sabato 24 marzo 2012

Apollo 18 (2011)

E come direbbe un’insegnante che conosco: “basta DI mockumentary!”. Giuro che questo Apollo 18, diretto nel 2011 dal regista Gonzalo López – Gallego è l’ultimo che guarderò per un bel po’ di tempo. Non che non mi sia piaciuto, eh.


Trama: nel 1973 tre astronauti vengono mandati sulla luna per conto della Difesa USA. Quello che troveranno lassù non sarà molto ospitale…


Dopo le videocassette trovate nei boschi, dopo i documenti rinvenuti a Central Park, dopo i filmati scovati nei sotterranei di ospedali abbandonati, condomini spagnoli, cantine, scatoloni della nonna, orifizi anali ecc. non poteva mancare il mockumentary che “svela quello che la NASA ci ha tenuto nascosto per anni”! Ovvero, che le missioni dell’Apollo non si sarebbero fermate al 17, ma sarebbero arrivate fino al 18 con esiti tragici che le autorità USA non avrebbero voluto divulgare. Ma grazie ad internet e al sito lunartruth.org (falso come i soldi del Monopoli, ovviamente) ecco arrivarci la documentazione di quello che sarebbe realmente accaduto sul satellite nel lontano 1973, ovvero un The Blair Witch Project incontra Alien e X-Files. Stufi infatti di vedere famiglie terrorizzate dai fantasmi sulla Terra, i realizzatori di Apollo 18 hanno deciso di mostrarci astronauti terrorizzati nello spazio, dove, come tutti ben sanno, “nessuno può sentirti urlare”. Il risultato, nonostante le premesse, non è malaccio.


Apollo 18 infatti non mi è dispiaciuto, nonostante abbia letto solo critiche negative. Sarà che io sono una di quelle che patisce un po’ il film ambientato nello spazio, che mi da sempre un senso di claustrofobia, quella paura costante di non riuscire a trovare scampo da nessuna parte, perché se uno zombie ti insegue tu puoi correre quanto vuoi e dove vuoi, ma sulla luna hai questo piccolissimo svantaggio della pressione esterna che ti schiaccia o dell’ossigeno che manca. E Apollo 18 gioca, ovviamente, molto su questo e aumenta la claustrofobia evitando di usare astronavi grandi come quella di Alien e infilando i due sparuti protagonisti in un modulo delle dimensioni di un bagno, facendoli uscire di tanto in tanto sul brullo, deserto, triste, scuro suolo lunare con la Terra che si vede da lontano come un costante dito medio rivolto verso di loro. E il mostro, direte voi? Il mostro c’è ma si vede persino meno della strega di Blair. Complici anche attrezzature anni ’70, interferenze varie, sequenze in bianco e nero, punti di vista ribaltati e quant’altro, è difficile ad un certo punto capire di cosa diavolo abbiano paura i due astronauti. Certo, quando lo si capisce fa un po’ schifo (e anche pietà, nel senso che è poca roba davvero…) ma purtroppo la natura del mostrillo è debitrice di altre 300 pellicole simili e gli effetti della sua vicinanza, almeno per quanto riguarda il makeup dei protagonisti, ricordano parecchio quelli di REC.


Quindi, in sostanza, Apollo 18 non mi è dispiaciuto, e proprio per quello che gli viene criticato: perché mostra poco e crea tensione dilatando i tempi di attesa in maniera infinita. Mi piace anche l’idea che il viaggio nello spazio venga reso come un sogno che, a poco a poco, diventa un incubo da cui è impossibile uscire, con i collegamenti via radio che passano dall’amichevole e divertito al freddo e burocratico in tempo zero, mentre il film scivola verso un finale che più pessimista non si può. L’unico scoglio da superare per apprezzare Apollo 18 è l’inizio, che effettivamente è troppo lento e confuso. Dopodiché, bisogna solo abituare gli occhi e avere pazienza, perché anche gli attori sono abbastanza bravi rispetto alla media. A onor del vero, consiglierei però Apollo 18 solo a chi non ha ancora visto troppi mockumentary, perché gli altri rischierebbero di infilare me in una capsula e spararmi sulla Luna.

Gonzalo López – Gallego è il regista della pellicola. Spagnolo, ha già diretto una mezza dozzina di film che, purtroppo, non conosco. Anche sceneggiatore e addetto al montaggio, ha 38 anni.


Warren Christie (vero nome Hans Warren Christie) interpreta il capitano Anderson. Irlandese, ha partecipato a serie come Supernatural e Ghost Whisperer. Ha 36 anni e un film in uscita.


Ryan Robbins (vero nome Ryan John Currier) interpreta il colonnello Grey. Canadese, ha partecipato a film come Catwoman e Aliens vs Predator 2, oltre a serie come Millenium, Oltre i limiti, Taken, Smallville, Kingdom Hospital, Supernatural. Anche produttore e stuntman, ha cinque film in uscita.


Lloyd Owen interpreta il comandante Walker. Inglese, ha interpretato il padre di Indiana Jones in tutte le serie e gli speciali televisivi dedicati a Le avventure del giovane Indiana Jones. Ha 45 anni e un film in uscita.

4 commenti:

  1. il film può piacere anche ai fan di fascisti su marte,visto che a quanto pare i mostri di apollo 18 sono uguali ai mimimmi del celebre film di guzzanti

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    1. Guzzanti come sempre sta un passo avanti a tutti, persino agli aMMeregani!

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  2. Ma ci sono i Teletubbies pure sulla luna?

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    1. I Teletubbies sono ovunque, come i Gremlins. Solo, molto più ammorbanti!

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