Il giorno di San Valentino dovevo trascinare il Bolluomo a vedere Memorie di un assassino, poi per una serie di circostanze non avevo più voglia di uscire di casa e Mirco, con infinita pazienza, mi ha comunque tenuto compagnia guardando assieme a me The Host (Gwoemul), diretto e co-sceneggiato nel 2006 dal regista Bong Joon Ho.
Trama: a seguito dell'inquinamento delle acque del fiume Han, un terrificante mostro dalle sembianze di pesce comincia a mietere vittime sulla terraferma e rapisce la piccola Hyun-Seo. Il padre e i parenti, dopo averla creduta erroneamente morta, si mettono alla sua ricerca...
Forse The Host non era proprio il film migliore per passare San Valentino, per quanto io e il Bolluomo non lo festeggiamo a prescindere. Il fatto è che ultimamente sono parecchio giù per svariati problemi e sperare di risollevarsi un po' il morale guardando un horror (o meglio: un kaiju movie) che all'inizio sembrerebbe la quintessenza del weird esilarante non è stata proprio una grande idea. Non avevo tenuto in conto, infatti, della facilità con cui Bong Joon Ho riesce a cambiare registro senza creare fratture all'interno della sceneggiatura, passando dall'introdurre personaggi strani e quasi caricaturali, le cui vicende sono più tragicomiche che tragiche, al sottoporre questi stessi personaggi a un'ordalia che non si augurerebbe a nessuno, men che meno a persone alle quali siamo arrivati a voler bene, tanto che ogni episodio negativo equivale ad una coltellata al cuore. E colpi ne vengono inferti molti da Bong Joon Ho, che infila i suoi protagonisti all'interno di situazioni talmente surreali da risultare angoscianti; non bastasse un kaiju terrificante sul quale nessuno sembra avere il controllo e nato, come tutti i migliori kaiju, dalla stupidità e dall'incuria umane, a rendere impossibile la vita di Gang-Doo e della sua sgangherata famiglia si aggiungono autorità e medici kafkiani che non riescono (o non vogliono) ascoltarli abbastanza da aiutarli nell'impresa di salvare Hyun - Seo e anche quando sembra che i nostri possano contare sul loro coraggio, sulla testardaggine e sull'unione familiare... beh, si arriva a scoprire che tutte queste cose bellissime e positive rischiano di non essere abbastanza, perché chi nasce reietto non può diventare, all'improvviso e per quanto sarebbe indispensabile ed incredibilmente cinematografico, un supereroe. Gang-Doo, fin dall'inizio, paga lo scotto di essere considerato, a torto o a ragione, lo scemo del villaggio, e lo stesso vale per sua sorella (campionessa olimpionica di tiro con l'arco, destinata sempre ad essere terza perché priva della velocità necessaria a colpire il bersaglio in tempo), suo fratello (un ubriacone) e un padre ormai troppo avanti con l'età per essere preso sul serio; basta un piccolissimo errore, un'incredibile botta di sfortuna, e i quattro si ritrovano a dover lottare per recuperare l'elemento più importante della famiglia, soli contro l'ottusità di un'intera nazione.
Altro sulla trama sarebbe meglio non dire. Al pari di un film shyamalano qualsiasi (solo molto più bello), The Host ha un finale inspoilerabile pena la decapitazione dell'incauto spoileratore, quindi potrei banalmente parlarvi dell'Host del titolo e sottolineare, se ancora non fossero bastati quattro Oscar vinti recentemente, la bravura di Bong Joon Ho dietro la macchina da presa, chè il modo in cui il kaiju viene introdotto nel bel mezzo di una tranquilla giornata di ozio coreano, con quel piano sequenza che lo vede arrivare in corsa da lontano sulla riva del fiume facendosi man mano più grosso e pericoloso mentre la gente comincia a scappare, mi ha messo letteralmente i brividi, per non parlare delle scene finali, zeppe di tossico fumo giallo e sangue. Quanto al pescione da incubo sputato dalle acque del fiume Han, ci sono un paio di considerazioni da fare. La prima, è che ormai il film ha quattordici anni sul groppone, abbastanza perché il bestio risulti un po' posticcio d'aspetto, soprattutto nei campi lunghi, tuttavia ancora oggi alla sua bruttezza si accompagnano fluidità di movimenti e la perfetta sincronizzazione con gli ambienti in cui è costretto a muoversi e con gli attori coi quali si ritrova ad interagire, alla faccia di molte mega-produzioni USA che questi risultati spesso non li raggiungono nemmeno ora. A proposito di attori, li ho trovati tutti ugualmente adorabili, oltre al fatto che infondere tragicità in figure potenzialmente ridicole, riempendole di dignità umana e degne di empatia e pietà, non è solo questione di sceneggiatura, ma anche di grande abilità recitativa. Quindi, ancora una volta, bravo Bong Joon Ho e bravi tutti quelli che hanno avuto la fortuna di lavorare con lui. Trovate il film su Netflix, quindi non avete scuse per non guardarlo, e ricordate che non è la solita, stupida storia di mostri.
Del regista e co-sceneggiatore Bong Joon Ho ho già parlato QUI mentre Kang-ho Song (Park Gang-Doo) lo trovate QUA.
Nella parte del dottore americano della morgue compare Scott Wilson, alias Hershel della serie The Walking Dead. Detto questo, se The Host vi fosse piaciuto recuperate Train to Busan. ENJOY!
Visto tanti anni fa, da ragazzino, e piaciuto molto. Devo recuperare assolutamente altro del regista!
RispondiEliminaDa ragazz.... (fa due calcoli). Mi sento una vecchia zia decrepita ç___ç
EliminaSembra roba forte!!! Mica come "La forma dell'acqua" che era carino, ma niente di che
RispondiEliminaARGH. Ho adorato La forma dell'acqua. Sono due film imparagonabili ed entrambi bellissimi <3
EliminaBeh, su quello forse mi ha influito negativamente tutto il gran parlare che se ne era fatto. Magari se lo riguardassi adesso a mente fredda potrei pensarla diversamente.
EliminaMa d'altronde mica possiamo avere tutti la stessa sensazione guardando un film, no? Anche di Parasite se ne era fatto un gran parlare, ma quello è davvero una bomba😊
Assolutamente, il cinema è soggettivo. Però paragonare The Host a La forma dell'acqua o anche a Parasite non ha senso, sono tre opere diversissime tra loro.
EliminaSai bene che mi piacque molto Train to Busan, quindi non passerà molto che un viaggio cinematografico in Corea farò ;)
RispondiEliminaQuesto è disponibile su Netflix, bisogna ringraziare la Joon Bong Ho mania imperante! :D
EliminaDa vedere, mi pare una vera e propria figata.
RispondiEliminaPensavo lo avessero visto già tutti e invece no! Guardalo appena puoi <3
EliminaSolo per quel simil Dagon nella foto, lo recupererò sicuramente.
RispondiEliminaOnestamente, pensavo fosse un film molto più conosciuto. Sono doppiamente contenta di averne parlato!
EliminaL'ho visto un annetto fa spinta dalla mia passione per il regista che è nata da Snowpiercer e mi è piaciuto un botto. Poi è arrivato Parasite e vabbè che parliamo a fare.
RispondiEliminaEcco, Snowpiercer ancora mi manca. Conto di recuperarlo quando sarà un po' passata la Joon Bong Ho mania!
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