martedì 20 novembre 2018

Dead Sushi (2012)

Ho lasciato passare gli anni, terrorizzata da orridi ricordi Igucheschi, ma finalmente ho recuperato l'assurdo Dead Sushi (デッド寿司 - Deddo Sushi), diretto e co-sceneggiato nel 2012 dal regista Noboru Iguchi.


Trama: la giovane Keiko abbandona il ristorante del padre, probabilmente il migliore chef di sushi in Giappone, per trovare la sua strada. Finisce a lavorare in un ryokan specializzato in sushi e si ritrova invischiata in un'invasione di pesce zombi...



Dopo Zombie Ass avevo praticamente giurato a me stessa che non avrei mai più guardato un film diretto da Noboro Iguchi, stufa di vedere robe raccapriccianti unite ad emissione di gas intestinali (non che qui non vengano emessi. Ma ci si contiene), tuttavia un giorno l'amico Toto mi dice "Ma guarda che io ho ancora Dead Sushi da darti!" e io non ho potuto fare altro che accettare con gioia il dono. Per fortuna mia, e del Bolluomo al quale ho imposto una visione in lingua originale con sottotitoli inglesi come minimo lacunosi, Dead Sushi non è disgustoso come Zombie Ass ma soltanto simpaticamente idiota, il film ideale per rimanere annichiliti davanti alla stupidità congenita nella quale spesso ama indulgere il popolo nipponico, che non conosce vergogna alcuna quando si tratta di mettere in piedi trame surreali e produrre film imbarazzanti con velleità "horror". Dead Sushi, come da titolo, racconta della terribile epidemia zombi che a un certo punto colpisce i nigiri e i rolls serviti all'interno di un ryokan gestito da un ex mafioso e da una ex tsoccola, all'interno del quale si sta tenendo una delle tipiche, imbarazzanti festicciole da megaditta giapponotta, quella in cui tutti i convenuti alla fine si impetroliano come rospi dimenticando la dignità, con sommo scorno delle pochissime (una) dipendenti donne presenti, oggetto della giappalaiditudine dei colleghi. La povera Keiko, figlia di un mastro susharo la quale, a detta dell'uomo, "trasmette al pesce il proprio odore di donna" e quindi non potrà mai succedergli, si ritrova così a dover affrontare proprio in quel ryokan l'incubo di ogni chef, con l'aggravante di essere preda di una crisi esistenziale nonostante le sue indubbie capacità culinarie e, soprattutto, marziali. Questo esilissimo canovaccetto viene arricchito da storie di vendetta con qualche twist inaspettato, momenti strappalacrime, mosse alla Power Rangers, fanservice a base di mossette "erotiche", bagni pubblici, body sushi e sise (quali?) al vento ma, soprattutto, diventa un'improbabile quanto efficace racconto di formazione che permette a ben DUE personaggi di superare le proprie fisime mentre gli altri sono costretti a spurgare riso per sushi dalla bocca.


Rispetto a Zombie Ass questo Dead Sushi è molto meno disgustoso e anche più cartoonesco, zeppo di bruttissimi effetti speciali digitali che non sfigurerebbero in un qualsiasi Sharknado (Sushinado?) e che accompagnano effetti artigianali a base di fili per far tremolare il sushi e protesi di lattice tra il grottesco e l'inguardabile, che vanno proprio dalla parte opposta rispetto al realismo; nonostante questo, posso dire, senza timore di risultare pazza a mia volta, di aver apprezzato questa volontà di ricorrere all'artigianato anche a costo di ottenere un effetto raffazzonato, come nel caso del terrificante uomo-tonno del finale, talmente brutto che al confronto i nemici dei Power Rangers sono a livello "WETA", ma in qualche modo adorabile. Neanche a dirlo, la parte "migliore" di Dead Sushi è però la recitazione caricatissima di molti dei coinvolti. La protagonista, tanto quanto, è sobria, se di sobrio si può parlare relativamente a una tizia che prepara sushi con piglio marziale oppure duetta in improbabili dialoghi con un tamago sushi (vero cuore tenerino della pellicola), ma la palma degli attori "so bad they're so good" va ad Asami nei panni della maitresse Yuki, una donna che nonostante l'indubbia bellezza non ha assolutamente timore di rendersi ridicola facendo le peggio smorfie e prestandosi a una disgustosa pratica erotica in cui due giappi limonano con un tuorlo d'uovo (don't ask), e ovviamente a Shigeru Matsuzaki. Costui, per età e capacità e da quel che dice Wikipedia, potrebbe essere una sorta di Gianni Morandi o Nino D'Angelo del Sol Levante, giusto un po' più abbronzato, ed è meraviglioso per il modo in cui funge da mentore per la giovane Keiko, abbandonandosi spesso e volentieri ad incomprensibii discorsi motivazionali accompagnati da una sdolcinata musica a tema. A tratti mi ha un po' ricordato il Richard Sagawa di The Happiness of the Katakuris e solo per questo non posso voler male a un'idiozia come Dead Sushi che, per inciso, insegna anche il corretto modo per degustare la prelibata pietanza nipponica... quindi perché non guardarlo, magari in compagnia di amici/fidanzati con i quali farsi delle risate?


Del regista e co-sceneggiatore Noboru Iguchi ho già parlato QUI.


Se Dead Sushi vi fosse piaciuto recuperate Zombie Ass - The Toilet of the Dead e Vampire Girl vs Frankenstein Girl. ENJOY!

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