venerdì 25 settembre 2015
Punto di non ritorno (1997)
Trama: un gruppo di astronauti viene inviato su Nettuno dopo che la nave Event Horizon, scomparsa da anni, ha ricominciato ad emettere segnali. Gli astronauti tuttavia si accorgono presto che sulla Event Horizon è successo qualcosa di terribile…
Nelle ferie di agosto ho convinto quel santo del mio ragazzo, fortunatamente allergico alla spiaggia, a portarmi a Settimo Torinese per vedere il museo dedicato a Ritorno al futuro. In mezzo alla vasta collezione di oggetti di scena presi dalla trilogia di Zemekis c’erano props di Terminator 3: Le macchine ribelli, Blade Runner e anche una giacca indossata da uno dei personaggi in Punto di non ritorno; la cosa interessante è che non si faceva il nome del film di Anderson, però alcune immagini passavano su uno schermo e quando ho visto che tra gli interpreti figuravano Laurence Fishburne, Sam Neill e soprattutto quel gran figo di Jason Isaacs ho preso in mano lo smartphone e, fatta una rapida ricerca su Wikipedia, ho capito cosa avrei dovuto guardare appena tornata a casa. Punto di non ritorno, sempre per la gioia del mio ragazzo che non sopporta il genere e credeva di trovarsi davanti un film innocuo, è un interessante ibrido tra horror e fantascienza dove la claustrofobica ambientazione spaziale offre spesso il fianco, come già succedeva in Alien, a soluzioni di sceneggiatura un po’ più sanguinose ed “infernali”. Event Horizon non è solo il nome della nave protagonista del film ma è anche la parola inglese per definire sia il “punto di non ritorno” (ovvero quando la forza gravitazionale diventa così forte che non è più possibile sottrarvisi) sia il limite oltre il quale, se non ho capito male, le leggi della fisica cessano di esistere (e se ho capito male abbiate pazienza ché io sono letteraria, non matematica o fisica); effettivamente, agli sfortunati personaggi succede di venire letteralmente inglobati e fatti prigionieri da una forza misteriosa alla quale non riusciranno a sottrarsi tanto facilmente e questo perché la nave che sono andati a salvare ha superato i limiti dello spaziotempo conosciuto diventando qualcosa di senziente, malvagio e molto pericoloso, un’entità che se ne infischia sia della fisica sia della realtà comunemente conosciuta. Il viaggio verso la Event Horizon diventa così per i protagonisti una discesa allucinata nei meandri della mente umana, dell’ambizione sfrenata che diventa follia, della realtà oscura e distorta che esiste dietro le fragili pareti della dimensione che conosciamo e delle paure più o meno irrazionali che tutti quanti ci portiamo dentro, con l’aggravante di essere ambientato in quello Spazio profondo dove “nessuno può sentirti urlare” e che quindi mette ancora più ansia, almeno a me.
Fermo restando che la pellicola poteva e doveva essere molto più visionaria (travagliate vicissitudini produttive hanno letteralmente mutilato Punto di non ritorno che, a quanto ho letto, doveva essere un’orgia di sangue di quasi tre ore, uno Shining in space ma ovviamente ben più zamarro; non a caso, Clive Barker era stato chiamato come consulente in pre-produzione!), è indubbio che Anderson in Punto di non ritorno abbia limitato un po’ la tamarreide che avrebbe caratterizzato i suoi lavori seguenti ma è anche riuscito nonostante tutte le difficoltà produttive a ricreare ambienti stranianti e mozzafiato; le prime sequenze ambientate nello spazio aperto, il lunghissimo corridoio zeppo di luci che collega i due vani principali della Event Horizon e il cuore della stessa nave, un inquietante giroscopio che all’occasione si apre su una liquida dimensione infernale, sono elementi che si fissano nella memoria dello spettatore nonostante l’ambientazione claustrofobica rischi alla lunga di risultare un po’ monotona. La componente horror o, almeno, quello che ne è rimasto, non è affatto male, anche perché gli effetti speciali del film sono in generale invecchiati benissimo; per volontà della Paramount il film è stato costretto a giocare di privazione e a centellinare il sangue per buona parte della sua durata, preferendogli visioni perlopiù spettrali e sottilmente inquietanti, ma verso la fine il regista sbraga comunque e colpisce allo stomaco lo spettatore con un “fantasioso” esperimento chirurgico, un folle video dal contenuto devastante e il trucco da pelle d’oca di un Sam Neill in formissima. Non sono da meno gli altri attori, ovviamente. Il cast all-star per una volta paga, forse anche perché nel 1997 la maggior parte dei coinvolti erano o all’apice delle loro carriere, come il già citato Sam Neill e l’imponente Laurence Fishburne, oppure dei carismatici giovani di belle speranze, come la delicata Joely Richardson o uno stempiato ma sempre figo Jason Isaacs, ancora lontano dai lunghi capelli biondi di Lucius Malfoy. In sostanza, Punto di non ritorno è un film imperfetto che non è riuscito a diventare cult ma che sicuramente ha tutti i mezzi per conquistare parecchi spettatori: a me è rimasta sicuramente l’insana curiosità di sapere COSA avrebbe potuto ancora rivelare il ventre oscuro della Event Orizon se non si fossero messi in mezzo i produttori ma anche la gioia di avere scoperto grazie alla passione per Ritorno al futuro una pellicola che forse da sola non avrei mai avuto occasione di guardare, quindi spero che il mio post invogli al recupero quelli tra voi che ancora ne ignoravano l’esistenza (e se potete andate a vedere il Museo di Ritorno al futuro, è zeppo di cose meravigliose)!
Del regista Paul W.S. Anderson ho già parlato QUI mentre Laurence Fishburne (Capitano Miller), Sam Neill (Dottor WilliamWeir), Kathleen Quinlan (Peters), Joely Richardson (Starck), Jason Isaacs (D.J.) e Noah Huntley (Edward Corrick) li trovate ai rispettivi link.
Richard T. Jones (vero nome Richard Timothy Jones) interpreta Cooper. Nato in Giappone, ha partecipato a film come Mezzo professore tra i marines, Il collezionista, Super 8, Godzilla e a serie come L'ispettore Tibbs, Ally McBeal, CSI: Miami, Numb3rs, Bones, Grey's Anatomy e American Horror Story. Anche produttore, ha 43 anni e quattro film in uscita.
Jack Noseworthy (vero nome John E. Noseworthy Jr.) interpreta Justin. Americano, ha partecipato a film come Alive - Sopravvissuti, Giovani diavoli e a serie come Oltre i limiti e CSI - Scena del crimine. Ha 46 anni e due film in uscita.
Dopo Mortal Kombat, Anderson voleva girare qualcosa di più adulto e gore, quindi ha rifiutato l'offerta di dirigere X-Men per dedicarsi a Punto di non ritorno che, come ho detto, alla fine è stato comunque tagliato di una buona mezz'ora. A parte questo, se Punto di non ritorno vi fosse piaciuto recuperate Moon, Solaris, Sfera, The Abyss, Leviathan e Il seme della follia. ENJOY!
mercoledì 18 luglio 2012
Biancaneve e il cacciatore (2012)
Trama: in un regno lontano, la malvagia strega Ravenna riesce a salire al trono uccidendo re Magnus dopo averlo sposato. La figlia di quest’ultimo, Biancaneve, viene rinchiusa in una torre, ma al raggiungimento della maggiore età riesce a fuggire prima che la strega decida di ucciderla in quanto “più bella del reame”. Per evitare di venire sconfitta, Ravenna mette sulle tracce della fanciulla un cacciatore, che non tarderà a prendere le difese di Biancaneve…
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Versione: merluzzo fresco di giornata sìori, venghino! |
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Versione berluscona, con le orecchie paraboliche |
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Versione: drogata scappata di casa con l'impepata di cozze sullo stomaco, lì lì per smarmottare |
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Versione: minchiaohcioé sto 'n bottissima...! Che, ce l'hai un saffi? |
Rupert Sanders è il regista della pellicola. Inglese, alla sua prima prova da regista, dovrebbe dirigere anche il seguito di Biancaneve e il cacciatore, annunciato ma ancora privo di una data di uscita.
Kristen Stewart interpreta Bianca Neve. Attrice (vabbé…) americana che non credevo sarebbe mai neppure entrata nelle mie solite “minimonografie” di fine blog, assurta al ruolo mondiale di divinità cinematografica e merluzzo.. ehm.. figa spaziale dopo l’insulso ruolo di Bella nell’insulsa saga di Twilight, ha partecipato anche ad altri film come Panic Room, The Messengers e Into the Wild. Anche produttrice, ha 22 anni e tre film in uscita, tra cui l’episodio conclusivo di quella minchiata dove i vampiri brillano e il probabile seguito di Biancaneve e il cacciatore.
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Versione: un tamarro dietro un angolo voleva in***armi la Vespa |
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Oh specchio, ma dove ce li hai gli occhi?? |
Johnny Harris interpreta il nano Quert. Inglese, ha partecipato a film come Gangster No.1, Rocknrolla, Parnassus – L’uomo che voleva ingannare il Diavolo, Dorian Gray e Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni. Ha 38 anni e due film in uscita.
L’ottavo nano, per citare una geniale trasmissione televisiva, è nientemeno che il figlio di Brendan Gleeson, Brian, mentre il principe William è interpretato da Sam Claflin, che in Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare interpretava il ragazzetto innamorato della sirena. Sempre rimanendo in tema di casting, vi interesserà sapere che sia Viggo Mortensen che Hugh Jackman erano stati interpellati per interpretare il Cacciatore ma hanno giustamente fatto una leva tanta all'intera produzione, mentre la carinissima Lily Collins è stata scartata in favore del merluzzo essiccato ma è poi finita ad interpretare Biancaneve nel sicuramente più trash ma tanto più simpatico e bello Mirror, Mirror di Tarsem Singh che, ovviamente, vi consiglio di recuperare! ENJOY!
giovedì 30 luglio 2009
Dark Floors (2008)
La trama: il padre di una bimba autistica decide di portarla via dall’ospedale dove la stanno curando, e per farlo si infila in un ascensore assieme ad un’infermiera che cerca di dissuaderlo e ad altri ameni personaggi. Peccato che quando l’ascensore si apre per farli uscire, i nostri si trovano davanti un ospedale vuoto, quasi in rovina e popolato da mostri mordaci e non certo amichevoli.
E questo è quanto. Regista e sceneggiatori cercheranno di intortarvi con paradossi spazio/temporali, simbologie di lotta tra bene e male, fenomenali poteri cosmici in minuscoli spazi vitali (ovvero block notes e pastelli a cera), ma non cascateci, non è vero nulla: c’è un ospedale vuoto, ci sono i mostri. Vogliamo uscire dall’ospedale, i mostri ci mangiano e non ci lasciano uscire. Aiuto. In breve, raramente ho visto un film più curato dal punto di vista formale e più raffazzonato da quello narrativo. In teoria la trama dovrebbe concentrarsi sulla ragazzina che, pur essendo autistica, o forse proprio per quello, chi lo sa, dovrebbe essere in grado di comunicare in qualche modo con i demoni che popolano questa sorta di limbo spazio-temporale in cui sembrano essere finiti tutti quanti, ospedale compreso. Dico in teoria, perché all’inizio il regista inquadra spesso i cupi e orrendi disegni che la bambina, incavolata nera per la mancanza del pastello rosso, continua imperterrita a fare sul suo block notes. Ma, sarà perché i disegni non si capiscono, sarà perché in effetti non ci azzeccano nulla, piano piano il film si sposta su un altro binario, per cui forse la ragazzina è una sorta di Gandalf che i demoni vogliono eliminare/mangiare/rapire (in realtà non si capisce cosa ci vogliano fare o se a loro freghi qualcosa..) o forse semplicemente è successo che i Lordi non sapevano più che pesci pigliare e avran pensato che tanto lo spettatore a quel punto era già bello e annichilito, assolutamente disinteressato alla questione. L’unica cosa certa è che lo sfasamento temporale c’è, ma il perché sia stato causato e perché all’interno di un limbo temporale si debba tenere un concerto dei Lordi è qualcosa che mi sfugge. Mah.
E voi direte “beh, però ci sono i Lordi che fan davvero paura”. Assolutamente no. Lo spettatore che guarda il film consapevole del fatto che i Lordi così conciati ci fanno i concerti, non può sperare di prendere sul serio ogni loro apparizione, con la fantasma Banshee troppo simile alla signora della biblioteca in Ghostbusters, l’uomo di sabbia che è praticamente identico all’Imothep de La Mummia con Brendan Fraser, e Mr. Lordi in persona che sfoggia nientemeno che due gigantesche ali di tenebra alla fine, gigioneggiando e ruggendo in maniera quasi imbarazzante mentre la bambina lo guarda con un misto di scazzo e pietà. Diciamo quindi che, nonostante gli effetti speciali si concentrino quasi esclusivamente sui membri del gruppo, i pezzi più inquietanti del film sono quelli in cui loro non compaiono, il che è tutto dire. Anche a tasso di gore stiamo davvero male per essere il film d’esordio di un gruppo di metallozzi così “cattivi”: una gamba smozzicata, qualche morto vivente e poco altro, e sottolineo che il tutto avviene fuori campo, non sia mai che gli spettatori si spaventino davvero. Spezziamo una lancia in favore degli attori? Assolutamente no. Tutti senza arte né parte, i personaggi potrebbero anche venire sterminati in massa, tanto nessuno ne sentirebbe la mancanza. Io sconsiglierei quello che alla fine è solo e semplicemente un interminabile video dei Lordi persino ai loro fan. Ma se volete farvi del male, accomodatevi.
Pete Riski è il regista di quest’immondizia, e ne è anche lo sceneggiatore. Prima dell’esperienza con i Lordi costui lavorava nel montaggio. Finlandese, ha 35 anni e ci auguriamo tutti che la sua carriera finisca qui.
Skye Bennet interpreta la ragazzina autistica, Sarah. Costei, pur essendo inglese, è una dei pochi giovani attori anglosassoni a non aver fatto almeno una comparsata nei film di Harry Potter. Tra i suoi film ricordo il carinissimo Ballet Shoes con Emma Watson e il remake di un caposaldo del trash, che prima o poi recensirò: It’s Alive, ovvero Baby Killer. La fanciullina ha 14 anni.
Noah Huntley interpreta il padre di Sarah, Ben. L’attore inglese, attivo principalmente in serie televisive, ha partecipato a film come 28 giorni dopo e Le cronache di Narnia: il leone, la strega e l’armadio. Ha 35 anni e un film in uscita.
Ronald Pickup interpreta l’inutile e pseudomisterioso vecchiaccio Tobias. L’attore inglese è un veterano del piccolo e del grande schermo, e tra le sue pellicole rammento Il giorno dello sciacallo, Mai dire mai, Mission, Lolita (quello del 1997), Evilenko. Ha recitato nelle serie televisive Doctor Who e Matlock, ha 69 anni e un film in uscita.
William Hope interpreta il “simpaticissimo” Jon. A differenza della maggior parte del cast, formato da inglesi, questo attore è canadese, e tra i suoi film ricordo Aliens – Scontro finale, Hell Bound – Hellraiser II, prigionieri dell’inferno, Il santo, XXX. Ha 54 anni e due film in uscita tra cui un film che aspetto con bava alla bocca: lo Sherlock Holmes di Guy Ritchie con Robert Downey Jr. e Jude Law!!
E ora non posso fare altro che lasciarvi con la canzone che ha iniziato tutto questo scempio.. Hard Rock Hallelujah direttamente dall’Eurocontest 2006!! ENJOY e fateve due risate!