Come ampiamente preannunciato proprio su questo blog, ieri sera sono andata a vedere Real Steel, del regista Shawn Levy, liberamente tratto dal racconto Steel di Richard Matheson, che era già stato trasposto in un episodio della serie Ai confini della realtà. Carino, molto carino.
Trama: siamo nel 2020, la normale boxe umana è stata sostituita da combattimenti tra robot. Charlie, un ex pugile oberato dai debiti, è costretto a tenere con sé per tutta l’estate il figlio che non vede da dieci anni; sarà proprio Max a trovare, in una discarica, il vecchio robot Atom e a insistere per farlo combattere. Comincerà così la riscossa di Charlie come padre e come atleta…
Come dicevo, e come mi aspettavo, Real Steel è molto carino. Non è sicuramente il film dell’anno, visto che la trama segue un canovaccio vecchio come il mondo e ci sono altri “limiti” che non gli hanno fatto fare il salto di qualità necessario per diventare cult, ma per le sue due ore e passa di durata si lascia assolutamente guardare (e non solo perché Jackman è un gran figo). Siamo davanti alla classica storia dove il genitore snaturato si ritrova tra le scatole un figlio che non vuole ed è costretto a portarselo dietro mentre cerca di continuare la propria (di solito fallimentare) attività e dove, man mano che si va avanti, proprio il rinnovato rapporto con il pargolo migliorerà sia la vita sia la personalità del protagonista, di solito con dovizia di riflessioni, spiegoni e momenti commoventi. Ecco, il bello di Real Steel è che gli spiegoni e le riflessioni non sono troppe, anche perché Charlie non pare davvero in grado di farne, ma c’è qualche momento commovente ad hoc che non risulta affatto pesante. Per il resto, il fulcro della pellicola sono i combattimenti tra robot e quella strana creatura che è Atom.
Il robot che da il via a tutta la vicenda, infatti, è un interessante ibrido. Gli effetti speciali di Real Steel sono estremamente ben fatti, grazie ad un giusto mix di CG ed Animatronics, ma in particolare Atom mantiene per tutta la durata della pellicola quell’aura “vintage”, di rottame rappezzato, che lo rende ancora più vero. E poi, pur non avendo un viso antropomorfo, i realizzatori sono comunque riusciti ad infondergli un’anima e un’espressività del tutto particolari, tanto che le interazioni con Max risultano quasi toccanti e gli allenamenti con Charlie si caricano di un significato assai particolare. Come pubblico, arriviamo a tifare spudoratamente per questo team di reietti durante tutti i combattimenti che ci vengono mostrati, a partire da quello allo zoo (con un “bestiario” di strepponeria umana mica da ridere!!) per arrivare a quello finale, assolutamente coinvolgente, tra Atom e il campione in carica Zeus, dove mi sono trattenuta a fatica per non mettermi urlare a mia volta incitando Charlie e il robot. Insomma, Real Steel sì, ma con un’anima. Non a caso Atom porta lo stesso nome dell’Astro Boy di Osamu Tezuka, Tetsuwan Atom in originale.
Quanto ai protagonisti umani, Hugh Jackman interpreta magistralmente la figura dell’ex boxeur privato della “voglia di vincere” e ridotto a vivere una vita di espedienti ma ancora capace di tirar fuori le palle quando necessario (e indossare una tutina niente male… ma sto divagando!!!!) e il ragazzino scafato e furbetto gli ruba spesso e volentieri la scena senza mai risultare antipatico. Purtroppo, però, il neo del film, oltre al fatto che lo score di Danny Elfman (a sto giro stranamente impersonale…) è sepolto da una quantità di pezzi reppusi zamarroni, è che non esistono villain degni di questo nome. Gli avversari di Atom sono delle scatolette senza personalità, i creatori di Zeus sono due gatti di marmo penalizzati da un orrendo doppiaggio italiano in quanto una russa e l’altro giapponese, e il solito Kevin Durand ripropone sempre lo stesso personaggio di redneck infighettato cialtrone e stronzo nell’animo (non che Evangeline Lilly si distacchi molto dal suo personaggio lostiano, eh…). Insomma, io sono convinta che un film simile, per potersi definire degnamente riuscito, necessiti di cattivi all’altezza, che possano far temere almeno per dieci minuti sulla sorte dei protagonisti. In questo modo, purtroppo, Real Steel rischierà invece di finire nel dimenticatoio molto presto. Ma per passare una serata al cinema è sicuramente un’ottima pellicola.
Di Hugh Jackman, che interpreta Charlie, ho già parlato qui, mentre Hope Davis, che interpreta zia Debra, la trovate qua.
Shawn Levy è il regista della pellicola. Canadese, ha diretto film come Una scatenata dozzina, The Pink Panther - La pantera rosa, Una notte al museo e Una notte al museo 2 - La fuga. Anche produttore e attore, ha 43 anni e un film in uscita.
Evangeline Lilly (vero nome Nicole Evangeline Lilly) interpreta Bailey. Attrice che, personalmente, ricorderò sempre come la Kate di Lost, ha partecipato a film come Judgment Day, Freddy vs Jason e a serie come That’s 70’s Show, Tru Calling, Smallville, Kingdom Hospital. Canadese, ha 32 anni e due film in uscita, The Hobbit: An Unexpected Journey e The Hobbit: There and Back Again.
Kevin Durand interpreta Ricky. Canadese, ha partecipato a film come Austin Powers – La spia che ci provava, Scooby – Doo 2 – Mostri scatenati, X – Men le origini – Wolverine e a serie come Oltre i limiti, E.R. Medici in prima linea, Taken, CSI, La zona morta, Senza traccia, CSI: Miami e Lost, inoltre ha doppiato un episodio della serie American Dad!. Ha anni 37 e due film in uscita.
James Rebhorn interpreta Marvin. Americano, ha partecipato a film come A proposito di Henry, Mio cugino Vincenzo, Basic Instinct, Scent of a Woman – Profumo di donna, L’olio di Lorenzo, Carlito’s Way, Independence Day, The Game – Nessuna regola, Il talento di Mr. Ripley, Ti presento i miei e Lontano dal paradiso. Ha 63 anni e un film in uscita.
Del film è già previsto un seguito, che dovrebbe uscire nel 2014. Quanto all’episodio Steel di Ai confini della realtà, mantiene la stessa idea di un mondo dove i combattimenti tra umani sono stati sostituiti da quelli tra robot, ma nel telefilm il protagonista decide di travestirsi e sostituire personalmente il vecchio robot danneggiato, a rischio della vita. Come sempre, la fantascienza di quegli anni riusciva ad essere molto più inquietante e “sovversiva” di quella attuale, nonostante i pochi mezzi. Detto questo, credo proprio che andrò a cercarmi Steel… magari lo trovo!! ENJOY!
Bel commento, soprattutto per uno come me che era indeciso se andarlo a vedere o meno...
RispondiEliminaInsomma un film per passare la serata in spensieratezza......quindi voto 7 al film?
RispondiEliminaCredo che andrò a vederlo....
Buonanotte!
@Giampaolo
RispondiEliminaMa sì, dai... 7 o 7 e mezzo. Sicuramente da vedere al cinema, perché dubito renda altrettanto su piccolo schermo.
A te buongiorno!
@Frank
Grazie mille!!