venerdì 10 marzo 2017

The Autopsy of Jane Doe (2016)

Altro giro, altro horror preso paro paro dalla classifica di Lucia e consigliatomi anche dall'amico Roberto! Oggi si parla di The Autopsy of Jane Doe, diretto nel 2016 dal regista André Øvredal e uscito proprio l'8 marzo in Italia.


Trama: sul luogo di una strage familiare viene ritrovato il cadavere di una donna che, apparentemente, non ha nulla a che vedere con le dinamiche della tragedia. Per comprenderne il mistero, il cadavere viene affidato agli anatomopatologi Tommy ed Austin Tilden, padre e figlio che si ritrovano così a dover gestire qualcosa che va oltre le loro competenze...



Ultimamente mi capitano sotto mano horror che, per quanto siano bellissimi, non riescono proprio a mettermi paura, a meno che non ricorrano al sempre valido "trucco" del jump scare piazzato ad arte. Per intenderci, non è che guardando Train to Busan non mi sia venuta ansia per i protagonisti quando gli zombi li attaccavano, oppure che non me la sia fatta sotto all'idea di una madre e una figlia perseguitate dai djinn nel bellissimo Under the Shadow, ma l'aria di minaccia che ho respirato fin dall'inizio di The Autopsy of Jane Doe è cresciuta e si è sedimentata in maniera particolare, tanto che ad un certo punto mi è venuta persino voglia di andarmi a fare un giro e lasciare i Tilden alle prese con l'inquietante cadavera. Senza fare spoiler, ché io basandomi sugli stessi indizi che sto per scrivere ero arrivata ad una conclusione completamente errata, questa Jane Doe così perfetta all'esterno e maciullata dentro, talmente gnocca che persino con la lingua mozzata e l'occhio vitreo risulta trecento volte più figa di quanto potrei mai essere io truccata di tutto punto, puzza di camurrìa lontano un chilometro. Lo sa bene Øvredal, che non lesina inquadrature del volto della fanciulla, di mani che si avvicinano pericolosamente alla bocca di lei, di "cose" inspiegabili che accadono man mano che i due anatomopatologi toccano le varie fasi dell'autopsia (con dovizia di rumorini, ombre riflesse sugli specchi, dettagli che stonano nell'asettico ambiente di una camera mortuaria) arrivando a scoprire cose parecchio strane su costei; ai fatti tangibili, per così dire, ricavati dall'approccio scientifico dei due e dagli indizi pescati da questo corpo morto, si affiancano conclusioni che fanno arricciare il naso dello spettatore e che lo portano ad aspettare spasmodicamente quella svolta horror che, ovviamente, non tarda ad arrivare. Ma forse non nel modo che uno si aspetta, non con questo canovaccio ridotto all'osso sul quale gli sceneggiatori hanno giocato di furbizia, attori e tecnica.


Una volta entrati nel mood del film, più o meno quando i due protagonisti arrivano a rendersi conto di essere stati incaprettati, la paura un po' passa e la conclusione, riflettendoci, fa abbastanza ridere (SPOOOOILERISSIMO: comodo perpetrare la maledizione attraverso un cadavere che gira per le case dal 1600!!) ma la scelta di ambientare il film in un ambiente claustrofobico come i sotterranei adibiti a morgue di una casa in campagna è sicuramente vincente, soprattutto considerata la natura per nulla rassicurante o moderna dei mezzi utilizzati solitamente dai Tilden per arrivare in superficie. A tutto questo bisogna aggiungere ancora un paio di cosette. La regia di Øvredal è furbissima e il norvegese merita un plauso per il modo in cui è riuscito ad evitare le soluzioni banali che la seconda parte del film avrebbe potuto richiamare, preferendo ricorrere a poche inquadrature mirate di dettagli e a quel "vedo non vedo" che fa molta più paura rispetto al continuo utilizzo di una CGI farlocca. Stiamo pur sempre parlando di un film che si intitola L'autopsia di Jane Doe, quindi anche gli amanti del gore hanno di che gioire, tra incisioni ad ipsilon dalle quali sgorga il sangue e dettagli anatomici abbastanza raccapriccianti (si astengano invece coloro che, giustamente per carità, non amano vedere morire degli animali on screen, anche di morte "naturale") ma il cuore della pellicola, giusto per rimanere in tema, è sottile e inquietante come il mestiere dei due protagonisti. I quali, ovviamente, sono il secondo punto di forza del film, col vecchio leone Brian Cox che palesa un invidiabile aplomb nonché una comprensibile aura di tristezza in grado di renderlo molto umano, ed Emile Hirsch in qualità di figlio desideroso di staccarsi dalla scomoda attività di famiglia eppure, in qualche modo, legato ed interessato ai segreti del mestiere. Menzione speciale la merita però Jane Doe in persona: l'irlandese Olwen Catherine Kelly passerà anche tutto il film sdraiata su un tavolo da autopsia senza muovere un muscolo ma in qualche modo la sua presenza scenica surclassa quella degli altri due bravissimi attori, quindi mi vien quasi da dire che il 2016 sia stato un anno perfetto per i cadaveri cinematografici, Swiss Army Man docet!


Di Brian Cox, che interpreta Tommy Tilden, ho già parlato QUI.

André Øvredal è il regista della pellicola. Norvegese, ha diretto film come Troll Hunter. Anche produttore, ha 44 anni e un film in uscita.


Emile Hirsch interpreta Austin Tilden. Americano, ha partecipato a film come Lords of Dogtown, Into the Wild - Nelle terre selvagge, Milk, Killer Joe, Le belve e a serie quali Una famiglia del terzo tipo, Sabrina vita da strega, Jarod il camaleonte e ER - Medici in prima linea. Ha 32 anni e quattro film in uscita.


Pare che Martin Sheen fosse stato scelto per il ruolo di Tommy ma all'ultimo ha dovuto rinunciare ed è stato perciò sostituito da Brian Cox. Detto questo, se il film vi fosse piaciuto recuperate The VVitch. ENJOY!

8 commenti:

  1. Non vedrò mai questo film, ma dal trailer mi aveva colpito la bellezza del cadavere.

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    1. Lei è davvero uno splendore, è incredibile. Inoltre non hai idea di quanto sia espressiva pur rimanendo morta XD

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  2. Mi hanno proposto di andarlo a vedere per cui son venuta a leggere... ma non riesco proprio a decidere ;-P

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  3. Non ti nascondo che io "il giro" me lo sono fatto per davvero durante la visione. Sicuramente la tensione ha molti aspetti personali, però nella sua prima parte questo Autopsy mi ha messo un'ansia incredibile. Una buona prova, sotto molti punti di vista. Vado a recuperarmi la classifica di Lucia, così a forza di "giri" magari perdo qualche chilo. :-D

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    1. Ahaha allora vuol dire che questo film funziona per davvero :)
      La classifica di Lucia nasconde delle perle per le quali non finirò mai di ringraziarla, guardala con fiducia!

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  4. Ma Brian Cox, per caso, non è stato il primo Annibal Lecter nel bellissimo e sottovalutato"Manhunter"?

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