In questi giorni caldi ho deciso di riguardare quello che è praticamente diventato un classico della programmazione televisiva natalizia, ovvero Hook – Capitan Uncino (Hook), diretto nel 1991 dal regista Steven Spielberg.
Trama: Peter Banning è un avvocato che mette sempre la carriera davanti alla famiglia e, soprattutto, ai figli. Durante un viaggio in Inghilterra questi ultimi vengono rapiti da Capitan Uncino; trascinato dalla fatina Trilly sull’Isola che non c’è, Peter arriverà a ricordare che il suo vero cognome non è Banning… ma Pan.
Hook rappresenta uno di quegli incredibili casi in cui, guardando alcuni spezzoni di film, si viene assaliti da una nostalgia canaglia e da un ricordo meraviglioso della pellicola in questione, accompagnati da una potentissima voglia di rivederla. Poi, quando si prende il DVD e ci si immerge nella visione, si rimane inevitabilmente delusi. Intendiamoci, Hook è sempre un film diretto da Spielberg, interpretato da attori della madonna, basato su una delle storie per l’infanzia più belle di sempre… ma la delusione deriva proprio dal fatto che, con tutti questi elementi per le mani, sarebbe dovuto uscire fuori un capolavoro, e invece la sensazione che ho avuto è stata quella di trovarmi davanti ad un’occasione sprecata. L’idea su cui si basa la sceneggiatura è molto intrigante: Peter Pan un giorno ha deciso di andarsene dall’Isola che non c’è e crescere, diventando l’antitesi di tutti i valori promossi nel suo luogo di origine. Ci troviamo quindi davanti un avvocato noioso, tutto lavoro e niente divertimento, talmente impegnato da non avere neppure il tempo di fare il padre e, soprattutto, assolutamente dimentico della sua infanzia. Su queste premesse gli sceneggiatori costruiscono il confronto tra la natura dei due personaggi protagonisti, Peter Pan e Capitan Uncino, che rispettivamente incarnano il desiderio di vivere la vita senza pensare al domani e la paura del tempo che passa, della vecchiaia che incombe; mentre Peter, pur sbagliando durante il percorso, ha deciso di crescere e allontanarsi dall’Isola che non c’è per vivere un’avventura imprevedibile, Uncino ha deciso di rimanere testardamente ancorato alla sua vecchia vita, diventando una sorta di spauracchio eterno, immutabile e inevitabilmente annoiato. A fare da corollario a questo interessante confronto, però, ci sono degli elementi che sgonfiano inevitabilmente la pellicola, banalizzandola.
Accanto, infatti, a momenti esilaranti come i confronti tra Uncino e Spugna o ad immagini poetiche e commoventi come le sequenze in cui Peter ricorda la sua infanzia, il suo stupore nel vedere Wendy invecchiare sempre di più, l’incontro con la sua futura moglie addormentata, oppure quelle in cui i Bimbi Sperduti lo riconoscono e lo accettano come Peter Pan, c’è tutto un corollario di bambinate e secchiate di melassa francamente inutili (Trilly che confessa il suo amore a Peter, tanto per dirne una, o la pedante e ridondante moraletta finale). Anche la regia di Spielberg e le sequenze d’azione sembrano fiacche, quasi dei banali riempitivi attaccati alla bell’e meglio all’ossatura della trama, che senza un attimo di dubbio o incertezza ci scodella un paio di prove organizzate dai bimbi ai danni del vecchio Peter, qualche scontro con il galletto Rufio (talmente “simpatico” che sfido chiunque a piangere davanti al destino che gli prospetta il finale…), una triste canzoncina disneyana e una battaglia contro i pirati priva di suspance e molla quanto il parrucchino del povero Uncino. Quanto agli effetti speciali, ormai il tempo ha lasciato il segno anche su di loro; la lucetta soffusa intorno a Trilly è ancora molto naturale, ma le scene in cui i personaggi volano cominciano a risultare fasulle quanto delle monete da 5 euro.
Sul piano delle scenografie, dei costumi e degli attori, invece, bisogna levarsi il cappello. Le icone dell’Isola che non c’è, come la nave di Uncino, il covo dei Pirati e quello dei Bambini Sperduti, vengono riprodotti in modo splendido, e anche la metamorfosi di Peter da Banning a Pan ha dell’incredibile nella sua semplicità: calzamaglia a parte, il trucco che lo ringiovanisce rispetto all’inizio non è affatto teatrale o pesante, inoltre fa in modo che la naturale vivacità degli occhi di Robin Williams risalti ancora di più, mentre basta solo un’acconciatura leggermente diversa per dare l’impressione che all’attore siano venute le orecchie a punta. Anche la mise di Dustin Hoffman, superbo e malvagio Capitan Uncino, è perfetta perché, pur rifacendosi all’iconografia disneyana del personaggio, lo fa lasciando intravedere il vecchio, debole e patetico essere umano che si nasconde sotto la nera e boccolosa parrucca in stile Re Sole. Tra gli attori inoltre, assieme ai due colossi già nominati, spicca una meravigliosa Maggie Smith che da sola varrebbe la visione dell’intera pellicola: all’età di soli 57 anni l’attrice inglese è stata costretta a vestire i panni della novantaduenne e lo fa con una sensibilità, una grazia, una dignità tali che verrebbe voglia di prendere la malinconica nonna Wendy, costretta a lasciare l’amato Peter Pan alla figlia abbandonando per sempre le avventure vissute sull’Isola che non c’è, e abbracciarla forte. In conclusione, se non avete mai visto Hook ve lo consiglio nonostante le imperfezioni, mentre se, come me, ne conservate un meraviglioso ricordo, forse è il caso di non recuperarlo a meno che non vogliate guardarlo con i vostri bimbi, che sicuramente ne rimarranno deliziati!
Del regista Steven Spielberg (che interpreta anche un pirata) ho già parlato qui, mentre Dustin Hoffman (Capitan Uncino), Julia Roberts (Campanellino) e Maggie Smith (nonna Wendy) li potete trovare ai rispettivi link.
Robin Williams interpreta Peter Banning. Sicuramente uno dei più grandi attori americani viventi (anche se da parecchi anni la sua carriera ha subito un discreto declino), lo ricordo per film come Popeye – Braccio di ferro, Good Morning, Vietnam, L’attimo fuggente, Cadillac Man, Mister occasionissima, Risvegli, La leggenda del re pescatore, Toys – Giocattoli, Mrs. Doubtfire – Mammo per sempre, Nine Months – Imprevisti d’amore, A Wong Foo, grazie di tutto! Julie Newmar, Jumanji, Piume di struzzo, Jack, L’agente segreto, Hamlet, Harry a pezzi, Flubber – Un professore fra le nuvole, Will Hunting – Genio ribelle (che gli è valso l’Oscar come miglior attore non protagonista), Al di là dei sogni, Patch Adams, L’uomo bicentenario, A.I. Intelligenza Artificiale, One Hour Photo e Insomnia; inoltre ha partecipato alle serie La famiglia Bradford, Happy Days, Mork e Mindy, Friends e doppiato il personaggio del Genio nel film Aladdin. Anche sceneggiatore, produttore e regista, ha 61 anni e tre film in uscita.
Bob Hoskins (vero nome Robert William Hoskins) interpreta Spugna, ruolo che ha ripreso inoltre nella miniserie Neverland. Altro grandissimo attore americano, sicuramente uno dei miei preferiti, lo ricordo per film come Brazil, Chi ha incastrato Roger Rabbit?, Sirene, Super Mario Bros., Gli intrighi del potere, L’agente segreto e Michael; ha doppiato inoltre uno dei personaggi di Balto. Anche regista, produttore e sceneggiatore, ha 70 anni e un film in uscita.
Caroline Goodall interpreta Moira. Inglese, ha partecipato a film come Cliffhanger, Schindler’s List e serie come Oltre i limiti, CSI e Alias. Ha 53 anni e un film in uscita.
Charlie Korsmo (vero nome Charles Randolph Korsmo) interpreta Jack. Americano, ha partecipato a film come Dick Tracy e Giovani, pazzi e svitati. Ha 34 anni.
Nel 1992 il film ha ricevuto cinque nomination agli Oscar: miglior scenografia, migliori costumi, migliori effetti speciali, miglior trucco e miglior canzone originale per la melensa When You’re Alone, unica canzone superstite del musical Hook che John Williams aveva cominciato a scrivere nel 1985 prima di abbandonare il progetto. Tra le guest star figurano nomi parecchio famosi, come Phil Collins (è l’ispettore che investiga sul rapimento di Jack e Maggie), una diciannovenne e non ancora famosa Gwyneth Paltrow (Wendy da giovane), una Glenn Close ben camuffata nei panni del pirata che viene chiuso nella cassa con gli scorpioni, e per finire Carrie Fisher e George Lucas che si baciano sul ponte mentre Campanellino porta via un infagottato Peter verso l’Isola che non c’è. Kevin Kline avrebbe dovuto interpretare proprio Peter Pan, ma le riprese del demenziale Bolle di sapone glielo hanno impedito mentre invece David Bowie, purtroppo, ha rifiutato il ruolo di Capitan Uncino. Infine se, come me, vi siete sempre chiesti che significato avesse il “Bangarang” urlato spesso dai bimbi sperduti, pare sia slang giamaicano e che significhi semplicemente “Casino!” E con questo concludo dicendo che, se il film vi fosse piaciuto, potreste recuperare Jumanji, Inkheart - La leggenda del cuore d'inchiostro, Stardust e, per approfondire l'argomento, Peter Pan (il cartone Disney e la versione del 2003 con Jason Isaacs) e Neverland - Un sogno per la vita. ENJOY!!!
Visto solo una volta, ai tempi, e mi riconosco appieno in quello che hai scritto (credo di aver proprio pensato "occasione sprecata"), con la sola diversa sottolineatura che il finale a me ha fatto proprio cadere le braccia.
RispondiEliminaEh, il finale è parecchio melenso e la moraletta finale viene sottolineata anche dal dialogo, invece di lasciare allo spettatore il "piacere" di capire.
EliminaMa d'altronde, bisogna pensare che Hook è un film diretto soprattutto ai bambini, quindi la cosa ha un senso.
Ah, ma io mi riferivo soprattutto alla conclusione del duello con capitan Uncino, terminarlo in quel modo mi è sembrato veramente triste.
EliminaHm, a me quello non è dispiaciuto, invece.
EliminaL'idea del coccodrillo impagliato non era male, anche se magari andava realizzata un po' meglio!
Mai visto, proprio non mi ispira. Chissà, prima o poi...
RispondiEliminaSecondo me è meritevole di almeno una visione, ma forse la penso così perché alla fine Hook è uno dei film della mia tarda infanzia! ^__^
EliminaIo invece lo guardo ogni volta con piacere, ma credo che dipenda dalla nostalgia canaglia
RispondiEliminaWargh, mi hai anche linkato il video *__*
EliminaComunque, ogni volta che lo passano in tv non è che io cambi canale, eh :P
una disgrazia atroce,rammento di averlo visto al cine e di aver pensato:questo si che è un crollo economico degno delle peggior crisi!
RispondiEliminavabbè ma io odio spielberg!
Se odi Spielberg è comprensibile, perché comunque hanno fatto (e ha fatto) ben di peggio!! ^_^
EliminaIo l'ho visto un sacco e mezzo di anni fa (tipo che avevo dodici/tredici anni) e mi era piaciuto un sacco (e, tra le altre cose, mi era dispiaciuto per Captan Uncino). Adesso mi è venuta la curiosità di rivederlo ^^
RispondiEliminaUncino qui è davvero un personaggio triste, degno di pietà... come dice Maggie, "un vecchietto che non ha più la mamma".
EliminaRiguardalo, riguardalo! ^__^
ce l'ho in VHS,credo di aver consumato il nastro,non lo vedo da molto,ma lo sapevo a memoria,lo vidi per la prima volta al cinema parrocchiale...come mi era piaciuto,hai ragione,non credo lo rivedrò,non voglio rimanere delusa! Hook fa parte di quei film della mia infanzia legati ad un infinità di bei ricordi
RispondiEliminaHahah beh, lì dipende dal gusto personale.
EliminaIo, a costo di rimanere delusa, prima o poi un recupero dei film d'infanzia lo faccio sempre... è la nostalgia canaglia, come diceva Sailor Fede!!
Ma hai inizziato a giocare con il fattore nostalgia sig...
RispondiEliminaHahaha effettivamente è vero... credo sia perché nel sito su cui compro i DVD mettono le offerte di solito sui titoli un po' più vecchiotti :P
EliminaUno degli Spielberg più odiosi, quando tornare bambini era una prerogativa che permetteva di fare soldi. Non sono più bambino, non mi hanno letto il libro, quindi preferisco Lo squalo, anzi, tutto ciò che viene prima di E.T.
RispondiEliminaBeh, adesso ci sono i "cartoni animati per adulti", tipo Shrek per intenderci.
EliminaOra si fanno soldi con quelli.
Comunque, per ricrederti su Spielberg ti consiglio di guardare Tin Tin, una meraviglia!!
E io ti consiglio 1941 - Allarme a Hollywood, vediamo chi vince...
EliminaGià visto parecchio tempo fa, e mi era piaciuto davvero molto. Ma sono due generi diversi ^__*
EliminaHai vinto tu, non credevo tu fossi andata così indietro.
EliminaEro nel periodo in cui, folgorata da Belushi, mi ero impegnata a guardare tutti i suoi film :P
EliminaCiao. Sono passati moltissimi anni ma lascia che ti dica questo sperando tu legga il messaggio: si vede che non hai letto il vero libro di Peter! Non la schifezza disney! Ci sono moltissimi riferimenti al libro ed è stupendo. Non ti sei nemmeno accorto che barrie quello senza rotella, ha lo stesso nome dell'autore del libro?!
RispondiEliminaI messaggi li leggo sempre, non preoccuparti. Il libro di Peter Pan l'ho letto moltissimi anni fa, da bambina, e lo stesso vale per il film Disney, visto solo una volta: posso quindi dire che per me il "vero" Peter Pan è quello di Hook, che invece ho visto un sacco di volte, adorandolo. Eppure, crescendo, ha smesso di convincermi. Sono contenta che a te invece non sia successo.
EliminaCiao. Sono passati moltissimi anni ma lascia che ti dica questo sperando tu legga il messaggio: si vede che non hai letto il vero libro di Peter! Non la schifezza disney! Ci sono moltissimi riferimenti al libro ed è stupendo. Non ti sei nemmeno accorto che barrie quello senza rotella, ha lo stesso nome dell'autore del libro?!
RispondiEliminaIo conservo bei ricordi riguardo più agli annessi che al film stesso...lo vidi al cinema col miglior amichetto dell'epoca accompagnati da mia mamma: era una delle prime uscite in un cinema (la prima di cui ho un ricordo certo è come ti dicevo Ghostbusters II un paio di anni prima) e poi il mio papà, che ora non c'è più, mi riportò per regalo la vhs che ancora custodisco pur non avendo più un videoregistratore 😊😊
RispondiEliminaBeh, quando un film veicola questi ricordi non puoi sicuramente essere obiettivo. E' questa la cosa bella del cinema!
EliminaHai pienamente ragione! 😊👏👏
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