L'avevo perso al TFF perché lo proiettavano nei giorni in cui non sarei stata a Torino, quindi è da novembre che aspettavo l'uscita di Jojo Rabbit, diretto e co-sceneggiato nel 2019 dal regista Taika Waititi, tratto dal romanzo Come semi d'autunno di Christine Leunens e candidato a 6 premi Oscar: Miglior Film, Miglior Attrice Non Protagonista (Scarlett Johansson), Miglior Sceneggiatura Non Originale, Migliori Costumi, Miglior Scenografia, Miglior Montaggio.
Trama: Johannes Betzler, dieci anni, è pronto ad entrare nella Gioventù Hitleriana e ha un amico immaginario importante, lo stesso Adolf Hitler. L'esperienza nei ranghi dei suoi coetanei si conclude con un incidente e, quel che è peggio, tornato a casa JoJo scopre che la madre nasconde una ragazza ebrea nella camera della figlia defunta.
Non so se sia il caso di definire "geniale" Taika Waititi, ché "genio" è un'altra di quelle parole di cui si arriva ad abusare molto volentieri, come "capolavoro"; certo è che il regista neozelandese è uno degli autori più particolari ed eclettici sulla scena cinematografica internazionale e il suo ultimo film, Jojo Rabbit, è una perfetta espressione di questo suo assurdo modo di fare cinema. Un po' commedia un po' tragedia, un po' satira demenziale un po' serissima tirata anti-odio e anti-guerra, contenitore all'interno del quale c'è spazio persino per il romanticismo, capace di saltare da un registro all'altro nel giro di mezzo fotogramma, con sequenze dove Benigni va a braccetto con Wes Anderson ma anche con Jim Abrahams o con l'Adam McKay di The Anchorman, Jojo Rabbit è un film fuori da ogni schema in grado di far ridere a crepapelle e piangere in egual misura. Dando per buono che tutto sia filtrato attraverso lo sguardo stralunato di Jojo, tenero bimbetto di 10 anni che si sforza di essere un vero nazista per compiacere il suo amico immaginario Hitler, abbiamo la possibilità di vedere sullo schermo tutta l'assurdità (spesso, giustamente, ridicola) di un fanatismo che rifugge ogni razionalità e preda le menti delle persone più ignoranti e malleabili, schiacciandone la personalità grazie a un mix di terrore, propaganda e bugie propinate ad hoc; se i personaggi di Rebel Wilson, Sam Rockwell ed Alfie Allen sono volutamente estremizzati (soprattutto nel pre-finale), sta di fatto che le idiozie di cui i nazisti si riempivano la bocca e l'aria fritta distribuita a manciate da Hitler non saranno state tanto meno assurde, basti "solo" pensare alla fregnaccia della razza pura che ha condannato un intero popolo allo sterminio. Jojo, piccolo coniglietto impaurito con la salda volontà di diventare una tigre nazista, si ritroverà a sbattere la faccia contro quelle stesse fregnacce nel momento esatto in cui scoprirà che la madre nasconde in casa nientemeno che un'ebrea, la giovane Elsa, e proprio nel periodo in cui il castello di carte dell'incontrastato potere nazista è in procinto di crollare.
Con la comparsa di Elsa, il film piano piano prende una svolta più drammatica, malinconica e sentimentale. Le surreali idiozie che per Jojo erano la norma, in primis i dialoghi con un Hitler sempre più infantile e sciocco, cominciano a rivestire sempre meno importanza mano a mano che la patina di "nazismo" viene cancellata a favore della reale personalità del bambino, suo malgrado affascinato dalla "nemica ebrea" che, sorpresa delle sorprese, non è così diversa da una qualsiasi altra ragazza, con la differenza sostanziale che Elsa ha conosciuto dolore e sofferenza, diventando molto più saggia, consapevole e matura. Un personaggio molto simile a quello della madre di Jojo, interpretato da una Scarlett Johansson mai così affascinante e dolce, la quale è costretta a superare tutto il dolore causato da una guerra che non ha portato gloria nemmeno al "popolo eletto" indossando un viso felice mentre cerca di insegnare al figlio cosa sia davvero importante nella vita. In questo clima quasi favolistico, all'interno di una realtà filtrata da colori e costumi vintage incredibilmente accattivanti, dove nessun personaggio, salvo forse Elsa, risulta davvero "realistico", l'ingresso a gamba tesa della morte è l'equivalente di uno schiaffo. Priva della levità di un passo dell'oca con cui ingannare un figlioletto devoto, la morte rappresentata in Jojo Rabbit fa ancora più male perché arriva inaspettata, senza fanfare, senza anticipazioni, senza scene madri a precederla; è gretta, stupida e fa male, come la guerra, a prescindere da chi sia a combatterla, e come l'odio, a prescindere da chi sia a darlo o a riceverlo. E' per questo che ritengo Jojo Rabbit un film meno frivolo, sciocco e paraculo di quanto non appaia a una prima occhiata. Vero, la scorrettezza di un Waititi che infila a tradimento un Heroes di Bowie sul finale è pari a quella già citata di Benigni e del suo passo dell'oca, eppure proprio quella levità e quelle risate grasse che accompagnano il film dall'inizio alla fine rendono la pellicola adatta anche ad essere vista da un pubblico di ragazzini (ovviamente accompagnati da adulti intelligenti) che potrebbero ritrovarsi a ragionare, vivere ricordi non loro ma neppure troppo distanti, tenere viva una memoria che non andrebbe mai fatta scomparire. Adorabile Jojo Rabbit, con quel tenerissimo ragazzino dalla faccia buffa, che sembra proprio un coniglietto, ti ho aspettato per mesi ma ne sei valso la pena!
Del regista e sceneggiatore Taika Waititi, che interpreta Adolf, ho già parlato QUI. Scarlett Johansson (Rosie), Sam Rockwell (Capitano Klenzendorf) e Stephen Merchant (Deertz) li trovate invece ai rispettivi link.
Rebel Wilson interpreta fraulein Rahm. Australiana, ha partecipato a film come Ghost Rider, Che cosa aspettarsi quando si aspetta, Cats e ha lavorato come doppiatrice nel film L'era glaciale 4 - Continenti alla deriva. Anche sceneggiatrice e produttrice, ha 40 anni.
Alfie Allen interpreta Finkel. Inglese, è stato Theon Greyjoy nella serie Il trono di spade, inoltre ha partecipato a film come Elizabeth, John Wick e The Predator. Ha 34 anni.
Se Jojo Rabbit vi fosse piaciuto recuperate La vita è bella e Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore. ENJOY!
Carinissimo, gli ho voluto bene, ma mi è mancato l'effetto sorpresa. Ricorderò il bambino soprattutto, straordinario.
RispondiEliminaPerché gli è mancato l'effetto sorpresa?
EliminaDevo vederlo. Ma sai che mi hai tirato fuori un flashback mica da poco con Rebel Wilson? Non sapevo che fosse lei in Ghost Rider
RispondiEliminaTranquillo, non la ricordavo nemmeno io XD
EliminaE' valso almeno la pena, buon per te e spero buon per me ;)
RispondiEliminaMe lo auguro davvero!! :)
EliminaSai che non gli davo un soldo a questo film? Invece mi sa che è uno dei migliori che stanno al cinema adesso.
RispondiEliminaAl momento, assieme a Piccole donne, è quanto di meglio ci sia. E oggi esce anche 1917!
EliminaHo visto il trailer al cinema lunedì e sono rimasto sbalordito, anche perché non ne sapevo nulla. Sì, la prma impressione è proprio qualcosa alla "Moonrise Kingdom - Una fuga d'amore", speriamo di riuscire a vederlo.
RispondiEliminaOvviamente le somiglianze sono superficiali, è un film totalmente diverso che, sono sicura, ti piacerà molto!
EliminaÈ un film che mi è piaciuto tantissimo. Una irriverente pellicola sulla follia nazista e di chi cerca ancora di emularla. Secondo me l'elemento più riuscito è il percorso di crescita interiore di JoJo. Mi sono poi piaciute le sottile metafore presenti nel film, come quella inerente l'allacciarsi le scarpe o la vignetta con il coniglietto in gabbia.
RispondiEliminaP.S. Io spero che prima o poi esca uno Spin-Off sulle bizzarre avventure di Yorki (il personaggio più divertente dell'intero film).
Yorki è adorabile, sarebbe stato un perfetto personaggio di Charles Schultz, così cicciotto e tristemente adulto.
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