mercoledì 12 luglio 2023

Il morso del coniglio (2023)

Una delle ultime aggiunte su Netflix, nonché un film che tenevo d'occhio da un po', è Il morso del coniglio (Run Rabbit Run), diretto dalla regista Daina Reid. NO SPOILER, ovvio.


Trama: Sarah, medico con problemi passati di salute mentale e un rapporto tormentato con la famiglia, è costretta ad affrontare gli improvvisi cambiamenti della figlioletta Mia...


Dopo The Babadook, arriva dall'Australia il Babasnook (non è mia ma mi ha fatto crepare dalle risate), ovvero uno slow burn di orrore familiare in cui una donna, Sarah Snook per l'appunto, si ritrova a dover affrontare i cambiamenti inspiegabili della figlioletta di sette anni e ad affrontare i traumi passati che minacciano di inghiottirla. Nulla di troppo innovativo, ve lo concedo, infatti non è con spirito desideroso di innovazione che bisogna affrontare Il morso del coniglio, bisogna seguire il mood e "rilassarsi". Se ci riuscite, ovvio, perché il paragone con The Babadook non l'ho fatto a caso. Sarah, infatti, parte da una condizione già svantaggiata, come accadeva ad Amelia. Madre single, con ex marito risposatosi e in procinto di avere un secondo figlio (che lui e Sarah si fossero messi d'accordo per "non dare un fratellino a Mia" neppure con altri partner è un dettaglio molto importante), Sarah viene privata di un altro pilastro importante per la propria stabilità mentale con la morte dell'adorato padre, evento che la costringe ad interessarsi della madre con la quale non parla da anni. Il rapporto tra Sarah e la piccola Mia, almeno all'inizio, non è però terribile come quello tra Amelia e Samuel: certo, Mia ogni tanto ha delle uscite un po' assurde e Sarah tende a tenere la piccola all'oscuro delle dinamiche familiari, soprattutto per quanto riguarda la nonna, ma madre e figlia parrebbero assai legate. Qualcosa si spezza il giorno del compleanno di Mia, quando la bambina vede la madre nell'atto di compiere un gesto potenzialmente imperdonabile (le cui conseguenze fisiche si imprimeranno nella carne della donna, come da titolo italiano) e, tradita nel profondo, comincia a cambiare, diventando quasi una sconosciuta agli occhi di Sarah. Scioccata da questi violenti cambiamenti, le difese mentali della donna si indeboliscono al punto che i traumi passati arrivano ad assumere contorni ben più reali di un presente incerto, con tutta una serie di rivelazioni che vi lascio il piacere di scoprire.


Il punto di forza de Il morso del coniglio, neanche a dirlo, è l'interpretazione di Sarah Snook, attrice che apprezzo dai tempi del sottovalutato Jessabelle. Appesantita, sciatta e con lo sguardo atterrito e diffidente del coniglio che fugge, la Snook rende credibili ed intensi anche i momenti più "confusi" della pellicola, quelli in cui la sceneggiatura sembra volerla fare un po' fuori dal vaso, e permette allo spettatore di empatizzare anche con un personaggio, a tratti, non particolarmente gradevole. La piccola Lily LaTorre, adorabile pulcetta dalla faccia da schiaffi anche nei momenti più inquietanti della pellicola, è a sua volta molto brava e tiene botta senza timore di venire eclissata da "mammà", il che risulta in un'ottima alchimia tra le due attrici. Altra cosa che ho molto apprezzato de Il morso del coniglio (ma qui secondo me fa parecchio l'effetto nostalgia) è l'ambientazione australiana, quel passaggio dalle sfumature bluastre della prima parte, che mostra principalmente edifici chiusi come case, scuole o studi medici, che si tinge dei colori marroni del bush, di una natura brulla e immancabilmente sconfinata, capace di inghiottire le persone senza che di loro rimanga traccia, tranne che nel cuore di chi ancora le aspetta o le ricorda. Siccome ho promesso di non fare spoiler, non mi sento di aggiungere altro, tranne che di dare una chance a Il morso del coniglio e di affrontarlo con la pazienza che merita, perché il suo difetto principale è quello di risultare poco dinamico e magari non facilissimo da sostenere dopo una dura giornata di lavoro. Io non mi sono addormentata però, quindi questo dispone a suo favore!


Di Sarah Snook, che interpreta Sarah, ho già parlato QUI.

Daina Reid è la regista della pellicola. Australiana, ha diretto principalmente episodi di serie TV quali The Handmaid's Tale e The Outsider. Anche attrice, produttrice e sceneggiatrice, ha 57 anni. 



Sarah Snook ha sostituito Elisabeth Moss, che ha dovuto rinunciare al film per impegni pregressi. Se Il morso del coniglio vi fosse piaciuto recuperate ovviamente The Babadook (lo trovate sul canale Midnight Factory o a noleggio su Prime Video) e aggiungete Hereditary , Two Sisters (entrambi a noleggio su Chili o Prime Video) e Relic (compreso nell'abbonamento Prime Video). ENJOY!

8 commenti:

  1. Nemmeno io mi sono addormentato, anche se non mi ha convinto in pieno, in effetti "Babasnook" è geniale ma il film risente del paragone proprio con l'altro "Baba".
    In ogni caso, beccami gallina se sono ancora riuscito a trovare un titolo dove Sarah Snook non è meno che bravissima, davvero incredibile anche qui. Cheers!

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    1. Sarah Snook è favolosa e io non capisco come mai non abbia fatto il botto come avrebbe meritato.

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  2. A me ha deluso tantissimo (anche perché lo attendevo con impazienza). Interpretazione superba, atmosfere costruite superbamente grazie a una fotografia azzeccatissima e ai bellissimi paesaggi; purtroppo manca la sostanza. Una storia priva di scrittura che piano piano si sfalda. Alla fine resta l'ottima confezione. Un po' poco. Resta la sensazione di un'occasione mancata.

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    1. La scrittura, a mio avviso, regge fino a un certo punto, ma spesso e volentieri "svacca". Un po' più di compattezza avrebbe giovato ma nel complesso me lo sono goduto.

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  3. Ho appena finito quella meraviglia di Succession quindi faccio fatica a vedere Sarah Snook in un ruolo che non sia Shiv Roy...aspetto di smaltire l'effetto poi ci darò una occhiata.

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  4. Aspettavo ne parlasse qualcuno, che gli horror Netflix non sempre sono una garanzia. Lo è Sarah Snook e anche se con qualche titubanza proverò a darle una chance, devo trovare una serata senza troppa stanchezza addosso però :)

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    1. Eh, ammetto che il rischio di appisolarsi c'è. Ma una visione la merita di sicuro!

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