Spinti da un trailer martellante, più che dalle vittorie nazionali ed internazionali, grazie a uno sconto su Chili io e il Bolluomo abbiamo finalmente recuperato Volevo nascondermi, diretto e co-sceneggiato dal regista Giorgio Diritti.
Trama: vita del pittore Antonio Ligabue, dalla sua infanzia in Svizzera a una maturità travagliata, passata tra manicomi, povertà e un incredibile talento artistico...
Sulle note della bellissima, ipnotica Invisible, un critico d'arte afferma che Ligabue non può "non scuoterci, non convincerci", mentre un irriconoscibile Elio Germano osserva ed imita le sgraziate movenze di un tacchino. Sono immagini che hanno accompagnato la monca stagione cinematografica 2020 e secondo me anche un pezzetto di quella del 2019 e sono bastate per convincere me e il Bolluomo della bontà di Volevo nascondermi, biografia del pittore Antonio Ligabue, convinzione fortunatamente confermata a fine visione. Sì perché anche il film di Diritti scuote e convince, ci mette a parte dell'animo sofferente di un uomo, prima ancora che un artista, piagato da una malattia mentale che lo perseguita fin da bambino e che riesce a trovare sfogo soltanto attraverso la pittura; definito artista naif, ma comunque artista a tutto tondo, Ligabue passa la vita a diffidare dell'uomo, sempre pronto alla cattiveria, e a studiare l'innocenza dell'animale, riportandone su tela la "semplicità" dipinta con colori vibranti, quegli stessi colori che sembrano mancare alla grigia realtà che il pittore è comunque condannato a vivere ai margini. Straniero da bambino (italiano e adottato da una famiglia di svizzeri, un padre - Laccabue, da cui Antonio decide di prendere le distanze - omicida), straniero da adulto (torna nella sua terra natale ma conosce solo il tedesco), anche quando la sorte porta le persone a riconoscergli indubbie doti artistiche, Ligabue sarà sempre lo "strano", una specie di fenomeno da baraccone da tenere a bada affinché non vada in escandescenze, trattato con un misto di timore ed incredula ammirazione; ben pochi si avvicinano al pittore con sentimenti di affetto o disinteresse, mentre la maggior parte delle persone lo tiene comunque a distanza, oppure approfitta della sua fama o improvvisa ricchezza.
Una storia triste e quasi romanzesca quella di Ligabue, perfetta per essere portata al cinema con uno stile, quello di Diritti, fortunatamente non documentaristico e neppure lineare; passato e presente del pittore si alternano e confondono, soprattutto quando la sua mente non è ancora "ancorata" all'arte e viene sopraffatta da esperienze e ricordi di manicomi, notti fredde, fame e violenza, e di tanto in tanto affiorano anche quelle che parrebbero visioni di libera e calda speranza, tocchi surreali che impreziosiscono ulteriormente un film che vanta già un protagonista indimenticabile. Elio Germano pare riportare in vita quel Ligabue sgraziato, piagato dal gozzo e dal rachitismo, e ce lo restituisce in tutta la sua dolente (ma dignitosa) umanità. L'attore affascina quando si immerge completamente nella natura, si "fa", letteralmente, animale per poter rappresentare su tela l'essenza stessa dei suoi soggetti e commuove sia nelle sue esternazioni di profondo dolore e disagio, sia quando assapora quei piccoli grandi "vizi" che la vita di artista rinomato gli concede e dà proprio l'idea di una creatura tormentata, nel bene e nel male, vittima di un fisico debole e malato che stenta a trattenere l'enorme energia di una mente costantemente in tumulto. Un film come Volevo nascondermi è l'ideale per avvicinarsi a un pittore italiano tra i più particolari ma magari poco conosciuto da chi non è appassionato d'arte ed è, in generale, una pellicola bellissima, che val la pena vedere anche se non vi interessa l'argomento.
Di Elio Germano, che interpreta Antonio Ligabue, ho già parlato QUI.
Giorgio Diritti è il regista e co-sceneggiatore della pellicola. Nato a Bologna, ha diretto film come L'uomo che verrà e Un giorno devi andare. Anche produttore, ha 62 anni.
Se Volevo nascondermi vi fosse piaciuto recuperate Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità. ENJOY!
L'ho visto ieri sera e concordo con quanto hai scritto. Interpretazione straordinaria di Elio Germano.
RispondiEliminaFilm come questi e attori come Germano riconciliano col cinema italiano.
EliminaUn film un po' a sorpresa, comunque di piacere mi è piaciuto, ma non mi ha convinto tantissimo.
RispondiEliminaPeccato, pensa che persino il Bolluomo ne è rimasto entusiasta!
EliminaSì, è un film di grande livello che purtroppo ha avuto la sfortuna di uscire nel momento sbagliato, ovvero durante il primo lockdown. Poi è stato fatto un tentativo di riportarlo in sala nell'autunno scorso e... tac! Ecco la seconda chiusura: un tempismo davvero incredibile! Un vero peccato.
RispondiEliminaInfatti io ho continuato a perdermelo al cinema, porca miseria. In casi come questi è una fortuna che esista lo streaming legale.
EliminaAllora potrebbe piacerti davvero!
RispondiEliminaC'è una maledizione fra me e questo film. Potevo vederlo a Berlino ma mi sono detta: sarà uno dei pochi che sarà facile recuperare in sala in Italia!
RispondiEliminaE han chiuso i cinema.
Ritornato in autunno lo hanno programmato nell'unica sera che avevo un impegno, all'arena estiva in concomitanza con la finale degli europei... ricorrerò a Chili anch'io che a Elio Germano si vuole sempre bene.
Sì io sono convinta che film più sfortunato di questo forse solo Promising Young Woman. Ma l'importante è poterlo recuperare!
EliminaHai confermato le mie migliori speranze su questo film. Peccato che non sia riuscito a vederlo al cinema ma purtroppo il periodo in cui doveva uscire è stato uno dei peggiori per le sale.
RispondiEliminaPurtroppo al cinema l'ho perso anche io, ha avuto davvero sfortuna. Speriamo che il cinema torni a riprendersi con i prossimi titoli, magari con un po' di fortuna si può sperare in una riedizione.
Elimina