E' uscito su Shudder un nuovo episodio dell'ormai infinita saga nata dal racconto omonimo di Stephen King, Children of the Corn, diretto e co-sceneggiato nel 2020 dal regista Kurt Wimmer, vuoi non guardarlo?
Trama: dopo la morte dei suoi compagni di orfanotrofio, una ragazzina viene "plagiata" da Colui che Cammina tra i Filari e comincia a vendicarsi di tutti gli adulti...
Personalmente, non sono una di quelle che vive nel culto de I figli del grano. Ho apprezzato tantissimo il racconto di King, inquietante a più livelli, crudele e ben scritto, mentre Grano rosso sangue, il primo adattamento dello stesso, mi ha lasciata abbastanza indifferente e, avendo visto alcuni dei ben nove film a seguire, posso dire che non ce n'è uno che mi abbia entusiasmata (anzi, uno ero persino finita a vederlo al cinema a causa di un titolo improprio come Gli adoratori del male, cosa che mi aveva portata ad esclamare dopo 10 minuti "Ma vaffanc*lo, questo è un altro Children of the Corn!!". Ah, i bei tempi in cui non c'era internet a metterci in guardia da tutto!). Ciò nonostante, l'idea di un remake/prequel in qualche modo mi intrigava, e mi ispirava parecchio la presenza di una fanciulletta paffutella ma dallo sguardo omicida al posto dello storico Isaac, quindi ho deciso di dare una chance a questa versione della storia. Che dire, se non MEH. Children of the Corn (realizzato nel 2020 ma distribuito solo ora, il che di solito è già un ottimo campanello d'allarme) è la sagra delle occasioni sprecate e della CGI orripilante, ed è un peccato perché l'incipit iniziale non è per nulla malvagio e "profuma" di Greta Thunberg e lotta all'inquinamento e alla stupidità degli adulti; gli abitanti della cittadina in cui si ambienta il film sono degli idioti da primato, incapaci non solo di salvare ciò che dà loro da mangiare ed alimenta l'economia locale, incappando in un errore dopo l'altro e dimostrandosi pigri e svogliati, ma sono proprio noncuranti quando si tratta di vite umane da salvaguardare, come dimostra lo scioccante inizio. Non serve una divinità oscura del grano per far saltare la mosca al naso ai ragazzini della cittadina, però aiuta, ed aiuta soprattutto l'idea (ahimé non sviluppata a sufficienza per renderne il peso) che forse Colui che Cammina tra i Filari non sia nato malvagio, ma sia stato corrotto dall'inopportuna gestione di campi di grano lasciati in pasto ad incuria, malattie ed avidità, che lo hanno spinto a sua volta ad irretire innocenti come Eden, la ragazzina che ha "preso il posto" di Isaac e che diventa portavoce della divinità e braccio della sua giusta vendetta. Riluttante antagonista di Eden è Bo, studentessa di biologia pronta ad andare a Boston e convinta che il mondo si possa cambiare con la razionalità e lo studio. La presenza di quest'ultima, in un film un po' meno rozzo, avrebbe dato vita ad un interessante dibattito tra estremismo (da entrambe le parti, ché la riunione iniziale degli adulti ricorda tantissimo un comizio trumpiano di redneck) e posizioni più equilibrate relativamente a natura, tradizioni e futuro, ma Kurt Wimmer non è particolarmente raffinato, quindi tutto rimane in superficie, lasciato lì a marcire come il grano.
Fa piangere comunque il cuore che, nonostante la mancanza di raffinatezza, Wimmer sia riuscito lo stesso a lesinare sul gore e, soprattutto, sul senso di inquietudine. Children of the Corn gioca allo scoperto fin dall'inizio ed elimina gli adulti dalla scacchiera con una facilità estrema, tra l'altro al 90% o fuori dall'inquadratura oppure con metodi di sicuro terrificanti per chi li subisce ma ben poco soddisfacenti per lo spettatore, e quel paio di scene dove il sangue scorre sembrano un contentino messo lì tanto per. Anche a livello di atmosfera, però, siamo messi male. Persino i campi di grano, che a me sono parsi quasi interamente realizzati in CGI, non mettono la solita ansia se i bambini ci si nascondono poco e preferiscono essere teatrali fin dall'inizio, se poi aggiungiamo anche un'orripilante divinità la cui resa è leggermente migliore (ma nemmeno tanto) degli squali di Sharknado, abbiamo fatto filotto. L'unico highlight del film è Kate Moyer, all'epoca dodicenne, una perfetta, piccola scheggia di follia dotata di un tale disprezzo per l'umanità che è quasi impossibile non fare il tifo per lei, anche perché il resto del cast, salvo Elena Kampouris, a suo agio nel ruolo della final girl col cervello (per quanto, poverina, un po' inutile vista la micidiale combo ragazzina demoniaca/adulti imbecilli contro la quale non potrebbe nulla nemmeno Sherlock Holmes), oscilla tra l'imbarazzante e il dimenticabile e gli stessi, anonimi children non fungono da buona spalla per la giovane villain. Insomma, qualcosa non ha funzionato in questo Children of the Corn, vuoi per la sceneggiatura poco coraggiosa e "pigra", vuoi per la regia non particolarmente ispirata e per gli effetti speciali insipidi, vuoi per il cast poco memorabile. Dubito che ciò sarà un buon motivo per sotterrare definitivamente la saga, che si ripropone come la peperonata ogni cinque/sei anni, ma se fosse mio potere decidere, chiederei che la finiscano qui.
Di Callan Mulvey, che interpreta Robert Williams, ho già parlato QUI mentre Bruce Spence, che interpreta il Pastore Penney, lo trovate QUA.
Se volete immergervi nella saga che ha anticipato Children of the Corn, potete recuperare Grano rosso sangue, Grano rosso sangue II: Sacrificio finale, Grano rosso sangue III: Urban Harvest, Inferno a Grand Island, Gli adoratori del male, Children of the Corn 666 - Il ritorno di Isaac (questi ultimi tre si possono noleggiare su Prime Video), Children of the Corn: Revelation, Children of the Corn: Genesis e Children of the Corn: Runaway; oltre a questi, esiste anche un film TV del 2009 intitolato Campi insanguinati, giunto anche sui canali satellitari italiani. ENJOY!
allora si può perdere tranquillamente :)
RispondiEliminaSe non sei un'enorme appassionata, nonché completista, della saga, ci sono tantissimi horror migliori da recuperare!
EliminaIo ho rivisto "Grano rosso sangue" qualche mese fa. L'ultima volta era stato tipo 30 anni fa, in qualche notte horror di Italia 1, e me lo ricordavo con un bel film dell'orrore, magari non al pari di Carrie o Christine, ma comunque con una sua dignità orrorifica. Invece ho scoperto che era una ciofeca sotto quasi tutti i punti di vista. L'unica cosa che lo salva (e immagino sia la ragione per cui sto film ce lo ricordiamo tutti) è il soggetto, che poi è l'ottimo racconto di King.
RispondiEliminaTutto questo non per dire che non guarderò questo remake, ma anzi, lo guarderò quasi sicuramente, perché adesso appena leggo "Children of the corn" le mie aspettative sprofondano così in basso che alla fine è probabile che mi piaccia pure :D
Sì, anche io lo avevo rivisto poco tempo fa e, nulla, una noia mortale che non rende affatto giustizia a King. Questo, come ho scritto, ha spunti interessanti, che purtroppo vengono lasciati cadere nella mediocrità.
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