mercoledì 21 settembre 2022

Pinocchio (2022)

Qualche sera fa ho guardato su Disney + il live action Pinocchio, diretto e co-sceneggiato dal regista Robert Zemeckis.



Trama: il falegname Geppetto costruisce un burattino di legno per superare la morte del figlio e, una notte, esprime il desiderio di farlo diventare un bambino vero. Udito il desiderio, la Fata Turchina dà vita al burattino, ribattezzato Pinocchio, e, dopo avergli affiancato il Grillo Parlante a mo' di coscienza, gli comunica che per diventare un bambino vero dovrà superare diverse prove...  


Ormai ho la memoria che fa cilecca, me ne rendo conto. Guardavo questa nuova versione di Pinocchio e intanto cercavo di ricordare come fosse quello Disney del 1940, dopo averne visto passare su schermo altre tre versioni italiane, e ovviamente ho cominciato a fare un po' di casino. Quindi, mi posto un memento per l'eventuale prossima versione: il Mangiafuoco della Disney è un maledetto (quello "vero" piange e libera Pinocchio), il Gatto e la Volpe dei cartoni sono meno machiavellici di quelli reali, Pinocchio non diventa un ciuchino completo e, soprattutto, il burattino creato dagli americani è un pisquano, non un monellaccio cattivo. Per non turbare i bimbi buoni, il Pinocchio riveduto e corretto della Disney è semplicemente un candido che presta orecchio ai consigli sbagliati e tale rimane anche in questo adattamento live action; addirittura, nel Pinocchio di Zemeckis il burattino viene cacciato da scuola perché "lì possono andare solo dei bambini veri" e viene dapprima rapito da Postiglione e solo in seguito convinto, sfruttando la peer pressure, a recarsi nel Paese di Bengodi per non rovinare il divertimento agli altri bambini. Una volta arrivato lì, poi, Pinocchio beve giusto un sorso di birra (di radice, non sia mai!), per il resto non si comporta male come tutti gli altri suoi compagni di sventura. Insomma, Pinocchio ha solo tanta sfortuna e poca esperienza, quindi va da sé che la "coscienza" incarnata dal Grillo Parlante ha più la funzione di un espediente per cavare il burattino d'impiccio e salvarlo fisicamente alla bisogna, oltre a fungere da narratore. Di più, in questa versione della storia la natura di burattino fa sì che Pinocchio sia una sorta di Astroboy dalle mille risorse, un piccolo supereroe le cui abilità, sul finale, trascinano la storia verso un twist inaspettato e, a mio parere, fuori luogo. Questo Pinocchio non insegna ai bambini ad essere bravi, coraggiosi e disinteressati, ma parrebbe puntare su un elogio dell'unicità e dell'umanità "là dove conta davvero", diventando l'ennesimo invito a seguire i propri sogni a prescindere dalle circostanze e, a mio avviso, ci sono altre storie migliori per veicolare questo messaggio, non certo una vicenda da sempre moralista come quella di Pinocchio.


Soprattutto, non era il caso di allungare così tanto il brodo di un classico Disney già stra-conosciuto, aggiungendo quasi mezz'ora di personaggi nuovi (sì, la marionettista ex ballerina è l'ennesimo simbolo del "se vuoi, puoi, e nessuno cancellerà mai quel che sei dentro". Tra l'altro, tutti a rompere le palle con la Fata nera e calva e ovviamente nessuno si è accorto che la "vera" storia di Pinocchio l'ha vissuta proprio la ballerina in questione, femmina e di colore pure lei, ma poiché l'ha liquidata con un "la mia storia non è importante" ce ne saremo accorti in 6. Beccatevi questa, broflakes!) e, per la gioia del mio compagno di visione, di nuovi momenti musicarelli. Se pensavate che il vero problema di Pinocchio fosse la Fata Turchina di colore, vi farà piacere sapere che detta Fata viene calcioruotata fuori dalla storia dopo 5 minuti, quindi potete anche fingere che non sia mai comparsa... purtroppo, non è altrettanto facile ignorare la natura cheap della CGI in moltissime scene. L'aria d'insieme del live action è quella posticcia di un mondo quasi interamente ricreato al computer, e questo me l'aspettavo. Quello che non mi sarei mai aspettata dall'uomo che nel 1989 è riuscito a convincermi dell'esistenza di Cartoonia è il modo in cui i pochi attori veri non riescono mai ad interagire in modo realistico con le animazioni; ogni volta che Geppetto è costretto a tenere per mano Pinocchio o accarezzare Figaro salta agli occhi la finzione di un arto che è sempre un pochino staccato rispetto all'oggetto con cui dovrebbe interagire, ma l'apice lo tocca la rocambolesca fuga da Monstruo (altro orrore grafico al cui confronto gli squali di Sharknado sono un capolavoro), con un Pinocchio che sembra attaccato con lo sputo su uno sfondo che non c'entra nulla con lui, né a livello di ombre né di colori. Me ne imbelino che un film come questo sia approdato dritto in streaming, perché penso ci sarebbe stato da cavarsi i bulbi oculari su uno schermo grande. Aggiungo che l'interpretazione di Tom Hanks è una delle peggiori dopo quelle di Robert Langdon e che l'unico motivo per godere un minimo di Pinocchio (oltre agli spettacolari orologi di Geppetto, pieni di citazioni disneyane) è quello di guardarlo in lingua originale per spanciarsi di fronte all'accento italo-americano usato da buona parte dei coinvolti e al "Pinoke!" strillato a gran voce dal Grillo di Joseph Gordon-Levitt. Per il resto, potete anche evitare.  


Del regista e co-sceneggiatore Robert Zemeckis ho già parlato QUI. Joseph Gordon-Levitt (Grillo Parlante), Tom Hanks (Geppetto), Cynthia Erivo (Fata Turchina), Lorraine Bracco (Sofia), Keegan-Michael Key (la Volpe), Giuseppe Battiston (Mangiafuoco) e Luke Evans (Postiglione) li trovate invece ai rispettivi link.


Benjamin Evan Ainsworth, la voce originale di Pinocchio, era il piccolo Miles di The Haunting of Bly Manor. Il regista Sam Mendes doveva dirigere il film ma si è poi ritirato dal progetto. Pinocchio è ovviamente un remake dell'omonimo film del 1940, che vi consiglio di recuperare assieme alla versione di Garrone e a quella di Comencini... nell'attesa che arrivi quella di Guillermo del Toro! ENJOY!

17 commenti:

  1. Ho visto questo film una decina di giorni fa, e mi sono rifiutata di recensirlo perché non mi è piaciuto per niente, per via dei motivi che hai ampiamente descritto.
    E sì, la Fata Nerina è l'ultimo dei problemi, visto che appare per pochissimi istanti.
    Dici bene che è una fortuna che non sia passato dal cinema, perché sarei uscita dalla sala arrabbiatissima. ;)

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    1. Io per completezza "recensisco" tutto, anche film inutili e bruttarelli come questo. In tutto ciò, mi spiace davvero tanto per Zemeckis.

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    2. Fai bene, perché il tuo è un blog di settore. Io, invece, mi occupo di tutt'altro e recensisco saltuariamente qualcosa che mi ha colpita profondamente, o delusa in maniera esagerata.
      Ecco, questo film fondamentalmente è senza infamia e senza lode. Inutile sprecare un post per stroncarlo, visto che lo hanno fatto in tanti.
      Per tesserne le lodi, invece, dovrei essere ubriaca. Ma sono astemia. ;)

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    3. Ecco, mi hai dato un'ottima idea. Il prossimo live action Disney lo guarderò con una bottiglia di vino buono in corpo, magari mi sembrerà più bello!

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  2. Ho deciso di vederlo solo per la stima che ho per Bob Zemeckis, ma dopo questo basta, ho chiuso con i "live action" della Disney, la vita è troppo breve per guardare brutte operazioni studiate a tavolino dall'ufficio legale della casa del Topo. Cheers

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    1. Ogni volta dichiaro che non ne guarderò mai più uno, ogni volta la curiosità (o il masochismo?) vince sui buoni propositi. Non mi ricordo nemmeno cosa dovrà uscire in futuro ma ho preventivamente paura. Speriamo non affossino un altro buon regista.

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  3. Ogni giorno che passa trovo cose molto più utili e interessanti da fare piuttosto che perdere tempo con un altro inutile live-action Disney. Ma chissà... Potrei anche finire a darci un'occhiata, magari stirando le camicie...

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    1. Effettivamente io l'ho guardato solo perché era su Disney +, visto che al momento ho l'abbonamento attivo. Al cinema non sarei mai andata, sarebbero stati soldi buttati.

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  4. La Disney è morta con la morte di Walt Disney.

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    1. Perdonami ma dissento. Dopo la morte di Walt Disney sono usciti fior di cartoni come Gli Aristogatti, Robin Hood, Bianca e Bernie, questo prima del cosiddetto rinascimento Disney che ha regalato capolavori come La sirenetta, Aladdin, Il re leone e ovviamente il mio preferito, La bella e la bestia. Poi è arrivata la Pixar, che ha sfornato parecchie belle cose. Che ora la casa del Topo sia a corto di idee è fisiologico, ma fino a 20 anni fa non era così.

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  5. E' curioso che, salvo rarissime eccezioni (Garrone) chi al cinema tocca Pinocchio, muore! Quasi tutte le ultime riduzioni sono state dei flop clamorosi: adesso manca solo la versione di Del Toro, staremo a vedere... il motivo credo sia piuttosto semplice: la storia di Pinocchio è già perfetta di suo e va (andrebbe) raccontata così come è. Cercare di stravolgerla è innaturale e senza senso. Io almeno la penso così. E poi... io sono di quelli che rompe la palle per la fata Nerina :) ma non perchè mi scandalizzi, ma perchè è semplicemente ridicola: è l'ennesima dimostrazione di quanto ormai oggi siamo schiavi del politically correct, in special modo a Hollywood.
    Esprimo una teoria blasfema (di cui mi assumo ogni responsabilità): quando Hollywood era più razzista, più classista e più maschilista sfornava molti più capolavori. Ora l'unico capolavoro è l'ipocrisia

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    1. Con il regista giusto anche la favola perfetta può essere migliorata! Io scelgo Lars von Trier ahahaha!

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    2. Ripongo moltissima fiducia in Del Toro ma concordo con quello che dici: ci vorrebbe qualcuno (e Garrone lo ha fatto) col coraggio di abbracciare in toto l'orrore e la fantasia del Pinocchio cartaceo, ché la robetta edulcorata alla Disney ormai ha fatto un po' il suo tempo, fermo restando che il cartone anni '40 è sempre molto piacevole.
      Per quanto riguarda la Fata Nerina, ci vorrebbe, anche lì, il coraggio di realizzare un'opera inclusiva con scopi che esulino da quelli legati al vile denaro e, soprattutto, smetterla coi contentini (e questo, purtroppo, lo è).
      Per rispondere invece a Elfoscuro: il Pinocchio di Von Trier sarebbe un inquietante e deprimente incubo XD

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  6. Un abominio sotto ogni punto di vista. L'importante è che non arrivino a La Spada nella Roccia, lì mi incazzerei davvero.

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    1. Oh, ci arriveranno, tranquillo. Una tristezza vera.

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