Stavo quasi per saltarlo, invece nella rassegna dedicata a Bruce Willis è finito anche Genitori Cercasi (North), diretto nel 1994 dal regista Rob Reiner e tratto dal romanzo North: The Tale of a 9-Year-Old Boy Who Becomes a Free Agent and Travels the World in Search of the Perfect Parents di Alan Zweibel.
Trama: la vita del piccolo North è costellata di successi, almeno finché la natura menefreghista dei genitori non comincia ad incidere sui suoi risultati sportivi e scolastici. Disperato, North decide così di mettersi alla ricerca di due genitori migliori...
Non avevo mai visto Genitori cercasi, forse non lo avevo mai nemmeno sentito nominare. Avevo deciso di non guardarlo, in quanto Bruce Willis era segnato nei credits di Imdb come "narratore", poi mi sono capitate sott'occhio un paio di immagini in cui l'attore era vestito da coniglio pasquale e ho capito che non potevo perdermi assolutamente il film. Ho quindi guardato Genitori cercasi come faccio di solito, senza informarmi al riguardo né leggere critiche pregresse, e non avete idea dello stupore quando sono venuta a sapere, il giorno dopo la visione, che il film in questione è universalmente considerato uno dei più brutti mai girati, nonché uno dei pochissimi stroncati da Roger Ebert senza possibilità di appello. Di più, Bruce Willis non doveva neanche esserci. Come molti altri insieme a lui (andate a vedere nelle info in fondo al post) era rimasto schifato dalla sceneggiatura ed era stata l'allora moglie Demi Moore, reduce dal successo di Codice d'onore, a convincerlo a partecipare, ed è stato un miracolo che la sua carriera non sia finita nel cesso come quella di Rob Reiner, fino a quel momento considerato regista infallibile e, in seguito, destinato a un flop dietro l'altro. Ora, non pretendo di saperne più di Roger Ebert, anzi, dinnanzi a lui m'inchino, ma tutto questo odio verso Genitori cercasi mi è parso ingiustificato. E' una commedia senza alcuna pretesa di essere seria, filtrata dalle fantasie di un bambino, e come tale è un'opera d'intrattenimento che mira solo a divertire lo spettatore con le sue trovate esagerate. Mi spingo fino a dire una cosa impopolare, che probabilmente mi varrà la cancellazione del blog e una condanna a morte da parte di ogni cinèfilo dell'Internet che si rispetti: a me Genitori cercasi, a livello di sceneggiatura e personaggi sopra le righe, ha ricordato tantissimo lo stile di Wes Anderson, e se quest'ultimo fosse un regista "da remake" sono convinta che potrebbe considerare l'insana idea di riportarlo sul grande schermo con i suoi inconfondibili tratti distintivi.
Ma perché, in soldoni, Genitori cercasi ha generato tanto odio? Beh, in primis per il suo razzismo diffuso e per gli stereotipi che perpetra. Quando North parte alla ricerca dei genitori "perfetti", comincia la sagra della presa in giro, tra texani da circo, hawaiiani che dichiarano di sentirsi sottovalutati dai parenti americani, francesi dall'umorismo discutibile e alaskani usciti dritti da una distorta idea di qualche ignorante dell'800. Mentirei se dicessi che non è imbarazzante vedere Kathy Bates con "red face" annessa per interpretare l'Inuit, ma c'è anche da dire che questi stereotipi sono talmente enfatizzati e ridicoli, che nessuno potrebbe sentirsi seriamente offeso; allo stesso modo, è stupido inalberarsi perché la scelta di North, nel prefinale, ricade sulla tipica famigliola wasp e quindi automaticamente perfetta (ragazzi, ma ci hanno messo John Ritter e l'idea era di affiancargli Suzanne Somers di Tre cuori in affitto, di cosa stiamo parlando?), cosa dovrebbe scegliere un bambino bianco degli anni '90, di andare a stare con i Jefferson? In realtà, Genitori cercasi funge da blando racconto di formazione per un bimbo che inizia il film ritenendosi il centro del mondo ed emblema di perfezione, mentre alla fine del viaggio capisce di non essere meglio di altri e di doversi accontentare di un amore imperfetto ma sincero, proprio dopo aver visitato diversi luoghi "da sogno" che sono tali solo sulle cartoline, o per una vacanza di un paio di settimane. Il tutto viene raccontato seguendo i cliché di un thriller politico, perché mentre North cerca di trovare il suo posto nel mondo, una nemesi improbabile trama alle sue spalle per sovvertire l'ordine mondiale proprio sfruttando il gesto ribelle del protagonista, con tanto di killer prezzolati, video contraffatti e informatori segreti che diventano preponderanti verso la fine del film. Come potete leggere, la pellicola è pieno di trovate sciocche, giocose ed esagerate, e tutto sta ad entrare nel mood di un'opera essenzialmente parodica, pensata per un pubblico infantile, anche se mi sono divertita persino io.
Quanto a Bruce Willis, protagonista di questa rassegna, non ritengo si sia sputtanato, né che la sua performance sia la peggiore della sua carriera, anzi. L'attore, qui, fa "Bruce Willis", tirando fuori il meglio dei personaggi che hanno contribuito a definire la sua cifra stilistica cinematografica; dotato di un talento naturale per la commedia, asservito nel tempo a ruoli da eroe, Willis ciccia fuori per dare una mano a North in ognuno dei suoi viaggi, incarnandosi, di volta in volta, in uomo carismatico ma rozzo, saggio scoglionato dalla vita che può dare il meglio sia come attore di successo, sia come working class hero, sia come figura mitologica, sia come poveraccio scappato di casa. L'interazione con Elijah Wood, all'epoca tredicenne sulla cresta dell'onda, è tenera e divertente perché il ragazzino gli tiene testa ma senza risultare supponente, in più viene a crearsi proprio un clima di fiducia che fa del "narratore" uno strumento di salvezza non solo fisica, ma anche morale. Oltre a un Bruce Willis a mio parere in formissima, all'interno del cast trovate tantissimi attori amati che non si sono tirati indietro di fronte all'overacting richiesto (Jon Lovitz più o meno fa sempre lo stesso personaggio, ma il giudice di Alan Arkin è talmente sopra le righe da fare il giro) e, soprattutto, Matthew McCurley. Costui è un piccolo mostro che è sparito dalle scene dopo una manciata di film, probabilmente dopo aver perso quell'aria da simil Maculay Culkin che deve avergli fornito gli ingaggi all'epoca, ed è un peccato, perché la sua interpretazione del viscido bastardello Winchell è la cosa più esilarante del film. Al quale, neanche a dirlo, vi invito a dare un'occhiata, anche solo per darmi della matta: è introvabile sui servizi streaming e sul mercato dell'home video, neanche avessero voluto cancellarne il ricordo, ma su Youtube è disponibile per intero e in buona qualità. Fatemi sapere!
Del regista Rob Reiner ho già parlato QUI. Elijah Wood (North), Julia Louis-Dreyfus (mamma di North), Bruce Willis (Narratore), Jon Lovitz (Arthur Belt), Alan Arkin (Giudice Buckle), Dan Aykroyd (Pa Tex), Graham Greene (Papà alaskano), Kathy Bates (Mamma alaskana), John Ritter (Ward Nelson) e Scarlett Johansson (Laura Nelson) li trovate invece ai rispettivi link.
Pronti per il valzer dei gran rifiuti? John Candy era stato scelto per il ruolo di Pa Tex ma ha rifiutato perché trovava offensivi gli stereotipi all'interno della sceneggiatura, di conseguenza Reiner ha chiesto a Robin Williams, che era però già impegnato sul set di Mrs. Doubtfire - Mammo per sempre. Altri due che hanno espresso disgusto verso lo script e declinato con grazia sono Mel Brooks e Peter Falk, contattati per interpretare il nonno alaskano; anche Kathy Bates trovava orrenda la sceneggiatura, ma ha partecipato al film per ringraziare Reiner di averle fatto vincere l'Oscar con Misery non deve morire. ENJOY!
Tra i non molti film degli anni '90 con Bruce Willis che ancora mi mancano. Mi sa che ai tempi in TV non lo passavano mica... Quasi quasi lo recupero soltanto per vedere Bruce in versione coniglione XD
RispondiEliminaNeppure a me suonava familiare, forse a quei tempi puntavo altri film, non saprei! Se lo vedrai, fammi sapere se anche tu lo hai odiato come tutti!
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