Dopo anni di affezionate visioni, potevo forse perdermi, nonostante le sale più vicine siano a chilometri ed ore di distanza, La notte del giudizio per sempre (The Forever Purge), diretto dal regista Everardo Gout?
Trama: Nell'anno in cui Adela e Juan riescono finalmente ad arrivare in America per sfuggire ai cartelli della droga messicani, un'organizzazione nazionale di cittadini decide di continuare a perpetrare le violenze della Notte dello Sfogo anche una volta scaduto il tempo...
Come passa il tempo, porca miseria. Correva l'anno 2013 e James De Monaco, coadiuvato da un Ethan Hawke in versione cittadino integerrimo, ci mostrava cosa poteva succedere offrendo all'americano medio la possibilità di avere una notte intera per uccidere, seviziare, picchiare e rubare senza timore di incorrere in pene giudiziarie. La notte del giudizio era un thriller piccolino ma interessante, basato su un assunto inquietante, che consentiva a tutti gli spettatori di mettersi in discussione davanti alla scomoda domanda "cosa faresti tu? Ti nasconderesti in casa oppure saresti parte attiva dello sfogo?". I tre sequel hanno espanso molto la "mitologia" dello Sfogo, introducendo dilemmi sociali di grande attualità e diventando specchio dell'orrore di un'America trumpiana, dove è fin troppo facile immaginare orde di buzzurri ignoranti, perlopiù bianchi, manipolati da ricconi di pura razza ariana per diventare il mezzo con cui disfarsi degli indesiderati (neri, latinos, sinistroidi, gay, ecc.) e mantenere una sorta di status quo. D'altronde, le meravigliose scene al Campidoglio, neppure troppi mesi fa, le abbiamo viste tutti, no? Vi ricordate le facce intelligenti di Toro Seduto e compagnia, oltre all'inquietante incapacità, da parte della polizia, di arginare la mandria scatenata dei bonobi? Fate un po' mente locale e chiedetevi perché questo favoloso esempio di Umanità con la U maiuscola dovrebbe accontentarsi di una singola notte di sfogo per poi tornare a sopportare quotidianamente tutti gli indesiderati di cui sopra, magari anche col sorriso sulle labbra, e chiedetevi se, in una nazione dove avere armi automatiche di grosso calibro in casa è un diritto e un vanto, l'esercito avrebbe modo di arginare detti bonobi armati o se non rischierebbe piuttosto di dover ripiegare su una vergognosa ritirata strategica.
Di Ana de la Reguera (Adela), Josh Lucas (Dylan Tucker) e Will Patton (Caleb Tucker) ho già parlato ai rispettivi link.
Wow, non me lo faccio scappare xD
RispondiEliminaSpero che tu abbia dei cinema molto più vicini!!
Eliminada me sono sicuramente chiusi, quindi devo usare una alternativa purtroppo.
EliminaMi fa piacere che tutta Italia, o quasi, sia "paese", in tal senso -.-
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