lunedì 21 marzo 2022

Il Bollodromo #94: Lupin III - Parte 6 - Episodio 23

Mancano ancora due episodi alla fine di Lupin III - Parte 6 e, finalmente, con il ventitreesimo si è arrivati al cuore della trama, quello preannunciato dai teaser dell'anno scorso e dal poster ufficiale della serie. Ce n'è voluto, santo cielo, ad arrivare all'interessante 最愛の魔女の思い出 - Saiai no majo no omoide (Memorie di una cara strega). ENJOY!


Lupin e soci sono ancora (rigorosamente in giacca e cravatta a congelar dal freddo) nelle terre dell'aurora boreale, davanti a casa di Finn, la protagonista dell'episodio precedente. Viene rivelato che Zenigata ha rincorso fino a lì Lupin solo per dargli una registrazione delle ultime parole di Arianna (la quale dovrebbe essere ancora viva visto che Yata è in una sala d'attesa di un ospedale), ascoltate le quali Lupin, finalmente, sbrocca: la lunga suggestione ipnotica di Tomoe è infine scattata e il ladro gentiluomo, dopo aver debellato con l'aiuto di Matja i suoi amici e nemici di sempre, scappa per raggiungere la vecchia tutrice. Mentre Lupin è in viaggio, frastornato da un mix di flashback, visioni allucinate e una realtà talmente labile che neppure un bacio con Fujiko (indispettita dall'aver perso uno dei suoi tesori) riesce a riscuoterlo, gli altri si mettono alla ricerca del nascondiglio di Tomoe.


Zenigata riesce a scoprire qualcosa grazie alla rossa Mercedes, che gli parla di Pueblos Magicos, dicendogli che Tomoe abitava proprio in uno di essi; non chiedetemi (la memoria è labile e stare dietro ad audio giapponese e sottotitoli italiani, visto quanto parlano velocemente, non è facilissimo) qual è il trucco linguistico per cui l'ispettore arriva da Pueblos Magicos al nome della città giapponese dove dovrebbe nascondersi la vecchia tutrice, accontentatevi del fatto che Zazà comprende e basta così. Nel frattempo, invece, Jigen e Goemon si rivolgono al "Professore", Moriarty versione ragazzino biondo ed emo, il quale, tra una perculata e l'altra, si offre di aiutarli per evitare che Tomoe si impadronisca di Lupin e, di base, arrivi a conquistare il mondo attraverso le sue abilità. Ma la domanda principale è: Tomoe è davvero la madre di Lupin? Quest'ultimo, ormai, ne è convinto. Raggiunta una Tomoe parecchio invecchiata, quest'ultima gli rivela di essere la sua vera mamma, e di avere rubato dal caveau della magione del nonno di Lupin proprio le prove che lo confermerebbero.


Tomoe rivela anche l'origine della lunghissima suggestione ipnotica impiantata in Lupin: la diabolica donna ha manovrato le vite di tutte le donne incontrate nella seconda parte della serie (Tutte. Persino la dottoressa di Jigen, da lui conosciuta decenni prima. Vedete che quest'uomo porta sfiga, poverello?) affinché, ognuna nella propria lingua, consegnasse un pezzetto di un poema sull'amore a un Lupin troppo poliglotta perché la suggestione potesse funzionare solo in giapponese. L'ultimo pezzo, quello che ha portato Lupin a cedere, era inserito nella registrazione di Arianna. Ciò detto, il ladro non ha neppure il tempo di riunirsi alla presunta madre, perché li ha raggiunti anche Matja, decisamente girata di palle per essere stata una pedina di Tomoe per tutto il tempo e pronta ad ammazzare sia lei che Lupin, dopo un primo tentativo fallito.


Troppo poco e troppo tardi, come direbbe Renée di Mallrats, ma finalmente la lunghissima trama bloccata da un numero infinito di filler (i quali, a quanto si evince, facevano tutti parte della suggestione ipnotica quindi sono io a non avere capito un ca-mavaffanmale, su!!! Non prendeteci in giro!!!) ha trovato il suo compimento e io sono decisamente soddisfatta di questo episodio. Un Lupin così negativo ed incerto, talmente dimentico di sé da mandare al diavolo persino una limonata con Fujiko, è una gioia per gli occhi e spero vivamente che il suo rapporto con Tomoe, benché ritenga non sia la sua vera madre, possa venire ulteriormente sviluppato negli ultimi due episodi. Voto dieci ai deliri mentali di Lupin, dove l'influenza di Tomoe viene apparentemente contrastata dall'apparizione di fedora, spade da samurai, rossetti, ovvero tutto ciò che, assieme alle onnipresenti carte, viene associato a Jigen, Goemon e Fujiko, tre presenze fondamentali nella vita di un Lupin che ormai ha dichiarato di aver perso se stesso, tre persone importanti che Tomoe sta facendo di tutto per cancellare; apprezzabilissimo, in tal senso, il contrasto tra immagini materne e rassicuranti fatte di kimono e fiori, e qualcosa di ben più subdolo, reso con colori cupi come il rosso e il nero. La speranza è quella che, sul finale, i compagni e la nemesi storica di Lupin giocheranno un ruolo importante nel farlo rinsavire, e che non venga lasciato tutto nelle mani di Matja, la quale è già stata elevata al ruolo di Super Sayan di terzo livello, capace di smontare (!) la pistola di Zenigata con la sola imposizione delle mani e sbaragliare senza problemi Jigen e Goemon. Per piacere, su. Alla prossima! 



2 commenti:

  1. lupin secondo me è praticamente immortale, le mie nipotine da adulte lo faranno vedere ai loro di figli.

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