mercoledì 23 maggio 2018

Dogman (2018)

Già mi aveva attirata dal trailer, in più si è aggiunta la Palma come miglior attore a Marcello Fonte, quindi lunedì sono andata sola soletta al cinema a vedere Dogman, diretto e co-sceneggiato dal regista Matteo Garrone.


Trama: Marcello, uomo piccolino e mite, gestisce un salone di bellezza per cani ed è benvoluto da tutto il vicinato. Per sbarcare il lunario, l'uomo talvolta spaccia eroina e il suo maggiore cliente è il violento ed instabile ex pugile Simone, delinquente che vive della paura che instilla agli altri, pronto a distruggere la vita di Marcello per un capriccio...



La storia del "delitto del Canaro" è una delle pagine di cronaca nera più truculente d'Italia. Basta leggerne i dettagli su Wikipedia per farsi un'idea di quanto sarebbe facile ricavarne un horror splatter (a questo ci sta pensando Sergio Stivaletti, pare) invece Garrone, che pur con Il racconto dei racconti aveva dimostrato di saper ben padroneggiare sangue e orrore, ha scelto di giocare di sottrazione e soffermarsi sul lato umano della vicenda, di mostrare cosa porta un uomo buono e mite a prendersi con la forza la propria rivalsa. E in effetti Marcello, con tutte le sue imperfezioni, è davvero una brava persona, lo capiamo fin da subito: ama gli animali al punto da rischiare di finire in carcere per loro, adora la figlia, salva le chiappe all'uomo che tutti, nel quartiere, vorrebbero vedere morto. E' vero, Marcello talvolta vive di espedienti, però lo fa soltanto per riuscire a regalare una vita migliore alla figlioletta, anche perché lui stesso cerca di condurre un'esistenza semplice fatta di partitelle di calcio con gli amici, immersioni subacquee e interazione con gli amati cani, tutto racchiuso nella cornice di periferia della Magliana. Anche il suo legame con Simone, ex-pugile violento e completamente fuori di testa, probabilmente nasce dal desiderio di proteggere il proprio piccolo universo felice, in quanto Marcello, propiziandosi l'amicizia di un uomo così temuto e pericoloso, dovrebbe di regola vivere da "privilegiato" e talvolta ricevere le briciole dei bottini di costui; la verità è che Simone è una bomba ambulante, che fa solo il suo interesse e non si fa scrupoli a metterla nello stoppino agli altri, e questo Marcello lo proverà sulla sua pelle quando Simone deciderà di coinvolgerlo in una rapina troppo audace... solo per usarlo come capro espiatorio. Il cortocircuito mentale è tanto rapido quanto doloroso: in un attimo Marcello perde tutto ciò che rende sopportabile la vita di periferia, perde il rispetto, l'amicizia, la dignità davanti agli occhi della figlia, il tutto per colpa di un uomo che è meno di una bestia, peggiore del più selvaggio dei cani, qualcuno che sarebbe meglio non esistesse neppure. Più che sul desiderio di vendetta, Garrone punta maggiormente sulla follia di un uomo disposto a tutto pur di ripristinare lo status quo e recuperare la stima di vicini e amici, sul terrore soffocante di rimanere veramente soli al mondo, sulla paura che ci porta a compiere ciò di cui non credevamo fossimo capaci, anche solo per difenderci. E' la paura, infatti, a condannare Marcello, che a causa di essa prende (si può dire quasi involontariamente?) un sentiero dal quale è impossibile tornare indietro.


Quella di Dogman è una moderna storia di "vinti", di persone relegate ai margini della società e di un ambiente sociale che comunque, per quanto "selvaggio", ha delle regole da rispettare se non si vuole venire buttati fuori a calci e questo vale per criminali e non. Garrone rappresenta questo ambiente filtrandolo attraverso i toni del grigio e del marrone, colori che rendono quello della Magliana un paesaggio quasi alieno, venefico, dove persino l'acqua sembra essere inquinata; gli sparuti negozi e le attività che costellano questo angolo di mondo contribuiscono ulteriormente ad aumentare la sensazione di squallore e povertà che colpisce lo spettatore fin dall'inizio del film e l'unico luogo che pare immune da questo effetto "malato" è il fondale marino che tanto affascina Marcello e la figlioletta, emblema di libertà e unione familiare, baciato dal sole e da un azzurro naturale, non da cartolina. E se gli ampi campi lunghi che abbracciano la periferia mettono angoscia, non da meno sono i primi piani. Che siano cani o persone, la cinepresa di Garrone ne indaga le emozioni o la totale assenza di esse, affidandosi completamente alla bravura dei due interpreti principali. Ora, in tutta onestà, guardando il trailer e (non me ne voglia) vedendo le interviste di Marcello Fonte ho avuto delle titubanze, ché l'idea di andare al cinema e non capire una mazza di quello che si dicono i personaggi, interpretati peraltro da attori quasi alle prime armi, mi arride sempre pochissimo... ma la verità è che è bastato vedere Fonte in scena i primi cinque minuti per rimanerne conquistata. L'attore non ha davvero bisogno di parlare per esprimere tutto ciò che il suo personaggio si porta dentro, basterebbero le scene in cui Marcello rimane in silenzio sulla barca con la figlia, quando è costretto a inghiottire il terrore davanti al poliziotto oppure quando si ritrova schiacciato dal peso delle proprie azioni nello splendido finale per confermarne la bravura, e il mostruoso Simone di Edoardo Pesce non è da meno; pura macchina di brutale terrore, Simone mette angoscia dall'inizio alla fine, consentendo allo spettatore di immedesimarsi ancora più nel povero Marcello e di provare pena non solo per il protagonista ma anche per chi è costretto a vivere nel terrore di un essere simile, povera madre compresa. Quindi sì, Dogman è bello come hanno detto tutti i più grandi critici e sono davvero felice che Marcello Fonte abbia portato a casa la Palma d'Oro. Non fatevi schiacciare dagli stessi pregiudizi che hanno rischiato di lasciarmi a casa, per carità, e correte a vedere Dogman al cinema prima che lo tolgano!


Del regista e co-sceneggiatore Matteo Garrone ho già parlato QUI.

Marcello Fonte interpreta Marcello. Calabrese, ha partecipato a film come Io sono tempesta e ad episodi della serie La mafia uccide solo d'estate. Ha 40 anni.


Edoardo Pesce interpreta Simone. Nato a Roma, ha partecipato a serie quali Un medico in famiglia, Romanzo criminale - La serie, I Cesaroni e Il cacciatore. Ha 39 anni.




18 commenti:

  1. Piaciuto moltisismo, nonostante gli manchi qualche guizzo, soprattutto nella seconda metà. :)

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    1. Io mi sono lasciata parecchio trasportare dalle interpretazioni invece. Conoscendo già la storia, non mi aspettavo chissà quali stravolgimenti o "guizzi" particolari :)

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  2. Lo voglio proprio vedere, mi interessa la trama e mi piace Garrone.
    Mi piace anche ciò che ha fatto, ossia quel che racconti tu: lavorare sull'umanità, sui risvolti psicologici.
    Guarda, se c'è un genere di persona che odio, è proprio quello di cui fa parte il pugile. Gente cattiva che pensa solo a sé. Se è stato ucciso sono contento, spero nel peggior modo possibile tra l'altro.

    Moz-

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    1. Letto ora del caso di cronaca: oddio, anche l'assassino non era uno stinco di santo. Drogato, ladro... certo il pugile lo aveva "sottomesso", ma non è un personaggio mite che voleva stare per i cazzi suoi come invece lo racconta Garrone.
      Quindi... sono contento di come sono andate le cose solo all'interno di questo film, non nella realtà :)

      Moz-

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    2. Sì, la cronaca racconta un'altra storia, per di più già "gonfiata" dai deliri di un matto col cervello spappolato dalla droga.
      Garrone, come ho detto, ha evitato tutto quello che farebbe felice la D'Urso e la cronaca nera, realizzando un'opera triste e delicata, da vedere.
      Anzi, corri a vederlo suBBito!

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  3. Non sapendo nulla della storia de Er Canaro, dal trailer temevo violenza sui cani. Poi per radio mi han spiegato tutto e mi han messo paura, poi, infine, ho affrontato tutto e sono andata al cinema, trovando una violenza diversa. Sì, meglio mettere a tacere certi pregiudizi, che Dogman è davvero un gran film, e la voce e lo sguardo di Fonte restano indimenticabili.

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    1. Io dal trailer avevo più o meno intuito che le vittime non sarebbero state cani ma non conoscevo la storia de Er Canaro, come te, e diciamo che ne sono rimasta abbastanza angosciata benché sia per gran parte frutto dei deliri di un matto.
      Detto questo, l'approccio di Garrone l'ho davvero adorato e, nonostante ami l'horror, sono contenta che non ve ne sia traccia in questo film :)

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  4. La tua recensione ha dissolto gli ultimi miei dubbi. Sembra veramente un bel film, se ci riescono questo fine settimana lo vorrei andare a vedere.

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    1. Visto il premio che ha vinto spererei che i cinema non siano tanto cretini da toglierlo ma corri appena puoi! :)

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  5. Adremo a vederlo la prossima settimana, per fortuna il premio a Cannes lo mantiene in cartellone ancora una settimana. Non mi ricordo molto di quella storia, anche per questo mi farà piacere ripassarla.

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    1. Qui lo hanno riproposto per una settimana ancora fortunatamente. Forse sta avendo il successo che merita :)

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  6. Se fossi stato delle tue parti, ti avrei accompagnato io! Io non sono ancora andato perché non trovo nessuno :P

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    1. Quando inventeranno il teletrasporto saremo tutti più felici XD
      Comunque vai anche da solo, che merita!

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    1. Dipende. La storia der Canaro è risaputa quindi sono scesa un po' più nei dettagli rispetto al solito!

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  8. "Dogman" e "I segreti di Wind River", attualmente sono i due film più belli di questo 2018. entrambi spietati, ma condividono comunque un finale di rarà potenza.

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    1. Ho preferito il primo al secondo, inaspettatamente. Sono comunque entrambi pura poesia e meritevoli di essere visti :)

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