domenica 9 giugno 2019

Polaroid (2019)

Ma che disperazione. Polaroid, diretto dal regista Lars Klevberg, a Savona non è uscito. Fortuna o sfortuna?


Trama: Bird, ragazza timida ed impacciata, entra in possesso di una vecchissima macchina fotografica Polaroid. Presa dall'entusiasmo, la utilizza per scattare alcune foto agli amici, scatenando però sugli stessi una terribile maledizione...



Si può dire "che palle"? Potrebbe essere l'unico modo per riassumere la visione di Polaroid, horror che di innovativo non ha nulla e che procede lento e triste "come chi deve" sui binari già stabiliti a inizio millennio da The Ring, Shutter e compagnia urlante. La vecchia tecnologia che si ribella ai millenials, condannandoli a morire in un modo atroce rigorosamente fuori dall'inquadratura, ché rinunciare al PG-13 tipico di queste produzioni sarebbe brutto, offre al pubblico di ragazzetti una storia stravista che, boh, forse vuole metterli in guardia dalla mania di fare photobombing? Non saprei. In soldoni, ogni foto scattata con la Polaroid del titolo mostra alle spalle delle persone ritratte un'ombra inquietante, "firma" di un mostro tutto storto interpretato ovviamente da Javier Botet che, di lì a poco, farà impazzire tutte le luci della casa e giustizierà i poveracci ignari. Il perché o il percome lo si scopre seguendo i pochi sopravvissuti alla mattanza che, come da copione, si impelagano in un'indagine resa difficoltosa dalla creatura che incombe, tra false piste, motori di ricerca che trovano letteralmente ogni cosa e capatine nelle biblioteche. Insomma, ripeto, nulla di nuovo sotto il sole. C'è da dire, per lo meno, che i protagonisti sono meno irritanti del solito, non fanno cose stupide per motivi di trama (tranne uno ma, oh, almeno UN cretino all'interno di un gruppo ci dev'essere, d'altronde la gente ha votato Trump e Salvini, sarebbe surreale pensare il contrario) e la protagonista, oltre ad essere molto carina, mostra di avere anche un cervello pensante in grado di sfruttare le peculiarità delle foto scattate dalla Polaroid.


Tra i visetti tutti uguali di stelline varie tirate fuori da serie che guardano tutti tranne la sottoscritta, spuntano a nobilitare l'insieme la sempre inquietante Grace Zabriskie (onestamente, fa più paura lei del mostrone) e un Mitch Pileggi che, lì per lì, non avevo nemmeno riconosciuto e che meriterebbe un premio denominato ad hoc "mannaggiavvoi, fatevicazzivostri".  Purtroppo queste due vecchie glorie vengono sottoutilizzate ma è anche vero che il pubblico di riferimento non saprà nemmeno di chi sto parlando, quindi chissene. Il resto, come ho detto, è noia. A Lars Klevberg, autore del corto che ha dato origine a Polaroid, è stato affidato il reboot de La bambola assassina, che dovrebbe uscire tra poco in Italia, e benché non mi aspettassi chissà quale regista dietro la macchina da presa di un film così atteso, diciamo che Polaroid è dimenticabile anche dal punto di vista dalla regia. Il mostronetto, infine, è il solito agglomerato di pixel cucito addosso alle movenze dell'amabile Javier Botet e diverte il fatto che non abbia nulla a che vedere con la creatura mostrata nel corto, a mio avviso molto più efficace. D'altronde, è sempre così: un'idea come quella di Polaroid funziona nell'immediato, con un metraggio breve, in quanto si fonda sullo shock di uno jump scare o una situazione sovrannaturale priva di spiegazioni o conseguenze a lungo termine. Quando si cerca di allungare il brodo (i primi dieci minuti di film sono una riproposta quasi identica del corto stesso, dialoghi compresi, e una volta conclusa la breve introduzione i personaggi protagonisti scompaiono), il risultato si annacqua e il risultato sono filmetti dimenticabili come questo Polaroid, che poteva benissimo rimanere nel limbo distributivo internazionale al quale pareva essere stato condannato dopo lo scandalo Weinstein.


Javier Botet (l'entità), Grace Zabriskie (Lena Sable) e Shauna MacDonald (la madre di Bird) li trovate ai rispettivi link.

Lars Klevberg è il regista della pellicola. Norvegese, tornerà presto sugli schermi italiani con La bambola assassina. Anche sceneggiatore e produttore, ha 39 anni.


Kathryn Prescott interpreta Bird. Inglese, ha partecipato a film come Fino all'osso e a serie come 24: Legacy. Inglese, anche regista, sceneggiatrice e produttrice, ha 28 anni.


Mitch Pileggi interpreta lo sceriffo Pembroke. Americano, indimenticato Walter Skinner di X-Files, lo ricordo per film come Il giustiziere della notte 4, Il ritorno dei morti viventi 2, Sotto shock, Basic Instinct, Vampiro a Brooklyn, X-Files - Il film, X-Files - Voglio crederci e per altre serie quali A-Team, Hunter, Dallas, Walker Texas Ranger, That's 70's Show, E.R. Medici in prima linea, Nip/Tuck, CSI - Scena del crimine, Cold Case, Criminal Minds, Medium, Supernatural, Grey's Anatomy e Dallas. Ha 67 anni e due film in uscita.



Polaroid è tratto dall'omonimo corto, sempre di Lars Klevberg, che potete trovare QUI. Se il film vi fosse piaciuto recuperate la serie The Ring. ENJOY!

7 commenti:

  1. Una evoluzione un po' moderna de Il Fotocane di King.
    Credo che lo salterò senza rimpianti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Meglio a questi punti rileggere Il Fotocane, benché non mi avesse convinta.

      Elimina
  2. Ahaha me l'immaginavo che era una str***ata!! E ancora non sono riuscito a vederlo 😄😄 a 'sto punto manco ci spreco pecunia!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E nemmeno una delle tue serate trash, ti prego!!! Non ne val la pena, non fa ridere!

      Elimina
    2. Uno sfacelo proprio!! 😂😂

      Elimina
  3. É un film che mi interessava ma che speravo, quanto meno, fosse una stronzatina divertente come Obbligo o verità, ad esempio. Prima o poi proverò a guardarlo anche io, è che in queste ultime settimane sono usciti talmente tanti film interessanti che scegliere era impossibile.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pensa che io ho malsopportato anche Obbligo o verità XD

      Elimina

Se vuoi condividere l'articolo

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...