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mercoledì 8 novembre 2023

Mad Heidi (2022)

L'avevo perso al Tohorror dell'anno scorso, ma adesso è approdato su Prime e, siccome gli facevo la posta da anni, ho recuperato Mad Heidi, diretto e sceneggiato nel 2022 dai registi Johannes Hartmann e Sandro Klopfstein.


Trama: Heidi, ragazza delle Alpi, viene rapita dalle truppe di una Svizzera nazistoide, governata con formaggio e pugno di ferro...


Sospiro. Sto forse diventando troppo vecchia per queste stronzate? Premetto, non è che mi aspettassi un capolavoro guardando Mad Heidi. E' un progetto nato anni fa, cresciuto grazie a passaparola e crowfunding, che è riuscito a venire proiettato nei festival giusto l'anno scorso, di conseguenza immaginavo ci sarebbero stati effettacci speciali al limite della decenza, con eccesso di CGI d'accatto, e attori di livello Occhi del Cuore. Anzi, vi dirò che ciò, per quanto mi riguarda, faceva parte del fascino dell'operazione, a cui guardavo con la speranza di avere un livello di so bad it's so good da rimanere negli annali del cinema di serie Z. Ciò che proprio non mi aspettavo, invece, è che mi sarei fatta due palle cubiche durante la visione di un film che di matto ha solo il titolo. Mad Heidi, purtroppo, si gioca tutte le sue carte nei primi cinque minuti, senza più allontanarsi dal concetto di una Svizzera sotto il giogo di un dittatore amante del formaggio (al posto degli ebrei ci sono gli intolleranti al lattosio) e di una Heidi adulta, circondata da versioni distorte dei personaggi del celebre romanzo/anime. In pratica, la cosa più simpatica del film è vedere come sono stati resi Peter (chiamato, nell'adattamento italiano, Peter il pastore, in ogni occasione, persino dal padre), Clara (introdotta in maniera fighissima e poi abbandonata a se stessa), il vecchio dell'alpe e la signorina Rottelmeier, diventata Rottweiler per chissà quale motivo, per il resto Heidi diventa leggermente "mad" dopo quasi un'ora di menoso prison movie al femminile, seguito da un addestramento zen che è un omaggio a quello della sposa in Kill Bill e che si conclude con uno showdown talmente rapido da risultare ben poco soddisfacente. Sì, la sceneggiatura è piena di battute e citazioni, si ride degli inevitabili stereotipi degli svizzeri o di oggetti tipici trasformati in armi, si punta il dito nel riconoscere i vari riferimenti cinematografici di genere, ma è un gioco che, pur durando per fortuna poco, stanca fin da subito.


Avendolo guardato con Mirco (poveraccio...) mi sono "goduta" sicuramente un doppiaggio italiano più penoso e svogliato del solito (nell'arena, sotto la gente che scandisce "A morte!" si sente ancora il "kill, kill!" originale, ma scherziamo??), ma ho paura che l'originale fosse anche peggio. La protagonista, più che mad, è perennemente scoglionata, quanto a doti atletiche è sicuramente più adatta di me, e grazie al pazzo, tuttavia è legnosa come un gatto di marmo e i corpo a corpo che la vedono coinvolta sono imbarazzanti. Casper Van Dien, però, è ancora più imbarazzante e io mi chiedo come abbia fatto a farsi coinvolgere nell'operazione e interpretare il presidente scemo in tuta da ginnastica; va bene che il suo momento di gloria è iniziato e finito a cavallo del nuovo millennio, ma così è aggiungere crimini alla fedina penale, santo cielo. Stendo un velo pietoso anche su tutto il resto del cast, dove si salva solo David Schofield nei panni del vecchio dell'alpe, con nota di demerito a Max Rüdlinger il quale, vuoi per il già citato doppiaggio vuoi per altro, più che una parodia dell'ispettore Kemp di Frankenstein Junior sembra il fratello scemo di Rupert Sciamenna. L'unico elemento che ho davvero apprezzato di Mad Heidi, a fronte di un comparto gore gradevole ma sottoutilizzato, è stato l'omaggio a Lenzi e al suo Incubo sulla città contaminata, anche se temo il modello dei due registi fosse, più banalmente, il Planet Terror di Rodriguez. Voglio avere ancora fiducia nell'umanità e sperare che non sia così, e incrocio contestualmente le dita perché l'esperimento Mad Heidi si concluda qui, senza sfociare nel minacciato sequel Heidi & Klara.


Di Casper Van Dien, che interpreta il Presidente Meili, ho già parlato QUI.

Johannes Hartmann e Sandro Klopfstein sono i registi e co-sceneggiatori della pellicola. Entrambi svizzeri e al loro primo lungometraggio, il primo è anche montatore, produttore e ha 38 anni, il secondo lavora come tecnico degli effetti speciali e ha 42 anni.


Se Mad Heidi vi fosse piaciuto recuperate Iron Sky, Machete e Machete Kills. ENJOY!

martedì 19 febbraio 2019

Alita - Angelo della battaglia (2019)

Spinta dalle aspettative esaltate di quanti lo stavano aspettando, sabato sono andata a vedere Alita - Angelo della battaglia (Alita: Battle Angel), diretto dal regista Robert Rodriguez e tratto dal manga Alita l'angelo della battaglia di Yukito Kishiro.


Trama: il dottor Ito trova in una discarica il cervello ancora intatto di una cyborg e lo impianta nel corpo della figlia defunta. La giovane Alita, immemore della sua vita passata, deve così scoprire cosa si cela nei suoi flashback e nelle sue prodigiose abilità di lottatrice...


Credo di essere una delle quattro persone al mondo che non hanno mai letto Alita l'angelo della battaglia, manga che negli anni '90 aveva contribuito alla diffusione della cultura "otaku" in Italia e al boom che ne è derivato. Sono comunque andata al cinema spinta da due nomi, quello di James Cameron alla sceneggiatura e alla produzione e quello di Robert Rodriguez alla regia. Inoltre, non conoscendo l'opera originale, ero anche felice del fatto di non dover subire gli effetti nefasti della sicura banalizzazione e semplificazione dei temi trattati nel manga ad uso e consumo del popolo bue occidentale, cosa che mi ha portata a vivere Alita - Angelo della battaglia come un Ready Player One un po' più trash e banalotto. Non cercate significati particolari, fossero anche quelli "buonisti" e tanto vituperati dalla cVitica alla Spielberg o alla Disney, perché Alita mi è parso giusto una scusa per mostrare incredibili effetti speciali al servizio di violentissime scene action ai danni di cyborg, robot e cagnolini (fuori dall'inquadratura, mentre il montaggio furbo consente di assistere al taglio netto di un corpo umano senza che la dicitura PG-13 ne risenta, anche perché in tutto questo c'è gran dispendio di sangue azzurro), al limite c'è un vago monito a non tradire amici e amanti per raggiungere i propri scopi, per quanto spinti dalla disperazione, ché non sempre chi vive in paradiso è migliore di chi sta all'inferno. Ogni personaggio del film, infatti, è letteralmente portato a vivere perennemente con lo sguardo al cielo, alla città sospesa di Zalem, dove vigono promesse di ricchezza e superiorità contro il pianeta/discarica che sta sotto, un melting pot di culture e razze all'interno del quale cyborg ed esseri umani più o meno potenziati convivono sotto l'egida di una legge marziale mantenuta da cacciatori di taglie. In tutto questo, la giovane Alita deve ricordare la sua vita passata mentre comincia a viverne una nuova fatta di amori adolescenziali, scoperte scioccanti su se stessa e su chi la circonda, ed episodi di violenza sempre più incontrollabili alimentati da una malvagia eminenza grigia che risponde al nome di Nova e che arriva a sfruttare persino lo sport nazionale, il Motorball, per eliminare Alita e le ultime vestigia di un passato radicato nientemeno che su Marte. Quanto alla protagonista, di per sé Alita è scema come un tacco ed ingenua come poche, degno contrasto con un corpo e un addestramento marziale che la rendono una macchina da guerra superiore a qualsiasi altra in grado di offrire così allo spettatore un po' di gioia.


I momenti veramente esaltanti di Alita - Angelo della battaglia sono infatti quelli in cui l'"angelo" da il meglio di sé, con una furia devastante unita alla consapevolezza di dover eliminare qualsiasi ostacolo le si pari davanti; che sia in una rissa "da bar", in una gara di Motorball mozzafiato oppure in un corpo a corpo contro cyborg sempre più mostruosi, Alita salta, vola e calcia con grazia, accompagnata da urla di battaglia cariche di sdegno e dall'abilità caciarona di Rodriguez dietro la macchina da presa. Il buon Robert si è fatto le ossa con la trilogia del Mariachi e con i vari Spy Kids e si vede, perché è in grado di "piegarsi" alle regole del PG-13 senza rinunciare a rendere chiaramente ciò che accade nelle varie sequenze anche nei momenti più concitati, riuscendo a destreggiarsi sia nei momenti più "fisici" sia in quelli dove sono gli effetti speciali a farla da padroni, ovvero per più di metà film. Alita - Angelo della battaglia è infatti il trionfo del digitale e della motion capture, a partire dalla protagonista con gli enormi occhioni e il corpo sproporzionato modellata su Rosa Salazar, una bambolotta carinissima e in qualche modo molto umana che interagisce alla perfezione con i suoi nemici cyborg, forse un po' meno riusciti ma comunque impressionanti e per nulla posticci. Anzi, mi verrebbe da dire che gli unici a risultare "finti" sono proprio gli attori blasonati infilati a forza in questa mega-produzione solo per fare la figura dei cioccolatai, Christoph Waltz in primis. Ecco, io non riesco a capire come Waltz possa passare dall'essere un attore con la A maiuscola, indimenticabile e fondamentale (soprattutto quando viene diretto da Tarantino) all'essere un povero cristo scoglionato che non sa bene come sia capitato sul set, come in questo caso; per carità, non va meglio a un non accreditato Edward Norton o alla sempre splendida Jennifer Connelly, costretta in un ruolo di villainess tra i più mosci ed indecisi mai scritti, per non parlare dell'elegante Mahershala Ali che meriterebbe ben altre occasioni, e sicuramente al 90% del pubblico non fregherà una cippa del trattamento di questi grandi nomi, però a me si spezza un po' il cuore. Fatto ad uso e consumo del popolino nerd, Alita - L'angelo della battaglia mi è sembrato, in definitiva, un film divertente e ben realizzato ma più effimero di qualsiasi cinecomic Marvel in quanto maggiormente privo di quell'elemento che consente al personaggio Alita di elevarsi rispetto al resto dei cyborg: il cuore. Mi sa che sto invecchiando, eh?


Del regista Robert Rodriguez ho già parlato QUI. Christoph Waltz (Dr. Dyson Ido), Jennifer Connelly (Chiren), Mahershala Ali (Vector), Ed Skrein (Zapan), Jackie Earl Haley (Grewishka), Jeff Fahey (McTeague), Derek Mears (Romo), Casper Van Dien (Amok), Edward Norton (Nova) e Michelle Rodriguez (Gelda) li trovate invece ai rispettivi link.

Rosa Salazar interpreta Alita. Americana, ha partecipato a film come Bird Box e a serie quali American Horror Story. Anche regista e sceneggiatrice, ha 34 anni.


Il film è finito nelle mani di Robert Rodriguez perché James Cameron (che covava il progetto dall'inizio del nuovo millennio) era troppo impegnato coi sequel di Avatar ed è rimasto come produttore e cosceneggiatore; Rosa Salazar ha invece battuto alle audizioni Zendaya e Bella Thorne. Se Alita - Angelo della battaglia vi fosse piaciuto recuperate il manga edito da Planet Manga e "spezzato" in tre serie: Alita, Alita Last Order  e Alita Mars Chronicles. ENJOY!


martedì 4 dicembre 2018

Il mistero di Sleepy Hollow (1999)

Per Halloween ho provato a guardare Il mistero di Sleepy Hollow (Sleepy Hollow), diretto nel 1999 dal regista Tim Burton e tratto dal racconto omonimo di Washington Irving.


Trama: l'agente di polizia Ichabod Crane viene mandato nella cittadina di Sleepy Hollow, dove sono stati commessi parecchi omicidi accomunati dal fatto che le vittime sono state trovate tutte senza testa.


Ho provato a guardare Il mistero di Sleepy Hollow ad Halloween ma l'idea di rivederlo era già sorta dopo la visione di Le avventure di Ichabod e Mister Toad, allorché avevo proposto al Bolluomo di farmi compagnia solo per scoprire che il dvd, acquistato anni fa su Play.com, non solo non aveva la traccia italiana ma nemmeno i sottotitoli inglesi. Vista ormai l'età della pellicola e del supporto ammetto che non è stato facile nemmeno per me seguire la vicenda al 100%, considerato anche il tempo trascorso dalla prima e unica volta che avevo guardato Il mistero di Sleepy Hollow in TV, chissà ormai quanti anni fa, quindi probabilmente in questo post scriverò parecchie cretinate. A proposito delle quali, oserei dire che Il mistero di Sleepy Hollow sia stato l'ultimo esponente del "gotico burtoniano" prima della discesa del regista nella follia con Planet of the Apes, interrotta giusto da quel capolavoro di Big Fish - Storie di una vita incredibile; ci ha provato, Burton, a tornare agli antichi fasti, prima col commovente La sposa cadavere, poi con Sweeney Todd, altrettanto gradevole, ma diciamo che Il mistero di Sleepy Hollow aveva ancora in sé quell'"innocenza" diventata poi fredda maniera e lo stesso vale per l'interpretazione di Johnny Depp, ancora ben lontano dalle tristi macchiette odierne nonostante le varie peculiarità del personaggio di Ichabod Crane. Il mistero di Sleepy Hollow è quindi una deliziosa favola horror che parte dal racconto di Irving e si sviluppa in un "giallo" a tratti ironico a tratti terribilmente serio, debitore delle atmosfere di alcuni film di Bava e delle pellicole della Hammer. Fulcro del film è lo scontro tra razionalità, religione e magia, un triangolo al centro del quale finisce per trovarsi Ichabod Crane, agente di polizia deciso ad utilizzare metodi scientifici in contrasto con la chiusura mentale dell'epoca, cresciuto da una madre strega e da un padre inquisitore e che per questo ha scelto, dunque, di allontanarsi dalla via di entrambi. Giunto a Sleepy Hollow, paese dove un cavaliere senza testa decapita le persone apparentemente senza un perché, Ichabod dovrà capire il modus operandi dell'assassino ricercando nell'eredità materna la soluzione al caso, superando una metodologia scientifica che rischia di renderlo ottuso come il padre che ha rinnegato, cieco di fronte all'evidenza dei fatti.


Attorno a Ichabod si muovono una ridda di personaggi interessanti benché archetipici, tutti esponenti di spicco della comunità di Sleepy Hollow, e il motore della storia, nonché calamita dell'attenzione dello spettatore, è proprio capire cosa abbiano fatto questi uomini (e donne, e bambini) irreprensibili per meritarsi le ire del cavaliere senza testa; quest'ultimo è incarnazione dell'orrore più cupo, terrificante sia da vivo che da morto, accompagnato in ogni suo arrivo da elementi inquietanti quali fulmini, spaventapasseri in stile The Nightmare Before Christmas, buio improvviso e rospi che gracidano all'interno dei ponti in omaggio al già citato Le avventure di Ichabod e Mister Toad, peraltro citato in un'intera sequenza. L'influsso nefasto del cavaliere su Sleepy Hollow è così preponderante che persino la fotografia del film è virata nei freddi toni del blu per tutto il tempo in cui il fantasma spadroneggia tenendo in scacco il povero Ichabod e gli unici momenti in cui questo velo di nebbia si solleva, lasciando spazio a colori più tenui e delicati, sono i flashback onirici del protagonista, imperniati su un'eterea Lisa Marie e sul suo terribile destino. Come ho scritto più sopra, questo film vede un Burton ancora assai ispirato, gradevole citazionista di se stesso come potranno notare i fan più accaniti, sottilmente crudele e perfettamente a suo agio non solo con i suoi attori feticcio ma anche con la crema dei caratteristi inglesi e americani. Se è vero, infatti, che Johnny Depp è un Ichabod assai divertente nel suo essere perennemente teso come una corda di violino e talmente gentleman che sembra quasi di vederlo camminare con una scopa nel c***, a rimanere particolarmente impressi sono i laidi, infidi personaggi interpretati da Michael Gambon, Jeffrey Jones e compagnia cantante, per non parlare di un Christopher Walken genuinamente terrificante che, sul finale, non avrebbe sfigurato all'interno del Dracula di Coppola. A tal proposito, c'è un altro personaggio assai interessante sul quale si potrebbe ricamare un po' ma qui si finirebbe nel campo dello spoiler e, benché immagino che tutti abbiate visto Il mistero di Sleepy Hollow, non è il caso. Se invece non l'avete ancora visto, recuperatelo subito!!


Del regista Tim Burton ho già parlato QUI. Johnny Depp (Ichabod Crane), Christina Ricci (Katrina Van Tassel), Michael Gambon (Baltus Van Tassel), Jeffrey Jones (Reverendo Steenwyck), Richard Griffiths (Magistrato Philipse), Michael Gough (Notaio Hardenbrook), Christopher Walken (il cavaliere), Miranda Richardson (Lady Van Tassel), Lisa Marie (Lady Crane), Christopher Lee (Borgomastro) e Martin Landau (non accreditato, Peter Van Garrett) li trovate invece ai rispettivi link.

Casper Van Dien interpreta Brom Van Brunt. Americano, lo ricordo per film come Starship Troopers - Fanteria dello spazio e Python - Spirali di paura, inoltre ha partecipato a serie quali Bayside School, Beverly Hills 90210 e Monk. Anche produttore, regista e sceneggiatore, ha 50 anni e otto film in uscita.


Winona Ryder ha rifiutato il ruolo di Katrina, finito così a Christina Ricci, che Depp conosceva da quando l'attrice aveva 9 anni; per il ruolo di Ichabod Crane, invece, erano stati fatti i nomi di Brad Pitt, Daniel Day-Lewis e Liam Neeson e, addirittura, si dice che il Cavaliere senza testa era stato proposto a Marlon Brando. Detto questo, se Il mistero di Sleepy Hollow vi fosse piaciuto consiglio il recupero di Le avventure di Ichabod e Mister Toad, From Hell, La sposa cadavere e magari anche qualche film della Hammer. ENJOY!

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