Trama: quando Patrick e la sua famiglia tornano a vivere nella cittadina dove ha trascorso l'infanzia, l'uomo si ritrova a dover affrontare uno spauracchio sovrannaturale che credeva di essersi lasciato alle spalle...
Se esistesse una definizione di horror "medio", Bagman sarebbe uno dei primi titoli a venirmi in mente, posto che riesca a resistere così a lungo nella mia memoria (spoiler: non credo). E' uno di quei film che non si possono definire "brutti" nel vero senso del termine, perché a livello meramente visivo non hanno nulla di sbagliato, e la sceneggiatura non è un crogiolo di vaccate. Non si possono, però, neanche definire belli, a meno che non ci si accontenti, guardando un horror, di qualcosa di prevedibile dall'inizio alla fine, ingabbiato nei cliché del genere e anche abbastanza ripetitivo. La base di partenza di Bagman è una leggenda radicata nel folklore mondiale, un uomo nero che infila i bambini in un sacco e se li porta via. Attenzione, però: Bagman non arriva per punire i bimbi cattivi, è più un pedofilo cannibale che si incapriccia di quelli che sono buoni, innocenti e sognatori. Da piccolo, Patrick si è trovato nelle mire del Bagman, e gli è fuggito per un motivo abbastanza sciocco; tornato nel paese dov'è nato, con un figlio e una moglie a carico, Patrick ripiomba nuovamente nell'incubo del Bagman quando quest'ultimo torna a manifestarsi, puntando stavolta al bambino. Il protagonista, come in molti film horror troppo simili a questo, segue un percorso di progressiva presa di coscienza, che coincide col ritorno di traumi infantili mai superati, con conseguente diffidenza o incredulità di familiari e amici. Al posto del solito santone/esperto di fenomeni sovrannaturali, però, c'è il ricordo di un padre molto categorico nello stabilire le regole per evitare di finire nelle grinfie di Bagman, ben più dei nonni che raccontavano fiabe a mo' di cautionary tales, e se la sceneggiatura avesse puntato maggiormente su questo aspetto, magari accomunando tutta la cittadina nel terrore dell'essere che dimora nell'ex miniera più importante della zona, a mio avviso ne avrebbe giovato in originalità.
Invece, Bagman è svogliato, gira sempre intorno ai blackout che preannunciano l'arrivo del mostro (soprattutto nei primi due atti, dove vengono riproposte le stesse situazioni in loop), e sembrerebbe impegnarsi un po' di più giusto nel terzo atto, dove almeno la sequenza ambientata nell'appartamento veicola un minimo di ansia. Purtroppo, la conclusione è frettolosa e spreca delle scenografie evocative, le quali, peraltro, sono l'unico punto di forza del film; la cura che è stata messa nella ricerca delle location e nella decorazione e arredamento degli interni è palese e aveva tutte le potenzialità per rendere la cittadina dove si svolgono gli eventi un importante elemento di Bagman. Per contro, il design del personaggio titolare è quanto di più banale e brutto possa venirvi in mente. Il boogeyman funziona quando non viene mostrato nella sua interezza e quando si limita a fondersi nelle ombre, rivelando giusto qualche dettaglio, ma nello showdown finale si palesa in tutta la sua imbarazzante pochezza e stupisce solo per un dettaglio straniante: i polsini di una camicia che escono dalle maniche di un abito da ufficio. Non so se sia meglio quello o la costante marchetta alla Carhartt, ci devo pensare. Quanto agli attori protagonisti, Sam Claflin e Antonia Thomas sono bellini ma non memorabili, anche se entrambi si impegnano quanto consente loro la sceneggiatura loffia; sempre rimanendo in tema di sprechi, la Frankie Corio di Aftersun si guadagna l'apertura del film per poi, letteralmente, scomparire, e William Hope si perde in un poliziotto ben poco utile. In definitiva, non mi meraviglio del fatto che Bagman sia stato così mal distribuito in Italia, anche se c'è dietro la Notorious Pictures (infatti credo di aver visto il trailer almeno mezza dozzina di volte, in sala); è un horror poco originale, poco interessante, con qualche elemento che funziona, ma non abbastanza per risollevarlo dalla sufficienza risicata. Se siete completisti, aspettate l'uscita in streaming, non merita la spesa del cinema.
Colm McCarthy è il regista della pellicola. Inglese, ha diretto film come La ragazza che sapeva troppo ed episodi di serie quali Doctor Who, Sherlock e Black Mirror. Anche produttore e sceneggiatore, ha 52 anni.
Se è un horror così medio, a questo punto anziché Bugman avrebbero dovuto chiamarlo Medioman XD
RispondiEliminaSai che lo volevo scrivere nel post? :D
EliminaMa ormai siamo noi vecchi boomer a conoscerlo!