.


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A sostegno dei temi trattati, ci sono una messa in scena e dei dialoghi grandiosi. Alicia Silverstone è la perfetta Barbie californiana, ingenuamente sexy e molto civetta ma mai volgare, neanche quando il suo intento è quello di sedurre un uomo; il suo entourage di amichette è conciato in dei modi che al giorno d’oggi farebbero rabbrividire sia per i colori che per le fantasie utilizzate, mentre per fortuna i ragazzetti che le circondano sono leggermente più sobri. Il modo di parlare delle Ragazze di Beverly Hills è una gioia per chiunque ami, come me, ascoltare ed imparare i diversi slang (ammetto che senza sottotitoli non si capirebbe molto, soprattutto non sono facili i riferimenti ad una cultura che nonostante la globalizzazione è in parte ancora un po’ troppo lontana da noi, per non parlare di cose che sono legate esclusivamente agli anni novanta…), e oltre a questo ci sono anche alcune simpatiche citazioni cinematografiche, a dimostrazione che Ragazze a Beverly Hills non è così scemino come appare; la più evidente è quella di 2001: Odissea nello spazio con il telefonino che non squilla al posto del monolite nero, ma un altro paio di citazioni, tra cui quella relativa a “A qualcuno piace caldo”, sono indicative dell’orientamento sessuale dell’ambiguo Christian e non sono così immediate. Contrariamente a quanto accade in presenza di film simili, anche gli attori sono bravi. Oltre alla già citata Silverstone segnalo Brittany Murphy per una volta nei panni della sfigatina, che riesce ad essere dolce ed irritante allo stesso tempo, e il mio idolo Breckin Meyers sempre a suo agio nei ruoli da fattone, mentre purtroppo i due ragazzi che attirano l’attenzione di Cher, Josh e Christian, sono un po’ bolsetti. In generale è un film che consiglio di guardare, almeno una volta nella vita.

Amy Heckerling è la regista e sceneggiatrice del film. Già responsabile della realizzazione di film a modo loro storici come Senti chi parla e Senti chi parla 2, nonché di alcuni episodi del telefilm Clueless, tratto appunto da Ragazze a Beverly Hills, la regista americana ha 56 anni e un film in uscita.

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Alicia Silverstone interpreta la protagonista, Cher Horowitz. L’attrice americana ha avuto il suo momento di gloria negli anni ’90, con film come Babysitter… un thriller e Batman & Robin, mentre negli ultimi anni si è un po’ persa e la ritroviamo in Scooby – Doo 2 – Mostri scatenati. Americana, ha 34 anni e tre film in uscita. 

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Breckin Meyer interpreta lo scoppiatissimo Travis. Per quanto sconosciuto ai più, questo ragazzo è uno dei miei attori preferiti, chissà perché… sarà per i ruoli da demente che gli fanno sempre interpretare, come in Nightmare 6 – La fine e Giovani Streghe. Tra gli altri suoi film ricordo Fuga da Los Angeles, Giovani pazzi e svitati, il bellissimo Studio 54, Rat Race, Garfield – Il film e Herbie – Il supermaggiolino, mentre i telefilm a cui ha partecipato sono Avvocati a Los Angeles, Clueless, Party of Five – cinque in famiglia, Dr. House, Heroes; ha doppiato alcuni episodi di Kim Possibile, Robot Chicken e persino Benigni, nella versione inglese di Pinocchio. Americano, ha 36 anni e un telefilm in uscita.

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Donald Faison interpreta Murrey, il fidanzatino di Dionne. Chi è questo attore, se non il geniale Turk di Scrubs? Ma prima di cementarsi nel cuore dei fan con il ruolo dell’assurdo chirurgo, il nostro ha partecipato a Giovani pazzi e svitati, ad altri telefilm come Sabrina, vita da strega, Clueless e The Bernie Mac Show e ha anche doppiato alcuni episodi di Kim Possible, Robot Chicken e American Dad. Ha 36 anni e due film in uscita.

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Brittany Murphy interpreta la sfigatella Tai. Attrice americana segnata da alterne vicende e da prematura morte, non è mai stata tra le mie preferite, anzi, ma la ricordo in film come L’angelo del male, Ragazze interrotte, 8 Mile, il meraviglioso Sin City e, per la tv, in Blossom, Frasier, Party of Five – Cinque in famiglia e Clueless. Ha inoltre doppiato un episodio di Futurama. E morta l’anno scorso, all’età di 32 anni, per una crisi causata da un mix di polmonite, anemia e abuso di droghe. Una furbona, non c’è che dire. Nonostante ciò, stanno per uscire un paio di film postumi che la vedono come protagonista.

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Jeremy Sisto interpreta il viscido Elton. L’attore americano ha partecipato a film come Scherzi del cuore, Wrong Turn, Ingannevole è il cuore più di ogni cosa e soprattutto a film per la tv come Giulio Cesare e serie televisive quali Oltre i Limiti, Dawson’s Creek, Six Feet Under, Incubi e deliri, Numb3rs e Law and Order. Ha 36 anni e due film in uscita.

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Paul Rudd interpreta il fratellastro “sensato” di Cher, Josh. L’attore americano, che nella mia mente si è fissato come marito di Phoebe in Friends, ha recitato in Halloween 6: la maledizione di Michael Meyers, Romeo & Giulietta, Le regole della casa del sidro, Anchorman: The Legend of Ron Burgundy e Una notte al museo; ha partecipato inoltre ai telefilm Clueless e Veronica Mars, doppiato uno dei personaggi di Mostri contro alieni e anche un episodio di Robot Chicken. Ha 41 anni e tre film in uscita.

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Stacey Dash interpreta la migliore amica di Cher, Dionne. L’attrice americana ha partecipato al film Mezzo professore tra i marines e a serie come I Robinson, Willy il principe di Bel Air, Clueless e CSI. Ha doppiato inoltre un episodio di American Dad!. Ha 44 anni e quattro film in uscita.

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Dal film è stato tratto uno spinoff televisivo, Clueless, che è durato ben tre stagioni, dal 1996 al 1999, e che contava più o meno gli stessi attori di Ragazze a Beverly Hills (a parte Alicia Silverstone, sostituita dall’attrice Rachel Blanchard, la tizia bionda che in Snakes on a Plane si imbarca con l’odioso chihuahua) più sporadiche apparizioni del mio adorato Jonathan di Buffy, Danny Strong. E a proposito di Buffy, doveva essere la bionda Sarah Michelle Gellar ad interpretare il ruolo di Cher, ma alla fine non se n’è fatto nulla, peccato. Non è neanche lontanamente paragonabile e a me ha fatto venire la nausea (in Australia me l’hanno fatto sorbire OTTO volte i ragazzini…), ma se vi piace il genere e rimpiangete Heath Ledger date un’occhiata a Dieci cose che odio di te. E ora vi lascio all'esilarante trailer originale di Ragazze a Beverly Hills... as if!! ENJOY!!



 


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