Nonostante avessi stragiurato che MAI avrei pagato un accesso Vip all'esosissima Disney +, fatti due conti in tasca comprendenti imbarazzante pedaggio autostradale con annesso terrore di rimanere bloccati in coda ore causa ridente viabilità ligure (il multisala di Savona, SE riaprirà, lo farà a ottobre), imbarazzante prezzo del biglietto dell'UCI nel weekend (se poi ci metti la prenotazione per evitare di finire in posti covid-friendly aumenta persino di un euro), necessità di mettere qualcosa sotto i denti e Bolluomo giustamente ancora terrorizzato dal covid e ancora privo di seconda dose vaccinale, venerdì scorso ho regalato al malvagio Impero del Topo quei 20 euro e, proiettore con maxitelo alla mano, ho guardato Black Widow, diretto dalla regista Cate Shortland.
Trama: ricercata dal governo americano dopo la Civil War, Natasha Romanoff deve tornare ad occuparsi di alcune cose legate al suo passato e a quella che considera sua sorella a tutti gli effetti...
Possiamo non essere d'accordo col "buon" Stephen Dorff che, durante un'intervista in cui ha parlato di tutt'altro, ha affermato en passant di provare imbarazzo per Scarlett Johansson e la sua scelta di partecipare a film che, ai suoi occhi, sono solo dei videogame? E figurati se non possiamo, ha ragione da vendere, così come ce l'ha Martin Scorsese. Eppure c'è gente, come me, che oltre a non vedere l'ora, sempre per citare Dorff, che arrivi "il nuovo Kubrick con cui girare un film" e soprattutto che esca una nuova pellicola di Scorsese, nell'attesa si gode anche giocattoloni come quelli della Marvel. Non tanto, ovviamente, perché sono dei capolavori (d'altronde, questa definizione calza a ben pochi frutti dell'immensa produzione cartacea della Casa delle Idee eppure tantissima gente continua a leggerli senza smettere dagli anni '70) quanto piuttosto per un meccanismo complesso che comprende l'amore per i personaggi, la curiosità di vedere come i vari scrittori si approcceranno a trame sempre più intricate, forse persino un perverso desiderio di completezza. Personalmente, il personaggio cinematografico di Natasha Romanoff non mi è mai dispiaciuto e ho apprezzato molto il modo in cui, dopo averla introdotta come bambolotta sexy in Iron Man 2, le hanno conferito spessore fino a renderla un po' il cuore degli Avengers, un'antieroina dal passato tragico capace di ottenere la fiducia di tutti i suoi compagni di squadra, persino quelli più "bacchettoni" come Steve Rogers, e l'idea di un suo spin-off in solitaria mi ha trovata più che entusiasta.
Col senno di poi, viste già tre serie Marvel, forse a Black Widow avrebbe giovato una divisione in sei puntate, ma ormai lo sanno persino i sassi che il film di Cate Shortland avrebbe dovuto uscire già l'anno scorso, a mo' di "chiosa" finale per la fase tre del MCU, invece in questo modo l'intera pellicola risulta un po' come un sassolino gettato in mezzo al mare, "salvato" giusto dalla scena post-credit che si riallaccia a quell'Occhio di falco che uscirà a novembre su Disney +. Aggiungerei però la questione all'ormai infinito elenco di cose di cui non mi frega una cippa e, siccome siamo già al secondo paragrafo, passerei a parlare un po' del perché Black Widow mi è piaciuto molto nonostante i suoi difetti. La spiegazione semplice è che Black Widow si incasella facilmente in uno dei generi che preferisco, quello delle "donne forti e misteriose piagate da un passato oscuro" come Nikita o Atomica Bionda, inoltre le donne forti di cui sopra sono interpretate da un'attrice che apprezzo molto (la Johannson) e da una che adoro (Florence Pugh), il che consente di avere sullo schermo due eroine toste dalla forte personalità di cui avrei seguito le imprese per ore. Volete un termine di paragone? Per quanto ami Tom Hiddleston e nonostante mi manchi ancora la puntata finale per dare un giudizio complessivo su Loki, preferirei passare intere giornate a guardare Yelena prendere in giro Natasha piuttosto che dover subire un minuto di scene love love tra Loki e Sylvie. Si può tranquillamente dire che la Johansson e la Pugh reggono da sole l'intera pellicola dopo un'inizio folgorante e cupo dalle inquietanti sfumature thriller da cui, purtroppo, il resto del film si distacca per abbracciare una natura più action e fracassona, a misura di grandi e piccoli in egual misura; se le prime scene mettono in tavola infanzie perdute di bambine torturate in nome di un orrore patriottico e senza volto con uno stile assai emotivo e difficile da ignorare (i titoli di testa sulle note della cover di Smells Like Teen Spirits cantata da Malia J mettono i brividi), andando avanti il focus della pellicola si concentra sull'azione, su problemi da risolvere, persone da liberare, un cattivo (potenzialmente un mostro ma probabilmente domani lo avrò già dimenticato) da sconfiggere e tutto l'orrore delle infanzie stuprate (anche letteralmente. Le "Vedove" sono sterili per un motivo ben preciso) diventa un di più, una nota di colore nera affidata a dialoghi che i soliti bonobi dell'internet hanno definito noiosi, da Sundance, e che invece fanno parte del fascino di un film che, ogni tanto, ci prova ad allontanarsi dal carrozzone brigittobardottiano di Ortolaniana memoria.
Purtroppo, e quanto mi fa male dirlo visto che amo David Harbour, la cupezza che sia Natasha che Yelena portano come un mantello sulle spalle lascia troppo spesso il passo alle mattane del comic relief Alexei/Red Guardian, che ad ogni apparizione trascina con sé gli altri personaggi in un baratro di tristi gag che spezzano l'atmosfera seria ed inquietante che sarebbe altrimenti perfetta per un film simile. Un altro aspetto non particolarmente pregevole del film sono un paio di effetti speciali fatti veramente a tirar via, con un distacco tra attore e sfondo che mai mi sarei aspettata in una produzione Marvel del 2020 (il momento in cui Yelena fa saltare l'aereo all'interno della fortezza volante è da cavarsi gli occhi); è un peccato perché in generale Cate Shortland, tranne quando non è impegnata ad inquadrare le terga della Johansson, mostra di essere a suo agio sia nelle scene più concitate a base di inseguimenti, distruzione e corpo a corpo sia in quelle più "riflessive". In conclusione, non capisco tutto l'accanimento (non solo di Stephen Dorff , il quale poi, diciamolo, ha nominato Black Widow solo una volta, non ha concesso un'intera intervista sull'argomento, come invece hanno fatto credere tutti i titoli clickbait dei giornalacci online) contro Black Widow, che a me è parso un film dignitosissimo per il suo genere e il suo target, per inciso formato al 90% da persone che non si meriterebbero Florence Pugh né ora né mai e alle quali sanguinerebbero gli occhi davanti agli altri film che vedono la presenza della mia adorata. Personalmente, alla meravigliosa Florence consegnerei le chiavi del MCU e imporrei la sua presenza in ogni film futuro ma poi mi priverei del talento di costei per opere ben più valide, e allora mi accontento di questo carinissimo Black Widow, aspettando con pazienza di innamorarmi di un'altra supereroina dal cuore d'oro e i modi di un portuale.
Di Scarlett Johansson (Natasha Romanoff / Vedova nera), Florence Pugh (Yelena Belova), Rachel Weisz (Melina), David Harbour (Alexei), Ray Winstone (Dreykov), William Hurt (Segretario Ross), Olga Kurylenko (Antonia/Taskmaster) e Julia Louis-Dreyfus (Valentina Allegra de Fontaine) ho parlato ai rispettivi link.
Cate Shortland è la regista della pellicola. Australiana, ha diretto film come Somersault, Lore e Berlin Syndrome - In ostaggio. Anche sceneggiatrice, ha 53 anni.
Vedo che non sono l'unico ad aver notato l'indugiare della regista sul lato B di Scarlett eh? Per me invece i tanti dialoghi con valenza famigliare sono stati un po pesanti e li ho retti meno delle gag di David Harbour che perlomeno ti faceva sorridere un attimo in un film che altrimenti sarebbe stato cupissimo. Con pure quel sottotesto di cui ho parlato da me che, a parer mio, si riferiva a certi personaggi delle cronache di non molto tempo fa. Su Loki anch'io ho dei seri dubbi, ma voglio farmi del male e arriverò alla fine, fin quando riveleró tutto quello che mi sto tenendo dentro 😜
RispondiEliminaAllora, diciamo che lì c'è di che indugiare, fa anche bene a valorizzarlo, però mi fai un film femminista e butti lì chiuli a gratis? Boh.
EliminaE fanno bene anche ad indugiarmi su Harbour, che io reputo affascinantissimo anche in condizioni di deboscia totale, ma in questo caso avrei preferito una cupa tristezza, sono fatta così u.u
Loki, stasera, anche se su FB hanno già stra-spoilerato a bestia, quindi...
Ahah anche mia moglie ha detto ad un certo punto "ma inquadriamo un altro pò il sedere della Johansson, no?" :D Anch'io ho optato per accesso VIP, e non ce ne siamo pentiti..2 ore divertenti ben centrate nell'MCU
RispondiEliminaIo onestamente avrei evitato di sborsare tutti quei soldi, considerato anche che Black Widow sarà stato disponibile il giorno dopo su tutti i siti di torrent ecc., ma avendo fatto un mese di abbonamento a Disney + per vedere Luca, per stavolta ho chiuso un occhio.
EliminaPurtroppo qui siamo messi talmente male come cinema che è stato praticamente inevitabile.
Cedere alla Disney? No, non lo farò per vedere i film Marvel, che ormai hanno decisamente stancato. Giammai. Almeno credo.
RispondiEliminap.s. le terga della Johansson le inquadravano abbastanza spesso anche prima, ora aanche di più? LOL... comunque non sono motivo sufficiente per farmi sganciare il mio sudato denaro...
Le terga della Johansson sono patrimonio mondiale, ma stavolta hanno insistito anche più del dovuto.
EliminaQuanto ai film marvel... eh, sono il mio guilty pleasure, che ci faccio.