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martedì 5 settembre 2023

Bolla Loves Bruno: I protagonisti (1992)

Bolla Loves Bruno atipico quello di oggi, perché parliamo de I protagonisti (The Player), diretto nel 1992 dal regista Robert Altman, dove Bruccino compare per 1 minuto o poco più.


Trama: il produttore hollywoodiano Griffin Mill si ritrova ad essere oggetto di misteriose minacce. Nel tentativo di fare chiarezza, la sua vita si ingarbuglia ancora di più...


Non avendo mai visto I protagonisti, ho dovuto rischiare. Immaginavo che Bruce avrebbe avuto giusto una particina, visto che interpretava se stesso, ma nel caso non fosse stato così mi sarei sentita punta nella mia pignoleria. E' andata comunque bene, perché I protagonisti è la satira graffiante e tristemente attuale di un sistema che ha rifiutato i grandi Autori degli anni '70 preferendo un cinema di consumo e privo di coraggio, dove le cose che contano di più sono happy ending (anche paradossali), divi strapagati e tutto ciò che possa attirare lo spettatore medio, che ovviamente va fidelizzato. Altman si mette al servizio dello sceneggiatore Michael Tolkin e riporta su schermo tutto il suo disgusto verso il sistema delle grandi case di produzione, da cui il regista era stato tenuto lontano per anni, trasmettendo allo spettatore la sensazione di un "anti-sogno", di un freddo e caotico business dove uomini d'affari in giacca e cravatta plasmano e guidano i gusti del pubblico puramente in base a un'idea di profitto. Lo splendido piano sequenza iniziale, in tal senso, è lapalissiano: dieci minuti durante i quali miriadi di idee nascono e muoiono nel giro di una telefonata o una rapida conversazione, con gli studios brulicanti di formiche umane in cerca di una briciola di torta, i loro destini appesi a un filo anche nel caso di personaggi influenti, come nel caso di Griffin Mill. Quest'ultimo, il protagonista del film, è un giovane produttore che rischia di venire messo da parte in favore di un collega e che, come se non bastasse, continua a ricevere minacciose cartoline da parte di uno sceneggiatore scartato. Questo è l'aspetto del film che può risultare gradevole anche per chi non è appassionato di cinema, in quanto I protagonisti ha l'ossatura di un thriller non privo di colpi di scena, all'interno del quale le indagini di Mill prendono una piega sinistra e sempre più pericolosa; la cinepresa di Altman, coadiuvata dall'ottimo montaggio di Geraldine Peroni, circonda Mill di presagi funesti nascosti in locandine e cartoline, lo rende oggetto di sguardi da parte di figure sempre un po' defilate e accresce così il ritmo e la suspance del film.


So che la rubrica dovrebbe parlare di Bruce Willis (il quale, negli anni '90, poteva già permettersi di parodiare se stesso in una breve sequenza che è la summa di tutti i suoi personaggi, ironici e badass fino al midollo) ma il cuore nero de I protagonisti, stavolta, è Tim Robbins. Mill non è un personaggio gradevole, per nulla; fin dall'inizio viene connotato come uno squalo dai gusti snob, un uomo pavido consapevole dei suoi modi sbagliati, praticamente il "fratello" del protagonista di un altro film con Bruce Willis, Il falò delle vanità. Anche in questo caso, una sceneggiatura amaramente ironica sottolinea come, in una società dove l'unica cosa a contare sono fama e soldi, gente come Mill avrà sempre vita facile, non necessariamente per i "capricci" di uno sceneggiatore, ma è comunque difficile non lasciarsi coinvolgere, per buona parte del film, dalle vicende del protagonista e non tifare per lui, visto che tutto è filtrato dalla sua percezione personale. Tim Robbins è stata una scelta di casting fondamentale, con quella sua faccina da bimbo e gli occhi di un freddo blu che, da sempre, gli conferiscono un'aura ambigua, mentre l'altro colpo di genio è stato affiancargli co-protagonisti ancora più sgradevoli di lui e dotarlo di un antagonista, di uno stalker e persino di un affascinante love interest, tutti subdoli cliché che impediscono allo spettatore di odiarlo come meriterebbe. L'importante, guardando I protagonisti, è non lasciarsi sviare dalla marea di attori famosi che appaiono anche solo per un istante a gettarci fumo negli occhi (e deliziarci con battute improvvisate), facendoci girare la testa con la testarda illusione che, una volta arrivati a Hollywood, si possa inciampare in stelle del cinema e venire annaffiati di champagne, ma il gioco del who's who appassiona e regala momenti epici come quello del monologo dell'adoratissimo Richard E. Grant e la spassosa sequenza dell'interrogatorio con riconoscimento annesso, durante i quali credevo di strozzarmi dalle risate ad ogni espressione di Whoopi Goldberg. Come avrete capito, se non avete mai visto I protagonisti vi siete persi una gran cosa che consiglio senza remore... e pazienza per Bruno, al quale dò un amorevole appuntamento per il prossimo film!

Non si nomina Bruno!

Del regista Robert Altman ho già parlato QUI. Tim Robbins (Griffin Mill), Whoopi Goldberg (Detective Avery), Peter Gallagher (Larry Levy), Brion James (Joel Levison), Vincent D'Onofrio (David Kahane), Dean Stockwell (Andy Civella), Richard E. Grant (Tom Oakley), Jeremy Piven (Steve Reeves), Karen Black, Michael Bowen, Gary BuseyRobert Carradine, CherJames CoburnJohn Cusack, Peter FalkLouise Fletcher, Teri Garr, Jeff GoldblumElliott GouldAnjelica Huston, Jack LemmonAndie MacDowell, Malcom McDowell, Nick NolteJulia Roberts, Mimi RogersAlan RudolphSusan SarandonRod SteigerRobert Wagner e Bruce Willis li trovate invece ai rispettivi link.

Greta Scacchi interpreta June Gudmundsdottir. Nata a Milano, ha partecipato a film come Presunto innocente, Jefferson in Paris, Emma, Il morso del coniglio e a serie quali The Terror. Ha 63 anni e un film in uscita.

Fred Ward interpreta Walter Stuckel. Americano, indimenticabile Earl Bassett della saga Tremors, ha partecipato ad altri film come America oggi, Una pallottola spuntata 33 1/3 - L'insulto finale, Reazione a catena, e a serie quali L'incredibile Hulk, Grey's Anatomy, E.R. Medici in prima linea e True Detective. Anche produttore, è morto l'anno scorso, a 80 anni.


Nella miriade di guest star presenti nel film e non ancora "coperte" da un post sul Bollalmanacco segnalo il regista Sydney Pollack nei panni di Dick Mellen, Gina Gershon (Whitney Gersh) e, come se stessi, Richard Anderson, Harry Belafonte, Brad Davis, Dennis Franz, Scott Glenn, Sally Kellerman, Marlee Matlin, Burt Reynolds e Lily Tomlin, mentre le scene con Jeff Daniels e Patrick Swayze sono invece state tagliate. Nel 1997 era stato realizzato un pilot televisivo mai mandato in onda, con Patrick Dempsey nel ruolo di Mill. ENJOY!

mercoledì 17 settembre 2014

Il Bollalmanacco On Demand: Velluto blu (1986)

Dopo un po' di pausa torna il Bollalmanacco On Demand, ovviamente col botto! Il film odierno, scelto da Arwen Lynch de La fabbrica dei sogni, è infatti Velluto Blu (Blue Velvet), diretto e sceneggiato nel 1986 da David Lynch. Il prossimo film On Demand sarà invece Last Night. ENJOY!


Trama: il giovane Jeffrey trova un orecchio durante una passeggiata e da quel momento finisce invischiato in una torbida storia di sesso, rapimenti, droga e violenza...


Mi sono avvicinata a Velluto Blu con una discreta dose di paura, lo ammetto. Avevo visto solo spezzoni di film (d'altronde in TV lo danno sempre in seconda se non terza serata) e l'impressione era stata quella di avere davanti una complicatissima e autoriale mattonata, impressione alimentata dalla visione di Strade perdute e Mulholland Drive, pellicole Lynchiane delle quali avevo capito poco o nulla. Alla fine di Velluto Blu ho invece tirato un sospiro di sollievo e non poteva essere altrimenti: d'altronde, posso dire tranquillamente che Lynch mi ha imbevuta con le sue visioni e le sue idee sin dalla tenera età di 9/10 anni, quindi sarebbe stato per me impossibile non riuscire a comprendere e accettare qualcosa girato prima dell'epoca Twin Peaks. E infatti, Velluto blu è sostanzialmente la rappresentazione di un incubo vissuto dal protagonista Jeffrey dal momento in cui il padre viene colpito da ischemia durante una tranquilla giornata di giardinaggio. L'immagine di vita perfetta di una tranquilla cittadina, dove i prati sono ordinati, il sole splende, i bimbi giocano e i vigili del fuoco salutano cortesi, viene a poco a poco sostituita dalle immagini del Male che si trova appena sotto la sua superficie, un po' come i disgustosi insetti che vengono inquadrati nella terra del perfetto praticello del padre di Jeffrey: il veicolo per arrivare a questo Male, il passaggio che ci porta nella mente di chi sta vivendo un incubo, non può essere altro che un orecchio, l'orecchio trovato da Jeffrey nel prato ma anche l'orecchio in cui si "insinua" all'inizio la macchina da presa per poi uscirne solo alla fine, quando l'incubo è finito. Jeffrey trova quest'orecchio mozzato e si improvvisa detective, con la complicità della figlia di un vero agente di polizia, spinto da una sorta di infantile e giocosa curiosità che lascerà presto il posto alla consapevolezza di avere davanti un mondo oscuro, nascosto e violento.


Decidendo di nascondersi in casa della cantante Dorothy Vallens, implicata nel caso dell'"orecchio mozzato", davanti agli occhi stupefatti di Jeffrey si spalanca infatti un mondo altro, incomprensibile e alieno. L'amore innocente per la bionda Sandy va ad affiancarsi al perverso desiderio attizzato dalla fragile dark lady Dorothy, una donna bellissima e sensuale persa nei meandri di una follia autolesionista e masochista, che inizia Jeffrey al sesso e alla violenza. Jeffrey, da par suo, cerca comunque di "salvare" in qualche modo la bella Dorothy, vittima del personaggio più folle di tutto il film, l'imprevedibile Frank di Dennis Hopper, a dir poco detestabile e favoloso. Il povero Jeffrey, pronto a difendere a spada tratta la donna e a diventare il suo cavalier servente in quanto portatore di valori comunque positivi, si ritrova così a dover subire gli scatti di violenza di Frank, a sputare letteralmente sangue mentre il mondo intorno a lui si fa sempre più assurdo (la scena ambientata nel bordello dove Dean Stockwell canta In Dreams va oltre il surreale e tocca vette di sublime follia) e incomprensibile, ben al di là delle conoscenze di un bravo ragazzo appena uscito dal college. Per colpa della sua incauta curiosità Jeffrey rischia di perdere ogni cosa, a partire dall'amore di Sandy che, da brava donna "angelicata", incarna letteralmente il lieto fine ed il ritorno ad una vita normale fatta di bei sogni, praticelli, grigliate sotto il sole, qualche scaramuccia e pettirossi. I pettirossi, come poi si vedrà, sono finti come i soldi del Monopoli e costruiti ad arte, perché la verità è che anche di fronte a un lieto fine l'oscurità rimane comunque annidata nei recessi della mente umana e della realtà stessa, come dimostra l'inquadratura dello sguardo finale di Dorothy, inquieto, triste e quasi spaventato.


David Lynch mette insomma in scena la distruzione dell'american dream, immergendo i personaggi in una realtà atemporale fatta di vecchie canzoni, automobili e abiti che richiamano i più felici e mitici anni '50 e mettendo loro in bocca dialoghi più adatti ad una soap opera che ad un film (la scena madre di Sandy, in cui piangendo dice che il suo sogno non tornerà mai più, è magistrale) e "insozza" questa perfezione tutta americana con abbondanza di turpiloquio, violenza e sesso. A proposito del sesso, nonostante lo scandalo suscitato all'epoca da Velluto Blu il mio post, come vedete, non si sta focalizzando su questo argomento, sulla Rossellini nuda, sulle sequenze zeppe di violenza masochista o sullo stupro di Frank (tutti elementi terribili e disturbanti, per carità) perché, onestamente, non mi sembra siano gli elementi chiave della vicenda e del film ma sono solo alcune delle tante facce della perversione che ribolle sotto la superficie della perfetta provincia americana, quell'incomprensibile oscurità in agguato appena fuori dalla soglia di casa che interessava tanto a Lynch e che si ripropone in tutta la serie Twin Peaks. Gonzi quelli che hanno urlato allo scandalo fermandosi solo all'apparenza delle cose, in primis il pubblico del Festival del Cinema di Venezia dell'epoca. Leggiucchiando qui e là sono venuta a scoprire che proprio in quell'occasione un famoso critico si era indignato di fronte al nudo della Rossellini definendolo un insulto al regista Roberto Rossellini e ad Ingrid Bergman ma la verità è che quella scena particolare arriva inaspettata ad interrompere l'ennesimo cliché da teleromanzo (la scazzottata per una ragazza), riversando sui personaggi tutto l'orrore di un mondo che rischia di aggredirli ad ogni passo, dove le scaramucce amorose hanno la stessa importanza di un foglietto di carta spazzato dal vento e dove il bulletto della scuola risulta ridicolo quanto un bimbo di sei anni che gioca a fare il duro. La verità è che David Lynch è un maledetto genio, lui e quel suo particolare modo di usare le luci e i colori, che ammalia e terrorizza lo spettatore con velluti rossi e blu, lo ipnotizza con le musiche del fido Angelo Badalamenti, lo annienta con personaggi talmente assurdi da essere in grado di far ridere e urlare allo stesso tempo. La verità è che Velluto blu è un capolavoro che ha quasi trent'anni e non se li sente, un film che ogni cinefilo degno di questo nome dovrebbe guardare almeno una volta nella vita.


Di Isabella Rossellini (Dorothy Vallens), Dennis Hopper (Frank Booth), Laura Dern (Sandy Williams) e Brad Dourif (Raymond) ho già parlato ai rispettivi link.

David Lynch (vero nome David Keith Lynch) è il regista e sceneggiatore della pellicola. Americano, ha diretto film come Eraserhead - La mente che cancella, The Elephant Man, Dune, Cuore selvaggio, Fuoco cammina con me, Strade perdute, Una storia vera, Mulholland Drive e ovviamente episodi della serie I segreti di Twin Peaks. Anche produttore, attore e compositore/cantante, ha 68 anni.


Kyle MacLachlan interpreta Jeffrey Beaumont. Americano, lo ricordo per film come Dune, L'alieno, The Doors, Fuoco cammina con me, I Flinstones e per aver partecipato a serie come I segreti di Twin Peaks, Racconti di mezzanotte, Sex and the City, Desperate Housewives, How I Met Your Mother e Agents of S.H.I.E.L.D.. Anche regista, ha 55 anni.


Dean Stockwell (vero nome Robert Dean Stockwell) interpreta Ben. Americano, ha partecipato a film come Il giardino segreto, Dune, Beverly Hills Cop II, Una vedova allegra... ma non troppo, I langolieri, Air Force One e a serie come Alfred Hitchcock presenta, Ai confini della realtà, Missione impossibile, Colombo, A-Team, Miami Vice, Hunter e La signora in giallo; inoltre, ha lavorato come doppiatore nelle serie Capitan Planet e i Planeteers. Anche regista, sceneggiatore e produttore, ha 78 anni e film in uscita.


Nel cast figura anche Jack Nance, il futuro Pete Martell di Twin Peaks, qui nei panni del delinquentello Paul, mentre il compositore Angelo Badalamenti compare nel ruolo del pianista. Il ruolo di Jeoffrey era stato inizialmente offerto a Val Kilmer, che ha rifiutato dopo aver letto lo script, considerato "pornografico" dall'attore, Deborah Harry (la Nicki Brand di Videodrome) ha rifiutato quello di Dorothy Valens perché stufa di interpretare personaggi assurdi ed Harry Dean Stanton non ha voluto partecipare nel ruolo di Frank perché il film era troppo violento. Roy Orbison, cantante di In Dreams, aveva invece rifiutato a Lynch il permesso di utilizzare la sua canzone nella scena del bordello: il regista ha trovato un modo legale di inserirla comunque nel film e quando Orbison, per puro caso, ha avuto modo di vedere Velluto Blu, è stato il primo a chiedere a Lynch di produrgli un video per la canzone! Si dice che il film avrebbe dovuto durare più o meno 4 ore; non sono state ritrovate tutte le scene eliminate, ma nel 2011 è uscito un blu-ray che ne contiene almeno una cinquantina di minuti (tra l'altro ce n'è una in cui Jeffrey va ad una festa con una ragazza del college interpretata dalla futura Karen di Will & Grace, Megan Mullally) e naturalmente le stesse scene si possono ritrovare nello script originale, che peraltro si conclude col suicidio di Dorothy. Per finire, se Velluto blu vi fosse piaciuto recuperate anche Mulholland Drive, Fuoco cammina con me e ovviamente l'intera serie I segreti di Twin Peaks. ENJOY!

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