Visualizzazione post con etichetta gemma arterton. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta gemma arterton. Mostra tutti i post

venerdì 28 gennaio 2022

The King's Man - Le origini (2021)

E' stato un miracolo che lo tenessero tre settimane al multisala, quindi ho dovuto onorarlo battendo la sfiga e correndo a vedere The King's Man - Le origini (The King's Man) diretto e co-sceneggiato nel 2021 dal regista Matthew Vaughn.


Trama: alla vigilia della prima guerra mondiale, un'organizzazione segreta trama per seminare il caos e sta al pacifista Duca di Oxford, assieme a un pugno di fedeli alleati, evitare che la situazione precipiti ancora di più...


The King's Man
era uno dei film che attendevo con più ansia, perché ADORO la zamarrissima saga creata dal regista Matthew Vaughn partendo da un fumetto di Mark Millar che nemmeno ho mai letto (e, onestamente, non ci tengo a farlo). Kingsman - Secret Service era un action sboccato e pieno di momenti WTF ma anche genuinamente esaltanti e, nonostante Il cerchio d'oro fosse decisamente inferiore, ho voluto molto bene anche a quello; davanti a un trailer che mi metteva davanti un Rasputin folle fino al midollo e brutto come il peccato non ho avuto altra scelta che mettermi in paziente attesa anche del prequel, sebbene non ci fossero né Colin Firth Taron Egerton, e per quanto mi riguarda sono stata ripagata, perché con tutti i suoi difetti The King's Man si è rivelato divertente, caciarone ed esaltante quanto i suoi predecessori. L'idea, come immaginate, è quella di rivelare come sono nati i Kingsman partendo dai pochi indizi disseminati nel corso dei primi due film, e in questo caso i realizzatori hanno optato per un esempio di "fantastoria" che mescola eventi realmente accaduti (l'omicidio del duca Ferdinando, lo scoppio della prima guerra mondiale, il messaggio inviato al Messico dalla Germania) e personaggi realmente esistiti ad elementi di pura finzione destinati ad influenzarli. Fin dall'inizio, il Duca di Oxford interpretato da un magnetico Ralph Fiennes si propone come uomo d'altri tempi, elegante e onorevole, che sceglie di utilizzare una ricchezza nata col sangue e la sofferenza di altri per aiutare i più sfortunati, a mo' di compensazione; ad affiancarlo e "contrastarne" il pacifismo c'è il figlio, ancora giovane e quindi impossibilitato a capire cosa significhi immolarsi per la patria ed entrare in guerra, vittima di una concezione di "disonore" e "codardia" inculcata da chi ovviamente ha bisogno che la gente combatta per una causa. Oltre a fare da sfondo a una storia più grande e complessa, lo scontro generazionale tra i due diventa il cuore della futura fondazione dei Kingsman, cristallizzandosi in un momento decisamente inaspettato in cui, come sempre, Matthew Vaughn ribalta tutte le regole del genere lasciando lo spettatore con un palmo di naso dopo una sequenza così eroica e piena di "sentimento" da fare invidia a Spielberg. Ma non spoileriamo.


L'idea che offre The King's Man è quella di un'opera ad ampio respiro; si vede che Vaughn aveva voglia di sbragare, sia a livello di location che di sequenze eleganti, e anche i folli combattimenti dal montaggio serrato che hanno fatto la fortuna dei due film precedenti qui vengono centellinati, in favore di atmosfere più da film di avventura, à la Indiana Jones quasi, o à la James Bond ma senza gadget né inseguimenti in auto. Onestamente, questo cambio di rotta non mi è dispiaciuto, così come la maggiore "serietà" offerta dalla presenza di Ralph Fiennes a discapito di un protagonista più giovane e scavezzacollo, ma per gli amanti del "vecchio" Kingsman e dei suoi personaggi sopra le righe c'è la creatura migliore del film. No, non intendo Rasputin, ché altrimenti Mirco non mi rivolgerebbe più la parola, ma il capronetto protagonista della scena più apprezzata dal Bolluomo. POI c'è Rhys Ifans col suo Rasputin, che purtroppo mangia la scena a tutti, buoni o cattivi che siano, e sì che come cast The King's Man è messo più che benissimo. Ifans danza, gigioneggia, seduce, combatte come un derviscio e disgusta in una sequenza che è già il mio scult del 2022 e di cui vorrei assolutamente vedere il backstage per capire come diamine hanno fatto Fiennes ed Ifans a rimanere seri anche solo per un istante. Purtroppo, a rimetterci davanti a tanta meravigliosa esagerazione sono personaggi dalle altissime potenzialità ma un po' sciapi come la Polly di Gemma Arterton e il Shola di Djimon Hounsou (il figlio di Orlando Oxford, ahilui, è davvero privo di ogni speranza di essere interessante, invece), quanto a Daniel Bruhl ormai si è cucito addosso il personaggio di Barone Zemo e devo dire che gli calza benissimo, anche se vorrei tornare a vederlo in altri ruoli visto che è sempre stato un ottimo attore. Quindi, per concludere, come potete immaginare, aspetto con ansia il terzo capitolo cronologico della saga, che dovrebbe cominciare le riprese quest'anno, perché a mio avviso l'universo di Kingsman ha ancora molto da offrire!


Del regista e co-sceneggiatore Matthew Vaughn ho già parlato QUI. Ralph Fiennes (Orlando Oxford), Djimon Hounsou (Shola), Matthew Goode (Morton), Charles Dance (Kitchener), Gemma Arterton (Polly), Rhys Ifans (Grigori Rasputin), Daniel Brühl (Erik Jan Hanussen), Tom Hollander (Re Giorgio / Kaiser Guglielmo/ Zar Nicola), Aaron Taylor-Johnson (Archie Reid) e Stanley Tucci (Ambasciatore americano) li trovate invece ai rispettivi link.


Essendo un prequel, The King's Man - Le origini si può vedere anche da solo, ma perché perdervi i divertentissimi Kingsman: Secret Service e Kingsman: Il cerchio d'oro? ENJOY!

martedì 22 ottobre 2019

The Voices (2014)

Quasi un anno fa col Bolluomo abbiamo adottato una gattina e ovviamente l'uomo di casa si è riscoperto gattaro (anche se credo lo sia sempre stato). Approfittando dell'immagine di un gatto particolarmente assurdo, sono riuscita quindi a fargli vedere The Voices, diretto nel 2014 dalla regista Marjane Satrapi e presente sulla piattaforma Amazon Prime Video.


Trama: Jerry lavora come magazziniere in una fabbrica di vasche da bagno, è timido e di buon cuore ma ha anche un grosso problema. La sua schizofrenia lo porta a sentire le voci degli animali di casa, una buona e una cattiva coscienza che arriveranno a confonderlo nel momento esatto in cui si innamorerà di una sua collega...


Ormai ho una memoria labile e fatico a ricordare tutti i film passati sui blog amici di cui bisognerebbe tenere traccia ma, chissà perché, almeno il titolo di The Voices era rimasto e quando è entrato a far parte del catalogo Prime Video l'ho inserito tra i preferiti. Onestamente, non ricordavo né che il protagonista fosse Ryan Reynolds (tanto che, quando è comparso, ho fatto la fatidica domanda "Ma diamine, quello è Ryan Reynolds?" Capitemi, sono miope/astigmatica e lo schermo della cucina/salottino non è enorme) né che la regista fosse Marjane Satrapi, cosa che mi ha creato uno scompenso psichico sul finale, quando il suo nome è comparso durante gli assurdi titoli di coda del film, però sono contenta che un minimo ricordo di The Voices mi sia rimasto perché rischiavo di perdermi una pellicola decisamente riuscita. Strana quanto volete, ovviamente, ché da un Ryan Reynolds ormai lanciatissimo ci aspetteremo mica una cosa normale? Più sconvolgente, invece, l'idea che Marjane Satrapi, dopo il commovente Persepolis, abbia deciso di dirigere una commedia a tratti demenziale (i titoli di coda, l'ho già detto, sono assurdi, uno schiaffo al senso del surreale dello spettatore) ma che più nera non si può, tanto che a un certo punto l'oscurità diventa la parte predominante e ridere delle disgrazie di Jerry diventa molto ma molto difficile. E pensare che, lì per lì, The Voices sarebbe un film anche innocuo: un uomo affetto da schizofrenia passa il tempo libero a parlare col suo cane e col suo gatto, rispettivamente l'angelo e il demone che gli sussurrano sulla spalla e che cominciano a diventare decisamente prodighi di consigli quando Jerry si innamora di Fiona, la nuova collega di origini inglesi. Il film inizia seguendo quindi il pattern di una commedia sentimentale di stampo surreale, con l'ingenuo e timido Jerry che viene preso in giro da Fiona e non si accorge che un'altra sua collega, Lisa, sarebbe seriamente intenzionata a mettersi con lui, ma nel corso di The Voices le aspettative dello spettatore vengono irrise più di una volta, soprattutto quando nel film si inserisce un elemento thriller e anche un po' horror, se vogliamo.


Non mi sento di aggiungere altro sulla trama, perché è interessante capire dove andrà a parare e anche perché a mio avviso è innanzitutto il modo in cui è stato realizzato The Voices a colpire, il modo in cui anche le immagini scivolano dallo stile comedy a quello horror senza soluzione di continuità. Il mondo di Jerry, il suo posto di lavoro, sono connotati da una fotografia luminosa e costumi all'interno dei quali i colori predominanti sono il rosa acceso e il rosso, specchio dei "caldi" sentimenti che esplodono nel cuore di Jerry nel momento in cui si innamora di Fiona, ma non solo, come si verrà a scoprire proseguendo nel film; il flash con cui all'improvviso cambiano i colori che circondano il protagonista, la fotografia e persino la scenografia delle sequenze, così simile a quella di mille serie televisive, è talmente repentino e impercettibile che, lì per lì, il cervello non lo registra nemmeno, almeno finché non subentra lo shock della consapevolezza di quanto, in realtà, l'esistenza di Jerry sia misera e solitaria e di come non ci sia nulla da ridere all'idea che un cane e un gatto (per quanto costruiti secondo gli stereotipi della comicità americana) battibecchino col loro padrone. In questo caso, ben venga l'utilizzo di una CGI poco invasiva ma necessaria per assecondare la schizofrenia di Ryan Reynolds e ben venga anche la sua incapacità attoriale, che rende Jerry in qualche modo "sbagliato" e strano fin dalle prime scene (sarebbe bello però poter vedere il film in lingua originale visto che Reynolds doppia tutte le "voci", peccato che Prime Video non lo consenta). Dal punto di vista del cast femminile, sia Gemma Arterton che Anna Kendrick sono deliziose, soprattutto la Kendrick, ma è fondamentale anche la stralunata professionalità di Jacki Weaver, altro personaggio che scivola senza soluzione di continuità dalla tipica psichiatra delle commedie USA a qualcosa di ben più angosciante. Insomma, non è facile parlare di The Voices senza fare troppi spoiler, lo avrete capito, quindi sarà meglio chiudere qui il post. Se avete Prime Video non perdetelo e fatemi sapere cosa ne pensate!


Della regista Marjane Satrapi ho già parlato QUI. Ryan Reynolds (Jerry/Mr. Wiskers/Bosco/Cervo/Bunny Monkey), Gemma Arterton (Fiona), Anna Kendrick (Lisa) e Jacki Weaver (Dr. Warren) li trovate invece ai rispettivi link.


domenica 18 settembre 2016

RocknRolla (2008)

Questa è l’ultima del 2016, prometto. Intendo l’ultima volta che scrivo un brevissimo post dopo praticamente un mese dalla visione del film, cosa che mi porta inevitabilmente ad affidarmi ad una memoria sempre più scarsa e ad emozioni ormai raffreddatesi. Ciò accade, soprattutto, quando si parla di film come RoknRolla, diretto nel 2008 dal regista Guy Ritchie, la tipica sagra del malvivente inglese tanto cara all’autore.


Trama: uno speculatore edilizio senza scrupoli cerca di concludere un grosso affare con un magnate russo ma la commercialista di quest’ultimo è in combutta con un paio di piccoli malviventi e lo deruba sistematicamente di ogni investimento. A complicare un affare che già sta in piedi per miracolo si aggiungono i capricci di un giovane cantante rock fattosi passare per morto…



Ammetto pubblicamente di essere un’estimatrice di Guy Ritchie, del suo stile caciarone e videoclipparo, del montaggio rapido quanto i giri di giostra tra personaggi che si susseguono continuamente sullo schermo, del sottobosco criminale che mette in scena con abbondanti dosi di umorismo nero e anche di un certo modo ruffiano di accattivarsi il pubblico. Tutti questi elementi si ritrovano in RockNRolla eppure, nonostante il mio amore per il regista inglese, la visione del film si è rivelata lievemente pesante, come se avessi davanti uno scherzo tirato per le lunghe; la trama della pellicola fila e tutto torna perfettamente sul finale, nel quale ogni tessera apparentemente stonata riesce nonostante tutto a comporre un mosaico perfetto, però credo che la parte centrale del film venga appesantita troppo da ripetizioni inutili e personaggi superflui. In aggiunta, bisogna dire che il RockNRolla del titolo è uno dei protagonisti più fastidiosi e meno carismatici mai creati da Guy Ritchie. Non so se imputare la colpa all’attore Toby Kebbell, che sembrerebbe un giovane Sacha Baron-Coen molto meno divertente (e già di suo non che Baron-Coen mi faccia impazzire...), sta di fatto che dal momento in cui compare il fantomatico Johnny Quid il film subisce una frenata che non molla neppure con la presenza del fantastico “gangster” di Tom Wilkinson e del sempre valido Mark Strong, punte di diamante di un cast che contempla anche due figoni del calibro di Idris Elba e Gerard Butler, tra gli altri. Ecco, forse RockNRolla mi ha un po’ delusa perché pensavo che il fulcro della storia fosse questa coppia di pregevoli attori, invece la trama a un certo punto si discosta dalle loro disavventure, focalizzandosi su furti di quadri, rockstar drogate, segretucci nascosti e russi psicopatici, questi ultimi protagonisti delle sequenze più genuinamente folli e divertenti di tutta la pellicola. Nonostante questo, quando durante i titoli di coda ho letto che i protagonisti di RockNRolla sarebbero tornati per un secondo film non ho potuto fare a meno di chiedermi cosa aspetti Ritchie a riprendere le fila del discorso, magari con qualche aggiustatina qui e là: o sono completamente psicopatica e mi sbaglio di grosso, oppure potrebbe venire fuori un sequel molto migliore della pellicola originale!


Del regista e sceneggiatore Guy Ritchie ho già parlato QUI. Gerard Butler (One Two), Tom Wilkinson (Lenny Cole), Mark Strong (Archy), Idris Elba (Mumbles), Tom Hardy (Bob il bello), Toby Kebbel (Johnny Quid), Karel Roden (Uri Omovich), Jeremy Piven (Roman), Gemma Arterton (June) e Jamie Campbell Bower (Rocker) li trovate invece ai rispettivi link.

Thandie Newton interpreta Stella. Inglese, ha partecipato a film come Intervista col vampiro, Gridlock'd, Mission: Impossible 2, The Chronicles of Riddick e a serie come E.R. Medici in prima linea, inoltre ha doppiato un episodio di American Dad!. Ha 44 anni e due film in uscita.


Il cantante Ludacris (col vero nome di Chris Bridges) interpreta Mickey, uno dei due manager di Johnny Quid. Apparentemente, quella di RocknRolla avrebbe dovuto essere una trilogia, di fatto nei titoli di coda viene scritto "The Wild Bunch will return in The Real RockNRolla", tuttavia nel frattempo Ritchie ha girato altri quattro film e di un eventuale sequel non c'è ancora traccia. Detto questo, se RocknRolla vi fosse piaciuto recuperate Lock & Stock - Pazzi scatenati e Snatch - Lo strappo. ENJOY!

mercoledì 23 aprile 2014

Byzantium (2012)

Finalmente in questi giorni pasquali sono riuscita a vedere Byzantium, l’ultimo film del regista Neil Jordan, da lui diretto nel 2012 e tratto da un’opera teatrale di Moira Buffini.


Trama: la giovane Eleanor e la sua tutrice Clara, due donne misteriose che vivono di espedienti, cercano rifugio in una piccola cittadina di mare dove cominciano ad accadere strani incidenti…


Quando c’è da girare un film sui vampiri “e chi chiamerai?” La risposta, per quel che mi riguarda, è Neil Jordan che, a distanza di quasi vent’anni, dopo Intervista col vampiro ci regala un altro sguardo interessante, particolare e poetico su una coppia di vampire e su tutto l’intricato mondo di regole, codici e misteri che circonda la mitica figura del succhiasangue. Camminando elegantemente sul pericoloso filo del rasoio twilightiano incarnato da un’impossibile storia d’amore adolescenziale, il regista irlandese dimostra di non essere uno sprovveduto e confeziona un racconto dove il passato e il presente si mescolano con grazia, dove la solitudine si sfoga nella necessità di liberarsi di uno scomodo e doloroso segreto affidando le parole all’inchiostro, alla carta e al vento, dove le rigide regole gerarchiche si traducono in un orribile sistema che premia l’aristocratico spietato e condanna a morte chi già è stato costretto ad intraprendere una strada considerata, molto ipocritamente, disdicevole e per questo viene considerato indegno di ricevere un dono prezioso come la vita eterna. Le due protagoniste Eleanor e Clara, all'inizio, sembrano i "soliti" personaggi tipici di questo genere di film: l'una è calma, solitaria, intelligente e riflessiva mentre l'altra è scapestrata, incontrollabile e violenta. In realtà, man mano che Byzantium prosegue, le due donne acquistano una personalità sempre più profonda e complessa, ogni loro azione nel presente trova la sua ragion d'essere nel passato e viene annullato il confine tra bene e male, tra giusto e sbagliato, tra crudeltà e pietà. Lo spettatore riesce così ad arrivare a sentirsi coinvolto, non solo dalle due protagoniste ma anche dal microcosmo di personaggi che le circonda, a partire dal patetico Noel fino ad arrivare ai vecchietti che considerano Eleanor un angelo della morte.


Il vampirismo o, meglio, la natura di soucriants di Eleanor e Clara è fondamentale per la trama, tuttavia Byzantium non è una di quelle pellicole dove il sangue scorre a fiumi o il vampiro è dotato di chissà quali poteri che lo rendono superiore alla razza umana. Non è neppure uno di quei film dove viene enfatizzato l'aspetto doloroso e patetico dell'essere vampiro; Eleanor e Clara soffrono eppure, a modo loro, entrambe cercano di accettare la loro natura e di imparare a "guardare al futuro", incanalando il loro potere e la loro inevitabile eternità cercando di trovare uno scopo che impedisca a entrambe di sprecare il dono ricevuto al prezzo dell'anima. Per una volta il vampirismo viene mostrato come speranza, come fuga dalla malattia, come mezzo per trovare un possibile riscatto da una vita troppo spesso ingiusta. La voce pacata e gli occhi chiari di Saoirse Ronan ci catturano e ci incantano fin dal primo fotogramma, la sua storia raccontata a spizzichi e bocconi inevitabilmente ci coinvolge perché tutti i dettagli della vicenda non vengono rivelati che alla fine, senza fretta, come se ci trovassimo davanti un vecchio romanzo gotico più che un film. E in effetti Byzantium, col suo sapore "antiquato", un po' romanzo gotico lo è: Neil Jordan indugia sulle divise di capitani privi di morale, su postriboli affollati, su luoghi bui dove innocenti fanciulle vengono private della purezza e gettate nel fango o peggio, su misteriose isole dove la vita e la morte si uniscono fino a far sgorgare delle impressionanti cascate di sangue e dove uccelli neri come la pece sono gli unici guardiani e testimoni di un segreto da rivelare attraverso studi, confraternite e mappe. Dopo tante delusioni legate ad un sottogenere horror che adoro è bello vedere che Neil Jordan e Byzantium non mi hanno lasciata con l'amaro in bocca, anzi. Consiglio questa piccola perla a tutti quelli che vogliono ritrovare la fiducia in quei poveri vampiri troppo spesso bistrattati.


Del regista Neil Jordan ho già parlato qui. Saoirse Ronan (Eleanor), Gemma Arterton (Clara) e Johnny Lee Miller (Ruthven) li trovate invece ai rispettivi link.

Caleb Landry Jones interpreta Frank. Americano, ha partecipato a film come Non è un paese per vecchi, L'ultimo esorcismo, X-Men: L'inizio e Antiviral. Ha 26 anni e due film in uscita.


Se vi siete chiesti dove avete già visto Warren Brown, che interpreta Gareth, sappiate che aveva già partecipato all'ormai storica miniserie zombie Dead Set. Se vi siete invece chiesti qual è il film di vampiri che Eleanor sta guardando in TV sappiate che si tratta di Dracula principe delle tenebre. Se, infine, Byzantium vi fosse piaciuto recuperate il già citato Intervista col vampiro. ENJOY!

News dell'ultim'ora: Mi è appena arrivata una mail dove mi si segnala che Byzantium uscirà in Italia SOLO sul mercato dell'home video, dal 19 giugno in versione noleggio e dal 3 luglio in vendita, in DVD e Blu-ray. Peccato, una pellicola simile avrebbe meritato ben altra distribuzione ma bisogna prendere quel che viene.

martedì 18 febbraio 2014

Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe (2013)

Qualche sera fa mi sono messa a guardare, senza troppa convinzione, Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe (Hansel and Gretel: Witch Hunters), diretto nel 2013 dal regista Tommy Wirkola. Well, suprise, surprise...


Trama: dopo essere stati abbandonati nel bosco e avere ucciso la strega che abitava nella storica casetta di marzapane, Hansel e Gretel crescono per diventare veri e propri cacciatori di streghe. Un giorno, la loro caccia li conduce ad un villaggio dove i bambini scompaiono misteriosamente...


Sto impazzendo, mi sa. Mi preparavo a stroncare un'epica belinata e invece questo Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe, pur con tutti i suoi difetti, mi ha divertita un sacco e ho dovuto anche chinare il capo davanti a un paio di trovate gustosamente sanguinose! La cosa che lo ha salvato da eventuali critiche troppo impietose è che, innanzitutto, la regia non è fracassona e baracconesca come mi sarei aspettata (una "roba" tipo I Tre Moschettieri di Anderson o, peggio, tipo La leggenda del cacciatore di vampiri) ma tiene il ritmo del racconto ed asseconda le tamarreidi dei personaggi senza spaccare in due il cranio del povero spettatore o fargli scoppiare gli occhi come due acini d'uva. Un'altra cosa che mi ha spiazzata e che ho molto apprezzato è la natura ambigua del film. Superficialmente è una supercazzola più vicina all'action fantasy che all'horror e, indubbiamente, strappa grasse risate e non mette paura o inquietudine nemmeno per un secondo... tuttavia spesso e volentieri le scene vengono contaminate da dosi di gore perlomeno inusuali per il genere, il tasso di violenza è altissimo e un paio di sequenze lasciano intendere antefatti o conseguenze particolarmente spiacevoli, decisamente inadatte all'atmosfera che caratterizza il resto della pellicola. Questo guazzabuglio, assieme alla trama sicuramente banale ma comunque frizzante, contribuisce a divertire lo spettatore poco esigente o desideroso di un po' di sano e semplice entertainment per tutta la durata del film.


Per quel che riguarda la caratterizzazione dei due fratellini cacciatori, è simpatica l'idea di presentare una Gretel bellissima ma gretta e mascolina al punto da riuscire a trovarsi solo con un troll e un Hansel burbero, impacciato... e diabetico! La cosa sembra stupida ma mi ha fatto riflettere su come il folle Tommy Wirkola abbia trasformato la favola originale di Hansel e Gretel in qualcosa di totalmente non convenzionale ma anche, in qualche modo, coerente e neppure troppo campato in aria. Certo, le banalità non mancano  e nemmeno i personaggi tagliati con l'accetta (nel senso metaforico del termine ma non solo...), le streghe e lo sceriffo in primis, ma considerata la natura di prodotto di intrattenimento sono difetti accettabili e sui quali è facile sorvolare col cervello staccato. Gli attori portano a casa la pagnotta senza metterci troppo impegno e senza distaccarsi dai cliché in cui si sono impantanati nel corso degli anni (Famke Janssen è la solita fatalona pericolosa mentre Peter Stormare il solito villain dalla morale infima) ma anche loro hanno l'aria di essersi divertiti parecchio, quindi sembra quasi di respirare un'aria di totale relax. Il trucco delle streghe non è particolarmente esaltante, sembra più adatto ad una serie televisiva che ad un film e, sinceramente, non ho idea di come le armi di Hansel e Gretel o le varie scene d'azione siano state rese col 3D cinematografico, ma per quel che riguarda gli effetti speciali non mi è sembrato che la CG fosse invadente come spesso accade. Insomma, Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe non è nulla di trascendentale ma funziona, stranamente. Un'occhiata disimpegnata gliela darei!


Di Jeremy Renner (Hansel), Famke Janssen (Muriel), Derek Mears (Edward) e Peter Stormare (Sceriffo Berringer) ho già parlato ai rispettivi link.

Tommy Wirkola è il regista e sceneggiatore della pellicola. Norvegese, ha diretto film come Dead Snow e il suo seguito. Anche attore e produttore, ha 34 anni e un film in uscita.


Gemma Arterton interpreta Gretel. Inglese, ha partecipato a film come Rocknrolla, Quantum of Solace, I Love Radio Rock, Scontro fra Titani, Prince of Persia – Le sabbie del tempo e Byzantium. Ha 27 anni e tre film in uscita.


La stunt tarantiniana Zoe Bell compare durante il sabba come una delle streghe mentre il regista Tommy Wirkola fa una comparsata come uno degli assistenti dello sceriffo. Tra le “scartate” per il ruolo di Gretel figurano invece attrici del calibro di Diane Kruger, Eva Green e Noomi Rapace. Come si evince dal finale aperto, Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe ha da qualche tempo il sequel in produzione ma, per ora, non si conoscono né il regista né gli eventuali interpreti. Nell’attesa, sappiate che potete recuperare un’extended version della pellicola un bel po’ più esplicita e sanguinolenta e, se Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe vi fosse piaciuto, potete sempre guardare I fratelli Grimm e l’incantevole strega e magari, perché no, L’armata delle tenebre. ENJOY!

Se vuoi condividere l'articolo

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...