venerdì 5 maggio 2023
Beau ha paura (2023)
venerdì 10 giugno 2022
Vicious Fun (2020)
Cercate una commedia horror con le palle? Vicious Fun, diretto e co-sceneggiato nel 2020 dal regista Cody Calahan, potrebbe fare al caso vostro.
Trama: un critico cinematografico abbastanza sfigato si ritrova involontario testimone di una riunione di serial killer i quali, ovviamente, cercheranno di sfogarsi su di lui...
Se il tono del film è molto scanzonato, gli omicidi perpetrati dai vari serial killer, sui quali poi tornerò, vengono presi tremendamente su serio. Calahan non è uno scemo e non getta tutto in caciara solo perché l'atmosfera del film imporrebbe leggerezza, ma ci dà pesante con sangue, intestini in bella vista e un paio di sequenze ad alto tasso di disgusto, una delle quali contiene anche un occhio cavato (so che tra i miei lettori c'è chi non apprezza), e anche i personaggi più simpatici o caricaturali non fanno una bella fine. Se amate un determinato attore del mucchio (qualcuno ha detto David Koechner?) la cosa potrebbe darvi fastidio, ma tolto di mezzo il caratterista più famoso e messo da parte un protagonista carismatico fino a un certo punto, ciò che rimane è da leccarsi i gomiti. La bionda e violentissima Amber Goldfarb è un osso duro da cui dovrebbe guardarsi persino Freddy Krueger, Julian Richings e Robert Maillet, dopo Anything for Jackson e Becky, sono diventati due dei miei "mostri" preferiti e sono perfetti per i personaggi che sono toccati loro in sorte, mentre l'overacting di Ari Millen è qualcosa di commovente, che rischia di rendere il suo Bob uno degli emuli di Patrick Bateman più adorabili di sempre. Vicious Fun è perfetto per una fresca serata estiva a base di horror divertenti, cercate qualche altro film a tema da accoppiagli per una maratona e non ve ne pentirete!
Di Julian Richings (Fritz), Robert Maillet (Mike) e David Koechner (Zachary) ho parlato ai rispettivi link.
Cody Calahan è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Canadese, ha diretto film come The Oak Room. Anche produttore, attore e stuntman, ha 39 anni.
Ari Millen, che interpreta Bob, aveva già partecipato al film The Oak Room, sempre di Cody Calahan. ENJOY!
venerdì 19 marzo 2021
Anything for Jackson (2020)
Piano piano comincio a risalire la classifica della top 20 di Lucia, recuperando quei pochi horror che avevo perso l'anno scorso. Uno era Anything for Jackson, diretto e co-sceneggiato nel 2020 dal regista Justin G. Dyck.
Trama: due anziani coniugi rapiscono una donna incinta per consentire al nipotino Jackson, morto qualche tempo prima, di reincarnarsi...
Cosa non si farebbe per amore e per dolore? Qualunque cosa, a giudicare dal titolo di Anything for Jackson e dalla storia di Henry e Audrey, una coppia di anziani che ricorrerebbero ad ogni mezzo pur di riportare in vita il nipotino Jackson, compreso rapire una donna incinta per darla in pasto al Demonio e offrire a Jackson il neonato per reincarnarsi. Non si direbbe che i due possano arrivare a tanto, visto che lui è uno stimato medico e lei un'elegante casalinga, peccato che nel tempo libero si dilettino entrambi ad officiare riti satanici con una congrega altrettanto improbabile. Tra vecchietti pasticcioni, apparenze ingannevoli e wannabe satanisti ce ne sarebbero di cose per trasformare Anything for Jackson in una commedia e in effetti alcuni momenti del film sono leggeri ed umoristici, ma è solo illusione, perché il film di Dyck non ci mette molto a diventare serio e tanto triste. Henry e Audrey, infatti, saranno anche satanisti in erba ma sono molto determinati, lei perché vittima di un dolore inenarrabile che è arrivato quasi a ucciderla e lui perché è totalmente innamorato della moglie e l'unico modo per dimostrarle amore, per viverlo, è assecondarla anche in questa terribile follia che rischia non solo di uccidere la giovane Shannon ma anche di mettere in pericolo loro.
Man mano che il film procede e i nostri protagonisti scomodano forze al di là della loro comprensione, il tono di Anything for Jackson si fa sempre più cupo e carico di orrore; fa ridere, in effetti, che Justin G. Dyck abbia nel curriculum quasi solo film per la televisione a base di Natale, amore e famiglie, perché, pur non concedendosi al jump scare facilone, il film non lesina sequenze molto spaventevoli dove gli effetti speciali sono ridotti praticamente all'osso e altre decisamente gore e scioccanti (una in particolare se, come me, soffrite davanti a qualunque cosa abbia a che fare coi denti, vi conviene non guardarla proprio). Anche gli attori hanno il loro perché e comunicano allo spettatore tutta la banalità del male e il senso del ridicolo che spesso l'accompagnano, in particolare con il personaggio di Ian, mentre Julian Richings e Sheila McCarthy più che mettere paura fanno spesso tenerezza e creano un non disprezzabile circuito mentale che induce a odiarli e provare pietà nello stesso tempo. Leggendo il post avrete capito che Anything for Jackson non racconta nulla di nuovo, eppure i singoli elementi di cui è composto vengono ricombinati con una freschezza che riesce a renderlo un horror imprevedibile ed emozionante, decisamente inaspettato vista la non dimestichezza del regista col genere. Un'altro piccolo gioiellino targato Shudder che vi consiglio di recuperare!
Di Julian Richings, che interpreta Henry, ho già parlato QUI.
Justin G. Dyck è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Anche produttore, ha diretto svariati film TV a tema natalizio.
martedì 25 ottobre 2016
Urban Legend (1998)
Trama: in un college americano gli studenti cominciano a venire uccisi da qualcuno che ha deciso di riproporre nella realtà le più famose leggende metropolitane...
"Mi ha detto mio cuGGino che una volta si è svegliato in un fosso tutto bagnato che gli mancava un rene!". Così cantavano gli Elii nell'immortale Mio cuggino, la celebrazione tutta italiana delle cosiddette leggende metropolitane, situazioni paradossali e fondamentalmente terrificanti che TUTTI giureremmo siano capitate all'amico, dell'amico, dell'amico del cuGGino appunto. Le leggende metropolitane sono nate in America, almeno quelle più famose, ma alzi la mano chi non se n'è mai sentita raccontare una da ragazzino: io da bambina tremavo ascoltando quella della "mano leccata" ma girava anche la versione cattolica di Bloody Mary, quella in cui se qualcuno avesse recitato l'Ave Maria al contrario (ma perché???) davanti allo specchio avrebbe visto Satana nel riflesso, e sicuramente mille altri racconti atroci che ora non rammento. Scopo delle leggende metropolitane, così si dice, è quello di educare l'utente a non compiere le azioni che condannano i protagonisti alla morte o alla follia (se sei una baby sitter poco attenta probabilmente un assassino arriverà ad ucciderti) oppure a fare attenzione all'ambiente che lo circonda (bisognerebbe controllare SEMPRE il sedile posteriore della macchina, se non addirittura quello che si cela sotto la stessa) e, in generale, contengono una morale assai simile a quella delle antiche fiabe. Il film di Jamie Blanks si basa interamente su questo folklore moderno americano e crea un serial killer particolarmente fantasioso che sceglie di trasformare i malcapitati studenti di un college nei protagonisti di queste leggende metropolitane, imbastendo attorno a questi omicidi una storia fatta di sospetti, segreti passati e vendette postume. Il risultato di questo collage di leggende è una pellicola simpatica, zeppa di citazioni e guest star, interessante nella misura in cui lo spettatore decide di farsi prendere dalla curiosità e approfondire l'argomento: per esempio, io conoscevo la fonte primaria di tutti gli omicidi tranne uno e cercando in rete per colmare questa lacuna ho scoperto il macabro retroscena legato alla canzone Love Rollercoaster , peraltro presente nella colonna sonora di Urban Legend.
Poi, ovviamente, c'è da dire che guardare Urban Legend a diciott'anni non è proprio come guardarlo ora. All'epoca sorvolavo su moltissime cose e badavo essenzialmente all'aspetto folkloristico e gore della pellicola, visto oggi il film di Jamie Blanks è una belinata, per quanto simpatica, e diventa ancora più scemo per chi, come me, si è divorato la prima stagione di Scream Queens. Nella serie creata da Murphy, Falchuk e compagnia i personaggi e le situazioni sono caricati all'estremo ma la somiglianza con Urban Legend ha dell'incredibile: al di là dei soliti studenti stereotipatissimi, ci sono una guardia giurata di colore (mai stupenda quanto Denise Hempville, ah-ha, no sir!), lo studentello giornalista che si atteggia manco lavorasse per il Time e decide di aiutare la protagonista a risolvere il mistero, professori e "decani" che guardano dall'altra parte scegliendo di coprire gli scandali della scuola, killer mosso da sentimenti condivisibili che tuttavia sbrocca facendola fuori dal vaso e scemenza distribuita a palate, tutti aspetti della trama che sono praticamente gli elementi cardine di entrambe le opere. Gli attori, nemmeno a dirlo, sono dei mezzi cani ed era giusto il doppiaggio italiano a mettere una pezza alle vocette monocordi di tutti i coinvolti. L'unico che ancora oggi merita considerazione e simpatia è Joshua Jackson, talmente pronto a prendersi in giro per l'iconico personaggio di Pacey da prestarsi non soltanto alla gag della macchina che si accende sparando "annouannauei" a tutto volume (cosa che mi fa ridere tuttora) ma anche ad omaggiare una delle scene madri di Animal House. E se è vero che Robert Englund, John Neville, Brad Dourif e Danielle Harris sono sempre un bel vedere, soprattutto all'interno di un horror, bisogna anche ammettere che Alicia Witt è una protagonista senza nerbo, Jared Leto un povero minchietta alle prime armi e Rebecca Gayheart un'imbarazzante quasi trentenne costretta nei panni palesemente troppo giovani di una studentessa del college. A parte questo, per passare una serata tra leggende metropolitane e strilli di terrore Urban Legend è perfetto e per mille motivi, non ultima una questione di amore nostalgico, non mi sento di volergli male.
Di Jared Leto (Paul Gardener), Alicia Witt (Natalie Simon), Rebecca Gayheart (Brenda Bates), Joshua Jackson (Damon Brooks), Tara Reid (Sasha Thomas), Robert Englund (Prof. William Exler), Danielle Harris (Tosh Guaneri) e Brad Dourif (che interpreta il benzinaio Michael McDonnel, non accreditato) ho già parlato ai rispettivi link.
Jamie Blanks è il regista della pellicola. Australiano, ha diretto film come Valentine - Appuntamento con la morte. Anche compositore, sceneggiatore e produttore, ha 55 anni.
Michael Rosenbaum interpreta Parker Riley. Americano, ha partecipato a film come Mezzanotte nel giardino del bene e del male, Cursed - Il maleficio, Catch .44 e a serie come Smallville (dove interpretava Lex Luthor). Anche produttore, regista e sceneggiatore, ha 44 anni e un film in uscita.
Loretta Devine interpreta Reese Wilson. Americana, ha partecipato a film come Nikita, spie senza volto, Urban Legend: Final Cut, Mi chiamo Sam e a serie come Ally McBeal, Supernatural, Cold Case, Glee e Grey's Anatomy; inoltre, ha doppiato un episodio di The Cleveland Show. Anche produttrice, ha 67 anni e un film in uscita.
John Neville interpreta il decano Adams. Inglese, lo ricordo per film come Le avventure del Barone di Munchausen, Baby Birba - Un giorno in libertà, Piccole donne, Il quinto elemento, X-Files - Il film e Spider, inoltre ha partecipato a serie come X-Files. E' morto nel 2011, all'età di 82 anni.
Julian Richings interpreta il bidello. Inglese, ha partecipato a film come Il pasto nudo, Mimic, Cube - Il cubo, X-Men - Conflitto finale, Saw IV, Survival of the Dead - L'isola dei sopravvissuti, The Conspiracy, Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet, The Witch e a serie come Kingdom Hospital, Mucchio d'ossa, Hemlock Grove, Supernatural e Hannibal. Ha 61 anni e un film in uscita.