martedì 5 novembre 2013

Il patto dei lupi (2001)

Qualche giorno fa guardavo in TV un pezzetto di Elizabeth e il giorno dopo, parlando con le colleghe, si diceva che Vincenzo Cassola l’è proprio un bell’ometto e fa strano pensare che la Bellucci si sia messa con un vecchio russo bavoso, per quanto sicuramente ricco sfondato. Insomma, com’è, come non è, dopo questo momento gossip mi è venuta voglia di guardare per la prima volta un film che conta tra i protagonisti l’ex coppia, ovvero Il patto dei lupi (Le Pacte des Loups), diretto nel 2001 dal regista Christophe Gans. Muze ha pronosticato che il film mi avrebbe fatto schifo, ma ho voluto sfidare la sorte...


Trama: prima della rivoluzione francese, un paesino di campagna è funestato dai delitti compiuti da una fantomatica bestia. Il giardiniere del Re, De Fronsac, accompagnato dal fido indiano Mani, si reca al paesino per indagare…


Il patto dei lupi è un ibrido ben strano. Premesso che, ai miei occhi, le produzioni fantastiche francesi vanno spesso a braccetto col kitsch e il trash e questo film non fa eccezione, durante la visione mi è sembrato meno peggio di quanto in effetti mi ero aspettata, nonostante sia un calderone pressoché infinito di generi e stili. Nel corso delle più di due ore di durata infatti Il patto dei lupi, che pur presenta personaggi realmente vissuti (tranne Mani) e si basa sulla vera storia della Bestia di Gévaudan, unisce dramma storico, romanzo d’avventura, telenovela amorosa, suggestioni horror che strizzano l’occhio al satanismo e persino combattimenti dal vago sapore orientale, alternando momenti in cui tutte queste componenti riescono magicamente ad amalgamarsi ad altri in cui, complice anche la scellerata decisione di allungare il brodo a dismisura quando bastava concentrarsi solo su determinati aspetti della vicenda, il risultato è discutibile e a tratti esilarante. A dire il vero, Il patto dei lupi ricorda quei vecchissimi feuilleton che poi venivano rilegati in un romanzo e per questo avrebbe funzionato molto meglio come miniserie; sicuramente, ne avrebbe tratto giovamento la suspance visto che, una volta capito cosa sia la bestia, è facile fare due più due e intuire anche chi si nasconda dietro alla sanguinosa serie di omicidi, rendendo così buona parte degli eventi che anticipano il finale fondamentalmente inutili.


A parte queste pecche, comunque, Il patto dei lupi è un buon prodotto d'intrattenimento e, nei limiti, potrebbe venire tranquillamente paragonato ad una mega-produzione USA. E' vero, gli effetti speciali non sono proprio belli a vedersi ma il difetto viene compensato da un'incredibile fantasia per quel che riguarda i costumi (soprattutto sul finale Vincent Cassel è vestito in un modo assurdo!) e da una grande ricchezza per quel che riguarda le scenografie e la varietà degli ambienti. Anche gli attori non sono malaccio e ciò vale soprattutto per i caratteristi, dotati tutti delle facce e del phisique du role ideali, tuttavia anche i nomi importanti non sfigurano: Samuel Le Bihan è piacione quanto basta e, a tratti, ricorda o un Braveheart o un Ultimo dei Mohicani e Vincenzo Cassola è viscidoso e folle come piace a me. Non è male neppure l'idea, fondamentale ai fini della trama, di inserire un pellerossa come elemento esotico, tra l'altro l'attore che lo interpreta è molto bravo, mentre per quel che riguarda i personaggi femminili bisognerebbe far finta di nulla, perché Émilie Dequenne è una coprotagonista molla come la panissa e la Bellucci parla, purtroppo, altrimenti sarebbe meravigliosa e perfetta per il ruolo. Per concludere, Gans ha fatto di meglio, è vero, ma Il patto dei lupi è molto particolare ed è l'ideale per una serata senza pretese, soprattutto se vi piacciono i film avventurosi dal sapore nostalgico; per me, è stato come quando, da ragazzina, guardavo Fantaghirò e tutte quelle amene bagatelle che producevano alla Mediaset... con quel cappuccettoso tocco di Les Rois Maudits che non guasta mai.


Del regista e co-sceneggiatore Christophe Gans ho già parlato qui. Vincent Cassel (Jean-François), Edith Scob (Mme de Morangias), Philippe Nahon (Jean Chastel), Gaspard Ulliel (Louis) e Pascal Laugier (l'assistente di Machemort) li trovate invece ai rispettivi link.

Samuel Le Bihan interpreta Grégoire de Fronsac. Francese, ha partecipato a pellicole come Film rosso e Frontiers – Ai confini dell’inferno. Anche sceneggiatore, regista e produttore, ha 48 anni.


Monica Bellucci (vero nome Monica Anna Maria Bellucci) interpreta Sylvia. Attrice umbra, la ricordo per film come Dracula di Bram Stoker, I mitici – Colpo gobbo a Milano, Sorellina e il principe del sogno, Dobermann, Malèna, Matrix Reloaded, Matrix Revolution, La passione di Cristo e I fratelli Grimm e l’incantevole strega. Ha 49 anni e due film in uscita.


Mark Dacascos interpreta Mani. Hawaiiano, ha partecipato a film come Double Dragon, Crying Freeman e alle serie Flash, Il corvo, Più forte ragazzi CSI - Scena del crimine. Anche stuntman, ha 49 anni e un film in uscita.

YO, Bro! Ci stai dentro!!
In mezzo alla marea di comparse più o meno famose troviamo anche, nei panni di Machemort, l'inconfondibile François Hadji-Lazaro, che in Dellamorte Dellamore interpretava Gnaghi. Detto questo, se Il patto dei lupi vi fosse piaciuto, consiglio il recupero di Il mistero di Sleepy Hollow e Spiriti nelle tenebre. ENJOY!

24 commenti:

  1. Perché, si sono lasciati??
    In ogni caso ricordo il Patto come un film godibile, con vaghi accenni tamarri (la rissa stile videogame) e momenti che ti fanno pensare che quasi non è un film troppo serio...
    I fatti narrati meritano una analisi un po' più profonda, perché la storia del mostro francese è davvero suggestiva :)

    Moz-

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    1. Mah pare di sì, meglio per me ché Cassola è libero adesso XD
      Anche io comunque avrei voluto saperne di più e più seriamente su questa bestia...

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    2. Se interessa presto scriverò uno speciale sulla Belva del Gevadaun.;)

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  2. Non ci crederai ma all' epoca la Bellucci fu inserita nel Cast perché Gans da grande appassionato del cinema italiano ( di Bava in particolare) sperava che la presenza di un attrice nostrana ( chiedo scusa per aver utilizzato il termine attrice riferendomi alla Bellucci) avrebbe facilitato il successo del film anche nel nostro paese.
    Purtroppo come hai detto tu nel film la Bellucci parla troppo. :P

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    1. Beh Gans non ha avuto torto, secondo me in Italia ha avuto più successo di quanto avrebbe dovuto anche per la presenza di Monicona XD

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  3. Ricordo che da ragazzotto mi fomento un pochino il film.
    Lo riciclai anche come missione di D&D

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  4. Un film che dovrei recuperare. L' ho visto che ero ragazzino, e all' epoca non mi ha convinto molto.

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    1. Se non ti ha convinto da ragazzino secondo me ora lo odierai proprio! :P

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  5. Sempre meglio un "Patto dei Lupi" di un film tratto da qualche videogames tipo "Mortal Kombat". A me piacquero molto fotografia e toni di colore...per il resto...spensi il cervello e non diedi molto credito alla storia.

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    1. Mortal Kombat me l'ero perso, vale però Street Fighter? :P
      Scherzi a parte, visivamente non è male e si vede che Gans ha della stoffa (non vedo l'ora che esca La bella e la bestia!!) ma ho preferito Silent Hill.

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  6. Uno strano ibrido che mi ha sempre divertito parecchio. Quando lo passano in tv quasi sempre me lo rivedo.

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    1. Pensa che io non l'avevo mai visto prima, devo ringraziare una collega che me lo ha passato!

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  7. a me personalmente sia questo che silent hill mi han fatto schifo, di Gans salvo solo Crying Freeman.
    Questo film col cagnone dotato di armatura lo vidi al cinema e mi fece cadere le balls

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    1. Silent Hill a me è piaciuto davvero moltissimo e conta che del videogame non sapevo nulla. Crying Freeman invece non l'ho visto!

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    2. ah ma nemmeno io conosco il videogames, anzi i videogames in generale non mi interessano, il film in se è brutto, anche se il sequel "Revelations" è moooooooooolto peggio

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    3. Revelations infatti me lo hanno venduto come una porcata incredibile, quindi non l'ho guardato :)

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  8. Al netto dei ralenti ( mi sembra ce ne sia qualcuno, ma potrei sbagliarmi ) e delle lotte in stile orientale, che con la Francia ancien régime e pure con gli indiani non c'entrano niente, lo considero un bel film ; più che dignitoso, comunque.
    Vincent Cassel cattivo fantastico, con quella faccia tra Lovecraft e Mefistofele.
    E poi si parla di un mistero che mi ha sempre affascinato.

    Ah, "molle come la panissa" mi è piaciuta :D la facevano anche a Ormea, mia madre se la ricorda. In ogni caso esprime bene il concetto !

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    1. A mio avviso, quello che gli mancava in "tecnica" veniva ampiamente sopperito con la fantasia, quindi il risultato finale era molto positivo.
      E Vincent Cassel è sempre meraviglioso nonché BUONO come la panissa! :D

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  9. Più o meno sono della tua stessa opinone. Solo che complice il fatto che è anche un film della mia adolescenza, ho sempre qualche parola in più di riguardo.

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    1. Ma sì, ci mancherebbe! Anche io guardo con indulgenza maggiore i film ai quali ho sempre voluto bene!

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