Ormai la rubrica On Demand sta diventando discontinua da morire, ma non temete, tutte le vostre richieste vengono segnate e, tempo e mezzi permettendo, saranno viste e recensite. Questa volta è toccato a un film scelto dalla fan feisbucchiana Lisa, ovvero Santa Sangre, diretto e sceneggiato nel 1989 da Alejandro Jodorowsky. Mai che vi interessasse la recensione delle avventure di Winnie the Pooh, vero?!? (ok, stavo scherzando. Non chiedete. Tanto, il prossimo film On Demand sarà L’attimo fuggente. AllegriaaaaaaaH!).
Trama: Fenix è un artista circense che, a seguito di un’infanzia a dir poco traumatica, viene confinato in un manicomio. Un giorno riesce a scappare, riunendosi alla madre, e da quel momento comincia una serie di efferati omicidi…
Iniziamo con una doverosissima premessa, così ammetto subito la mia Crassa ignoranza e posso continuare con animo lieto. Santa Sangre è il primo film di Jodorowsky che ho avuto occasione di vedere, l’ho fatto senza una preparazione pregressa e ammetto di non conoscere quindi la poetica di questo poliedrico autore. La recensione della pellicola, quindi, si basa essenzialmente su ciò che ho potuto capire e sulle sensazioni ricevute dalle potentissime, visionarie immagini che la compongono. Detto questo, cominciamo banalmente col dire che Santa Sangre mi è piaciuto molto, nonostante lo abbia trovato a tratti un po’ rallentato da digressioni forse inutili ai fini della storia (ma magari nella visione del regista erano fondamentali, quindi taccio per sempre). Definire la pellicola un semplice horror sarebbe riduttivo e ingiusto; vero è che la trama principale e molte delle immagini mostrate si rifanno a un gusto gore che potrebbe ricordare qualche vecchio giallo all’italiana e alcune delle opere di Jess Franco, ma Santa Sangre è intriso anche di una malinconia e una poesia che potrei definire vagamente felliniane e che vengono splendidamente incarnate dal dolcissimo e silenzioso personaggio di Alma (che, non a caso, in spagnolo significa “anima”), la fanciulla di cui il protagonista si innamora fin dall’infanzia.
Ma di cosa parla, in definitiva, questo Santa Sangre? La storia in sé ricorda molto quella di Psyco, con un adulto vessato da una madre folle e omicida, dalla quale non riesce a staccarsi in alcun modo. A differenza del film di Hitchcock, ovviamente, quello di Jodorowsky è molto più esplicito e, in qualche modo, “esagerato”. In particolare, la parte in cui viene narrata l’infanzia di Fenix è sicuramente la mia preferita, innanzitutto per la delirante messa in scena che ci introduce la madre del protagonista, devota al culto di questo “sangue santo”, ovvero quello di una povera ragazza violentata e poi privata di entrambe le braccia dai suoi aguzzini (immagine che si riproporrà perseguitando Fenix per tutta la vita e per tutto il film), un culto vagamente cialtrone e in odore di blasfemia, tanto che persino un pio Monsignore invoca la distruzione della chiesa dove si riuniscono i fedeli. Ma questa è solo la punta dell’iceberg perché l’infanzia di Fenix è costellata di scene emblematiche e passate alla storia del cinema, tutte legate da un fil rouge (rosso come il sangue, appunto) che, per come la vedo io, è il costante scontro tra innocenza e perversione, libertà e repressione di qualsiasi genere: il protagonista è sicuramente affascinato dall’abietto e leppego padre, simboleggiato da un rapace in grado di volare libero e straziare le carni delle sue prede (quello dell'innocente che viene mangiato è un altro tema ricorrente del film), ma è anche frenato dalla presenza della madre, vittima di un orribile marito che non esita ad ipnotizzarla per avere da lei quello che vuole e, in seguito, carnefice spietata e boia di tutte coloro che ella vede come incarnazione del vizio (e degne eredi dell’ex amante del marito). Nel mezzo stanno, appunto, la piccola Alma, una sorta di donna angelicata che incarna la libertà e l’innocenza assolute, e tutti gli strani artisti circensi, veicoli di una follia a tratti giocosa e a tratti inquietante, silenziosi testimoni dei più terribili avvenimenti, che ricordano vagamente la famiglia di Freaks dell’omonimo film di Browning.
La seconda parte del film, nella quale ci vengono raccontate le peripezie di un Felix ormai adulto, l’ho trovata meno visionaria e più trash, in qualche modo più squallida. Da brivido le scene in cui le braccia del protagonista diventano quelle della madre, come se non ci fosse differenza tra i due corpi, e bellissimo, quasi commovente il finale rivelatorio, graziato anche da uno splendido brano musicale di sottofondo (a dire il vero le musiche sono importantissime e bellissime in tutto il film, molto azzeccate); purtroppo, la spirale di autodistruzione in cui viene risucchiato Felix contempla anche sequenze abbastanza fastidiose o ridicole, almeno per me, come quella in cui un maledetto e deviato pappone prende dei poveri ragazzini affetti da sindrome di Down e li porta da una prostituta dopo averli drogati o come quella in cui il protagonista si invaghisce di una sorta di transessuale definito “donna più forte del mondo”, episodio fondamentale per la trama ma sommamente trash. Infine, ho trovato interessante ma un po’ forzato, per quel che ne ho potuto capire, l’omaggio al film L’uomo invisibile di James Whale, usato come modello dal protagonista per cercare di trasformare la propria “invisibilità” (d’altronde le tragedie che ne hanno segnato l’infanzia sono accadute senza che i genitori si curassero o meno della sua presenza…) in qualcosa di fisico e reale. Come avrete capito, quindi, Santa Sangre non è un film facile né accattivante, ma mi sento di consigliarlo anche per il fascino che esercitano le particolari scelte registiche di Jodorowski, per i flash allucinati del protagonista, per il rosso del sangue, per la scelta di girare un thriller/horror coloratissimo e quasi in acido, per il gusto di dare alle immagini apparentemente incomprensibili un significato tutto personale, per l’incredibile bravura degli attori coinvolti, grandi e piccoli. Sicuramente, infine, lo consiglio a tutti i cinefili che non hanno paura di sperimentare e di scervellarsi per cercare di comprendere ogni singolo fotogramma della pellicola!
Alejandro Jodorowsky è il regista e cosceneggiatore della pellicola. Cileno, ha diretto film famosissimi come El topo e La montagna sacra. Anche attore, produttore, compositore e fumettista, ha 83 anni e un film in uscita.
Ad interpretare Fenix da bambino e da adulto ci sono i due figli del regista, il piccolo Adan e il fratello Axel. Inoltre, non vorrei sbagliare ma anche Teo Jodorowsky, che interpreta il pappone, dovrebbe essere suo figlio. Se Santa Sangre vi fosse piaciuto, infine, consiglio la visione del sempreverde Psyco, anche se gli stili dei due film, come ho detto, sono completamente diversi. ENJOY!
Mai visto questo film..e credo mai sentito..è grave ?? :D !
RispondiEliminaNaaah ma che grave? ^__*
EliminaIo l'avevo solo sentito vagamente nominare ma non avevo davvero idea di cosa aspettarmi...!
Dopo aver amato El topo e The Holy Mountain, Santa Sangre mi ha davvero deluso. La prima parte riesce in qualche modo ad avere un minimo delle visioni e simbolismo dei precedenti film di Jodorowsky, ma la seconda parte l'ho trovata decisamente troppo trash e noiosa :P
RispondiEliminaHo apprezzato anche io più la prima parte rispetto alla seconda, ma non avendo visto gli altri due film che citi non posso purtroppo fare paragoni ç__ç
EliminaUrge rimediare!!