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martedì 17 giugno 2025

Bolla Loves Bruno: The Jackal (1997)

Rirendiamo un po' le fila del discorso anche con la rubrica Bolla Loves Bruno, dopo ben quattro mesi. Oggi tocca a The Jackal, diretto nel 1997 dal regista Michael Caton-Jones.


Trama: dopo la morte del fratello per mano di agenti dell'FBI e di un maggiore russo, un potente boss della mala decide di ingaggiare il misterioso killer The Jackal per vendicarsi. L'FBI chiede così l'aiuto di Declan Mulqueen, ex membro dell'IRA recluso in un carcere americano, nonché l'unica persona al mondo a conoscere il volto dello "sciacallo"...


Dopo l'insuccesso commerciale di Ancora vivo, Bruno ha azzeccato uno dei ruoli migliori della sua carriera grazie al Korben Dallas de Il quinto elemento e si è dato a qualche doppiaggio, prima di comparire in un episodio di Innamorati pazzi nei panni di se stesso. The Jackal arriva nel 1997 sotto i peggiori auspici, perché è il remake del Il giorno dello sciacallo, ed è talmente distante dalla trama fantapolitica imbastita dallo scrittore Frederick Forsyth che quest'ultimo chiede e ottiene di non venire mai citato nei credits. The Jackal, dunque, si dichiara "ispirato", non tratto, dal film Il giorno dello sciacallo (perché nemmeno i realizzatori di quella pellicola erano felici di essere stati tirati in ballo!) e sposta l'azione dalla Francia post seconda guerra mondiale a un'America post guerra fredda in cui FBI ed esercito russo collaborano in apparente serenità. Durante un'operazione congiunta tra le due agenzie, ci rimette la pelle il fratello di un boss della mala russo, il quale si vendica commissionando all'inafferrabile killer The Jackal l'omicidio del capo dell'FBI. Una volta capito che la minaccia è reale, l'FBI e l'esercito russo tirano fuori dal carcere Declan Mulqueen, ex membro dell'IRA che, per motivi legati al suo violento passato, conosce sia il volto che il modus operandi di The Jackal e, soprattutto, ha un conto in sospeso con lui. The Jackal è il tipico "thriller" a base di spie e assassini, che porta lo spettatore a fare il giro del mondo mettendo in campo un killer internazionale che preferisce confondere le acque fino all'estremo, piuttosto che andare da punto A a punto B. La sensazione di stare seduti sulle montagne russe deriva non solo dal continuo cambio di setting ma, soprattutto, dal fatto che Bruce Willis, nei panni di The Jackal, utilizza almeno una ventina di travestimenti diversi, a seconda delle persone con le quali deve interagire e di ciò che è meglio per il compimento della sua missione. La sovrabbondanza di versioni di Bruce Willis, per inciso, era uno dei motivi per cui avevo guardato The Jackal almeno tre volte, all'epoca, approfittando di una videocassetta acquistata assieme a Panorama.


Riguardando The Jackal oggi, ci si rende conto che quei travestimenti sono un po' cheesy e si affidano anche troppo alla natura idiota delle persone che interagiscono con l'assassino (un esempio su tutti: quando, poco prima del finale, The Jackal si traveste da poliziotto durante un evento di massima sicurezza e si permette di farsi i cazzi propri seduto su una panchina, come uno spettatore qualsiasi, e nessuno passa a dirgli di alzare il culo e tornare a lavorare!). Da un punto di vista strettamente attoriale, invece, è una soddisfazione vedere Bruce Willis mantenere un'aura di freddezza glaciale anche sotto i travestimenti più innocui e "compagnoni", così che The Jackal spicchi sempre per carisma rispetto a chi lo circonda, anche quando indossa una camicia di flanella. Lo stesso non si può dire, purtroppo, per Richard Gere, impegnato nell'ennesimo ruolo di piacione dal triste passato. Se, talvolta, il film risulta noioso, è proprio perché il personaggio di Mulqueen non ha la ruvidezza di un terrorista dell'IRA che è stato rinchiuso in un carcere di massima sicurezza per decenni ma sembra, piuttosto, un poliziotto mancato, buonino come Lupo de Lupis. Aggiungo, inoltre, che il doppiaggio italiano (all'epoca ancora meritevole di essere annoverato tra i migliori del mondo) ha messo una pezza all'atroce accento OIRISH in cui si profonde Richard Gere, più fasullo dei travestimenti di Willis. Fa invece sorridere, sempre parlando di attori, vedere un giovanissimo Jack Black nel ruolo di nerd irritante, un J.K. Simmons non ancora famoso usato come un qualsiasi, anonimo attore da infilare nel ruolo di agente dell'FBI, e Daniel Dae Kim come semplice comparsa. Il cast femminile sarebbe anche interessante, purtroppo The Jackal è un film di uomini in cui anche le donne forti, di riffa o di raffa, vengono ridotte al rango di donzelle da difendere, sedotte dal fascino mariuolo di Mulqueen, quindi sia Valentina che Isabella sono degli archetipi, più che dei personaggi con una profondità. In sostanza, The Jackal è il tipico film fine anni '90, con tante belle facce più o meno famose ma privo di stile o guizzi particolari; non è brutto, perché si guarda con piacere, ma è anonimo e sempre a un passo dall'essere mediocre, più che "medio". Per fortuna, c'è tantissimo Bruce Willis in tutte le salse, quindi non potrò mai volergli male. 


Di Bruce Willis (The Jackal), Richard Gere (Declan Mulqueen), J.K. Simmons (Witherspoon), Jack Black (Lamont), Sophie Okonedo (Ragazza giamaicana) e Daniel Dae Kim (Akashi) ho parlato ai rispettivi link.

Michael Caton-Jones è il regista della pellicola. Inglese, ha diretto film come Doc Hollywood - Dottore in carriera, Rob Roy e Basic Instinct 2. Anche produttore, attore e sceneggiatore, ha 68 anni. 


Sidney Poitier
interpreta Preston. Americano, lo ricordo per film come La parete di fango, I gigli del campo, La più grande storia mai raccontata, La calda notte dell'ispettore Tibbs, Indovina chi viene a cena?, Omicidio al neon per l'Ispettore Tibbs, 'L'organizzazione' sfida l'ispettore Tibbs, Nikita spie senza volto e I signori della truffa. Anche regista, produttore e sceneggiatore, è morto nel 2022.


Il ruolo di The Jackal era stato offerto inizialmente a Richard Gere, che ha rifiutato perché preferiva interpretare l'eroe (per il ruolo di Declan erano in lizza Richard Dean Anderson, Alec Baldwin, Jeff Bridges, Gary Busey, Kevin Costner, Harrison Ford, Mel Gibson, Tommy Lee Jones, Michael Keaton, Liam Neeson, Ron Perlman, Dennis Quaid, Arnold Schwarzenegger, Steven Seagal, Sylvester Stallone e Patrick Swayze); non è la prima volta che Richard Gere era stato chiamato per un ruolo andato poi a Bruce Willis, a cominciare dal John McClane di Trappola di cristallo. Rimanendo in tema attori, The Jackal è stato l'ultimo film distribuito in sala in cui ha lavorato Sidney Poitier, prima di dedicarsi a film TV e documentari. Come ho scritto nella recensione, The Jackal è ispirato a Il giorno dello sciacallo, che vi consiglio di vedere se vi interessa l'argomento, per poi provare la serie The Day of The Jackal, uscita qualche anno fa. ENJOY! 



mercoledì 13 aprile 2022

Raya e l'ultimo drago (2021)

L'ultimo film visto in occasione dei recuperi Oscar è stato Raya e l'ultimo drago (Raya and the Last Dragon), diretto e co-sceneggiato nel 2021 dai registi  Don Hall, Carlos López Estrada, Paul Briggs e John Ripa.


Trama: in un mondo assediato dalla minaccia dei Druun, spiriti maligni che tramutano le persone in pietra, Raya si mette alla ricerca dell'ultimo drago, la leggendaria Sisu, che già in passato li aveva sconfitti...


Uscito in piena pandemia in pochissime sale e gettato dopo qualche giorno in pasto agli utenti VIP di Disney +, Raya e l'ultimo drago aveva mietuto consensi fin da subito, e un po' mi era spiaciuto essermelo perso. Il recupero non è stato soddisfacente come sarebbe stato se fossi riuscita a vederlo in sala, e il film non entrerà mai nella Top 10 dei miei film Disney preferiti, ma comunque la visione è stata molto piacevole. Raya e l'ultimo drago è principalmente un film d'avventura fantasy, ambientato in un oriente fittizio e sconvolto dalla minaccia di spiriti oscuri capaci di trasformare le persone in statue di pietra, una terra divisa in tribù perennemente in lotta tra loro e invidiose della prosperità di Cuore, la terra che custodisce la pietra del drago in grado di fungere da protezione per tutti. Un incidente che distrugge la pietra e, con essa, la speranza del padre di riunire tutte le tribù, porta la protagonista Raya a mettersi in cerca di Sisu, l'ultimo drago rimasto, e, successivamente, a tentare di rimettere assieme i pezzi di pietra per debellare la minaccia dei Druun una volta per tutte. Raya e l'ultimo drago diventa, da quel momento, la tipica "quest" dove il personaggio principale visita realtà diverse, incontrando in ogni luogo un altro personaggio dotato di una determinata, utile caratteristica che gli consentirà di recuperare i pezzi di pietra fino a raggiungere il temuto "boss finale", la cui natura tuttavia è strettamente legata, in questo caso, al messaggio imprescindibile all'interno di un film Disney.


Ciò che Raya e l'ultimo drago insegna è il beneficio del dubbio, la gentilezza come arma per affrontare i "nemici", la fiducia nata dalla capacità di capire l'animo delle persone; i Druun nascono fondamentalmente dalla discordia e dalla disunione, i draghi si sono estinti per lo stesso motivo e solo il forte desiderio di unità e comunione, al di là di diversità e pregiudizi, può sperare di risolvere una situazione tragica. Tale messaggio è veicolato da un film che mescola in maniera ottima la serietà di un'avventura da cui dipendono le sorti dell'umanità, suggestioni derivanti da leggende orientali e ovviamente momenti più faceti, affidati a personaggi tra il delizioso (la mocciosetta ladra con scimmiette annesse) e il divertente, con una Sisu, doppiata in originale da Awkwafina, abbastanza vicina come idea all'ingenuità folle e ciarliera del Genio di Aladdin, ben distante ovviamente dalla leggenda che la vorrebbe temibile e silenziosa. Dal punto di vista tecnico, il film è semplicemente superbo. Le scene d'azione, di distruzione e di combattimenti devono essere stati spettacolari da vedere al cinema, il character design è vario e interessante, i colori dei draghi sono una gioia per gli occhi e lo stesso vale per gli sfondi e le ambientazioni; considerato che Raya e l'ultimo drago è stato realizzato in buona parte in lockdown, da animatori chiusi in casa, c'è da ammirare ancora di più la perizia tecnica di tutti quelli che lavorano alla maledetta Casa del Topo e, ovviamente, da recuperare il film se ancora non lo avete fatto!


Del regista e co-sceneggiatore Don Hall ho già parlato QUI. Awkwafina (voce originale di Sisu), Gemma Chan (Namaari), Daniel Dae Kim (Benja), Benedict Wong (Tong), Sandra Oh (Virana) e Alan Tudyk (Tuk Tuk) li trovate invece ai rispettivi link.

Carlos López Estrada è il co-regista e co-sceneggiatore della pellicola. Messicano, ha diretto film come Blindspotting, Summertime ed episodi di serie come Legion. Anche produttore e attore, ha 34 anni.


Paul Briggs è il co-regista e co-sceneggiatore della pellicola, al suo primo lungometraggio. Americano, ha lavorato per la Disney soprattutto come doppiatore (sua la voce di Yama in Big Hero 6), ma è anche animatore. Ha 48 anni. 



John Ripa è il co-regista e co-sceneggiatore della pellicola, al suo primo lungometraggio. Americano, ha lavorato soprattutto come animatore per film come Il re leone, Pocahontas, Il gobbo di Notre Dame, Tarzan, Il pianeta del tesoro, Rapunzel, Frozen, Big Hero 6, Zootropolis e Oceania. 


Kelly Marie Tran
è la voce originale di Raya. Americana, ha partecipato a film come Star Wars - Gli ultimi Jedi e Star Wars - L'ascesa di Skywalker. Anche produttrice, ha 33 anni e un film in uscita. 


Se Raya e l'ultimo drago vi fosse piaciuto recuperate Kubo e la spada magica, la saga di Dragon Trainer, Ribelle - The Brave, Oceania e Mulan. ENJOY!

mercoledì 12 maggio 2021

Estraneo a bordo (2021)

Spinta da un paio di recensioni positive ho recuperato uno degli originali Netflix che volevo vedere da un po', Estraneo a bordo (Stowaway), diretto e co-sceneggiato dal regista Joe Penna. Contiene qualche spoiler.


Trama: tre astronauti diretti su Marte si ritrovano a dover affrontare, durante il viaggio, un imprevisto potenzialmente mortale...


Da Wikipedia: "La sospensione dell'incredulità, o sospensione del dubbio (suspension of disbelief in inglese), è un particolare carattere semiotico che consiste nella volontà, da parte del lettore o dello spettatore, di sospendere le proprie facoltà critiche allo scopo di ignorare le incongruenze secondarie e godere di un'opera di fantasia."  Senza sospensione dell'incredulità, ben capirete, non esisterebbe il cinema horror, né quello fantastico, ma neppure Fast & Furious, dal cui set questo carattere semiotico è stato probabilmente bandito con cartelli appositi, eppure ci sono dei momenti in cui persino io, che me la porto sulla schiena da decenni, faccio fatica ad abbracciarla in toto nel caso di pellicole come Estraneo a bordo. Il film di Joe Penna, purtroppo per lui, pur riuscendo a sviscerare bene i suoi terrificanti dilemmi morali, parte da una situazione altamente improbabile, il cui ricordo mi ha pungolato il cervello per tutta la durata del film: in pratica, la lotta per la sopravvivenza dei tre astronauti protagonisti parte dalla scoperta di un clandestino a bordo, un operaio rimasto chiuso in un controsoffitto dove, guarda caso, è ubicato il fondamentale dispositivo di supporto vitale dell'intera astronave che viene così mandato in cortocircuito. Onestamente, posso accettare il fatto che bon, bruciato quello non vi siano pezzi di ricambio che tengano (anche se, santo Cielo, se dal dispositivo dipende la vita degli astronauti...) ma davvero non avevano altro modo di introdurre il quarto incomodo se non facendolo svenire in un controsoffitto che il Capitano Barnett deve SBULLONARE per scoprire da dove viene il sangue che all'improvviso gocciola sul pavimento? Lo hanno accoltellato e poi hanno tentato di nascondere il cadavere nel posto più improbabile dell'universo? Ma non chiediamocelo, tanto non avremo mai risposta perché, giustamente, il quarto passeggero serve "solo" a scatenare il dibattito umano su cosa si sarebbe disposti a fare per sopravvivere e a mettere in scena lo scontro tra pragmatismo sofferto e sofferente idealismo, col personaggio della Kendrick che cerca tutte le soluzioni per non arrivare a decisioni estreme e gli altri due che, pur con tutto lo strazio dell'animo, cercano di tenere i piedi per terra. Nel mezzo, il poveraccio trovatosi sulla nave per sbaglio, che "tiene famiglia" e non ha colpa alcuna, il che rende ancora più difficile sacrificarlo. 


A onor del vero, forse perché appunto il mezzuccio iniziale mi ha offesa nell'intimo, quello del film è un dibattito che ho trovato ozioso e poco entusiasmante, tanto che la parte centrale di Estraneo a bordo mi ha conciliato il sonno in più di un'occasione (magari anche perché non amo particolarmente i film ambientati nello spazio...), mentre l'inizio e l'intera sequenza di recupero delle bombole mi hanno letteralmente mozzato il fiato da tanto sono ben realizzate, e sono le uniche che mi hanno consentito di immedesimarmi nella tragedia dei quattro passeggeri. Mi dispiace, anche perché gli attori sono tutti molto bravi e ognuno di loro si impegna per portare su schermo una vasta gamma di emozioni complesse, in primis la Kendrick e la divina Collette, ma in definitiva Estraneo a bordo è uno di quei film "da Netflix" di cui parlare per mezz'oretta prima di addormentarsi per poi dimenticarselo il mattino dopo. A questo punto avrei preferito che l'Estraneo a bordo fosse stato un alieno o un essere umano malvagissimo; espediente trito e ritrito ma sicuramente mi sarei divertita molto di più!


Di Anna Kendrick (Zoe Levenson) e Toni Collette (Marina Barnett) ho già parlato ai rispettivi link.

Joe Penna è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Brasiliano, ha diretto il film Arctic. Anche produttore e attore, ha 33 anni.


Daniel Dae Kim
interpreta David Kim. Sud Coreano, diventato famoso per il ruolo di Jin in Lost, lo ricordo per film come The Jackal, Hulk, Spider-Man 2, Hellboy e altre serie quali Beverly Hills 90210, Jarod il camaleonte, Ally McBeal, Walker Texas Ranger, Streghe, CSI - Scena del crimine, Angel, E.R. Medici in prima linea e 24; come doppiatore ha lavorato per La storia della principessa splendente, C'era una volta e Mirai. Anche produttore e regista, ha 53 anni. 


Se Estraneo a bordo vi fosse piaciuto recuperate Gravity, Interstellar (lo trovate su Netflix) Sopravvissuto - The Martian e First Man. ENJOY!

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