Trama: Ellen, appena sposata con Thomas, ripiomba negli incubi della sua adolescenza quando al marito viene chiesto di andare in Transilvania per sbrigare affari importanti col mostruoso conte Orlok.
Sono più una bimba di Coppola, invece che di Murnau ed Herzog, quindi le volte che ho guardato Dracula di Bram Stoker sono innumerevoli mentre, per contro, ho visto il Nosferatu originale e il suo remake giusto un paio di volte e non in tempi recenti. Non aspettatevi dunque una precisa disamina sul rapporto tra il nuovo film di Eggers e il suo modello di riferimento, il Nosferatu di Murnau, e prendete il mio post come le semplici impressioni di una spettatrice entusiasta, con tutte le imprecisioni del caso. L'opera di Eggers riconsegna alla figura del vampiro tutte le caratteristiche di ferina, disgustosa, anaffettiva sensualità che le rielaborazioni degli ultimi decenni avevano trasformato in materiale da romanzetto rosa e le inserisce in un contesto sociale che vede la donna come una creatura da tenere a bada e da temere. Per la prima volta è Ellen il fulcro del racconto, l'origine di ogni male. Privata dell'amore della famiglia e di qualsiasi tipo di contatto umano, Ellen parla all'istinto primario celato dentro di lei, che nessun corsetto né regola possono cancellare, e desidera la comunione con qualcuno, "qualcosa" che sia simile a lei ed allevi non solo la tremenda solitudine che l'affligge, ma anche il senso di vergogna per naturalissime pulsioni, considerate malvagie ed impure (che Ellen sia innocente e pura in questo suo desiderio, ce lo dice il fiore del lillà). Dolore e desiderio risuonano annullando tempo e distanze, risvegliando il mostruoso Orlok. Nel legame tra i due non c'è traccia del romanticismo coppoliano, anche se la bestialità degli amplessi e degli sguardi conserva parecchie somiglianze col suo Dracula di Bram Stoker. Anzi, l'elemento di spicco mi è parso, piuttosto, la volontà del maschio "dominante" di sottomettere al suo volere colei che lo ha evocato, di disconoscerne l'innegabile potere, dimostrandosi, in questo, non tanto diverso dai maschi che circondano Ellen e falliscono nella titanica impresa di comprenderla e salvare la città dall'influenza di Orlok. Il potere reale, nel Nosferatu di Eggers, ce l'ha Ellen. E' qualcosa di simile all'innocenza che ha trasformato le eroine che l'hanno preceduta in puri agnelli sacrificali, ma è molto più consapevole, è un'accettazione del destino più volte nominato nel corso del film (ma non è un'accettazione passiva), l'affermazione di una potenza in grado di generare il male, ma anche di distruggerlo. E', soprattutto, un grido di libertà, di una donna che vorrebbe parità anche nel vincolo matrimoniale, vissuto come un modo per legittimare desideri comunemente condannati come osceni, e che guarda con diffidenza a qualsiasi istituzione, religiosa o scientifica che sia.
Come ho scritto sopra, gli uomini non ci fanno una gran bella figura, Orlok in primis. Il carisma terrificante di quest'ultimo schiaccia gli esponenti del sesso maschile come fossero mosche, riducendoli o a matti adoranti o a bambini terrorizzati, ma in tutto questo il conte non riesce ad avere ragione di Ellen, neppure rovinandole l'esistenza. L'unico che riesce a fungere da utile alleato, in quanto slegato da ogni preconcetto legato alle norme "scolastiche" e sociali (quindi a sua volta un paria), è il professor von Franz, subito seguito dal povero Thomas, che si sforza di aprire la mente in nome dell'amore, ma Sievers e, soprattutto, Harding sono due cause perse in partenza, nonché fonti di dialoghi e situazioni grottesche, di cui Nosferatu, per la cronaca, è zeppo. Sievers non vede oltre i suoi studi medici, e alle crisi sempre più gravi di Ellen risponde aumentando le dosi di etere, Harding è l'archetipo dell'uomo forte, ricco e sicuro di sé, arroccato nel suo gineceo familiare, con tre donne-trofeo da esporre nell'attesa che la moglie gli assicuri, finalmente, l'erede tanto agognato. Non c'è nessuna gioia nel vedere la progressiva distruzione della sicurezza di questi uomini piccini, specchio dei sogni di morte che confondono Ellen, anche perché Orlok, nonostante quel che ho scritto sopra, fa davvero paura. Fa paura soprattutto quando la sua presenza si manifesta nelle spettacolari sequenze oniriche che intrappolano le sue vittime privandole del senso del tempo e dello spazio, o negli incubi sanguinosi di Ellen; il lungo capitolo che vede come protagonista il favoloso Nicholas Hoult senza fiato, sempre più terrorizzato e sull'orlo della pazzia, costretto ad interagire con forze incomprensibili e un uomo disgustoso, contiene, per quanto mi riguarda, le sequenze più belle e terrificanti del film, tanto che, guardandole, mi sono sentita oppressa quanto il povero Thomas. Ma non crediate che l'aspetto di Orlok mi abbia delusa. Imponente, brutto come il peccato e, finalmente, rappresentato come un nobile guerriero rumeno, con tanto di baffoni e copricapo di pelliccia, Orlok è l'incarnazione stessa dell'orrore, una presenza anche fisica, connotata da altezza e stazza eccessive, a rappresentare qualcosa a cui è impossibile sottrarsi, soprattutto quando viene "da dentro".
Orlok è anche uno dei motivi per cui sono felicissima di aver visto Nosferatu in lingua originale. Il lavoro che ha fatto Bill Skarsgård sulla propria voce è qualcosa di notevole, e ogni volta che apre bocca è come se l'Inferno stesso comunicasse coi poveri mortali tanto sventurati da trovarsi nei pressi. Aggiungo anche che è l'unica volta che provo davvero orrore all'idea di godere del morso di un vampiro, perché gli effetti sonori che accompagnano ogni pasto di Orlok rivoltano lo stomaco, alla faccia degli sguardi languidi delle vittime. Ottimo anche il resto del cast. Lily-Rose Depp si è probabilmente riguardata Possession in loop, prima di cominciare a girare, perché la sua performance mi ha ricordato tantissimo quella di Isabelle Adjani (non a caso, la Lucy del Nosferatu di Herzog), e Nicholas Hoult mi ha stretto il cuore più volte, riconfermandosi uno dei miei attori preferiti. Un po' sottotono Willem Dafoe, che comunque dà vita a un von Franz dignitosissimo, a tratti divertente e persino tenero, mentre Aaron Taylor-Johnson l'ho percepito un po' troppo teatrale e non particolarmente a suo agio nei panni del borioso riccastro. Per quanto riguarda la regia (colma di affettuosi omaggi ai due Nosferatu precedenti), ogni immagine è costruita per trasmettere o un senso di claustrofobica angoscia, o solitudine, oppure idilli ingannevoli; i personaggi, soprattutto Ellen e Thomas, sono spesso racchiusi all'interno di cupe cornici naturali, privati gradualmente della luce, oppure ripresi contro paesaggi sterminati e squallidi interni minimali, mentre in presenza di Friedrich e Anna sembra di avere di fronte cartoline d'epoca, spaccati di calorosa vita quotidiana talmente iconici da risultare falsi, punteggiati giusto da qualche elemento dissonante che mette ancora più ansia. E' vero, Eggers sembra essersi impegnato soprattutto nelle sequenze legate al folklore rumeno, al castello di Orlok e, in generale, a tutti i momenti horror, mentre segna un po' il passo nel raccordo che unisce la partenza di Orlok al ritorno di Thomas, ma considerato che, dove rallenta la regia, l'occhio ha comunque modo di godere di una fotografia bellissima e di costumi talmente belli, soprattutto quelli femminili (gli orecchini di Ellen!!!), che viene voglia di indossarli, non ho proprio avuto da lamentarmi. Per quanto mi riguarda, l'anno cinematografico è iniziato col botto, e questo nuovo Nosferatu mi ha conquistata. Speriamo sia un preludio a un 2025 di visioni altrettanto belle!
Del regista e co-sceneggiatore Robert Eggers ho già parlato QUI. Lily-Rose Depp (Ellen Hutter), Nicholas Hoult (Thomas Hutter), Bill Skarsgård (Conte Orlok), Aaron Taylor-Johnson (Friedrich Harding), Willem Dafoe (Prof. Albin Eberhart von Franz), Ralph Ineson (Dr. Wilhelm Sievers) e Simon McBurney (Knock) li trovate invece ai rispettivi link.
Emma Corrin interpreta Anna Harding. Inglese, ha partecipato a film come Deadpool & Wolverine e serie quali The Crown. Ha 30 anni e un film in uscita.
Bill Skarsgård era stato scelto per interpretare Thomas Hutter, ma nel corso della pre-produzione Eggers ha deciso di dargli il ruolo di Orlok. La lunga gestazione del film ha fatto sì che né Harry Styles né Anya Taylor-Joy, ai quali erano stati offerti i ruoli dei protagonisti, abbiano potuto partecipare. Se Nosferatu vi fosse piaciuto recuperate Nosferatu - Il vampiro, Nosferatu - Il principe della notte e Dracula di Bram Stoker. ENJOY!
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