domenica 13 maggio 2018

Killing Ground (2016)

Sempre grazie ai suggerimenti di Lucia giunti sotto le feste di Natale, ho recuperato anche Killing Ground, diretto e sceneggiato nel 2016 dal regista Damien Power.


Trama: Una coppia va in campeggio in un'impervia zona australiana e si ritrova a fare i conti con due cacciatori locali stufi delle solite prede a quattro zampe.



Ah, l'Australia. Terra sconfinata di bush, misteriose leggende, canguri saltellanti, zone in cui non prende il cellulare manco a morire, dove nessuno può sentirti urlare e dove il maniaco di turno non si fa scrupoli a volgere a proprio vantaggio tutte le scomodità che devono affrontare i turisti, l'isolamento in primis. Dopo Wolf Creek, Dying Breed e altri esponenti dell'ozploitation è arrivato anche Killing Ground, di base assai simile ai suoi sanguinosi cugini ma diverso per un paio di scelte a livello di montaggio e approfondimento psicologico dei due protagonisti. Anche qui c'è la coppia di turisti che si ritrova a dover affrontare un paio di bushman pronti a sfogarsi contro i "benestanti" stranieri che decidono di portare le loro arroganti chiappe in terra australiana, tuttavia questo non è l'unico filo da cui si dipana la trama; il montaggio alterna senza soluzione di continuità le vicende di Ian e Sam (coppia numero uno) a quelle di un'altra famiglia composta da genitori, figlia adolescente e bimbetto che ha appena iniziato a camminare, affiancando due diversi piani temporali che arrivano ad unirsi in maniera deflagrante più o meno a metà pellicola. La "solita" storia dei turisti trasformati in prede viene messa in scena in maniera glaciale e distaccata, senza l'ironia e il gusto per lo splatter spettacolare che era appannaggio della serie Wolf Creek e quindi ancora più pesante da digerire per lo spettatore, costretto ad assistere ad omicidi compiuti con un atteggiamento di menefreghismo assoluto, in piena luce, oppure ad immaginare agghiaccianti efferatezze che colpiscono il cervello sia con un campo lungo di potenza devastante sia con un semplice, allucinante suono capace di rivoltare lo stomaco a chiunque abbia un briciolo di sensibilità in corpo. Il resto del film mette in scena scelte già viste, tuttavia si fa ricordare per un'altra particolarità.


Sin dall'inizio Killing Ground ricorda un po' il devastante Eden Lake, soprattutto per quel che riguarda il rapporto tra i due protagonisti, dolce coppietta in procinto di sposarsi e ovviamente innamoratissima. Anche qui, verso il finale, è la donna a tirare fuori le palle e manifestare una durezza di carattere, un coraggio e uno sprezzo del pericolo tali da poter condurre ad una risoluzione catartica; a differenza di Eden Lake e di tanti suoi emuli, tuttavia, l'uomo della coppia si dimostra terribilmente umano e ben lontano dai modelli di maschio alfa che si lanciano a testa bassa in difesa della bella in pericolo. Nel corso del film Ian prenderà delle scelte discutibili che tuttavia, per la prima volta in vita mia, mi hanno portata ad empatizzare con il protagonista di un film horror riconoscendole come qualcosa che chiunque (me compresa) potrebbe fare presa dal terrore e da un banalissimo calcolo delle probabilità: ha più senso che io, dottore mezzo pippa e disarmato, attacchi una bestia armata di fucile rimediando un colpo in testa se va bene oppure la "gioia" di vedere la mia amata violentata e sventrata non necessariamente in quest'ordine prima di crepare, oppure che cerchi di rubare la macchina al bruto diversamente impegnato, tentando di raggiungere il più vicino posto di polizia? Comunque vada, io ve lo dico, il risultato sarà comunque un nulla di fatto ma finalmente mi è capitato di assistere ad una reazione verosimile all'interno di un horror e ciò ha fatto sì che venissi ancor più coinvolta dalla terribile vicenda narrata. Quindi, se vi piacciono gli ozploitation, consiglierei di recuperare anche Killing Ground... chissà che non vi serva per sopravvivere (o almeno provarci...) nel corso di un eventuale viaggio in Australia!

Damien Power è il regista e sceneggiatore della pellicola, al suo primo e finora unico lungometraggio. Australiano, è anche attore.


Stephen Hunter, che interpreta Chris Armstrong, ha partecipato alla trilogia de Lo Hobbit nei panni di Bombur ed è stato la stupenda meteora Ritchie nei primi episodi della seconda stagione di Wolf Creek mentre Ian Meadows, che interpreta Ian, era nel cast di Scare Campaign. Detto questo, se Killing Ground vi fosse piaciuto potete recuperare i già citati Wolf Creek, Wolf Creek 2, Dying Breed, Eden Lake e magari aggiungere anche L'ultima casa a sinistra. ENJOY!


2 commenti:

  1. Guarda, già che mi hai detto che ci sono scelte LOGICHE e PLAUSIBILI, ossia non quelle sequenze che ti snervano perché assurde, è un punto a favore di questo film^^

    Moz-

    RispondiElimina

Se vuoi condividere l'articolo

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...