Trama: vent'anni dopo la fuga di Renton da Edimburgo, il vecchio Mark torna a casa a seguito della morte della madre. Lì si riunisce a Spud, la cui vita è stata distrutta dall'eroina, e Sick Boy, ora gestore di un pub e colmo di risentimento per il tradimento dell'ex amico, mentre la minaccia di Begbie, appena evaso dal carcere e altrettanto infuriato con Renton, si fa sempre più pressante.
C'è una cosa, in vent'anni, che Renton non ha mai smesso di fare: correre. L'ex tossico che nel 1997 correva per fuggire dalla sicurezza di un grande magazzino, dopo due decenni lo fa su un tapis roulant, per mantenersi in forma, ma i risultati disastrosi sono sempre i medesimi. Si può continuare, per vent'anni, a correre cercando di sfuggire al passato che tenta di venirti a mordere le chiappe, alla nostalgia dei "bei tempi andati", alle dipendenze sbagliate, ad un destino che pare segnato per sempre? Chissà. Probabilmente sono le domande che si è posto Danny Boyle, al quale la cVitica non ha mai smesso di rinfacciare come dopo Trainspotting non avesse più azzeccato un film o quasi, terrificante The Beach in primis, ed eccolo quindi tornare dietro la macchina da presa per raccontarci le vicende di Renton e soci, in una zampata di nostalgia canaglia che ti prende proprio quando non vuoi. Ma attenzione, perché Boyle ha utilizzato un approccio subdolo e, se vogliamo, anche un po' ipocrita/paraculo ma perfettamente in linea con la tristezza dei personaggi della pellicola e, soprattutto, con la tristezza malinconica del pubblico pagante. Quella generazione di trentenni quasi quarantenni che piangono, me compresa, beninteso, gli anni '80, i vecchi film, i vecchi libri, le vecchie sceneggiature, i vecchi calciatori, i vecchi attori, la vecchia moda, i vecchi amici, le serate passate a "parlare invece che mandarsi messaggi su whatsapp o su facebook" e i cui esponenti si trincerano dietro tutti i loro preziosi ricordi manco il passato fosse stato tutto rose e fiori, zeppo di felicità. Ancora una volta, a buona parte di noi manca giusto di spararsi dell'eroina in vena ma per il resto siamo identici a Renton, Spud, Sick Boy e Begbie, un branco di tristi figuri che nella vita non sono riusciti a combinare nulla se non riproporsi, sempre identici a loro stessi, cambiando giusto genere di dipendenza ma lo stesso incapaci di staccarsi da un passato diventato sempre più mitico nelle loro teste. Lo scegli la vita di un tempo, beffardo insulto ad una pubblicità progresso inglese, è diventato un invito a guardare avanti, a staccarsi dal passato e da un presente fatto di ca**ate per concentrarsi su ciò che si vuole davvero, sulle cose, banalmente, importanti come gli affetti veri, che rischiano di passare in un attimo e non tornare più, lasciando solo delle ombre sul muro (che scena, quella!) e dei crudeli rimpianti. Accogliere il passato solo se ci consente di guardare al futuro con occhi diversi, questo sembra volerci urlare Danny Boyle, in ogni fotogramma.
Prima parlavo di ipocrisia/paraculaggine del regista ma in sostanza sono io che non so bene definire la sensazione provata guardando T2. Gli omaggi al primo film ci sono, e in abbondanza, al punto che quando non vengono riproposte intere sequenze ne arrivano altre a proporre varianti minime, quando non c'è la scenografia a tirarci un cazzotto fortissimo allo stomaco (quella maledetta camera di Renton, sempre identica, o il paesaggio scozzese immutato accanto alla fermata del treno) ci pensano dei bastardissimi accenni a quell'incredibile colonna sonora di vent'anni fa oppure dei remix creati ad hoc. Quando non c'è il sorriso mangiam**da di un Ewan McGregor che non sembra invecchiato nemmeno di un giorno arrivano i capelli ossigenati di Sick Boy, almeno i pochi che non sono andati in piazza. Quando non basta tutto questo, c'è la scrittura disordinata di un Ewen Bremner che da solo spezzerebbe il cuore ad un sasso, perché Spud nel primo film sarà anche stato un indegno cogl**ne ma vedere un VECCHIO indegno cogl**ne che è riuscito a sputtanarsi 4.000 sterline in eroina sprofondando negli abissi più abietti della società, abbiate pazienza, mi magona. Quindi, tornando all'"ipocrisia/paraculaggine" di Danny Boyle, forse sarebbe meglio definirla come un tentativo di riversare sullo spettatore le stesse sensazioni scomode ma condivisibili provate dai protagonisti, spingendoli ad esaltarsi come Begbie quando gli viene ricordata l'ormai mitica faccenda del boccale di birra lanciato alla cieca dal soppalco di un pub: al netto dei ventenni che popolavano la sala, i quali probabilmente avranno sentito parlare del primo Trainspotting senza nemmeno averlo visto e chissà cosa si saranno aspettati da questo film, T2 farà breccia essenzialmente nel cuore di chi ha amato il capostipite comprendendone comunque il gioco sottile e di chi ha pregato ardentemente per un sequel che non ne fosse una fotocopia pedissequa. I tempi di Trainspotting non possono più tornare, viene ribadito persino all'interno della pellicola, qualcuno (ma non vi dirò chi tra Renton e gli altri) lo ha capito, qualcun altro non lo capirà mai, qualcun altro accoglierà T2 col sorriso che merita e si asciugherà le lacrime di nostalgica commozione (qui mi tocca alzare la mano) per poi guardare avanti, lasciando i nostri amatissimi tossici ad un destino che è solo il loro, com'è giusto che sia.
Del regista Danny Boyle ho già parlato QUI. Ewan McGregor (Renton), Ewen Bremner (Spud), Jonny Lee Miller (Simon/Sick Boy), Robert Carlyle (Begbie), Kelly MacDonald (Diane) e Shirley Henderson (Gail) li trovate invece ai rispettivi link.
Comunque loro sono sempre due begli ometti, eh. |
Inizialmente ne ho letto malissimo, ora cominciano ad uscire un sacco di recensioni di malinconici quasi entusiasti.
RispondiEliminaResta la paura di vederlo. ;)
Io come al solito non ho letto nulla, sono andata a cuor leggero pur aspettandomi il peggio schifo. Invece sono uscita felicissima, per quanto possibile col magone da dieci chili che mi stringeva la gola XD
EliminaChe dire: la vedo come te.
RispondiEliminaTe l'avevo detto che era un gran bel film.
E' la degna continuazione del primo capitolo.
Paraculo? Diciamo che sa quali corde toccare, in modo che i fan non dicano "però questo perché non lo hai detto/mostrato?"
Ha detto e mostrato tutto, senza ruffianerie.
Per me, gran film.
Non vedo l'ora che esce in homevideo che devo metterlo accanto al dvd di Trainspotting :)
Moz-
Anche io spero esca presto in home video, ho già voglia di rivederlo :) Forse non era un film necessario da realizzare, probabilmente non è servito a una cippa mostrare Renton e soci oggi, comunque sono contenta di averlo visto!
EliminaPrima il primo.
RispondiEliminaSarebbe meglio, sì XD
EliminaHo ancora un po' di timore a vederlo, però la tua opinione mi sembra parecchio incoraggiante. ;)
RispondiEliminaMa perché avete tutti così tanta paura? A me viene da ridere perché quando lo guarderete vi vergognerete di essere così nostalgici e timorosi del futuro, così com'è successo a me!
EliminaE', semplicemente, un film attualizzato ai nostri tempi... la paraculaggine e la nostalgia ovviamente ci sono, ma ripeto che un sequel del genere non poteva essere fatto che così. A me è piaciuto parecchio :)
RispondiEliminaAnche a me, assolutamente. E' uno dei pochi sequel che non mi ha fatto passare la voglia di vivere!
EliminaPiù che altro per me i rimandi erano davvero troppi, tanto da vivere unicamente di luce (auto)riflessa, e il primo tempo è totalmente inesistente :/ mi spiace, ma per me è no...
RispondiEliminaI rimandi erano tanti davvero ma, come ho detto, a mio avviso erano voluti proprio per una questione di discorso legato alla glorificazione errata del passato.
EliminaE in generale il film mi ha entusiasmato allo stesso modo per tutta la sua durata :)
Oh beh, sono totalmente d'accordo :)
RispondiEliminaMa sai che più passano i giorni e mi sta arrivando la voglia di rivederlo. Quasi quasi, a tempo perso ci torno al cinema XD
Ci pensavo ieri per il cinema a 2 euro. Il problema è che c'era mai tanta gente da farmi passare la voglia >.<
EliminaBella sintesi, cui concordo.
RispondiEliminaConsidera che quando vidi Trainspotting la prima volta, avevo già trent'anni, una moglie un figlio e il lavoro che mi occupava tutto il tempo, per cui vedere dei ventenni che correvano per fuggire dalle proprie scemenze mi diede nostalgia del tempo in cui avevo la vita davanti e non sapevo che farmene... e non erano passati 10 anni.
Figurati ora che ne ho cinquanta, i figli grandi e la testa spelata, che sensazione posso provare a vederli invecchiati e falliti: voglia di tornare a correre per scappare dalle proprie responsabilità... e una lacrimuccia che scende, pensando che il tempo passato non torna più...
Che bello però vedere che lo stesso film, a seconda dell'età di chi lo guarda, cambia drasticamente il modo in cui viene percepito. Anche io che ora ne ho 36 mi sono un po' magonata, però: speravo che gli amici "scemi" qualcosa di buono nella vita lo avessero fatto...
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