domenica 3 febbraio 2013

Sukiyaki Western Django (2007)

Dopo aver visto un Django in versione italiana e un altro in versione americana, non potevo esimermi dal guardare anche l'omaggio al western del folle regista Takashi Miike, Sukiyaki Western Django (スキヤキ・ウエスタン ジャンゴ - Sukiyaki uesutan Jango-), da lui diretto nel 2007. 


Trama: in un villaggio conteso tra due bande rivali arriva un abilissimo e solitario pistolero. Ovviamente entrambe le fazioni cercheranno di accaparrarsi il suo aiuto promettendogli oro e ricchezze... 


Ogni volta che finisco di vedere un film diretto da Takashi Miike rimango letteralmente a bocca aperta. Sconvolta, perplessa, indecisa se urlare al capolavoro o strillare alla ca**ata trash. Il mio animo occidentale si ribella al japanenglish utilizzato dagli attori, alla loro recitazione caricaturale ed impostata, ai rumori da comica, agli abiti e alle capigliature da zingari portati con disinvoltura dai membri delle due bande e a tutto il corollario di scene al limite del grottesco che infarciscono Sukiyaki Western Django... ma d'altra parte il mio cuore giapponese esulta proprio davanti a queste stesse cose e mi ricorda che i bambini nipponici crescono ascoltando e vedendo di continuo pacchianate come questa quindi cerco di mettermi nei panni di questo meraviglioso popolo che tanto amo e trovare la normalità dove la mia cultura mi impone di percepire solo stranezza. Ovviamente, se non riuscite a sopportare l'idea di vedere uno sceriffo che parla con le sue due diverse personalità e si prende a schiaffi da solo, dei proiettili che colpiscono i nemici in base a come soffia il vento, un balletto sensuale scandito dal suono di un didgeridoo, un guerriero che ci prova col boss travestendosi da donna dopo che un colpo di pistola gli ha fatto saltare gli zebedei e tante, tante altre cosette più o meno trash, non andate avanti a leggere la recensione, tanto Sukiyaki Western Django non fa per voi!


Il film, come si evince dal titolo, è un incredibile e sfacciatissimo melting pot di generi e stili narrativi. Il sukiyaki infatti è un piatto giapponese dove viene messo praticamente di tutto, a partire dagli spaghetti (appunto!) giapponotti, carne, funghi, un mix di verdure, tofu, salsa di soia, mirin, uova sbattute e zucchero. All'inizio del film vediamo il "muso" ispiratore Tarantino ingegnarsi abilmente per procurarsi l'uovo nel bel mezzo di un selvaggio west che sembra proprio il palco di un teatro giapponese (con tanto di fondale dipinto) e durante un esilarante flashback lo sentiamo lamentarsi del fatto che il piatto è troppo dolce... ma questo, al di là dell'immenso piacere di vedere recitare l'autoproclamatosi otaku Quentin è un altro modo trovato da Takashi Miike per ribadire la dualità della sua opera e il modo in cui occidente e oriente si mescolano continuamente all'interno della trama. Sukiyaki Western Django, in effetti, è sì un omaggio al film di Corbucci (tanto che un personaggio viene impalato con la stessa croce che si vede nel finale di Django) e un ringraziamento a Tarantino per il suo Kill Bill (che viene citato più volte, per la firma di Bloody Benten e per il rapporto tra il pistolero Piringo e una giovane Ruriko, che tanto ricorda quello tra Bill e La Sposa) ma è anche un film che si basa sull'epico Heike Monogatari, opera giapponese che racconta appunto della battaglia tra i due clan rivali Taira e Minamoto. Tra riferimenti alla guerra delle due rose, cosa che porta il capo dei rossi a ribattezzarsi, molto shakespearianamente, Henry, e un improbabile retroscena sull'infanzia del nostrano Django, l'animo del film si riconferma quindi nipponico e richiama alla mente La sfida del samurai, uno dei tanti capolavori di Akira Kurosawa, poi rifatto in chiave western da Sergio Leone con Per un pugno di dollari.

クエンチン・チャンはかわいいです!
Per quanto riguarda la realizzazione di Sukiyaki Western Django, bisognerebbe tapparsi le orecchie per non sentire parlare gli attori e sopportare stoicamente un paio di fastidiosissime scene di stupro...  ma regia, fotografia e montaggio sono un trionfo. Molto vivaci ed importantissimi i colori, sia per distinguere ovviamente i due clan rivali (dotati anche di un diverso stile di abiti, con i bianchi più "fighetti" e i rossi più straccionati) che per una sorta di simbologia: soprattutto verso il finale, una stupenda quanto improbabile nevicata ricopre di bianco, il colore della morte per i giapponesi, l'intero villaggio e da il la all'ultimo duello, dove le macchie di sangue sembrano fiori rossi. Il rosso è il colore del sangue, dell'amore e delle rose striate di bianco che diventeranno l'eredità del piccolo Heiachi, mentre quella favoleggiata montagna d'oro per cui il villaggio è stato stretto nella morsa della disperazione e della morte assume un colore giallo quasi malato, ininfluente e disgustoso come una macchia di pipì sulla neve. Stupendamente coreografati i combattimenti, sia che abbiano per protagonisti il pistolero misterioso e la furiosa Bloody Benten, sia che mostrino le persone crivellate dai colpi della storica mitragliatrice nascosta nella bara, sia che prevedano l'utilizzo (anche troppo breve, ahimé!) di un'elegante katana... e voto undici anche alla scelta di raccontare il passato di Bloody Benten come se ci trovassimo di fronte ad un trailer grindhouse o ad un violentissimo e cupo anime giapponese, come già aveva fatto Tarantino per l'infanzia di O-Ren Ishii. Insomma, senza rovinarvi ulteriormente la visione con degli spoiler; questo Sukiyaki Western Django è da vedere assolutamente, sia che siate fan di Tarantino, sia che siate fan di Takashi Miike e del suo incredibile modo di fare cinema. Alla fine anche voi, come ho fatto io, piangerete commossi all'udire il tema portante di Django cantato in lingua giapponese!


Del regista e co-sceneggiatore Takashi Miike ho già parlato qui, mentre Quentin (che interpreta l’improbabile pistolero Piringo!) lo trovate qua.

Masanobu Andô interpreta Yoichi. Giapponese, ha partecipato ai film Battle Royale e Kids Returns. Ha 37 anni e un film in uscita.


Kaori Momoi interpreta Ruriko. Giapponese, ha partecipato a film come Kagemusha – L’ombra del guerriero e Memorie di una geisha. Anche regista, sceneggiatrice e produttrice, ha 60 anni.


Alle mangofile come me il nome Kôichi Satô, l’attore che interpreta Kiyomori/Henry, non dovrebbe risultare nuovo. Non scervellatevi, vi aiuto io. Ricordate il gestore del Jackson Hole, il pub preferito da Hachi e soci nello stupendo Nana di Ai Yazawa? Ecco, è un personaggio comparso pochissimo ma sicuramente “bucava la pagina”, per così dire, e si chiamava proprio così! Facezie a parte, se Sukiyaki Western Django vi fosse piaciuto (e spero vivamente che la Dynamic faccia uscire in DVD la versione integrale perché quella internazionale ha parecchie scene tagliate, tra cui quella in cui Benkei concupisce Yoshitsune) consiglierei la visione di Django, Django Unchained e Per un pugno di dollari. ENJOY!!

12 commenti:

  1. Vorrei tanto vederlo, anche per la partecipazione di Quentin, che aveva Django nel sangue.

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    1. Guardalo perché merita davvero.. e la partecipazione di Quentin è la chicca che lo rende ancora più prezioso!

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  2. Un bel melting pot del citazionismo questo film, nel mio caso si è divertito sia il mio io occidentale che quello mangofilo.

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    1. D'altronde, tutte le volte che sento il nome Akira, il mio cuore di otaku esulta XDXD

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    2. Forse l'unico film di Miike che mi ha veramente annoiato. Forse lo dovrei rivedere, ma per ora non ne ho la forza.

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    3. Davvero?? Io rimango sempre talmente "scioccata" che non ho tempo di annoiarmi XD

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  3. Io ho da poco recensito Ichi the Killer, il mio preferito del Miike! Questo mi manca ma lo recupererò molto presto, visto che mi pare sia recentemente uscito in dvd da noi! Miike è un BOSS! Se non l'hai già visto, recupera anche Yattaman, straordinario!

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    1. Non vorrei dire una stupidaggine ma il DVD è uscito proprio in questi giorni, edito dalla Yamato.
      Ichi the Killer mi manca e anche Yattaman, ma presto o tardi i film di Miike me li guarderò tutti, mi piace troppo il suo stile!!

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  4. mai divertito così tanto nel vedere un film! Capolavoro del trash, ma di quel trash fatto con gran classe!

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    1. Io mi ero divertita di più a vedere The Happiness of the Katakuris, ma anche questo Sukiyaki è molto gustoso :PP

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  5. Me l'ero perso! Io su questo genere di film giapponesi trash ho sentimenti molto misti, però a modo suo mi ispira...

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    1. Questo è davvero stranino, eh. Forse un po' sanguinolento per te da quel che dici, però una visione la merita, anche solo per Quentin *__*

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