martedì 4 febbraio 2020

I due Papi (2019)

Quest'anno Netflix aiuta parecchio a fare i compiti per gli Oscar. Anche I due Papi (The Two Popes), diretto nel 2019 dal regista Fernando Meirelles e candidato a tre statuette (Miglior Attore Protagonista, Miglior Attore Non Protagonista e Miglior Sceneggiatura Non Originale), si può trovare infatti sulla piattaforma streaming.


Trama: sette anni dopo l'elezione di Ratzinger come Papa Benedetto XVI, l'arcivescovo di Buenos Aires Jorge Bergoglio attende il permesso di potersi ritirare dalla sua carica ma un giorno viene chiamato in Vaticano proprio dal Papa. Lì si confronterà con un uomo che, nonostante la sua carica, non riesce più ad ascoltare la voce di Dio...



Ci ho messo un po' a recuperare I due Papi, perché mi aspettavo una mattonata della peggior specie condita da terrificanti spiegoni moralisti. Invece, dopo aver provato a guardare l'inizio una mattina e aver catturato l'attenzione del Bolluomo, qualche sera fa ci siamo accinti all'apparentemente ingrato compito e devo dire di essermi trovata piacevolmente coinvolta dalle vicende raccontate sullo schermo. Ora, il mio naturale cinismo mi porta a pensare che nessuno dei dialoghi o delle situazioni di convivialità papale si siano svolti in quel modo, però il cinema è finzione e sai che noia se fosse stato riportato qualcosa di più verosimile; detto questo, è interessante il confronto tra due figure che non potrebbero essere più diverse tra loro, quella del Papa Emerito Benedetto XVI e quella dell'attuale Papa Francesco. Partendo dallo scandalo denominato "Vatileaks" e dal clima conservatore all'interno della Chiesa, estremizzato dal "Rottweiler di Dio", I due Papi contestualizza la sua storia in un clima di rottura, in un periodo in cui i fedeli tendevano ad allontanarsi da una Chiesa incapace di abbracciare il rinnovamento e si mostrava come un'istituzione indegna di fiducia, tanto da spingere l'arcivescovo Bergoglio a ritirarsi dalla carica per seguire le sue idee più liberali e aperte. Consapevole di essere parte del problema eppure non ancora convinto delle capacità di Bergoglio, Benedetto XVI lo convoca in Vaticano rimandando l'approvazione del ritiro tanto bramato e il film, di fatto, può essere descritto come un lungo "colloquio di lavoro" in cui Ratzinger cerca di capire non solo se Bergoglio possa essere l'uomo giusto per rinvigorire una Chiesa morente, ma anche come poter venire aiutato da lui, in senso pratico e spirituale. Il risultato è un coinvolgente ritratto di due esseri umani (prima ancora che di due Papi), entrambi dotati di pregi ma anche di moltissimi difetti, e se Ratzinger rischia di essere quello connotato più negativamente, è anche vero che la sceneggiatura non sorvola sulle macchie celate nel passato del più amabile Bergoglio e sulle azioni da lui compiute durante la dittatura militare in Argentina negli anni '70, facilmente passabili per "collaborazionismo" col regime.


Buona parte del merito relativo alla riuscita dell'operazione va, ovviamente, ai due attori. Lontani dall'essere due caricature alla Tale e quale show o la sagra del cosplay senz'anima, sia Jonathan Pryce (aiutato da una somiglianza naturale) sia Anthony Hopkins calzano i panni dei Papi con naturalezza e spontaneità, tirando fuori la loro umanità senza lesinare una dose di ironia; il contrasto tra Ratzinger, l'uomo solitario e "aristocratico", nato e cresciuto per essere uno studioso prima ancora che un ambasciatore di fede, e un Bergoglio che ha sempre vissuto tra la gente ed è stato costretto, a un certo punto suo malgrado, ad essere il più umile tra gli umili, è il motore su cui si regge il film e i due attori sono molto abili ad enfatizzarlo senza risultare pedanti o forzati. Interessante anche la tecnica di regia di Meirelles, di cui non avevo mai visto un film prima de I due papi. Il suo stile si avvicina spesso al documentario e, da quello che mi è parso di capire, il regista ha scelto più volte di utilizzare non solo i droni ma anche la camera a mano, come se non stesse realizzando un'opera di finzione ma si trovasse davanti i due Papi in persona e dovesse consegnare un documento ai posteri; la cosa è un po' straniante, anche perché tutti gli ambienti vaticani sono stati ricostruiti al computer per mancanza di autorizzazioni (nemmeno avessero chiesto i luoghi veri per girarci un horror... cambia il Papa ma la Chiesa continua ad essere ridicola, con tutto il rispetto) e così si ha una combinazione di riprese "artigianali" e tecniche più moderne che, a pensarci bene, rispecchiano il cuore del contrasto tra i due protagonisti, oltre a rendere l'opera più dinamica. Insomma, mi aspettavo di addormentarmi dopo cinque minuti, invece I due Papi mi ha soddisfatta. A mio avviso non c'è trippa per Oscar (con tutto il bene che voglio a Pryce e Hopkins) ma ne consiglio comunque la visione.


Anthony Hopkins (Joseph Ratzinger/Papa Benedetto XVI), Jonathan Pryce (Jorge Bergoglio/Papa Francesco) e Libero De Rienzo (Roberto) li trovate ai rispettivi link.

Fernando Meirelles è il regista della pellicola. Brasiliano, ha diretto film come City of God e The Constant Gardener - La cospirazione. Anche produttore, sceneggiatore e attore, ha 65 anni.


12 commenti:

  1. È tratto da un'opera teatrale The Pope nel quale appunto si immagina di questo incontro, molte cose sono vere e tante altre inventate, ma ha un suo equilibrio davvero impeccabile. Per fortuna non una pellicola che vuol esser contro a tutti i costi né un 'opera agiografica. Ne ho scritto ieri sul blog, confessando che è il mio film del cuore per gli oscar. ^_^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ah beh ma l'opera teatrale è dello sceneggiatore del film, quindi "non vale" XD Infatti non avevo letto da nessuna parte che fosse tratto da qualcos'altro.
      A me è piaciuto per i tuoi stessi motivi ma il mio cuore va (inutilmente, aggiungo) a Scorsese.

      Elimina
  2. Mi è piaciuto moltissimo. Forse la sola sorpresa di questa annata. Leggero, disinformale, riflessivo ma umano.
    Pryce meriterebbe tutto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pryce è meraviglioso ma non avevo dubbi, è un attore che adoro. Detto questo, gli ho preferito Driver ma tanto sappiamo già chi vincerà XD

      Elimina
  3. Eh... questa settimana mi sa che di film ne vedo zero. Ho la corazzata SANREMO che spadroneggia😂😂😂

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io invece sono in rush finale pre-Oscar, sarà una faticaccia recuperare le ultime cose che mi rimangono ç_ç

      Elimina
  4. Pryce sosia separato alla nascita comunque. Detto ciò, posto il mio essere totalmente e indissolubilmente anticlericale ed eretica, forse sono l'unica al mondo a cui sta sul cazzo Bergoglio e "apprezza" Ratzinger. Però pure qua, boh, mi puzza di "ficion all'italiana" da lontano...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Niente di più lontano dalla fiction all'italiana, te lo assicuro. Davvero una bella sorpresa!

      Elimina
    2. E allora mi sa che mi tocca! Al massimo lo vedo con mia nonna, così evito le bestemmie che lei poi si offende :)

      Elimina
    3. Ahahaah muoio!
      Ma, sai, è molto meno "di Chiesa" di quanto pensassi. Mi aspettavo fosse retorico da morire e io e il mio fidanzato con preti & affini non andiamo molto d'accordo, invece in quel senso è tranquillo.

      Elimina
    4. Alla fine l'ho visto e giuro che in alcuni momenti mi ha emozionato potentemente per il ritratto umano che dà dei due Papi. Ma è stato proprio Ratzinger a colpirmi maggiormente.

      Elimina
    5. Sì, è un ritratto inedito di un uomo che ha saputo (non neghiamolo) rendersi assai odioso, quindi ti capisco.

      Elimina

Se vuoi condividere l'articolo

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...