martedì 29 agosto 2017

Death Note (2017)

Oggi avrei voluto parlare di Amityville - Il risveglio ma siccome venerdì è uscito su Netflix il lungometraggio live action su Death Note, diretto dal regista Adam Wingard e tratto dal manga omonimo di Takeshi Obata e Tsugumi Oba, ho pensato fosse meglio scrivere due righe su questo scempio...


Trama: lo studente liceale Light Turner entra in possesso del cosiddetto "quaderno della morte" appartenente al Dio della morte Ryuk. Grazie al quaderno il ragazzo può uccidere le persone soltanto scrivendone il nome sulle pagine, così decide di utilizzare questo potere per eliminare i peggiori criminali della società... almeno all'inizio.


Allora, siccome Death Note è stato "liberamente tratto" dal manga omonimo, dal quale prende giusto lo spunto iniziale, non parlerò del film paragonandolo all'opera cartacea (Benché l'abbia letta. Più di una volta. E mi sia piaciuta molto. Tra l'altro ne ho parlato già QUI) ma come creatura a sé stante. Una creatura sciocca, che mescola ogni possibile cliché dell'horror adolescenziale per offrire in pasto allo spettatore una storia poco appassionante, dei personaggi da mettere al rogo dopo quindici minuti dall'inizio del film e persino una regia poco entusiasmante, cosa che francamente da Wingard non mi sarei mai aspettata. Le premesse sono le stesse del manga (ho detto che non avrei fatto paragoni ma alcuni fatti vanno comunque spiegati): un adolescente più intelligente della norma trova un quaderno zeppo di regole che permette di uccidere chiunque, a patto che vengano scritti sulle sue pagine nome e cognome della vittima tenendo ben a mente il suo volto. Padrone del quaderno, un Dio della morte dall'aspetto mostruoso e ghiotto di mele il quale, per motivi tutti suoi, sceglie di affidarlo a un umano e divertirsi a sue spese, rimanendo fondamentalmente a fare da spettatore mentre il nuovo proprietario del Death Note utilizza l'oggetto con tutte le conseguenze del caso. Detta così, è una premessa MOLTO intrigante. Un quaderno simile, se esistesse, potrebbe raddrizzare molti torti e togliere di mezzo persone deprecabili, che è poi lo scopo principale per cui viene utilizzato, almeno inizialmente, da Light, sia nel film che nel manga; da qui, è proprio interessante la riflessione che si viene a creare relativamente al CHI debba ergersi a giudice e boia dei propri simili e soprattutto per quale motivo, in virtù di quale superiorità morale, oltre ovviamente a domandarsi come reagirebbero le masse davanti all'esistenza di un Dio "Kira". Questo Dio che porta morte ai criminali verrebbe adorato oppure osteggiato? E ancora, quali crimini meritano o meno la morte? Ci sarebbe di che ragionarci per settimane, altro che un'ora e mezza, quindi per non sbagliare gli sceneggiatori della versione americana di Death Note hanno tagliato la testa al toro offrendo due minuti di sbrigativa riflessione e trasformando Light da anti-eroe tormentato sempre più folle... ad adolescente infoiato affamato di pilu, che giusto sul finale mostra un minimo della machiavellica e terrificante intelligenza della sua controparte cartacea.


Il Death Note di Netflix non si sviluppa come un thriller tesissimo dalle forti connotazioni poliziesche, bensì come un banalissimo horror dove il protagonista non è nemmeno tale, ma si limita a fare da marionetta alla vera psicopatica della situazione, la cheerleader Mia Sutton. Una tizia talmente cretina, signori miei, che sentendosi inutile in quanto cheerleader decide di consacrare la sua esistenza ad uccidere gente, arrivando ovviamente a scopazzarsi Light onde approfittare del quaderno. "Ti amo ma sono stronza quindi devi morire" rappresenta un ottimo riassunto della personalità di Mia, l'unica cheerleader col cervello di una tenia ma capace di mettere ko un agente dell'FBI nel picco più WTF dell'intera sceneggiatura, una sorta di "vorrei mettere in piedi una roba arzigogolata come farebbero i giapponesi ma non posso". Eccomi di nuovo a nominare il manga, lo so, sono una persona male, ma è una cosa che davvero non capisco. Agli sceneggiatori, giustamente o meno, non va di riproporre pedissequamente una cosa già portata al cinema dai nipponici ma sono attratti dal concept della vicenda in se? Va benissimo ma, perdiana, NON andatevi a impelagare con uscite cretine girando un film incomprensibile! Senza fare troppi spoiler, all'inizio il Dio Ryuk dice a Light che il quaderno non può garantire morti improbabili, per esempio far morire un tizio sul cesso masticato da uno squalo... ma il finale di Death Note E' improbabile a questi livelli, perché se non puoi controllare uno squalo fino a farlo finire negli scarichi, allora non puoi neppure controllare le pagine di un quaderno affinché vadano da sole ad incenerirsi nell'unica fiamma presente nei dintorni (oltre a mille altre "alterazioni di probabilità" da fare invidia alla Scarlet dei Vendicatori). E su. Se non siete capaci di creare qualcosa di nuovo e logico, chinate il capo e lasciate fare ai giapponesi, che ne sanno a pacchi.


La cosa imbarazzante è che gli americani hanno scelto di distaccarsi dal manga per quel che riguarda la trama ma hanno voluto dare comunque dei contentini ai fan (probabilmente rendendosi conto del fatto che gli stessi, soprattutto gli "estremisti", sono facilmente gabbabili), introducendo per esempio il personaggio del superinvestigatore L, che peraltro ha fatto infuriare gli estremisti di cui sopra già ai tempi del casting in quanto nero, classico esempio di chi si indigna per la pagliuzza senza vedere la trave. L è bellino, per carità, con l'attore più bravo del mucchio dotato di una fisicità perfetta, ma onestamente perché mai l'investigatore più abile del mondo dovrebbe impegnarsi tanto per un ragazzetto che manco sa allacciarsi le scarpe, soprattutto dopo averlo sgamato a metà pellicola? La rivalità tra Light e L, che nel manga è uno scontro di intelletti talmente raffinato da risultare scioccante, qui è fondamentalmente inutile e l'astio di L viene scatenato semplicemente dall'ennesimo, grossolano errore di Light e dalla stronzaggine congenita di Mia, sempre per l'assunto fondamentale che le cheerleader sono talmente autoconsapevoli della loro inutilità da scegliere di mettersi con lo sfigato della scuola (!!) dopo che quest'ultimo racconta loro di parlare con un essere mostruoso che vede solo lui e di poter ammazzare la gente con l'ausilio di un quaderno. Vabbè. E poi la scema era Misa Amane, poverella. Dell'intera baracca, in definitiva, salvo solo il sembiante e la voce di Ryuk. Va bene, il Dio della morte si vede poco, va bene che è fondamentalmente inutile pure lui (ma nel manga è anche più ignavo, quindi...) ma vederlo prendere a coppini verbali quel cretino di Light e soprattutto farlo con la splendida voce di Willem Dafoe è da applauso compulsivo. Per il resto, avrete capito che Death Note è davvero pochissima roba. Anzi, visto il risultato finale forse sarebbe meglio farsi una bella maratona di Final Destination, perlomeno lì ci sono morti fantasiose, gore e una stupidità accettabile e, soprattutto, all american. Non come in questo triste ibrido nippoamericano.


Del regista Adam Wingard ho già parlato QUI. Lakeith Stanfield (L), Willem Dafoe (voce originale di Ryuk) e Shea Whigham (James Turner) li trovate invece ai rispettivi link.

Nat Wolff interpreta Light Turner. Americano, ha partecipato a film come Colpa delle stelle. Anche compositore e produttore, ha 23 anni e quattro film in uscita.


Margaret Qualley, che interpreta Mia Sutton, aveva già partecipato al film The Nice Guys mentre Masi Oka, ovvero l'Hiro di Heroes, compare nel film nei panni del detective Sasaki ma è anche e purtroppo uno dei produttori dell'intera baracca; a proposito di produttori, la Warner Bros. ci aveva visto lungo e aveva abbandonato il progetto, che Wingard ha poi dirottato verso Netflix. Gli altri due che hanno capito quale schifezza sarebbe uscita sono i registi Shane Black e Gus Van Sant, che hanno abbandonato l'impresa. Detto questo, se vi interessasse approfondire il discorso Death Note sappiate che, oltre al manga edito in Italia da Planet Manga, esistono una serie animata giapponese del 2006 (che ha generato film TV quali Death Note Relight - Visions of a God e Death Note Relight 2 - L's Successors) e una serie di live action che comprendono il film Death Note (2006), Death Note: The Last Name (2006), L: Change the World (2008) e Death Note: Light Up the New World (2016) seguiti da una miniserie televisiva del 2016 intitolata Death Note: New Generation. Potete quindi guardare tutta questa roba, oppure l'intera saga di Final Destination. ENJOY!

19 commenti:

  1. Proprio ieri mi hanno detto dell'esistenza di questo film, che coincidenza!
    Gli ibridi nippoamericani proprio paiono non funzionare...

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    1. Decisamente no. Ma questo era brutto anche per gli standard di un horror USA normale, più che altro era scemo.

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  2. L'ho trovato francamente bruttino anche io che non ho mai letto il manga

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    1. Ma sì, non sembra nemmeno un film di Wingard. E poi è proprio stupido a livello di trama, con attori al limite del cane.

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  3. Sarò la voce fuori dal coro. Non sapendo quasi niente del manga e avendo visto forse mezza puntata dell'anime, a me è piaciuto abbastanza. Forse un po' affrettato, ma comunque apprezzo la storia condensata che mi evita di dover guardare una intera serie animata.

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    1. Io l'ho guardato anche con l'occhio dell'appassionata di horror e di Wingard e purtroppo non mi è piaciuto a prescindere dal manga da cui è stato tratto: al di là del condensamento della storia ho trovato i personaggi inconsistenti (oltre che interpretati da cani) e alcuni passaggi abbastanza sciocchi.
      Però de gustibus, ovviamente :)

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  4. Io non ho letto il manga e credo di aver visto giusto il pilot dell'anime, ma m'è sembrato comunque una porcatona.
    Ci sono film che funzionano e film che non funzionano e questo di certo fa parte della seconda categoria. E' tutto troppo sbrigativo, confusionario, scemo. :)

    La serie di Wingard la salverei ancora, visto che è proprio la sceneggiatura a fare acqua da tutte le parti.
    Ci sono scelte poi che ho trovato incomprensibili, come le canzoni anni '80: è un richiamo al manga, all'anime, o solo una scelta a caso?

    Anche a me ha ricordato la saga di Final Destination. E non è che sia il migliore dei complimenti, soprattutto visto che è peggio degli episodi peggiori. :D

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    1. L'anime ammetto di non averlo mai visto (preferisco i disegni su carta se parliamo di anime tratti da manga, anche perché gli animatori moderni tendono ad usare un character design piatto e distante dall'originale) quindi non saprei dire il perché delle musiche anni '80 ma conoscendo Wingard magari è stata una scelta sua, per puro gusto personale.

      E no, il paragone con Final Dstination non è un complimento se pensi che di quei film se ne salvano giusto un paio e risalgono ormai a 20 anni fa! XD

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  5. Peccato... Wingard di solito ci sa fare.

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    1. Io ho già litigato con lui per Blair Witch, speravo si facesse perdonare con questo ma niente...

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  6. Lo guarderemo fra qualche giorno,volevo già vedere la serie ma poi non avevo tempo di imbarcarmici...peccato che senta parlare solo male di questo bignami in salsa USA...

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    1. Boh ma magari per una serata rutti e popcorn ci sta anche, ignorante è ignorante alla fine. Però a me questi horror blandi né carne né pesce e dalla trama stupida ormai danno solo fastidio!

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  7. L'originale è stata la mia bibbia per molti anni e ancora guardo l'anime con molto piacere quindi ho grandi riserve sul guardarlo o meno. Penso che lo farò solamente per insultarlo come si deve, dato che non sono mai stata per la snaturalizzazione di certe opere.

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    1. Se l'originale è stato la tua Bibbia evita pure di guardare il film perché andrai personalmente a prendere la testa di Wingard e soci XD
      Donna avvisata, uomo salvato!

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  8. Nat Wolff mi sta simpatico ma non è riuscito a fermare la mia ira per questa... roba che non saprei nemmeno definire. Sono completamente ignorante per quanto riguarda il materiale alla base e nonostante questo non ho sopportato il film che mi è sembrato, semplicemente, brutto. Capisco che il teen-drama sia di presa facile per una certa fascia di pubblico, può andare bene la scelta di atmosfere pseudo-horror. Il grosso problema sono i personaggi, non tanto per il temibile White washing, ma per quella inspiegabile scelta di condensare in un paio di minuti da videoclip la loro trasformazione, nemmeno sfiorando l'idea di approcciarsi in qualche modo alle implicazioni della storia. Grosso boh sulla scelta del regista, grossa delusione per un passo falso di Netflix. :(

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    1. Nat Wolff è un errore di miscasting madornale, altro che L nero. Quanto a Wingard, è un regista bravissimo di solito ed effettivamente qualche zampata delle sue si vede, ma il materiale di partenza era talmente malandato che nemmeno lui ha potuto fare miracoli.

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  9. Inutile dire che mi aggiungo al coro di dissenso su questo fail di Netflix.
    Non capisco la necessità di fare ibridi che non sanno niente. O fai una trasposizione fedele o ti inventi una storia nuova da capo. La secondo opzione non mi sembra nemmeno malaccio. Alla fine nel mondo di Death Note non si esclude che possano esserci altri quaderni. Metti personaggi nuovi e nuove situazioni... E ci provi a sceneggiare qualcosa di decente.
    Non amo 'ste cose raffazzonate. Che senso ha mettere un personaggio che è Ligh, ma che poi non è il personaggio?
    Il resto lo boccio... Sembra davvero una cosa amatoriale fatta dai fan (e caricata su Youtube).

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    1. Condivido tutto quello che hai detto. Lasciare il concept e magari concentrarsi un po' di più su personaggi e una trama meno facilona sarebbe stato l'ideale.
      Megaflop di Netflix, ahimé.

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